Non tutti i bonifici ricevuti devono essere dichiarati come redditi. Tuttavia, in determinati casi, il Fisco può avviare controlli per verificare la natura delle somme accreditate. Se mancano prove concrete che ne attestino l’origine non reddituale, il contribuente rischia sanzioni e accertamenti.
Quando scattano i controlli dell’Agenzia delle Entrate
In base alla normativa vigente (art. 32 D.P.R. 600/1973 e art. 51 D.P.R. 633/1972), ogni versamento registrato su un conto corrente può essere considerato, in assenza di adeguate giustificazioni, un reddito non dichiarato. Si applica una presunzione legale per cui l’onere della prova ricade sul contribuente, il quale deve dimostrare in modo dettagliato che la somma ricevuta non costituisce reddito imponibile.
Cosa serve per dimostrare che un bonifico non è reddito
Una semplice dichiarazione verbale non è sufficiente. È necessario fornire documentazione scritta, con data certa, che colleghi il bonifico a una causa specifica non imponibile: prestito, donazione, rimborso spese, vendita di un bene già tassato, ecc. Le prove devono essere concrete, coerenti e tracciabili.
Donazioni tra familiari: attenzione a forma e sostanza
Se il bonifico rappresenta una donazione tra parenti, occorre distinguere tra piccoli importi, per i quali può bastare una documentazione bancaria e anagrafica, e somme consistenti, che richiedono un atto notarile per avere validità legale. È fondamentale anche dimostrare la capacità economica del donante.
Prestiti tra privati: necessaria la forma scritta
Un bonifico relativo a un prestito deve essere accompagnato da un contratto scritto, datato e documentato. È utile la registrazione all’Agenzia delle Entrate o l’invio via PEC. Anche la prova della disponibilità economica del prestatore è essenziale, specialmente se non vi è legame familiare tra le parti.
Rimborsi spese o restituzioni: la prova è fondamentale
Nel caso di rimborsi per spese anticipate, è importante dimostrare il motivo dell’anticipo, il destinatario finale e l’importo esatto. La causale del bonifico aiuta, ma non basta. Servono ricevute, fatture e documentazione coerente.
Vendita di beni personali
Le somme ricevute a seguito della vendita di beni (auto, opere d’arte, titoli) devono essere documentate con contratti, passaggi di proprietà o ricevute. Senza prove, il bonifico rischia di essere considerato un reddito non dichiarato.
Vincite, redditi esenti o già tassati
Se il bonifico deriva da vincite, interessi già tassati, borse di studio o assegni esenti, è necessario fornire la documentazione ufficiale che attesti la tassazione alla fonte o la natura non imponibile dell’importo.
Il responsabile del Circolo di Fratelli d’Italia Ignazio Gallo oggi esprime perplessità e critiche sulla proposta del sindaco Termine di istituire un tavolo di confronto con tutto il Consiglio comunale per interloquire con la Regione sul futuro del vecchio ospedale di via Figuli.
L’architetto saccense ricorda con una nota che sin dal 2021 ha posto la problematica sull’ipotesi di realizzare un’area a parcheggio nel contesto termale.
Secondo Gallo, la proposta del sindaco evidenzia soltanto il tentativo di non portare avanti il progetto risalente al 2015 dell’allora amministrazione Di Paola. Un progetto , tuttora chiuso nei cassetti del comune, che prevedeva un parcheggio in via Figuli, all’interno della corte del convento di San Francesco.
Fratelli d’Italia è contraria dunque, all’ipotesi di un parcheggio nell’area tuttora occupata dall’ex ospedale di via Figuli così come invece il sindaco Fabio Termine ha riferito di avere appreso al tavolo tecnico sulle Terme.
A proposito di viabilità e parcheggi, oggi interviene sull’argomento anche il consigliere comunale della DC, Giuseppe Catanzaro che invoca un dibattito più pacato e meno ideologico sulla Ztl.
“Serve un approccio concreto – scrive in una nota il componente della Dc – che giustifichi il provvedimento, sin dal prossimo bilancio comunale. Servizi, chiaramente legati al trasporto pubblico, ma non solo. Nel prossimo bilancio servono proposte ed emendamenti concreti a supporto di quello che oggi è un sacrificio chiesto al commercio, per supportare una scommessa legata al domani.
Oltre al bilancio comunale, serve capire se rientra nella volontà di questa amministrazione investire davvero sul centro storico oppure no. Servono grosse infrastrutture che rendano fruibile il centro: serve collegare la parte bassa con quella alta e, come tutte le città in pendenza, questo lo si fa con infrastrutture moderne e costose. Questa amministrazione vuole davvero scommettere sul centro storico? Servono finanziamenti, progetti e perché no, mutui”.
Opinione completamente favorevole quella di Ezio Bono, presidente dell’associazione “Sciacca Turismo
“Il sistema – osserva Bono – comincia a funzionare e crescerà ancora, portando benefici concreti. ciacca Turismo si dice certa che l’attuale organizzazione della ZTL contribuirà in modo significativo alla crescita sociale ed economica della città, come si evince dalle recensioni positive espresse dai clienti degli alberghi che fanno parte dell’associazione”
Cresce la preoccupazione tra i cittadini della provincia di Agrigento per i lunghi tempi delle liste d’attesa sanità. Nonostante le rassicurazioni ufficiali, i dati parlano chiaro: per una visita chirurgica generale occorrono 55 giorni, mentre per una colonscopia il tempo d’attesa arriva fino a 200 giorni. E’ quanto riferisce il deputato regionale e vice presidente della commissione Sanità dell’Ars, Carmelo Pace. Tutto ciò, a fronte di una prescrizione medica urgente con indicazione di effettuare entrambe le prestazioni entro 72 ore.
Questa situazione rappresenta solo l’ultimo esempio di una serie di segnalazioni sempre più frequenti, che denunciano gravi disservizi nel sistema sanitario locale.
Emergenza liste d’attesa: tra annunci e realtà
Le promesse fatte nelle scorse settimane riguardo un presunto azzeramento delle liste d’attesa sanità si sono scontrate con una realtà ben diversa. L’impressione, diffusa tra i cittadini, è che tali annunci siano il risultato di tecnicismi contabili, più che di interventi reali e concreti.
Di fronte a una sanità che appare sempre più lontana dai bisogni delle persone, cresce la percezione di un diritto alla salute sempre meno tutelato.
La voce dei cittadini e l’appello alla responsabilità
Le continue lamentele raccolte dalle segreterie di associazioni e rappresentanti locali, raccontano una sanità agrigentina in forte affanno. I cittadini chiedono chiarezza, trasparenza e soprattutto azioni immediate per risolvere le liste d’attesa sanità, che rischiano di diventare una vera e propria emergenza sociale.
Pace: “Servono soluzioni in un’ottica di sistema”
Occorre intervenire in modo strutturale. Le criticità legate alle liste d’attesa sanità non possono essere affrontate con risposte frammentarie. È necessario, secondo Carmelo Pace, un approccio sistemico che valorizzi il lavoro di medici e operatori sanitari e punti a migliorare l’efficienza complessiva dell’intero apparato sanitario locale.
Il ringraziamento al personale sanitario non basta
Un ringraziamento sentito va certamente al personale medico e socio-sanitario, che ogni giorno affronta situazioni difficili con grande professionalità. Tuttavia, la buona volontà non può sostituire le carenze strutturali. Serve una strategia concreta per offrire ai cittadini cure in tempi certi e adeguati.
In sintesi, la sanità in provincia di Agrigento ha bisogno di interventi reali e duraturi. Le liste d’attesa sanità non devono più essere un ostacolo al diritto fondamentale alla salute. Solo con una visione d’insieme e azioni mirate si potrà ripristinare la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario pubblico.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15027/2025) chiarisce un principio fondamentale nel diritto del lavoro: un dipendente che si rende responsabile di una condotta violenta può subire sia una sanzione disciplinare che la perdita del punteggio utile per l’avanzamento di carriera, anche se il comportamento si è verificato fuori dall’orario e dal luogo di lavoro.
Il caso: violenza extra-lavorativa e revoca della promozione
Un lavoratore, impiegato in un istituto bancario e prossimo a una promozione, è stato coinvolto in un episodio di violenza fisica e verbale nei confronti di un collega, avvenuto fuori dal contesto lavorativo. L’azienda, venuta a conoscenza dei fatti, ha adottato due misure: la sospensione disciplinare del dipendente e la revoca dei punti maturati per il passaggio di livello.
Il dipendente ha impugnato entrambe le decisioni, sostenendo di essere stato sanzionato due volte per lo stesso comportamento. Tuttavia, dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, la Cassazione ha confermato la legittimità della doppia sanzione.
Il principio del “ne bis in idem” e l’autonomia del datore di lavoro
Secondo la Suprema Corte, il principio del “ne bis in idem” — che vieta di essere giudicati due volte per lo stesso fatto — si applica esclusivamente all’ambito giurisdizionale. Nel caso in esame, invece, l’azienda ha agito sul piano contrattuale e organizzativo interno, esercitando due prerogative distinte:
Sanzione disciplinare per la violazione del codice aziendale, che vieta espressamente comportamenti lesivi della dignità e dell’integrità delle persone;
Valutazione meritocratica negativa, con conseguente perdita dell’opportunità di avanzamento, giustificata dal venir meno dei requisiti comportamentali richiesti per ruoli di responsabilità.
Le motivazioni della Cassazione
La sentenza sottolinea che, sebbene la condotta sia una sola, essa può determinare effetti diversi all’interno dell’organizzazione aziendale. La gravità del comportamento — peraltro incompatibile con il profilo di un futuro manager — giustifica l’interruzione del percorso premiale e disciplinare.
La decisione conferma che la tutela del benessere sul luogo di lavoro passa anche dal rispetto delle regole di condotta, che devono essere garantite non solo nei rapporti diretti, ma anche nella vita privata se questa incide sull’ambiente lavorativo.
Un messaggio chiaro per il mondo del lavoro
La sentenza n. 15027/2025 ribadisce che il datore di lavoro può legittimamente adottare misure differenziate per proteggere l’ambiente professionale, premiando comportamenti virtuosi e sanzionando quelli incompatibili con i valori aziendali. In un contesto sempre più attento alla qualità delle relazioni interpersonali sul lavoro, questo pronunciamento rappresenta un tassello importante verso ambienti professionali basati su rispetto, equità e responsabilità.
Il Comune di Santa Margherita di Belìce ha svelato il Calendario delle Manifestazioni Estive 2025, dando ufficialmente il via a una Estate a Santa Margherita che si preannuncia intensa, ricca e variegata. Dal 6 luglio al 28 agosto, la cittadina dell’Agrigentino ospiterà oltre 20 eventi tra musica, teatro, gastronomia, cultura e intrattenimento, tutti a ingresso gratuito.
Una stagione pensata per valorizzare il patrimonio culturale e identitario del territorio, resa possibile grazie al finanziamento completo della Regione Siciliana, senza alcun costo per il Comune, attualmente in dissesto finanziario.
Un’estate gratuita, inclusiva e di qualità
“Abbiamo scelto di investire in cultura, comunità e bellezza”, ha dichiarato l’assessore al Turismo Deborah Ciaccio, sottolineando il valore sociale ed economico della programmazione.
Con un’attenta pianificazione e una visione a lungo termine, l’Estate a Santa Margherita punta a essere non solo occasione di svago, ma anche simbolo di resilienza amministrativa e identità locale.
Eventi da non perdere nell’Estate a Santa Margherita
Teatro, musica e cultura sotto le stelle
Tra i principali appuntamenti in programma:
Festival del Gattopardo (1–3 agosto), con la XX edizione del Premio Letterario Internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Spettacoli teatrali come La famigghia difittusa, Novecento e A tavola non si invecchia
Format originali come MasterChef Margheritese e Salva la tua lingua locale
Musica per tutti i gusti
La musica avrà un ruolo da protagonista nell’Estate a Santa Margherita, con eventi che spaziano dal jazz al DJ contest, fino al suggestivo appuntamento “Batteristi sotto le stelle” del 7 agosto, con Angelo Spataro dei Tinturia.
Un palcoscenico a cielo aperto
Piazze, cortili e luoghi simbolo della città si trasformeranno in scenari culturali dinamici e partecipativi. Saranno inoltre proposti eventi gastronomici e artistici pensati per attrarre sia residenti che visitatori.
Il calendario completo
Il programma dettagliato dell’Estate a Santa Margherita è consultabile anche sui canali istituzionali del Comune di Santa Margherita di Belìce. Tutti gli eventi sono ad accesso libero, rendendo l’esperienza estiva ancora più inclusiva.
Seduta del consiglio comunale segnata dall’assenza per svariati motivi dei dirigenti che non ha permesso di trattare le proposte di delibera che erano state programmate: Pudms, piano Asi e piano Aro. In compenso, tante fasi di discussioni con le comunicazioni presentate di volta in volta sulle continue emergenze che ormai caratterizzano le sedute. Una procedura quella delle richieste di comunicazione previste dal regolamento del consiglio comunale che andrebbe rivista perché di fatto, diluisce i lavori del consiglio estendendo il dibattito ma restringendo le fasi operative.
Ieri sera, la seduta si è aperta con le comunicazioni del sindaco sulla vertenza Terme durante le quali il primo cittadino ha riferito delle argomentazioni oggetto dell’ultima riunione del tavolo tecnico a Palermo. E’ spuntata fuori la vicenda del parcheggio da destinare a servizio dell’area termale con la partecipazione al tavolo dell’Asp, proprietaria dell’ex ospedale di via Figuli che vorrebbe essere adibito a parco auto.
Qualche consigliere comunale ha fatto notare che nella zona termale vi sono altre aree che potrebbero essere a ciò destinate ( lvedi Calogero Bono e Ignazio Bivona) proponendo un utilizzo diverso per l’ex ospedale, più in ottica di sviluppo e ampliamento dell’offerta turistica.
Spazio successivamente ad altre comunicazioni quelle di Maurizio Blo’ e di Raimondo Brucculeri che hanno chiesto sulla vicenda Aica e situazione idrica. “Purtroppo – commentano oggi i due – il sindaco Fabio Termine ha deciso di non rispondere. Ha eluso ogni interrogativo, come se i problemi della città non lo riguardassero, passando la parola all’assessore Alessandro Curreri, che – lo diciamo con rispetto ma con onestà – ha tentato goffamente di prendere tempo, senza entrare nel merito delle domande che erano rivolte direttamente al primo cittadino. Tra le risposte, un imbarazzato elenco di interventi qua e là su alcune vie cittadine e, quasi con stupore, un riferimento alla vasca di accumulo alla Perriera, costata 500.000 euro. Nessun piano, nessuna visione, nessuna risposta concreta”.
Mentre sul piano di alienazioni del piano Asi, si e’ deciso di trattare vista la presenza dell’ingegnere Mirasola, collaboratore dell’ingegnere Gioia, assente ieri invece per motivi personali, il punto sul prezziario dei lotti artigianali. Anche qui diverse le proposte dell’opposizione come quella di Filippo Bellanca di un incentivo della vendita dei lotti “ad un euro” sul modello Sambuca. Mentre Calogero Bono ha suggerito, intanto una modifica di estensione dei lotti e di puntare ad un contratto- programma con le associazioni di categoria per incentivarne l’alienazione.
La seduta si e’ conclusa con un confronto sul piano Aro. In particolare, al centro del dibattito il “quinto mastello” che sarebbe introdotto con il nuovo piano che non convince diverse esponenti di opposizione come Calogero Bono e l’ex assessore Gaetano Cognata che hanno suggerito invece, l’opzione di un ritiro del vetro in discarica con benefit per i cittadini. Ma sul piano Aro c’è ancora tutto da scoprire in aula quando il punto arriverà con proposta di delibera per la sua disamina al consiglio.
Sono scattati gli arresti domiciliari nei confronti di un noto imprenditore indagato per aver sottoposto i propri dipendenti a condizioni di sfruttamento.
Si tratta del titolare di 11 punti vendita attivi nel commercio di vari prodotti, dal vestiario ad articoli di elettronica, dislocati tra Carini, Partinico, Alcamo e Castellammare del Golfo.
Nei suoi confronti è stato anche disposto il sequestro – in via diretta e/o per equivalente – di circa 100 mila euro pari al profitto del reato.
Le indagini dei finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno portato ad individuare 2 società – oltre a quella da lui formalmente amministrata e a scoprire una rete di abusi a danno dei lavoratoti.
In particolare, l’imprenditore avrebbe corrisposto retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali e comunque sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato, costringendo i lavoratori a espletare attività lavorativa “full time”, sebbene assunti formalmente con contratti “part-time” e retribuiti come tali.
Inoltre, e’ stata accettata la violazione della normativa in materia di ferie e riposi che spesso non sono stati concessi. Il quadro complessivo così ottenuto è stato poi suffragato da meticolosi accertamenti patrimoniali che hanno certificato lo stato di bisogno di taluni dei dipendenti, costretti ad accettare tali vessazioni perché impossibilitati a fare altrimenti in quanto privi dei mezzi di sostentamento necessari alla sopravvivenza propria e/o del proprio nucleo familiare. Le Fiamme Gialle avrebbero inoltre accertato il ricorso a metodi di sorveglianza degradanti messi in atto dallo stesso imprenditore ora agli arresti domiciliari.
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 13761/2025) chiarisce che l’Agenzia delle Entrate può estendere i controlli fiscali anche ai conti correnti intestati a familiari, conviventi o soggetti strettamente collegati al contribuente. Una decisione che rafforza gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per contrastare l’evasione.
Le basi normative: accertamenti e inversione dell’onere della prova
Secondo l’art. 32 del D.P.R. 600/1973, l’Amministrazione finanziaria ha il diritto di esaminare le movimentazioni bancarie dei contribuenti. In presenza di accrediti o addebiti non giustificati, è il contribuente a dover dimostrare che tali operazioni non costituiscano redditi non dichiarati. La legge stabilisce dunque una presunzione di imponibilità che può essere superata solo attraverso una prova dettagliata e documentata da parte dell’interessato.
A supporto di queste attività di accertamento vi è l’Anagrafe dei rapporti finanziari, una banca dati che raccoglie informazioni su conti correnti, carte prepagate, investimenti e altri strumenti finanziari, permettendo all’Agenzia delle Entrate di incrociare i dati con le dichiarazioni fiscali presentate dai contribuenti.
Quando si possono controllare i conti dei familiari
La Cassazione ha chiarito che i controlli sui conti di congiunti o conviventi non sono automatici, ma possibili solo in presenza di indizi concreti che facciano presumere un’intestazione fittizia. Si tratta, in particolare, di casi in cui si sospetta che il contribuente utilizzi conti di terzi per occultare redditi o eludere il fisco.
Tra gli elementi sintomatici indicati dalla Suprema Corte rientrano:
la sproporzione tra redditi dichiarati e capacità economica dei familiari;
l’esistenza di un’attività economica che possa generare redditi non compatibili con quanto dichiarato;
la stretta relazione familiare o convivenziale tra i soggetti interessati;
la presenza di omissioni o irregolarità nella dichiarazione dei redditi del contribuente principale.
Questi indizi, se valutati nel loro complesso, possono giustificare un’estensione dell’accertamento anche ai conti intestati ad altri soggetti legati al contribuente.
L’onere della prova resta al contribuente
In presenza di movimenti sospetti, il contribuente dovrà dimostrare, con documentazione adeguata, che le somme in entrata o in uscita non costituiscono redditi imponibili. L’ordinanza conferma quindi che le verifiche fiscali possono includere anche soggetti terzi, se vi è il sospetto fondato di un collegamento economico reale, anche se non formalmente riconducibile al contribuente principale.
Avete notato un rigonfiamento al collo o vi è stato menzionato un “nodulo tiroideo” e cercate informazioni chiare e strutturate? Se avete già letto introduzioni generali sull’argomento (come l’utile articolo “Hai sentito un rigonfiamento al collo? Potrebbe essere un nodulo tiroideo (e non sempre è grave)”), questo nuovo articolo si propone di approfondire in modo sistematico cosa sono i noduli tiroidei, come vengono diagnosticati e, soprattutto, quali sono i segnali che meritano un’attenzione specialistica.
La scoperta di un nodulo alla tiroide può generare apprensione, ma è fondamentale sapere che la maggior parte di questi è benigna. Questo articolo vi accompagnerà nella comprensione del fenomeno, focalizzandosi sugli aspetti cruciali per la vostra tranquillità e salute.
Cos’è un Nodulo Tiroideo: definizione e caratteristiche essenziali
Come già saprete, la tiroide è una ghiandola endocrina cruciale per il nostro metabolismo. Un nodulo tiroideo è una crescita anomala di tessuto all’interno di questa ghiandola. Questi noduli possono variare notevolmente:
Struttura: Possono essere solidi, cistici (contenenti liquido – quasi sempre benigni, come sottolineato anche in altre sedi informative) o misti. I noduli solidi o misti sono benigni nel 90-95% dei casi.
Dimensioni: Da pochi millimetri a svariati centimetri.
Numero: Singoli o multipli (gozzo multinodulare).
Funzionalità: La maggior parte dei noduli non altera la produzione ormonale. Alcuni, tuttavia, possono essere “iperfunzionanti” (causando ipertiroidismo) o, più raramente, associarsi a ipotiroidismo in un contesto di tiroidite.
La loro prevalenza è alta, specialmente nel sesso femminile e con l’aumentare dell’età, e spesso vengono scoperti casualmente.
Cause e fattori di rischio: perché si formano i noduli tiroidei?
Le cause precise non sono sempre univoche, ma diversi fattori possono contribuire alla loro insorgenza, come già accennato in guide introduttive. Tra i più rilevanti, riassumiamo:
Carenza di Iodio: Storicamente importante, oggi meno prevalente nei paesi con profilassi iodica.
Tiroiditi Autoimmuni: In particolare la Tiroidite di Hashimoto.
Predisposizione Genetica/Familiarità: Una storia familiare di noduli o patologie tiroidee.
Esposizione a Radiazioni: Soprattutto a livello del collo in giovane età.
Età e Sesso: Più frequenti nelle donne e negli anziani.
Uno stile di vita sano e un adeguato apporto di iodio sono utili coadiuvanti per la salute tiroidea.
Sintomi associati ai Noduli Tiroidei: quando riconoscerli
Molti noduli, come spesso ribadito, sono asintomatici. Tuttavia, alcuni segnali possono suggerirne la presenza o la necessità di un controllo:
Gonfiore o “bozzo” visibile/palpabile alla base del collo.
Senso di costrizione o fastidio alla gola.
Difficoltà a deglutire (disfagia) o, più raramente, a respirare (dispnea), specialmente in presenza dinoduli voluminosi.
Cambiamenti della voce o raucedine persistente (possibile compressione nervosa).
Dolore cervicale, irradiato alla mandibola o all’orecchio (meno comune).
Sintomi legati ad alterata funzionalità tiroidea (se il nodulo è iperfunzionante o associato a tiroidite).
Se riscontrate uno o più di questi sintomi, è sempre consigliabile una valutazione medica specialistica.
Diagnosi accurata dei Noduli Tiroidei: gli strumenti a disposizione
Un corretto inquadramento diagnostico è cruciale. Come descritto anche in altre risorse informative, il percorso solitamente include:
Anamnesi ed Esame Obiettivo: Il medico raccoglie la storia clinica ed effettua una palpazione del collo.
Esami Ematici: Valutazione della funzionalità tiroidea (TSH, FT3, FT4) e, in casi selezionati, della Calcitonina (marker tumorale specifico per il carcinoma midollare della tiroide).
Ecografia Tiroidea: È l’esame cardine. Permette di visualizzare numero, dimensioni, e soprattutto le caratteristiche strutturali dei noduli (margini, ecogenicità, presenza di microcalcificazioni, vascolarizzazione). Queste caratteristiche aiutano a stratificare il rischio di malignità del nodulo.
Agoaspirato Tiroideo (Fine Needle Aspiration Cytology – FNAC): Come correttamente evidenziato anche nell’articolo “Hai sentito un bozzo…”, l’agoaspirato è una procedura minimamente invasiva (simile a un prelievo) eseguita sotto guida ecografica. Consiste nel prelevare cellule dal nodulo per l’analisi citologica. È l’esame più affidabile per distinguere un nodulo benigno da uno maligno o sospetto.
Scintigrafia Tiroidea: Indicata in casi specifici, soprattutto in presenza di TSH soppresso, per valutare la funzionalità del nodulo (“caldo”, “freddo” o “indifferente”). I noduli “caldi” sono raramente maligni.
Noduli Tiroidei: quando preoccuparsi davvero e i segnali d’allarme
Questa è la domanda centrale per molti. Fermo restando che, come ampiamente riportato, la maggioranza (circa il 90-95%) dei noduli è benigna, è fondamentale identificare quei segnali che suggeriscono la necessità di un approfondimento urgente:
Crescita rapida: Un nodulo che aumenta visibilmente di dimensioni in poche settimane o mesi.
Consistenza dura e aderenza: Un nodulo duro, poco mobile, che sembra “attaccato” ai tessuti circostanti.
Linfoadenopatie Laterocervicali Sospette: Linfonodi ingrossati, duri e fissi ai lati del collo.
Sintomi da compressione nervosa: Raucedine persistente, paralisi di una corda vocale.
Difficoltà significative a deglutire o respirare.
Familiarità per Carcinoma Midollare della Tiroide o Sindromi Genetiche Predisponenti (es. MEN2).
Storia di esposizione a radiazioni sul collo.
Caratteristiche ecografiche altamente sospette: (es. marcata ipoecogenicità, microcalcificazioni, margini irregolari o spiculati, forma “taller-than-wide”, ipervascolarizzazione caotica).
La presenza di uno o più di questi fattori non equivale a una diagnosi di malignità, ma impone un consulto endocrinologico tempestivo ed, eventualmente l’esecuzione di un agoaspirato.
Differenze cruciali: noduli benigni vs. maligni
La distinzione è l’obiettivo primario della diagnosi:
Generalmente richiedono solo monitoraggio ecografico periodico.
Noduli Maligni (Carcinoma Tiroideo):
Minoranza dei casi (5-10%).
Possono presentare i segnali d’allarme sopra citati.
All’ecografia, possono mostrare caratteristiche sospette.
La diagnosi di certezza si basa sulla citologia (FNAC) e sulla successiva istologia post-operatoria.
Richiedono un trattamento specifico, più comunemente chirurgico. Fortunatamente, molte forme di cancro alla tiroide, se diagnosticate precocemente, hanno una prognosi eccellente.
Opzioni di trattamento e monitoraggio dei Noduli Tiroidei
Il percorso terapeutico è personalizzato:
Noduli benigni asintomatici: Solitamente si procede con l’osservazione attiva tramite ecografie periodiche (la frequenza varia da 6 mesi a 2 anni a seconda del caso).
Noduli benigni sintomatici o voluminosi: Se causano disturbi compressivi o estetici, si possono considerare:
Termoablazione (Laser, Radiofrequenza): Tecniche mini-invasive per ridurre il volume del nodulo.
Chirurgia (Tiroidectomia parziale o totale): In casi selezionati.
Noduli sospetti o maligni: Il trattamento principale è la chirurgia (tiroidectomia). A seconda del tipo istologico e dello stadio, possono seguire successivamente:
Terapia Radiometabolica con Iodio-131.
Terapia Ormonale soppressiva/sostitutiva con Levotiroxina.
Noduli Iperfunzionanti (“Tossici”): Trattamento con farmaci tireostatici, terapia radiometabolica, termoablazione laser o chirurgia.
Il dialogo costante con il proprio endocrinologo è fondamentale per definire la strategia migliore e per affrontare i controlli con serenità.
Informazione, consapevolezza e la consulenza specialistica
Affrontare la diagnosi di un nodulo tiroideo richiede informazione corretta e un approccio proattivo. La buona notizia è che nella maggior parte dei casi si tratta di formazioni benigne, gestibili con monitoraggio e controlli periodici. Riconoscere i segnali da non trascurare, affidarsi a uno specialista in endocrinologia e seguire un piano di monitoraggio personalizzato sono i tre pilastri fondamentali per tutelare la propria salute tiroidea.
La diagnosi precoce, come sempre in medicina, è un alleato prezioso.
Questo articolo ha scopo informativo e non sostituisce il parere del medico. Per dubbi o necessità diagnostico-terapeutiche, rivolgetevi sempre al vostro medico curante o a un endocrinologo specializzato.
Per un parere esperto e personalizzato, potete considerare un consulto con il Dott. Marco Graziano, specialista in Endocrinologia, che collabora con Risoluto per offrire contenuti informativi chiari e attendibili.
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Due gambiani assolti e un altro condannato per droga a Ribera che si conferma importante area di spaccio di stupefacenti. Il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca Dario Hamel ha condannato a un anno di reclusione e 3 mila euro di multa Hatab Djammih, di 25 anni, accusato di avere trasportato o comunque illecitamente detenuto a Ribera 91 grammi di hashish da cui sono ricavabili 521 dosi medie singole.
La vicenda che ha portato al processo conclusosi con la condanna dell’imputato è relativa al 29 dicembre 2020.
Per un fatto più recente, del settembre 2023, invece, in un altro processo, due gambiani, Lamin Balajo, di 41 anni, e Musa Samateh, di 31, sono stati assolti. Il primo era difeso dall’avvocato Giovanni Forte e il secondo dall’avvocato Lucio Asaro. Erano accusati di avere trasportato e detenuto a Ribera quasi 10 grammi di cocaina, nascosta sotto il sedile di un’auto.
Il giudice, accogliendo la richiesta avanzata dalle difese, li ha assolti per non aver commesso il fatto.