Morte di Larimar a Enna, la sorella: “Nessuna comunicazione ufficiale sulla chiusura delle indagini”

Al dolore per la perdita della giovane Larimar Annaloro, la quindicenne trovata morta il 5 novembre 2024 nel giardino della sua abitazione a Piazza Armerina, si aggiunge l’indignazione della famiglia. A denunciarlo è la sorella maggiore, Dioslary Annaloro, che lamenta la mancanza di informazioni ufficiali sull’andamento dell’inchiesta.

Secondo la ricostruzione iniziale, la ragazza – rientrata a casa dopo un alterco con una compagna di scuola e approfittando dell’assenza dei genitori – si sarebbe tolta la vita impiccandosi a un albero. Una perizia disposta dalla Procura per i minorenni di Caltanissetta ha concluso che la morte è riconducibile a suicidio, una tesi alla quale però i familiari non credono, ritenendo invece plausibile l’ipotesi di omicidio.

«Se l’autopsia porta al suicidio – afferma Dioslary Annaloro – qualcuno deve spiegarci perché nella relazione tecnica di genetica, firmata dal biologo della polizia, si legge che sulla corda sono presenti tracce di due Dna maschili, non riconducibili a nessuno dei nostri familiari». La sorella di Larimar chiede inoltre chiarimenti sulla denuncia per omicidio presentata alla Procura di Enna: «È passato un anno. La nostra famiglia ha il diritto di sapere come stanno le cose».

Sulla vicenda è intervenuto anche il procuratore per i minorenni di Caltanissetta, Rocco Cosentino, che al Giornale di Sicilia ha spiegato: «Le indagini sono già state prorogate di sei mesi e dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno, salvo ulteriori proroghe. Stiamo ancora svolgendo attività scientifiche e nessuna ipotesi è esclusa». Il magistrato ha ricordato come, al momento dei fatti, «i dati oggettivi facessero propendere per il suicidio», ma ha ribadito che ogni elemento verrà valutato fino al termine delle verifiche.

La famiglia attende risposte, mentre l’inchiesta prosegue per far luce su una vicenda che, a un anno di distanza, continua a sollevare dubbi e interrogativi.

La Sicilia domina l’extralberghiero nel Mediterraneo, ma le aree interne restano ai margini

La Sicilia si conferma regina dell’extralberghiero nel Mediterraneo. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio sul turismo dell’economia delle isole, presentato alla IX edizione della Borsa del Turismo Extralberghiero di Confesercenti in corso a Palermo.

Il documento certifica un settore in piena crescita. Nel 2024 l’isola conta 46.925 strutture ricettive extralberghiere, pari al 97% dell’offerta complessiva, per un totale di 298.222 posti letto, che rappresentano il 70% della capacità totale. L’incremento rispetto al 2023 è del 28,7%, un dato che, secondo il presidente dell’Otie, Giovanni Ruggieri, “conferma la vitalità di un comparto sempre più centrale nell’offerta turistica regionale”.

Nonostante il primato, il report mette in luce che la permanenza media dei visitatori è ferma a 3 giorni, la più bassa tra le principali isole del Mediterraneo. La Corsica raggiunge quasi 9 giorni, Maiorca 6 e Creta 5. “Questo gap limita la capacità di generare valore economico e richiede politiche mirate per incentivare soggiorni più lunghi”, ha sottolineato Ruggieri.

La Sicilia guida per numero di strutture, ma mostra debolezze nella distribuzione dei flussi. Solo il 16% degli operatori propone pacchetti nelle aree interne, una quota che indica, secondo il report, un potenziale ancora poco sfruttato per la valorizzazione dei borghi.

Determinante, secondo l’analisi, il ruolo dei network di prodotto e delle destination management companies (Dmc), strumenti considerati essenziali per superare la frammentazione dell’offerta e costruire pacchetti integrati. Attualmente, nell’isola prevalgono esperienze brevi da 1 a 3 giorni, mentre nelle altre destinazioni mediterranee i soggiorni tra 4 e 7 giorni sono la norma. La Corsica, ad esempio, propone itinerari tailor-made oltre la settimana, spesso con prezzi superiori ai 1.200 euro.

Per Ruggieri, “sono necessari più operatori turistici e un network di prodotto tra le strutture per aumentare il turismo itinerante nelle aree interne e la redditività degli host”.

ISEE 2026, penalizzati gli affittuari: aumenta la soglia di esenzione solo per la prima casa

Dal 2026 cambia il calcolo dell’indicatore economico, ma chi vive in affitto resta escluso dai vantaggi. Cresce la franchigia per la prima casa, nessuna modifica per i canoni di locazione

La Manovra di Bilancio 2026 introduce importanti novità nel calcolo dell’ISEE, ma lo fa con un’impostazione che rischia di penalizzare chi vive in affitto.
Dal 1° gennaio 2026, infatti, la franchigia per la prima casa di proprietà aumenterà da 52.500 a 91.500 euro, con un ulteriore incremento di 2.500 euro per ogni figlio oltre il primo nel nucleo familiare.

Un cambiamento significativo che alleggerisce il peso dell’abitazione di proprietà nel calcolo dell’indicatore economico, utilizzato per l’accesso a misure come Assegno di inclusione, Supporto formazione lavoro, Assegno unico, Bonus asilo nido e Bonus nuovi nati.

Tuttavia, chi paga un affitto non riceverà lo stesso beneficio: la deduzione massima dal reddito per il canone di locazione resta ferma a 7.000 euro, con un incremento di soli 500 euro per ogni figlio dopo il secondo.


Le critiche: “Una disparità che colpisce le famiglie più fragili”

Durante le audizioni parlamentari del 6 novembre 2025, tre istituzioni – Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), Banca d’Italia e Corte dei Conti – hanno espresso forti perplessità sul nuovo meccanismo.

L’UPB ha definito la misura “un trattamento di favore per i proprietari”, ricordando che l’ISEE dovrebbe misurare il costo dell’abitare “indipendentemente dalla forma di godimento dell’immobile”.
La Banca d’Italia ha sottolineato che la riforma altera l’equilibrio tra chi possiede e chi affitta, riducendo artificialmente il peso economico dei proprietari rispetto agli inquilini.
Anche la Corte dei Conti ha avvertito che modifiche di questo tipo rischiano di snaturare la funzione originaria dell’ISEE, compromettendo la parità di trattamento tra i cittadini.


Chi vive in affitto è più esposto alla povertà

I dati ISTAT confermano il divario economico tra proprietari e affittuari.
Nel 2024:

  • il 18% delle famiglie italiane viveva in affitto,
  • il 73,5% in abitazioni di proprietà,
  • l’8,5% in immobili in uso gratuito.

Ma il dato più allarmante riguarda la povertà assoluta:

  • tra le famiglie in affitto l’incidenza è del 22,1%,
  • tra i proprietari scende al 4,7%.

Chi vive in locazione paga in media 373 euro al mese, un peso insostenibile per i nuclei con redditi bassi.
Per questo, secondo gli esperti, la mancata rivalutazione delle deduzioni per gli affitti rende la riforma sbilanciata e socialmente iniqua.


Affitti in crescita, rendite immobiliari stabili

Un altro elemento che accentua la disparità è la diversa evoluzione dei valori catastali e dei canoni di affitto.
L’UPB ha rilevato che:

  • tra il 2014 e il 2020 le rendite catastali sono aumentate del 3,8%,
  • mentre gli affitti sono cresciuti del 9%, arrivando al +24,2% nel 2024.

Ciò significa che il costo dell’abitare per gli inquilini cresce molto più rapidamente rispetto al valore degli immobili dei proprietari, aggravando ulteriormente lo squilibrio introdotto dalla nuova riforma ISEE.


Un risparmio per lo Stato, ma non per le famiglie

Secondo le stime ufficiali, la revisione dei criteri ISEE costerà circa 500 milioni di euro all’anno alle casse pubbliche. Tuttavia, i benefici effettivi si concentreranno quasi esclusivamente sui proprietari di abitazioni, mentre le famiglie in affitto – spesso le più vulnerabili – resteranno escluse dai vantaggi.

Gli esperti avvertono che, senza un correttivo per chi paga un canone di locazione, la riforma aumenterà le disuguaglianze sociali, allontanandosi dallo spirito originario dell’ISEE: misurare in modo equo la reale condizione economica dei cittadini italiani.

Giornata mondiale del diabete, a Sciacca screening gratuiti e un richiamo alla prevenzione (Video)

Sensibilizzare, informare e prevenire. Sono gli obiettivi dell’iniziativa promossa oggi dall’associazione Diabetici di Sciacca al centro commerciale “Il Corallo”, dove il diabetologo Michele Russo e il suo team hanno effettuato uno screening gratuito della glicemia e di altri fattori di rischio cardiovascolare, come peso corporeo e pressione arteriosa, in occasione della Giornata mondiale del diabete.

“Un milione di italiani non sanno di avere il diabete e questo li espone alle complicanze a carico di occhio, cuore, rene e cervello”, ha affermato il dottore Russo, sottolineando come sia “necessario e fondamentale una sensibilizzazione di tutta la popolazione e tutti i medici devono essere attenti alle persone che hanno una familiarità per il diabete o che sono in sovrappeso, obesi e più di 40 anni andranno a cercare con gli esami idoni il diabete”.

Il primo passo, ricorda il diabetologo, è la correzione dello stile di vita: “Nel 1985 quando io mi sono cominciato a occupare di diabete la percentuale di diabetici era 3,5. Oggi siamo al 6% della popolazione generale. Il diabete tipo 2 è aumentato perché è aumentata l’obesità. Il 40% della popolazione in Italia è in sovrappeso obeso e il 10% è francamente obeso e questo porta al diabete tipo 2. Quindi se noi facciamo una dieta corretta e attività fisica e abbiamo un peso corporeo normale questo ci preverrà non soltanto il diabete e l’infarto di ictus ma anche i tumori del colon, della prosta, dell’ovaio e della mammella”.

Un passaggio dell’intervista è stato dedicato anche al crescente ricorso ai farmaci dimagranti: “Negli ultimi anni e anche negli ultimi mesi in particolare c’è tanta gente che ricorre alla puntura, cioè a un metodo diverso rispetto al passato per poter dimagrire”, osserva Russo, che avverte sui rischi di un uso improprio. “Noi dobbiamo sapere che qualsiasi farmaco ha effetti collaterali importanti. Quindi, se io curo una malattia questo rischio è proporzionato ma se io voglio gestire, curare una semplice obesità di primo classe o un semplice sovrappesso con un farmaco è un metodo sbagliato”.

La strategia migliore resta dunque la prevenzione attraverso corretti comportamenti quotidiani: “Prima bisogna iniziare la corretta alimentazione o meglio prima di identificare gli errori alimentari fare una corretta alimentazione e fare tanta attività fisica perché questo senza gli effetti collaterali dei farmici ci permette di correggere il peso”.

Crisi idrica in Sicilia, agricoltori senza stipendio e lavoratori in agitazione

La crisi idrica in Sicilia continua a generare tensioni crescenti tra agricoltori e lavoratori dei consorzi di bonifica. Una situazione che, nelle ultime settimane, ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione da parte dell’Associazione Liberi Agricoltori e del personale del Consorzio di bonifica 3 Agrigento.

Crisi idrica in Sicilia e gestione delle dighe: interrogativi irrisolti

L’associazione agricoltori denuncia una gestione ritenuta inefficace delle risorse idriche nelle dighe Gammauta e Castello. Nonostante un costante flusso in entrata alla diga Gammauta, la bretella Gammauta–Castello — attiva soltanto per tre giorni dal 4 settembre — è rimasta inspiegabilmente inutilizzata, aggravando ulteriormente la crisi idrica in Sicilia.

I 72.000 m³ di acqua “scomparsi”

Durante i tre giorni di attivazione, i dati dell’Autorità di Bacino indicano un prelievo di 137.000 m³ dalla diga Gammauta, a fronte dei soli 65.000 m³ dichiarati dal consorzio come trasferiti alla diga Castello.
La differenza di 72.000 metri cubi, definita dall’associazione “inspiegabile”, rappresenta una perdita significativa per l’agricoltura locale.

Bretella ferma e ritardi operativi

A questa criticità si aggiunge la situazione della condotta Poggiodiana–Magazzolo: sebbene i lavori di ripristino siano stati conclusi da oltre dieci giorni, le motopompe necessarie alla distribuzione dell’acqua non risultano ancora installate. Nel frattempo, la diga Gammauta conserva circa 270.000 m³ di acqua inutilizzati, in attesa di un travaso che non arriva.

Stato di agitazione dei lavoratori del Consorzio AG3

Anche i dipendenti del Consorzio di bonifica Ag 3 hanno avviato lo stato di agitazione. Durante l’assemblea del 14 novembre hanno denunciato gravi ritardi nel pagamento degli stipendi, difficoltà economiche e l’assenza dell’amministrazione all’autoconvocazione prevista per il 12 novembre.

Stipendi arretrati e norme regionali disattese

La possibile liquidazione degli arretrati potrebbe coprire solo parte delle spettanze dovute al personale. Inoltre, i sindacati lamentano l’assenza di indicazioni chiare sull’applicazione delle norme regionali in materia di turnover e stabilizzazione, con ripercussioni dirette sulle attività irrigue e sulla manutenzione dei Consorzi.

Le reazioni politiche: il PD attacca la Regione

Il capogruppo del Pd all’Ars, Michele Catanzaro, ha definito la situazione “l’ennesima conferma dell’inefficienza della giunta regionale”, evidenziando la necessità di un intervento strutturale e immediato. Per Catanzaro, è indispensabile restituire funzionalità ai consorzi e garantire condizioni dignitose ai lavoratori, in un momento in cui la crisi idrica in Sicilia sta mettendo a rischio interi comparti produttivi.

“Non ho tempo” — la frase che ripetiamo ogni giorno, ma che nasconde un problema che pochi vedono

Non ho tempo
È una delle frasi più pronunciate dagli italiani. La diciamo quando siamo di fretta, quando il lavoro incalza, quando gli impegni si sovrappongono.

Eppure quella frase nasconde una verità profonda: il tempo è la risorsa più preziosa della nostra vita.
E, allo stesso tempo, un errore che molti commettono senza accorgersene.


Il tempo diventa ricchezza. Ma la ricchezza può perdere valore.

Ognuno di noi ha esattamente 24 ore al giorno.
E ogni giorno dedichiamo una parte sempre maggiore del nostro tempo a lavorare, produrre reddito, costruire risparmi.

Di fatto, trasformiamo ore della nostra vita in valore economico.

Ma c’è un aspetto che pochi considerano:

👉 Quando ciò che realizziamo con il nostro lavoro perde valore, perde valore anche il tempo che abbiamo investito per crearlo.

È una realtà silenziosa che riguarda tutti, ma che spesso resta invisibile perché nessuno ce l’ha mai spiegata.


Non è colpa nostra. Nessuno ci insegna l’educazione finanziaria.

Sappiamo lavorare, sappiamo risparmiare, sappiamo fare sacrifici.
Ma difficilmente qualcuno ci ha mostrato come proteggere ciò che produciamo con il nostro tempo.

Così, credendo di fare la cosa giusta “mettendo da parte”, non ci accorgiamo che ciò che custodiamo può perdere valore nel tempo.

E con esso, rischia di disperdersi anche il valore della nostra vita dedicata a costruirlo.

Perché ogni ora dedicata al lavoro è un’ora tolta a noi stessi e alle persone che amiamo.


Una mini-guida per iniziare a riflettere

Da questa domanda nasce una risorsa gratuita pensata per chi ogni giorno ripete: “Non ho tempo.”

Una mini-guida di pochi minuti intitolata:

👉 “IL TUO TEMPO VALE PIÙ DEL DENARO – Mini-Guida (5 minuti)”

Una lettura rapida e senza tecnicismi, pensata per far emergere una consapevolezza semplice ma decisiva:

💠 Il tempo è la vera ricchezza. Il denaro è solo la sua conseguenza.

E se il denaro perde valore, rischiamo di perdere anche il valore del nostro tempo passato per guadagnarlo.


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Schianto mortale sulla provinciale tra Ribera e Borgo Bonsignore: muore un 40enne di Siculiana

Un tragico incidente stradale ha spezzato la vita di un quarantenne. Il sinistro si è verificato nella tarda serata di ieri lungo la strada provinciale che collega Ribera alla frazione marinara di Borgo Bonsignore.

Non molto distante dal posto dove appena due giorni fa, Stefano Brucculeri, il trentottenne riberese ha trovato la morte a bordo della sua moto. Appena ieri di erano celebrati i funerali del giovane e il territorio piange un’altra vittima della strada.

La vittima è Giuseppe Coirazza, 40 anni, originario di Siculiana e residente a Montallegro. Ex commerciante ambulante nei mercati, lascia due figli.

Lo scontro tra una Fiat Punto e una Mini Cooper è stato fatale per il siculianese a bordo di quest’ultima. L’uomo, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Ribera, è deceduto poco dopo per le gravi ferite riportate. Alla guida dell’utilitaria, invece un romeno di 28 anni trasportato prima a Ribera e poi a Sciacca, dove e’ stato sottoposto a intervento chirurgico ed e’ in prognosi riservata

Secondo una prima ricostruzione, l’impatto tra le due vetture è stato devastante.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco, impegnati a lungo nelle operazioni di estrazione dei feriti dalle vetture ridotte a un groviglio di lamiere e nella messa in sicurezza dell’area.

Le forze dell’ordine stanno ora lavorando per chiarire l’esatta dinamica del drammatico incidente.

Sciacca Turismo e Museo Diffuso 5 Sensi protagonisti all’evento di Confcommercio Cultura Agrigento

Sciacca Turismo e il Museo Diffuso dei 5 Sensi sono stati protagonisti all’importante evento promosso da Confcommercio Impresa Cultura Agrigento, prendendo parte ai lavori con la presenza di Ezio Bono, Riccardo Palazzotto e Desirè Libassi.

Le due realtà saccensi, partner ufficiali dell’iniziativa, hanno condiviso pienamente la visione della Confcommercio provinciale, impegnata a rafforzare il dialogo tra il mondo delle imprese e quello della cultura e del turismo. Un percorso innovativo che punta a creare sinergie concrete e capaci di generare nuove opportunità di crescita e sviluppo per l’intero territorio.

Impresa Cultura Agrigento si inserisce nel più ampio progetto nazionale “Impresa Cultura Italia – Confcommercio”, già attivo in diverse città italiane come Milano, Cremona, Ferrara, Parma, Valle d’Aosta e Bari. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio culturale, artistico e identitario dell’area agrigentina, promuovendo la cultura come leva strategica di sviluppo economico, occupazionale e sociale e creando nuove occasioni per imprese e professionisti.

“La nostra partecipazione – afferma il presidente di Sciacca Turismo, Ezio Bono – conferma l’impegno delle associazioni nel valorizzare il patrimonio culturale e turistico locale, promuovendo collaborazioni che possano rendere la città e la provincia di Agrigento sempre più attrattive e competitive a livello nazionale e internazionale”.

Un passo importante, dunque, verso un modello di sviluppo che mette al centro cultura, impresa e territorio, con Sciacca pronta a giocare un ruolo da protagonista.

Concorso Centri per l’Impiego Sicilia, accolto il ricorso di un riberese escluso per “troppa documentazione”

Una vicenda singolare e, alla fine, risolta positivamente per un professionista originario di Ribera. Il giovane risultato inizialmente vincitore nel concorso pubblico bandito nel 2022 dall’Assessorato regionale del Lavoro per il reclutamento di 407 unità a tempo indeterminato nei Centri per l’impiego della Sicilia, era stato successivamente retrocesso tra gli idonei non vincitori a causa di presunte irregolarità nella documentazione presentata.

Il concorso, che prevedeva la selezione per titoli ed esami per il profilo di “Istruttore – Operatore mercato del lavoro”, aveva visto il candidato riberese ottenere un punteggio sufficiente a rientrare tra i vincitori. Le difficoltà sono sorte nella fase dei controlli amministrativi: l’Amministrazione, dopo aver richiesto via PEC la documentazione attestante i titoli dichiarati, aveva giudicato “inidoneo” il materiale inviato.

La motivazione, però, ha destato più di una perplessità: secondo l’Assessorato, il candidato avrebbe prodotto un numero troppo elevato di documenti, tale da non consentire un agevole esame degli stessi. Da qui la decisione di decurtare il punteggio e di spostarlo fuori dalla rosa dei vincitori.

Assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, il riberese ha impugnato il provvedimento con un ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, evidenziando l’inconsistenza della motivazione addotta e l’assenza di una reale istruttoria sui titoli effettivamente autocertificati.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, con parere dello scorso 11 novembre, ha completamente accolto le argomentazioni difensive. Il Cga ha chiarito che eventuali difficoltà nello studio della documentazione non possono giustificare la mancata verifica dei singoli titoli, sottolineando l’obbligo dell’Amministrazione di effettuare un esame accurato, puntuale e completo.

Alla luce del parere favorevole del CGA, il Presidente della Regione Siciliana, con provvedimento del 14 novembre, ha accolto il ricorso straordinario e annullato i provvedimenti contestati. L’Assessorato sarà ora tenuto a rivalutare integralmente la documentazione presentata dal candidato, con la concreta prospettiva di un ripristino del punteggio originario e, dunque, della sua legittima ricollocazione tra i vincitori del concorso.

Una vicenda che mette in luce, ancora una volta, quanto sia essenziale una corretta e scrupolosa attività istruttoria nelle procedure concorsuali pubbliche.

Non luogo a procedere, cade l’accusa di falso per Baldo Giarraputo di Santa Margherita


Il gup del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, ha disposto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste, scagionandolo dall’accusa di falso, l’ex assessore comunale di Santa Margherita Belice ed attuale commissario del Consorzio di bonifica Agrigento 3, Baldassare Giarraputo.

La vicenda si riferiva al settembre 2023 quando l’allora assessore comunale, rispondendo, per iscritto, a una interrogazione consiliare aveva attestato, secondo l’accusa falsamente, che il Comune di Santa Margherita, a seguito della pubblicazione di una manifestazione di interesse da parte dell’Esa, aveva predisposto e presentato un progetto relativo alla sistemazione della strada rurale Mandrazzi per un importo di 350 mila euro.

La procura chiedeva il rinvio a giudizio. La difesa di Giarraputo, con gli avvocati Fabrizio Di Paola e Paolo Femminella, ha evidenziato che in seguito si era proceduto a una rettifica perché il Comune non avrebbe potuto aderire a quella manifestazione di interesse e che, in ogni caso, la risposta a un’interrogazione è un atto politico e non amministrativo. Pertanto, non si poteva configurare il falso.

Inoltre, come sottolineato dagli avvocati Di Paola e Femminella, non c’è stato alcun pregiudizio giuridico per l’ente. Il giudice Antonino Cucinella ha accolto la richiesta della difesa e disposto il non luogo a procedere per Giarraputo.