Restauro Santuario Montevago, finanziati 250 mila euro

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Il progetto di restauro Santuario Montevago diventa concreto grazie allo stanziamento di 250mila euro da parte della Regione Siciliana. L’assessorato regionale alle Infrastrutture ha infatti emanato il decreto che autorizza finanziamento, impegno di spesa e liquidazione delle somme destinate al recupero del Santuario Madonna delle Grazie, uno dei siti religiosi più rappresentativi del territorio.
A comunicarlo è il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo, che ha espresso soddisfazione per un intervento atteso da tempo dalla cittadinanza. I lavori riguarderanno la manutenzione e il restauro dei prospetti esterni e il ripristino delle aree deteriorate, con l’obiettivo di garantire sicurezza, decoro e valorizzazione architettonica.

Un investimento strategico per il restauro Santuario Montevago

Il finanziamento, inserito nella finanziaria regionale, rientra tra gli interventi di riqualificazione urbana e valorizzazione del patrimonio storico e religioso della Sicilia. In questo contesto, il restauro Santuario Montevago assume un ruolo particolarmente significativo, poiché permette di preservare un luogo identitario e profondamente radicato nella storia della comunità.
La Regione continua così a sostenere opere che contribuiscono alla rigenerazione del territorio, alla tutela degli edifici pubblici e alla valorizzazione dei beni culturali, favorendo interventi strutturali che migliorano la qualità della vita nei piccoli centri.

Le prossime fasi operative del progetto

Il Comune di Montevago si prepara ora ad avviare le procedure di gara, necessarie per l’aggiudicazione e la successiva consegna dei lavori. L’obiettivo è procedere in tempi quanto più rapidi possibile, compatibilmente con gli adempimenti tecnici e amministrativi richiesti dalla normativa.

Un’opera che valorizza storia e comunità

Come sottolineato dal sindaco La Rocca Ruvolo, il restauro rappresenta un intervento fondamentale non solo per preservare un edificio simbolo della devozione locale, ma anche per tutelare il patrimonio architettonico che caratterizza Montevago.
Il Santuario Madonna delle Grazie è infatti un punto di riferimento per la vita religiosa e culturale del paese e la sua riqualificazione contribuirà a migliorare l’offerta territoriale e la fruizione di un luogo caro a residenti e visitatori.
Il progetto di restauro Santuario Montevago si configura dunque come un investimento che unisce identità, tradizione e sviluppo, con ricadute positive sulla comunità e sul patrimonio culturale locale.

Assegno familiare, la Cassazione dà ragione ai nonni: spetta anche a chi mantiene il nipote

Sentenza storica: l’INPS viene smentito, riconosciuto il diritto all’assegno anche in caso di mantenimento da parte dei nonni

L’assegno per il nucleo familiare spetta anche ai nonni che mantengono i nipoti, se questi vivono stabilmente con loro e sono economicamente a loro carico.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 28627 del 29 ottobre 2025, segnando un importante punto a favore delle famiglie italiane e smentendo l’interpretazione restrittiva finora adottata dall’INPS.


🔹 Il caso: il nipote mantenuto solo dalla nonna

La vicenda nasce dal ricorso dell’INPS contro una decisione della Corte d’Appello di Lecce, che aveva riconosciuto a una pensionata il diritto a percepire l’assegno familiare per il nipote convivente.
Il minore, privo del sostegno dei genitori, viveva stabilmente con la nonna, unica figura in grado di provvedere al suo mantenimento economico e materiale.

L’Istituto aveva contestato la decisione, sostenendo che la normativa non prevedesse il diritto all’assegno per chi non è genitore o tutore legale del minore.
La Cassazione, invece, ha ribaltato la prospettiva, affermando che ciò che conta non è il titolo formale, ma la realtà dei fatti: chi mantiene un minore in modo continuativo e prevalente, anche se non genitore, può avere diritto all’assegno familiare.


🔹 Cosa si intende per “vivenza a carico”

Secondo la Suprema Corte, il requisito della vivenza a carico non si identifica con la semplice convivenza né con una dipendenza economica totale.
Significa, piuttosto, che il minore riceve un sostegno costante, prevalente e continuativo da parte del richiedente.

La prova di questa condizione può essere fornita anche attraverso presunzioni, purché il giudice possa trarre un quadro coerente e univoco della situazione familiare.

Nel caso specifico, la Cassazione ha evidenziato che:

  • il nipote viveva stabilmente con la nonna;
  • la nonna, titolare di pensione, garantiva un mantenimento continuo e regolare;
  • la madre era priva di reddito, affetta da grave patologia e percettrice di assegno di accompagnamento;
  • il padre non contribuiva economicamente, né aveva mai chiesto di percepire l’assegno.

Da questi elementi emergeva in modo evidente che la nonna fosse l’unica figura di riferimento economico e affettivo per il minore.


🔹 Cosa cambia dopo la sentenza

La decisione della Cassazione rappresenta una svolta giuridica e sociale.
Per la prima volta viene riconosciuto che il diritto all’assegno familiare può spettare anche a chi, pur non essendo genitore, si fa carico concretamente della crescita e del sostentamento di un minore.

Questo principio potrebbe ora essere applicato anche ad altri casi simili, aprendo la strada a nuovi riconoscimenti per i nonni e altri parenti che svolgono un ruolo di fatto genitoriale.

Secondo gli esperti di diritto del lavoro e previdenza, la sentenza contribuisce a colmare un vuoto normativo e a riconoscere la realtà delle famiglie italiane, dove spesso i nonni rappresentano il principale punto di riferimento economico e affettivo per i nipoti.


🔹 Le parole della Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato chiaramente che:

“Il requisito della vivenza a carico si realizza quando il richiedente provvede in modo continuativo e prevalente al mantenimento del minore, anche se non vi è un rapporto diretto di filiazione.”

Il principio stabilisce dunque che il diritto all’assegno non può essere negato solo per questioni formali, come la mancanza della potestà genitoriale, se esiste una prova concreta del mantenimento.


🧭 Cosa devono fare i nonni in situazioni simili

I nonni o altri familiari che si trovano in una condizione analoga possono:

  1. Verificare i requisiti di convivenza e mantenimento continuativo del minore;
  2. Presentare domanda all’INPS allegando documenti che attestino la situazione economica e familiare;
  3. In caso di rifiuto, ricorrere al giudice del lavoro o alla Corte tributaria, richiamando la sentenza n. 28627/2025 come precedente giurisprudenziale.

👵 Una vittoria per le famiglie italiane

Questa decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del ruolo dei nonni nella società italiana, sempre più spesso chiamati a sostenere figli e nipoti in difficoltà.
Una sentenza che unisce diritto e giustizia sociale, restituendo valore al principio di solidarietà familiare.

Tempi d’attesa all’ASP di Agrigento, diatriba tra l’azienda sanitaria e l’onorevole Faraone

“Ad Agrigento, nel 2025, accedere a una visita specialistica è diventato uno sport estremo. Altro che abbattimento delle liste d’attesa, qui si abbattono solo le illusioni”. E’ quanto ha scritto sui social Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva che è tornato sull’argomento dopo le nuove critiche rivolte ai vertici aziendali. Faraone aveva mosso altre critiche sull’argomento in passato denunciando sempre alcuni casi di ritardi.

Oggi l’Asp di Agrigento replica con fermezza alle nuove critiche sollevate dall’onorevole Davide Faraone sui tempi d’attesa delle prestazioni specialistiche. Il direttore generale Giuseppe Capodieci sceglie il terreno dei numeri e delle evidenze: “Facciamo parlare i dati oggettivi, rigettando ogni forma di strumentalizzazione politica”.

Per questo l’Azienda ha diffuso una dettagliata relazione della Cabina Unica di Regia, l’unità che monitora le prestazioni ambulatoriali e, in particolare, quelle considerate critiche. Nel documento – aggiornato al 18 novembre 2025 – vengono riportate simulazioni e tempi reali di prenotazione per alcune delle prestazioni contestate, mostrando la loro piena congruità con i parametri.

Ambrogio non esclude la sfiducia: “Difficili nuove alleanze con Termine” (Video)

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Stasera in consiglio comunale la relazione annuale del sindaco e il 27 novembre il direttivo del Pd. Nei prossimi dieci giorni si deciderà il futuro dell’esperienza di Fabio Termine alla guida del Comune di Sciacca. Giuseppe Ambrogio, uno dei tre consiglieri Catanzariani del Pd, ha accettato di esaminare l’attuale situazione: “Che è molto difficile – dice – e attendiamo il direttivo del partito del 27 e in quella sede si stabilirà come andrà a finire”.

“Il gruppo consiliare e gli assessori del Pd ed i consiglieri Campione e Curreri non riusciamo a capire la frase del sindaco quando parla di ricatto. Chi lo ha ricattato? Io mi auguro che il sindaco lo spieghi”.

Ambrogio non esclude l’ipotesi di ricompattamento, ma anche quello che definisce “sfasciamento”. “Quando c’è una mancanza di fiducia tra sindaco, consiglieri e assessori ricompattare è difficile”, dice Ambrogio.

E poi la stoccata finale: “Ad oggi sarebbe difficile andare in futuro con il sindaco Fabio Termine”

Agricoltura, padre Nuara: “E’ il funerale di un territorio”

“L’unica immagine capace di rappresentare lo stato in cui versa oggi l’agricoltura riberese e dell’intero hinterland: e’ quella di un funerale”. Lo afferma il parroco di Ribera, don Antonio Nuara che torna ad alzare i toni e a richiamare l’attenzione sul settore agricolo che, tragicamente, sta morendo.

Secondo il sacerdote, la situazione rasenta l’assurdo, una “tragicommedia pirandelliana” fatta di promesse, incontri e tavoli tecnici che si susseguono da due anni senza produrre risultati concreti.

“Nel frattempo – scrive Nuara – la diga Castello e la traversa Gammauta restano vuote, nonostante le abbondanti piogge degli ultimi mesi. Le acque del Sosio e del Verdura continuano a scorrere indisturbate verso il mare, mentre gli agrumeti soffrono la sete”.

Gli agricoltori non sono rimasti a guardare. Insieme al sindaco di Ribera Matteo Ruvolo e al sacerdote che firma questo appello, hanno incontrato più volte il presidente della Regione Renato Schifani, l’onorevole Carmelo Pace, l’onorevole Margherita La Rocca, l’assessore all’Agricoltura e i rappresentanti dell’Autorità di Bacino e del Consorzio di Bonifica.

A Palermo una delegazione di produttori — accompagnata dallo stesso sindaco e dagli esponenti regionali — è stata ricevuta dall’assessore Sammartino. In quell’occasione gli agricoltori hanno mostrato i filmati girati poche ore prima per documentare lo stato reale dell’acqua negli invasi.

“Nonostante le rassicurazioni istituzionali – tuona padre Nuara – sul territorio non si muove nulla: gli invasi restano vuoti, le condotte continuano a perdere, le motopompe non vengono ripristinate e l’acqua continua a finire in mare. Una situazione che molti ritengono incomprensibile. O peggio: il sospetto diffuso è che qualcuno stia permettendo — o favorendo — la scomparsa dell’Arancia Dop di Ribera, fiore all’occhiello dell’agroalimentare siciliano. Un’ipotesi che, se vera, trascinerebbe con sé l’intera economia locale”.

«Se muore l’agricoltura, muore Ribera»: conclude don Antonio – di fronte a questa paralisi, cresce il malcontento e si fa strada la volontà di una protesta simbolica e clamorosa: un “funerale” dell’agricoltura riberese, per denunciare il disastro ormai imminente.

L’appello è chiaro: serve un intervento immediato, concreto, verificabile.
“Perché se l’agricoltura muore – aggiunge- con essa muore Ribera. E nessuno potrà dire di non essere stato avvisato”.

Tutela dei minori, famiglia e scuola al centro del dibattito a Sciacca(Video)

La tutela dei minori è tornata al centro dell’attenzione a Sciacca grazie al confronto promosso dal Kiwanis, che ha coinvolto il professor Pietro Virgadamo, docente universitario di diritto civile, e l’avvocato Virginia Sammarco, presidente del club. Un dialogo approfondito su temi che toccano da vicino famiglie, scuole e istituzioni, e che oggi richiedono una riflessione urgente e condivisa.

L’iniziativa si è svolta nella palestra dell’istituto comprensivo Rossi. Le nuove sfide della tutela dei minori
Secondo il professor Virgadamo, negli ultimi anni i ragazzi manifestano un bisogno crescente di ascolto e orientamento. Tuttavia, l’ascolto viene spesso compromesso da strumenti di comunicazione che creano connessioni apparenti ma riducono la qualità delle relazioni quotidiane. Per una vera tutela dei minori, è fondamentale recuperare tempo e dialogo, comprendere desideri ed esigenze dei giovani e non rinunciare al ruolo educativo degli adulti.
La guida, infatti, non deve essere confusa con la limitazione della libertà: i ragazzi desiderano scegliere, ma necessitano anche di punti di riferimento chiari, capaci di indicare ciò che è giusto e ciò che non lo è, senza ambiguità.

Famiglia in crisi: il nodo della responsabilità educativa

Il ruolo del padre e le criticità emergenti
Per Virgadamo, molte criticità nascono proprio all’interno delle famiglie. Sempre più spesso manca la figura paterna nel suo ruolo educativo e normativo, un’assenza che rischia di lasciare i giovani privi di confini e di un modello di riferimento stabile. Anche la figura materna, chiamata a garantire sostegno emotivo e continuità affettiva, in alcuni contesti può trovarsi indebolita da situazioni familiari complesse o conflittuali.
L’equilibrio tra regole e affetto diventa quindi centrale nella tutela dei minori, soprattutto in un’epoca in cui le dinamiche domestiche sono sempre più frammentate.

Quando i figli diventano “vittime collaterali”

Il punto di vista legale
L’avvocato Sammarco, da anni impegnata nel diritto di famiglia, evidenzia un’altra criticità: nelle separazioni conflittuali i figli diventano spesso strumenti di ricatto tra i genitori. Una dinamica che produce sofferenza e che rende ancora più urgente un approccio professionale orientato al superiore interesse del minore, principio cardine di ogni intervento legale ed educativo.

Scuola e istituzioni: un fronte decisivo nella tutela

La scuola, insieme alle famiglie e alle realtà associative, rimane il principale presidio di crescita e protezione. Gli istituti comprensivi, che accolgono i bambini fin dalla scuola dell’infanzia, hanno il compito non solo di formare, ma anche di attuare concretamente i diritti sanciti dalle norme. Docenti e dirigenti, infatti, sono quotidianamente in prima linea per riconoscere fragilità, prevenire disagi e collaborare con le istituzioni in percorsi di reale tutela dei minori. Hanno dato un importante contributo al dibattito la dirigente dell’istituto comprensivo Rossi, Paola Triolo, la presidente dell’Ordine degli avvocati di Sciacca, Carmela Bacino, e l’avvocato Domenico Vernagallo, presidente del Movimento Forense Sciacca.

Lav in piazza il 22 e 23 novembre: “Finanziare la ricerca senza animali è un’urgenza per il Paese”

Nel fine settimana del 22 e 23 novembre, Lav scenderà in piazza in numerose città italiane per chiedere un impegno delle istituzioni a favore della ricerca scientifica innovativa senza uso di animali. L’appello dell’associazione è chiaro: “L’Italia si adegui al trend di ricerca internazionale per non restare indietro!”. Tra le piazze coinvolte, Lav sarà presente anche in piazza Angelo Scandaliato, a Sciacca, dalle 10 alle 19.

L’iniziativa rientra nella campagna #LaCuraGiusta, con cui Lav invita cittadini e cittadine a raggiungere i propri tavoli informativi e firmare la petizione per rifinanziare i modelli di ricerca “innovativi, etici e human-based”.

Secondo Lav, “ogni minuto, in Italia, un animale muore tra le mura di un laboratorio. È la vittima silenziosa di una pseudoscienza che si proclama ‘salvavita’ ma che, nel 95% dei casi, fallisce quando arriva all’essere umano, la sua seconda cavia”. 

L’associazione denuncia l’assenza di fondi dedicati ai metodi sostitutivi negli ultimi anni, ricordando che mentre il Fondo del Ministero della Salute è stato finanziato solo per i periodi 2014-2016 e 2020-2022, “ogni anno si continuano a spendere oltre 1,3 miliardi di euro per la sperimentazione animale”.

La mobilitazione del 22 e 23 novembre punta a chiedere a governo, parlamento e regioni di inserire nella legge di bilancio 2026 nuovi finanziamenti per la ricerca senza animali. Lav sollecita in particolare i senatori della Commissione bilancio a presentare e approvare gli emendamenti proposti dall’associazione per rifinanziare il Fondo nazionale e destinare parte dei fondi dei Ministeri della Ricerca e del Made in Italy ai metodi sostitutivi.

Secondo l’associazione, questo permetterebbe a “centinaia di ricercatori di lavorare e sviluppare progetti innovativi, salvando milioni di animali e scoprendo cure efficaci per chi ne ha bisogno”, contribuendo a riportare la ricerca italiana a livelli competitivi.

Ai tavoli sarà possibile informarsi sulla sperimentazione animale, firmare la petizione e sostenere i progetti di ricerca etica dell’associazione.

Lavoro nero, sospese e sanzionate due ditte edili dell’Agrigentino

Nel corso dell’ultima settimana, i controlli condotti dal contingente INL Sicilia – Agrigento nei settori dell’edilizia e del commercio, hanno portato alla sospensione di due attività imprenditoriali e all’emissione di varie prescrizioni e sanzioni.

L’11 novembre, in un cantiere del capoluogo agrigentino dove operavano tre imprese, gli ispettori hanno trovato all’opera sette lavoratori. Una delle ditte impiegava un lavoratore in nero su due presenti, superando così la soglia del 10% prevista dalla normativa.

Per questo motivo è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività e una sanzione pari a 2.500 euro.

Nella stessa impresa sono state inoltre riscontrate altre violazioni in materia di sicurezza: omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori; mancata formazione sulla sicurezza; assenza di parapetti e tavole fermapiede in alcuni punti del solaio.

Per tali irregolarità è stato emesso un provvedimento di prescrizione con ammende per un totale di 3.986,75 euro.

Prescrizioni e sanzioni, per un importo di 711,92 euro, sono state comminate anche a una seconda impresa presente nel cantiere, dove mancavano parapetti e tavole fermapiede nelle aperture dei muri affacciati sullo scavo.

Il 13 novembre scorso, in un esercizio commerciale di Agrigento, gli ispettori hanno trovato un lavoratore irregolare su tre. Anche in questo caso, oltre alla presenza di lavoro nero, sono state accertate violazioni legate alla sicurezza sul lavoro.

L’attività è stata sospesa e il datore di lavoro sanzionato con 2.500 euro.
Accertate inoltre l’omessa sorveglianza sanitaria e la mancata formazione dei dipendenti: per queste violazioni sono state elevate ammende pari a 3.274 euro.

Cede parte di asfalto in via Pietro Gerardi a Sciacca, chiusa al transito

Cede parte di asfalto vicino un sottoservizio della Tim e per ragioni di sicurezza si è resa necessaria la chiusura al transito della via Pietro Gerardi a Sciacca.

Immediato l’intervento della polizia Municipale di Sciacca che ha transennato parte della strada, non nuova a cedimenti e consequenziali chiusure al transito.

La squadra segnaletica del Comune di Sciacca stamane non è in servizio, servirà transennare e delimitare al transito veicolare, ma si potrà fare soltanto nelle prossime ore quando gli addetti saranno in servizio. Nel frattempo, sono gli agenti della Municipale a vigilare sul posto.

E’ stata gia’ inoltrata la segnalazione alla società di telefonia che dovrà ripristinare il manto stradale resosi pericoloso a causa del cedimento.

Bilancio regionale 2026: fondi record e margini di manovra

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Il bilancio regionale 2026 della Regione Siciliana, analizzato nel dossier del servizio bilancio dell’Ars, fotografa un quadro finanziario in netto miglioramento rispetto agli ultimi cinque anni. Il saldo di parte corrente previsto per il 2026 raggiunge infatti quota 584,6 milioni di euro, il valore più alto del quinquennio, segnalando una gestione più solida e una crescente capacità di autofinanziamento degli investimenti.

Cresce la capacità di investimento nel bilancio regionale 2026

Uno degli elementi più significativi del nuovo schema finanziario è l’incremento delle risorse disponibili per la spesa in conto capitale. Questo risultato deriva proprio dal rafforzamento della gestione corrente, che consente alla Regione di programmare con maggiore autonomia gli interventi strategici sul territorio.

Parallelamente, per il 2025 emerge una parte disponibile del risultato di amministrazione pari a 2,794 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 2,150 miliardi del 2024 e all’andamento negativo del 2023. Un dato che conferma un miglioramento strutturale dei conti, anche se questo avanzo non può ancora essere applicato al bilancio regionale 2026 a causa della mancata approvazione definitiva dei rendiconti pregressi.

Quadro economico del triennio: entrate e spese

Il disegno di legge di bilancio per il triennio 2026-2028 presenta 23,3 miliardi di euro tra entrate e spese per il 2026. Si tratta di un aumento rilevante rispetto ai 22,35 miliardi stimati nella precedente legge di bilancio 2025.

Andamento complessivo: previsioni discendenti

Come di consueto, le previsioni decrescono negli anni successivi:

  • 21,9 miliardi nel 2027
  • 20,5 miliardi nel 2028

Questa tendenza è considerata fisiologica dai tecnici dell’Ars, poiché il bilancio è formulato a legislazione vigente e potrà essere modificato soltanto attraverso la legge di stabilità o ulteriori provvedimenti finanziari.

Espansione fisiologica del bilancio e riassegnazioni

Il dossier segnala inoltre come il bilancio regionale tenda ad ampliarsi nel corso dell’anno per effetto delle riassegnazioni di risorse. Il preconsuntivo 2025 arriva infatti a 29,7 miliardi, con un incremento di circa 7,4 miliardi rispetto alle previsioni iniziali. Un fenomeno ricorrente che evidenzia la complessità della gestione finanziaria siciliana e il peso delle rimodulazioni.

Il bilancio regionale 2026 si configura come uno strumento più robusto, con margini di manovra ampliati e una più forte capacità di programmazione degli investimenti. Un segnale positivo per le politiche di sviluppo che interesseranno la Sicilia nei prossimi anni.