Sciacca, ancora topi al comando della Polizia municipale 

Ancora topi nei locali del Comando della polizia municipale di Sciacca, alla Badia Grande. A tre settimane dalla richiesta di un incontro con l’amministrazione comunale per affrontare il problema, nulla sembra essere cambiato.

Due disinfestazioni e derattizzazioni in un mese evidentemente non sono bastate. Da allora nessun altro intervento è stato effettuato. Nelle ultime giornate, la situazione è tornata evidente: due topi sono stati trovati in una trappola posizionata all’ingresso del piano terra, proprio dove quotidianamente accedono cittadini e personale.

La presenza dei roditori, già riscontrata più volte nei mesi scorsi e costata undici giorni di chiusura all’inizio di ottobre, continua dunque a rappresentare un grave problema igienico e di decoro.

Più volte è stato discusso il trasferimento del comando in un’altra sede (tra le ipotesi, la casa albergo per anziani, il museo del carnevale o il palazzo municipale) ma nessuna decisione è stata ancora presa. Alla luce dei fatti, la necessità di un trasferimento sembra ormai inevitabile.

Il consigliere Luca La Barbera lascia la Dc e il gruppo di Forza Italia esprime solidarietà alla Rocca Ruvolo

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Il consigliere comunale Luca La Barbera ha annunciato la propria uscita dalla Democrazia Cristiana, prendendo le distanze dal clima interno al partito dopo le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto il segretario nazionale, Carmelo Pace, e altri esponenti.

La Barbera ha aperto il comunicato esprimendo «stima, amicizia e vicinanza» nei confronti dell’onorevole Pace, definito «un politico capace, dinamico e profondamente impegnato per il bene dei territori». Proprio la fiducia nel suo modo di intendere la politica – spiega – era stata alla base della sua adesione alla DC. La Barbera era stato eletto nelle fila della lista “Messina sindaco”.

Nel tracciare un bilancio degli anni trascorsi all’interno del partito, La Barbera ha ricordato alcuni risultati ottenuti grazie alla collaborazione con Pace, come il parco giochi di via Nastasi e il contributo ai carristi, definendoli interventi «di valore concreto e simbolico» per Sciacca. Anche su temi strategici come Terme, Ponte Cansalamone, marineria e ospedale, il consigliere rivendica un lavoro condiviso con le istituzioni regionali: «A Palermo siamo andati più volte nell’esclusivo interesse della città».

Pur auspicando «piena fiducia nella magistratura» e augurandosi che Pace possa dimostrare la propria estraneità alle contestazioni, La Barbera dichiara di non poter più rimanere in un contesto politico «caratterizzato da dinamiche che non condivido». Da qui la decisione di proseguire il proprio percorso come consigliere comunale indipendente.

Un passaggio del comunicato è dedicato anche allo stato generale della politica, descritta come «frammentata e segnata da continue tensioni interne», una condizione che – sostiene – rischia di allontanare ulteriormente i cittadini.

Non manca un ringraziamento al gruppo consiliare della Dc di Sciacca, al capogruppo Filippo Bellanca e al segretario cittadino Giuseppe Milioti, con i quali La Barbera dice di avere condiviso «unità e impegno», pur riconoscendo che gli ultimi eventi «ci hanno coinvolto in una situazione più grande di noi».

Il consigliere ha infine commentato il clima teso registrato durante l’ultima seduta del consiglio comunale di ieri sera: «Uno spettacolo indecoroso per i cittadini che ci guardano da casa. Serve più misura, rispetto e senso delle istituzioni. Meno scontri, più temi per la città».

La Barbera conferma dunque la volontà di continuare il proprio impegno amministrativo «con spirito costruttivo», dichiarandosi disponibile a collaborare con chiunque voglia «lavorare seriamente per Sciacca».

Intanto, il gruppo consiliare di Forza Italia di Sciacca esprime piena solidarietà all’onorevole Margherita La Rocca Ruvolo dopo le recenti vicende che l’hanno coinvolta.

I consiglieri Clelia Catanzaro, Alessandro Grassadonio e Isidoro Maniscalco definiscono «volgare, sessista e profondamente offensiva» l’espressione utilizzata nei confronti della deputata, condannando ogni forma di violenza verbale. Difendono inoltre la figura del marito dell’onorevole, «professionista stimato da oltre quarant’anni nella sanità pubblica e nel volontariato», ritenendo inaccettabili insinuazioni prive di fondamento.

«La politica – affermano – deve essere luogo di confronto civile, non di insulti o diffamazioni». Forza Italia ribadisce dunque «stima e vicinanza» a La Rocca Ruvolo e alla sua famiglia.

Al coro si aggiunge anche il gruppo “Forza Azzurri” del Libero Consorzio di Agrigento che sottolinea l’importanza del rispetto, di un linguaggio responsabile e della parità di genere nel dibattito politico.
Esprime piena stima per la deputata e per il marito, riconoscendone dignità, competenza e valore professionale.

Gli esponenti comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò che ieri sera non erano presenti alla seduta del consiglio comunale di Sciacca, invece, oggi con una nota denunciano il silenzio dello stesso dopo le indagini che coinvolgono Totò Cuffaro e Carmelo Pace.

“Avevano chiesto – scrivono – a tutte le forze politiche una presa di posizione netta contro quello che definiscono un “metodo politico” basato su pratiche opache. Non partecipando alla seduta del 10 novembre, volevano verificare se il consiglio avrebbe mostrato autonomia morale, ma è prevalso il silenzio. Ribadiscono l’impegno a continuare a denunciare e a chiedere responsabilità nella gestione della cosa pubblica.

Anche il gruppo Faro di Sciacca di Controcorrente condanna le dichiarazioni ritenute offensive e irrispettose di Salvatore Cuffaro verso la parlamentare Margherita La Rocca Ruvolo .
Sottolinea che tali parole ledono la dignità della deputata e sono incompatibili con un confronto politico sano e civile.
Ribadisce l’importanza di rispetto reciproco e di un linguaggio responsabile nel dibattito pubblico.

Infine, anche la consigliera comunale Daniela Campione, di Verdi Europa, esprime piena solidarietà a Margherita La Rocca Ruvolo, sindaca di Montevago e deputata regionale.

Attacchi misogini come questi – scrive la Campione – non offendono solo lei, ma tutte le donne impegnate nella vita pubblica, rivelando quanto sia ancora radicata una cultura che tenta di sminuire il ruolo femminile nelle istituzioni. Chiedo a tutte le forze politiche di condannare con fermezza ogni forma di violenza verbale e sessismo. La politica ha bisogno di più rispetto, più dignità e più donne, senza passi indietro”.

Solidarietà pure dal sindaco e l’Amministrazione Comunale di Caltabellotta esprimono piena solidarietà che condannano ogni attacco che superi i limiti del confronto politico e ribadiscono l’importanza di rispetto, dialogo e responsabilità nella vita pubblica.

Infine, anche il Comitato Civico Sanità di Sciacca esprime sostegno all’onorevole condividendone la denuncia verso linguaggi offensivi e sistemi affaristici nella sanità.

Furto di olive, denunciati due stranieri

Sorpresi dai carabinieri con oltre 200 chili di olive

Due giovani di origine straniera, rispettivamente di 25 e 21 anni, sono stati denunciati per furto di olive a Castelvetrano dai carabinieri della Sezione Radiomobile della locale Compagnia.
L’intervento è avvenuto lungo la statale 115, in contrada Bruca, dove i militari sono giunti in seguito a una segnalazione di furto giunta al numero d’emergenza 112.
Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, i due uomini erano già intenti a riempire diversi sacchi di olive, per un peso complessivo superiore ai 200 chilogrammi. La refurtiva, immediatamente recuperata, è stata riconsegnata al legittimo proprietario del terreno.

L’intervento dei carabinieri di Castelvetrano

Il furto di olive a Castelvetrano rientra in una serie di controlli intensificati dai carabinieri della Compagnia locale, mirati alla prevenzione dei reati predatori nelle campagne durante il periodo della raccolta.
Grazie alla tempestività della segnalazione e al rapido intervento della pattuglia della Sezione Radiomobile, è stato possibile bloccare i due responsabili prima che potessero allontanarsi con la refurtiva.

Le olive, già stipate in numerosi sacchi, erano pronte per essere trasportate. I militari, dopo le verifiche di rito, hanno provveduto a restituirle al proprietario dell’oliveto, che aveva subito il furto durante la notte.

Controlli rafforzati contro i furti agricoli

Il furto di olive a Castelvetrano si inserisce in un contesto più ampio di vigilanza predisposto dall’Arma dei carabinieri nella Valle del Belice, dove in questo periodo dell’anno la raccolta delle olive attira spesso episodi di microcriminalità.
Le forze dell’ordine invitano i cittadini a segnalare tempestivamente movimenti sospetti o presenze non autorizzate nei campi, ricordando che la collaborazione con la popolazione resta fondamentale per contrastare il fenomeno.

Gli accertamenti proseguono per verificare se i due denunciati possano essere coinvolti in altri episodi simili avvenuti nella zona nelle ultime settimane.

Pignoramento del conto corrente, anche se è vuoto non sei al sicuro: la Cassazione chiarisce l’insidia dei 60 giorni

Una nuova sentenza della Cassazione (n. 28520/2025) stabilisce che il Fisco può prelevare anche le somme che entrano sul conto dopo la notifica del pignoramento. Ecco cosa cambia per i correntisti.

Molti pensano che, se il conto corrente è vuoto, un atto di pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione non abbia effetti immediati.
La recente sentenza n. 28520 del 27 ottobre 2025 della Corte di Cassazione smentisce questa convinzione: anche se il conto non ha fondi al momento della notifica, qualsiasi somma che vi entrerà nei 60 giorni successivi potrà essere bloccata e trasferita al Fisco.

Una decisione che ridefinisce i confini del pignoramento esattoriale e mette in guardia milioni di contribuenti italiani.


💰 Cosa significa il pignoramento del conto corrente

Il pignoramento è una procedura legale che consente ai creditori — nel caso del Fisco, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdeR) — di recuperare somme non pagate aggredendo i beni o i crediti del debitore.
Può riguardare beni mobili, immobili e anche crediti verso terzi, come il denaro depositato in banca.

La norma di riferimento è contenuta nel Libro III del Codice di procedura civile (artt. 543 e seguenti), mentre per il pignoramento fiscale si applica anche l’art. 72-bis del D.P.R. 602/1973.


🧾 La nuova sentenza: il conto “vuoto” resta bloccato per 60 giorni

La Cassazione ha stabilito che, una volta notificato il pignoramento, la banca diventa “custode” delle somme presenti e future del debitore.
In base all’articolo 546 del codice di procedura civile, l’istituto di credito non deve solo bloccare i fondi già depositati, ma anche tutte le somme che maturano nei 60 giorni successivi.

In altre parole, anche se il conto è vuoto al momento della notifica, ogni entrata successiva — stipendio, pensione, bonifico o accredito — sarà immediatamente vincolata e trasferita all’Agenzia delle Entrate-Riscossione fino a coprire il debito.

La Corte parla di un vero e proprio “periodo di cattura”: i 60 giorni che seguono la notifica non sono una pausa, ma un tempo di sorveglianza, durante il quale ogni euro che entra nel conto è già destinato al Fisco.


📅 I 60 giorni che cambiano tutto: come funziona

Il principio espresso nella sentenza chiarisce che:

  • il pignoramento non si limita al saldo esistente, ma si estende ai futuri accrediti;
  • la banca è tenuta a custodire e poi versare al Fisco tutte le somme ricevute nei 60 giorni successivi;
  • il debitore non può utilizzare il conto durante questo periodo, pena la nullità delle operazioni.

Questo meccanismo, disciplinato dall’articolo 72-bis del D.P.R. 602/1973, rappresenta uno strumento particolarmente efficace per il recupero dei crediti tributari.


⚠️ Perché il conto “vuoto” non è più al sicuro

Molti contribuenti ritenevano che un conto incapiente o in rosso fosse, di fatto, impignorabile.
La Cassazione ha smentito questa tesi: il pignoramento non si limita al saldo attuale, ma aggancia automaticamente qualsiasi somma futura che transiti sul conto entro i 60 giorni.

Questo significa che:

  • lo stipendio in arrivo può essere bloccato integralmente;
  • un bonifico da un familiare o da un cliente viene immediatamente “assorbito”;
  • anche i rimborsi o accrediti bancari diventano vincolati.

Il pignoramento, dunque, si comporta come una “gabbia fiscale” temporanea, dalla quale non si può uscire finché il periodo non è terminato o il debito non è saldato.


💡 Come evitare il pignoramento: rateizzazione e regolarizzazione

Chi riceve un atto di pignoramento da parte di AdeR non è comunque privo di strumenti.
La legge consente di regolarizzare la propria posizione richiedendo una rateizzazione del debito.

Il contribuente può:

  • presentare domanda di dilazione di pagamento per cartelle o avvisi non saldati;
  • ottenere un piano rateale con importi non inferiori a 50 euro a rata;
  • beneficiare della sospensione del fermo amministrativo e della revoca del pignoramento, se non si è ancora tenuto l’incanto o non è stato emesso il provvedimento di assegnazione.

Inoltre, dopo alcune rate regolarmente pagate, è possibile richiedere la riduzione o la cancellazione di eventuali ipoteche sui beni, a determinate condizioni.


⚖️ Cosa cambia per i correntisti

La pronuncia della Cassazione n. 28520/2025 conferma un principio chiave:
il pignoramento esattoriale può colpire non solo ciò che già esiste, ma anche ciò che entra in futuro sul conto del debitore.
Un segnale chiaro di rigore fiscale, ma anche un monito a non sottovalutare le notifiche di pignoramento, anche quando il saldo è zero.

Il consiglio degli esperti è di intervenire subito, chiedendo assistenza legale o procedendo a una rateizzazione, per evitare che il conto venga svuotato automaticamente nei 60 giorni successivi.

Tre assessori a casa, il centrodestra: “Mistero sul futuro del sindaco”

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Ha ricostruito passo per passo tutte le interlocuzioni e i passaggi fondamentali della crisi politica, poi ha motivato la sua scelta di revocare le deleghe ai tre assessori come “ultima e sola azione per salvare il progetto politico” ma il sindaco Fabio Termine ieri sera durante il suo intervento in aula non ha spiegato come, quando e con chi ricomporrà la sua giunta.

E sono stati gli esponenti di opposizione intervenuti ieri sera durante la seduta del consiglio comunale dopo i tre consiglieri del Pd e Daniela Campione, anche lei firmataria del documento politico che ha aperto la crisi, a puntare il dito sulla questione. Termine si è preso sette giorni di riflessione per poi scegliere di revocare metà della sua giunta.

Qualcuno ha parlato di “una guerra fratricida” tutta interna al Pd (Ignazio Bivona), qualche altro consigliere di uno “spettacolo indecoroso” (Gaetano Cognata) e più volte e’ risuonata la parola “sfiducia” e “dimissioni” (Carmela Santangelo). Tanti hanno rimarcato il fatto di non aver capito come il primo cittadino intende proseguire il suo cammino (Calogero Bono, Filippo Bellanca e Isidoro Maniscalco). C’è chi lo ha spronato a dichiararsi “libero e indipendente” (Paolo Mandracchia) e chi ha voluto evidenziare che il sindaco e’ ora completamente privo dei numeri in aula e la maggioranza numerica dovrà operare con un ulteriore senso di responsabilità (Alberto Sabella).

Poi l’intervento di Fabio Leonte, l’assessore anche consigliere, l’unico dagli scranni dell’aula rimasto al fianco di Termine che ha definito “il minimo sindacale” la scelta del primo cittadino. “Possiamo tranquillamente continuare a lavorare – ha detto Leonte – domani faremo regolarmente giunta”. Poi ha incalzato una discussione con il collega del Pd Ruffo.

Nonostante Termine si sia dichiarato ‘pronto al dialogo”, e’ assolutamente chiara adesso la spaccatura all’interno del Pd: da un lato Termine e dall’altro Catanzaro. Nelle prossime ore si attendono i commenti ufficiali e le dichiarazioni dei fuoriusciti e ulteriori delucidazioni da parte dello stesso sindaco che ieri sera effettivamente non ha mai affrontato il nodo della ricomposizione della sua giunta. Ma c’e’ gia’ chi è pronto a scommettere che i nuovi futuri assessori stiano gia’ “scaldando i motori”. Intanto, si tornerà in aula con primo punto all’ordine del giorno la relazione del sindaco, martedì 18 novembre.

Mafia a Burgio, in appello riaperta l’istruttoria dibattimentale per Derelitto e Provenzano


E’ stata riaperta l’istruttoria dibattimentale nel processo d’appello a due imputati di Burgio accusati di associazione mafiosa e condannati in primo grado in abbreviato. La terza sezione della Corte di Appello di Palermo ha accolto l’istanza della difesa di Alberto Provenzano, di 59 anni, a sentire un teste in merito a un episodio di minacce che viene contestato. La richiesta è stata avanzata dall’avvocato Vincenzo Giambruno.

Accolta anche la richiesta dell’avvocato Vincenzo Castellano riguardante l’altro imputato, Giovanni Derelitto, di 74 anni, di acquisire il decreto di archiviazione riguardante l’ex sindaco di Villafranca Sicula, Gaetano Brucculeri, che era stato indagato per scambio elettorale politico mafioso. Archiviazione per Brucculeri e adesso l’avvocato Castellano ha chiesto e ottenuto l’acquisizione del decreto in questo processo con riferimento alla posizione di Derelitto.

Il 4 dicembre 2025 si tornerà in aula per il teste della difesa Provenzano e al termine di quell’udienza si stabilirà il calendario per la discussione del pubblico ministero e delle difese. In primo grado 14 anni di reclusione per Giovanni Derelitto e 10 anni e 8 mesi per Alberto Provenzano. Per i due in continuazione con altre sentenze.

Il processo è quello scaturito dall’operazione antimafia condotta lo scorso dai carabinieri a Burgio, Lucca e Villafranca Sicula e gli imputati sono stati giudicati in primo grado dal gup del Tribunale di Palermo, Ivana Vassallo. Un’altra tranche di questo processo, con un maggior numero di imputati, si celebra al Tribunale di Sciacca con il rito ordinario.

Modica del Pd a Termine: “Hai tradito il nostro progetto”

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E’ toccato ai tre consiglieri del Pd la difesa in aula degli assessori che Fabio Termine ha revocato appena trenta minuti prima dell’inizio dei lavori del consiglio. Consiglieri che hanno fatto ingresso in sala Falcone Borsellino un’ora dopo l’avvio della seduta.

In successione Giuseppe Ambrogio, Gabriele Modica e Giuseppe Ruffo hanno ricostruito la vicenda che ha portato lo scorso 3 novembre al documento politico che ha aperto la crisi politica.

Ambrogio ha voluto sottolineare i risvolti umani dell’azione politica, Modica ha puntato il dito contro il primo cittadino accusandolo di aver tradito il progetto politico che la coalizione aveva costruito e infine, Ruffo che esplicitamente ha chiesto le dimissioni di Fabio Termine.

Toni duri, parole accorate e interventi sentiti quelli dei tre consiglieri comunali dem che hanno fortemente attaccato e criticato il primo cittadino.

Il sindaco Termine in consiglio comunale: “Non mi faccio ricattare”

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Attenzione tutta puntata sulle comunicazioni politiche del sindaco Fabio Termine questa sera nella seduta del consiglio comunale di Sciacca che e’ stata preceduta, appena trenta minuti prima, dalla silurazione di tre assessori. Due del Pd e uno del Movimento Cinque Stelle. Termine e’ entrato in aula accompagnato dai suoi assessori di riferimento Patti, Dimino e Sinagra e Fabio Leonte. I tre consiglieri del Pd sono entrati un’ora dopo l’inizio dei lavori dell’aula.

“Sono qui – ha esordito il sindaco -dopo una settimana di riflessione. Io oggi ho il dovere di raccontare come si sia arrivato a questo incomprensibile gesto.Il sindaco convoca una riunione di maggioranza ufficiale per il 30 ottobre. La riunione – racconta – finisce con una sola richiesta quella di incontrare l’onorevole Michele Catanzaro, incontro che viene negato. Io penso che questa cosa non può diventare una partita personale. Dicevo la politica deve essere esercitata temporaneamente”. Questa e’ l’ultima cosa che mi è rimasta per tutelare il progetto politico. La fiducia e’ un metodo di lavoro. Azione che sono stato costretto a compiere per portare avanti l’azione amministrativa. Si è andati oltre ogni intendimento. Oggi si è mascherata dietro una richiesta, un esercizio di potere. Io oggi sono lacerato. Farò di tutto per non imbruttirmi per la politica che spesso cambia le persone. Io sono disponibile – ha concluso – al dialogo e alla dialettica, non sono invece, disponibile al ricatto”.

Mozione in consiglio a Sciacca: “Ztl in inverno solo nelle ore serali del fine settimane e nei festivi”

Il consiglio comunale esaminerà una mozione riguardante la situazione del centro storico di Sciacca, con particolare riferimento alla rimodulazione degli orari della Ztl.

Nel documento si evidenzia che il centro storico versa in una condizione di crescente desertificazione, dovuta anche alla chiusura prolungata della Ztl in periodi di bassa affluenza turistica. Tale situazione ha provocato malcontento tra residenti e commercianti, nonché un aumento della percezione di insicurezza, aggravata da episodi di violenza e aggressioni segnalati in diverse vie del centro, tra cui via Giuseppe Licata e corso Vittorio Emanuele.

La mozione, sostenuta anche dal presidente del consiglio comunale, Ignazio Messina,  impegna l’amministrazione comunale a istituire con urgenza un tavolo tecnico permanente con forze dell’ordine, polizia municipale, residenti e commercianti, per predisporre un piano coordinato di controllo del territorio e garantire maggiore vigilanza nelle ore serali e notturne.

È inoltre previsto di rimodulare gli orari della Ztl, sospendendo quella mattutina nei periodi di bassa stagione, limitandola alle ore serali nei soli fine settimana o durante le festività, e adattandone la gestione ai flussi turistici effettivi.

La comunicazione, riconosciuta come di carattere eccezionale nella conferenza dei capigruppo del 7 novembre 2025, è stata sottoposta a votazione. L’obiettivo è “restituire centralità, sicurezza e vitalità al centro storico di Sciacca”.

Torna in aula Falcone Borsellino il consiglio comunale di Sciacca, don Lo Bello: “Politica e’ carità”

E’ stata affidata alla benedizione dell’arciprete Calogero Lo Bello in apertura dei lavori consiliari l’inaugurazione della nuova aula del consiglio comunale di Sciacca.

L’aula Falcone Borsellino è stata oggetto di un restyling effettuato dalla scorsa primavera e conclusi poche settimane fa.

“Mi auguro – ha detto l’arciprete – che la bellezza di questa aula possa rispecchiare la bellezza della politica. Politica e’ carità. Voi siete stati eletti dal popolo per condurre questa “nave” che e’ Sciacca . Mi auguro, tenendo conto degli ultimi accadimenti, che si possa trovare quell’equilibrio che serve per governare. Fare politica come diceva Sturzo e’ un dovere. Abbiamo il dovere di portare in questo territorio serenità. Le mie parole possano giungere al sindaco, alla rimanente giunta. La croce ha due dimensioni: quella verticale che da sola non può reggere e quella orizzontale che da sola non può reggere. Buon lavoro a voi”.