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Comune di Sciacca
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Molti quartieri a secco a Sciacca mentre Aica non risponde al telefono

A secco da giorni la contrada San Marco, Lido, Foggia, zona Tonnara e contrada Isabella. Turni slittati e impossibile saperne i motivi. Ma oltre il danno la beffa per chi ha deciso di fare ricorso al servizio alternativo di approvvigionamento con autobotte private. Al numero dedicato al quale rivolgersi per avere il codice “odi”, secondo la procedura voluta dalla stessa Aica, non risponde nessuno e spesso risulta occupato. Utenti spazientiti dalle lunghe attese che poi non ricevono alla fine, alcuna risposta. Impossibile senza il codice identificativo

Disagi su disagi e disservizi su disservizi per i saccensi alle prese in alcune zone della città con giorni di mancata distribuzione idrica.

Così al disagio della mancata erogazione si aggiunge la paralisi dell’approvvigionamento alternativo. Il numero al quale gli utenti di Sciacca sono stati indirizzati a rivolgersi, e’ il numero di un cellulare che non si capisce bene se e’ una linea dedicata o meno. D’altronde la mancanza di informazioni certe e chiare resta una pecca enorme dell’Azienda consortile. Dello stesso avviso anche l’assessore ai servizi a rete, Alessandro Curreri che individua nella mancanza di comunicazione una delle problematiche più evidenti della società.

Per quanto concerne, invece le difficoltà a ricevere l’Odi, l’assessore invita l’utenza a ricorrere al form online. Modalità che dovrebbe, evidenziamo, essere alternativa a quella telefonica per permettere a tutti anche a chi non avvezzo al web di ottenere il codice.

Fuorisalone 2025, le ceramiche di Sciacca e altri 5 Comuni incantano Milano 

La Sicilia protagonista alla Milano Design Week con “La città delle ceramiche”, l’installazione che porta al Fuorisalone la tradizione artistica e artigianale di sei comuni siciliani, in un dialogo tra design contemporaneo e identità territoriale.

L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’assessorato al Turismo, allo sport e allo spettacolo della Regione Siciliana e l’assessorato al Turismo, al marketing territoriale e alla moda della Regione Lombardia. Le opere esposte provengono da Burgio, Caltagirone, Collesano, Monreale, Sciacca e Santo Stefano di Camastra, i sei comuni che due anni fa hanno dato vita al progetto “Le strade della ceramica siciliana”.

“La partecipazione della Sicilia alla Milano Design Week è per noi grande motivo di orgoglio. Esponendo al Fuorisalone alcuni degli esempi più pregiati della nostra ceramica artistica, vogliamo celebrare, in un contesto internazionale di assoluto primo piano, la bellezza e l’unicità che hanno reso l’artigianato della nostra Isola famoso in tutto il mondo”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale Elvira Amata, commentando l’iniziativa in corso a Milano.

Il progetto espositivo è stato curato dall’architetto Laura Galvano con un allestimento pensato per valorizzare la ricchezza della produzione ceramica siciliana attraverso un linguaggio visivo che unisce tradizione e innovazione.

“L’emozionante installazione, curata dall’architetto Laura Galvano – continua Amata –, dà vita a un perfetto connubio tra tradizione e innovazione, e inserisce a pieno titolo il nostro artigianato nella filiera dell’arredamento contemporaneo, rappresentando, allo stesso tempo, un veicolo di forte promozione turistica del brand Sicilia. Ringrazio di cuore l’assessore Barbara Mazzali, collega e amica, per aver dato alla nostra regione questa grande opportunità”.

La collaborazione tra le due Regioni è nata durante la Bit di Milano, dove il progetto siciliano è stato presentato. In quell’occasione, l’assessore Mazzali ha avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo.

“Il progetto delle Strade della Ceramica nasce in Sicilia e lo abbiamo apprezzato e raccontato alla Bit di quest’anno, dove l’assessore Mazzali ha avuto modo di conoscerlo, rimanendo fortemente colpita dalla bellezza di queste sculture, e ha voluto inserirlo nel programma di una delle manifestazioni più importanti a livello nazionale e internazionale del design”.

L’esposizione sarà visitabile fino a domenica negli spazi panoramici del Belvedere, al 39esimo piano di Palazzo Lombardia.

In casa a Sciacca con 30 cani, il Tar conferma lo sgombero deciso dal Comune

Un saccense ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro l’ordinanza sindacale che imponeva lo sgombero di animali dalla propria abitazione.

Il giudice amministrativo regionale ha rigettato il ricorso dichiarando legittimi e congrui gli atti prodotti dal Comando di Polizia Municipale di Sciacca.
Gli agenti della Municipale di Sciacca insieme ai medici veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale, erano intervenuti su segnalazione all’interno di un immobile di civile abitazione constatando la presenza di una trentina di cani di media e grande taglia e accertando gravi carenze igieniche nell’immobile dove gli animali erano detenuti.

Così e’ stata predisposta per ragioni di carattere sanitario, un’ordinanza contingibile ed urgente, che ha portato alla segnalazione all’Autorita’ Giudiziaria del destinatario che non ha ottemperato a nessuna delle prescrizioni imposte.
Nel frattempo, il destinatario del provvedimento, assistito dal proprio legale, ha proposto ricorso al Tribunale amministrativo chiedendone la sospensione e l’annullamento degli effetti.
Pochi giorni fa, la sentenza del Tribunale Regionale che ha dichiarato infondato il ricorso, ha condannato il ricorrente alle spese legali e al risarcimento al Comune di Sciacca con un importo di 1.500 euro non ammettendo la stessa al gratuito patrocinio a spese dello Stato.
Il Comune di Sciacca in giudizio e’ stato rappresentato dall’avvocato Nicola Bellia, responsabile dell’Ufficio Legale comunale.

Spazio a Giovani Santa Margherita, connessioni che crescono

Con decreto regionale è stato ufficialmente ammesso a finanziamento il progetto “Spazio Giovani: Connessioni che crescono”, presentato dal Comune di Santa Margherita di Belìce.

L’intervento, dal valore complessivo di 750.000 euro, prevede la ristrutturazione e rifunzionalizzazione di un edificio comunale situato in via Pier Luigi Giovanni da Palestrina, conosciuto come ex Bes. Un investimento sui giovani e sull’inclusione sociale Il nuovo Spazio Giovani Santa Margherita sarà destinato a bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni, con l’obiettivo di offrire un luogo sicuro, educativo e inclusivo dove crescere e costruire relazioni. Un intervento concreto, pensato per dare risposte tangibili alle esigenze dei più giovani e delle famiglie, nel segno della valorizzazione delle fasce più deboli.

Una sinergia tra istituzioni, tecnici e comunità

Il progetto è il frutto di una forte collaborazione tra amministrazione comunale e istituzioni regionali. Fondamentale è stato il lavoro condiviso con l’Assessore Lucia Crosta, in linea con l’impegno assunto in campagna elettorale: creare spazi per i minori e sostenere la coesione sociale. L’iniziativa è frutto di un’azione svolta dalla Democrazia Cristiana margheritese, in particolare dal commissario cittadino Salvatore Nieli e dall’onorevole Carmelo Pace.

Il contributo dell’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, ha confermato l’importanza di una visione politica attenta ai bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza.

Tecnici e squadra comunale: il motore del progetto

Il ruolo dell’Ufficio Tecnico Comunale è stato decisivo per la progettazione e la candidatura con l’ingegnere Aurelio Lovoy, responsabile dell’ufficio, e all’architetto Michele Milici, vice responsabile. Grazie al loro lavoro, sarà possibile trasformare un immobile inutilizzato in un vero e proprio Spazio Giovani Santa Margherita.

Quando il bene comune vince sull’individualismo

Questo progetto dimostra come, quando a prevalere è l’interesse della comunità, è possibile ottenere risultati concreti e duraturi. Spazio Giovani Santa Margherita non sarà solo un luogo fisico, ma anche simbolico: un punto di partenza per far crescere le nuove generazioni all’insegna dell’educazione, della partecipazione e dell’inclusione.

Il Comune di Sciacca vuole riportare i bus della Gallo Sais in via Agatocle

C’e’ anche tutta la volontà del Comune di Sciacca nel voler riportare la fermata dei bus del trasporto extraurbano in centro.

Lo chiarisce con una nota oggi l’assessore ai Trasporti del Comune di Sciacca, Simone Di Paola con riferimento alla nota dell’associazione Strutture Turistiche Sciacca Centro di ieri che aveva avanzato alcune richieste di miglioramento per il servizio di trasporto extraurbano.

Di Paola pero’ pone alcune questioni burocratiche che di fatto impediscono il ripristino della fermata senza considerare che poi vi sono alcune altre questioni da sciogliere che ci permettiamo di evidenziare come la presenza delle transenne in via Agotocle per la questione del San Francesco. “Facendo seguito – scrive Di Paola – a una precisa richiesta di alcuni operatori turistici, ho sollecitato alla ditta Gallo Sais il ripristino della fermata in via Agatocle, seppur mantenendo il capolinea nella nuova stazione degli autobus. A questa mia richiesta è stato specificato che la fermata è stata rimossa dietro specifica sollecitazione delle autorità regionali e della motorizzazione in quanto, sembra, questa fermata non sia stata mai nel tempo né comunicata, né registrata e né tantomeno condivisa con le autorità competenti.

Pertanto occorre avviare un’interlocuzione con la Regione al fine di verificare quali possano essere le condizioni per le quali riattivare la fermata in via Agatocle o comunque in un punto del centro che consenta ai turisti di arrivare direttamente nel cuore della città. Rispetto a quest’ultimo tema mi riserbo di approfondire meglio la questione a seguito di opportuni confronti con gli uffici regionali”

Il neo assessore si esprime anche sulla stazione e sulle proposte dell’associazione.

“In tal senso – scrive – muove l’iniziativa di migliorare le condizioni infrastrutturali della stazione degli autobus, mediante la collocazione di pensiline e tettoie capaci di ospitare i fruitori del sito in condizioni più dignitose”.

Alle due ditte e’ stato chiesto anche un miglioramento delle corse di collegamento con gli aeroporti aggiunge ancora Di Paola: “Sempre in questa direzione muove la richiesta dell’Amministrazione comunale, che ha già trovato concreti riscontri nelle risposte delle ditte di trasporto, con riferimento all’implementazione di alcune tratte ritenute centrali, su tutte i collegamenti con gli aeroporti di Palermo e Trapani ma anche con alcuni raccordi fondamentali, come la città di Castelvetrano.

In questo senso auspico che nei prossimi mesi, come assicurato dalla Gallo e dalla Salvatore Lumia, possano registrarsi i primi significativi riscontri”.

Pignoramento stipendio dipendenti pubblici 2026: chi rischia e quanto può perdere

A partire dal 2026, entreranno in vigore nuove disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2025 che riguardano direttamente i dipendenti pubblici con debiti fiscali superiori a 5.000 euro. La misura punta a migliorare l’equità fiscale e ad aumentare le entrate statali, intervenendo direttamente sugli stipendi in caso di morosità verso il Fisco.

Chi rischia il pignoramento dello stipendio

Secondo l’art. 1, commi 84 e 85 della nuova legge, saranno soggetti alla trattenuta diretta in busta paga tutti i lavoratori pubblici che:

  • percepiscono uno stipendio superiore a 2.500 euro mensili;
  • risultano debitori verso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per importi superiori a 5.000 euro.

Queste trattenute si applicano non solo allo stipendio ordinario, ma anche a indennità e tredicesime, e non sostituiscono le precedenti norme sul pignoramento, ma vi si affiancano.

Le cifre: quanto ti possono trattenere

Le trattenute fiscali avverranno secondo queste percentuali:

  • 1/7 dello stipendio mensile per retribuzioni superiori a 2.500 euro;
  • 10% sulle somme una tantum, come tredicesime e indennità straordinarie.

📌 Esempio pratico: Un dipendente che guadagna 3.500 euro subirà una trattenuta di circa 500 euro al mese, mentre chi percepisce una tredicesima che fa superare temporaneamente i 2.500 euro potrà vedersi trattenere 150 euro.

Quanti sono gli interessati?

Secondo i dati del Ministero dell’Economia, la norma coinvolgerà oltre 250.000 dipendenti pubblici, tra cui 30.000 con stipendi medi superiori a 3.500 euro. Un bacino rilevante che potrebbe garantire nuove entrate per le casse dello Stato.

Tempistiche e margini di manovra

L’applicazione della misura è prevista dal 1° gennaio 2026, offrendo quindi tempo ai lavoratori per regolarizzare la propria posizione fiscale o eventualmente contestare cartelle esattoriali non corrette.

Inoltre, il tempo utile per saldare le cartelle esattoriali è stato esteso da 30 a 60 giorni, offrendo maggiore flessibilità ai contribuenti.

“Accoltello’ moglie e figli” a Cianciana, il pm chiede 8 anni e 8 mesi di carcere e 10 anni di Rems

Il pubblico ministero ha chiesto 8 anni e 8 mesi di carcere per Daniele Alba, di 35 anni, il meccanico di Cianciana che, il 23 maggio del 2024, accoltellò moglie e due figli. La richiesta del pm riguarda i maltrattamenti e la detenzione di un proiettile. Per tentato omicidio, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale chiesto il proscioglimento per l’incapacità dell’uomo di intendere e di volere al momento del fatto come accertato da una perizia psichiatrica disposta dal giudice.

Per Alba il pm ha chiesto anche 10 anni di Rems, residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza, dopo il carcere.

Il giudice del Tribunale di Sciacca ha ammesso la costituzione di parte civile della moglie di Alba, con l’avvocato Carlo D’Angelo, e dell’associazione Gens Nova, che si occupa anche di violenza sulle donne, rappresentata dall’avvocato Mauro Tirmetta. Sulla costituzione di parte civile di Gens Nova si erano opposti sia il pm che la difesa dell’imputato.

Il 13 maggio discuteranno le parti civili e il 26 giugno i legali dell’imputato, gli avvocati Maurizio Gaudio e Luca Burgio. Sia la moglie che i figli di Alba dopo avere subito l’accoltellamento sono stati ricoverati in ospedale. Per i bambini il ricovero è stato più lungo. Alba si è arreso dopo alcune ore, convinto a consegnarsi da un militare del reparto operativo dei carabinieri di Agrigento, e da quel 23 maggio 2014 non ha mai lasciato il carcere.

Fotovoltaico sul tetto: il Comune non può più dire no senza motivazioni tecniche – la nuova sentenza 2025 cambia tutto

📌 Una recente sentenza del Consiglio di Stato stabilisce che i permessi per l’installazione di impianti fotovoltaici sul tetto non possono essere negati con motivazioni generiche. Un passo avanti per l’energia rinnovabile anche in aree vincolate.


È ufficiale: il fotovoltaico sul tetto non può più essere ostacolato da divieti generici, anche nelle aree sottoposte a vincoli paesaggistici. A stabilirlo è una storica sentenza del Consiglio di Stato, che segna un punto di svolta nella normativa ambientale e urbanistica in Italia.

Il caso riguarda una famiglia di Firenze, residente in una zona classificata come “centro storico minore” vicino alle Ville Medicee. Dopo aver presentato domanda per installare un impianto fotovoltaico innovativo sul tetto della propria abitazione, si è vista rifiutare più volte l’autorizzazione da Comune e Soprintendenza.

🔍 Il contesto: permessi negati per “impatto visivo”

Nonostante il parere inizialmente favorevole della commissione paesaggistica, la Soprintendenza ha rigettato il progetto nel 2021, temendo un impatto negativo sul paesaggio. Anche dopo la presentazione di una versione modificata, il Comune ha confermato il diniego, giudicando l’impianto “incompatibile” con il contesto urbano e culturale.

⚖️ Il Consiglio di Stato cambia rotta: prevale l’interesse ambientale

Nel 2025, però, arriva la sentenza di svolta: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della famiglia e ribalta la decisione del TAR. Secondo i giudici, l’evoluzione delle esigenze energetiche richiede un cambio di prospettiva: i pannelli fotovoltaici non possono essere più visti come “elementi di disturbo”, ma come strumenti necessari per uno sviluppo sostenibile.

In particolare, il Consiglio ha chiarito che:

  • Il diniego assoluto all’installazione è possibile solo se l’area è formalmente dichiarata “non idonea” dalla Regione.
  • L’autorizzazione può essere negata solo per le modalità di installazione, non per la semplice presenza dei pannelli.
  • L’amministrazione ha l’obbligo di motivate alternative tecniche (dissenso costruttivo), non semplici rifiuti generici.

🏡 Cosa cambia per chi vuole installare un impianto fotovoltaico

La sentenza apre la strada a un accesso più semplice al fotovoltaico, anche nei centri storici o nelle zone vincolate, purché l’impianto rispetti criteri di integrazione paesaggistica.

Chi desidera installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto dovrà prestare attenzione a:

✅ progettare un sistema visivamente integrato con l’edificio;
✅ documentare l’impatto paesaggistico con fotografie e simulazioni;
✅ verificare che la propria Regione non abbia classificato l’area come “non idonea”.


🌱 Verso un futuro più sostenibile

La sentenza rappresenta un importante segnale a favore della transizione ecologica e dell’autonomia energetica delle famiglie italiane. In un periodo storico segnato dalla crisi climatica e dall’aumento dei costi energetici, facilitare l’accesso al fotovoltaico è una scelta strategica.


💬 Vuoi sapere se puoi installare il fotovoltaico sul tuo tetto? Verifica lo stato urbanistico della tua zona e consulta un tecnico: oggi, la legge è dalla tua parte.

Multa per auto sporca: ecco quando scatta, cosa rischi e le parti da tenere sempre pulite

Pulire l’auto non è soltanto un gesto di cura o un’abitudine estetica: in molti casi è un obbligo previsto dalla legge. Vetri, fari e targa sporchi possono comportare sanzioni salate, ma anche problemi assicurativi e persino responsabilità penali in caso di incidente.

✅ Quali parti dell’auto devono essere sempre pulite?

Secondo il Codice della Strada, i seguenti componenti devono essere sempre in condizioni di efficienza e piena visibilità:

  • Vetri anteriori e posteriori
  • Specchietti retrovisori
  • Fari anteriori e fanali posteriori
  • Targa (anteriore e posteriore)

Questi elementi, se sporchi o opacizzati, possono compromettere la visibilità del conducente o rendere il veicolo meno visibile agli altri utenti della strada, aumentando il rischio di incidenti.


🚨 Multe previste per auto sporca: da 42 a 344 euro

Guidare con fari o vetri sporchi può costare una multa tra 87 e 344 euro, ai sensi dell’art. 72 e art. 79 del Codice della Strada. Anche se può sembrare banale, un’auto con scarsa visibilità rappresenta un pericolo reale, specialmente nelle ore notturne o in caso di maltempo.

Ancora più specifico è l’art. 102, che impone la perfetta leggibilità della targa: se sporca o illeggibile anche solo in parte, si rischia una sanzione da 42 a 173 euro.


⚠️ Attenzione alle conseguenze in caso di incidente

Un veicolo con vetri o fari molto sporchi, in caso di incidente, potrebbe portare a:

  • Mancata copertura assicurativa, per negligenza grave
  • Responsabilità penale per lesioni colpose, se l’incidente è causato da visibilità ridotta
  • Malus assicurativo con aumento del premio RC auto

In casi estremi, la compagnia assicurativa potrebbe rifiutare il risarcimento se dimostra che la scarsa manutenzione è stata una causa diretta del sinistro.


🔎 Il caso della targa sporca: nessuna scusa

Anche una semplice targa sporca per fango può essere sanzionata, anche se l’automobilista non ne era consapevole. La legge non fa distinzione tra dolo e negligenza: è responsabilità del conducente verificare sempre la piena leggibilità della targa, soprattutto dopo percorsi sterrati o in condizioni meteorologiche avverse.


📌 Conclusione: cosa fare per evitare multe

  • Verifica periodicamente vetri, fari e targa
  • Lava l’auto soprattutto dopo lunghi viaggi o condizioni meteo critiche
  • Fai attenzione anche ai riflessi interni su parabrezza e finestrini
  • Mantieni i dispositivi di illuminazione sempre funzionanti e puliti

Anche un dettaglio apparentemente trascurabile può trasformarsi in una sanzione costosa o, peggio, in una grave responsabilità in caso di incidente. Meglio prevenire con una semplice spugna che pagare con il portafoglio (o con la patente).

Smaltimento rifiuti da giardinaggio 2025: attento a dove li butti, rischi multe fino a 600 euro

Cosa dice la legge su erba, foglie e potature? Tutte le regole da seguire per evitare sanzioni

Il giardinaggio è un’attività amata da milioni di italiani: rilassa, abbellisce gli spazi verdi e migliora la qualità della vita. Ma attenzione a come si smaltiscono gli scarti vegetali come erba, foglie, rami e potature: per la legge italiana sono veri e propri rifiuti urbani, e gestirli nel modo sbagliato può costare caro. Le sanzioni possono arrivare fino a 600 euro in caso di violazioni.

Vediamo insieme cosa dice la normativa 2025 e quali sono gli obblighi da rispettare per non incorrere in multe.


Cosa sono i rifiuti da giardinaggio e come si classificano

Secondo il Codice dell’Ambiente (D. Lgs. 152/2006) e l’art. 29 del Codice della Strada, i rifiuti prodotti da privati durante attività di giardinaggio sono assimilati agli urbani e vanno trattati di conseguenza. Questo include:

  • Erba tagliata
  • Foglie secche
  • Potature
  • Rami
  • Terriccio e legna
  • Frutta caduta dagli alberi

Come smaltire correttamente i rifiuti verdi

Ogni Comune ha il proprio regolamento per la raccolta differenziata, ma le regole generali sono comuni:

  • Usa i bidoni dedicati al verde o all’organico, se previsti nel tuo Comune;
  • Porta gli scarti nei centri di raccolta (isole ecologiche), soprattutto in caso di grandi quantità;
  • Richiedi, se disponibile, il ritiro a domicilio dei rifiuti vegetali di grandi dimensioni.

Vietatissimo bruciare i residui vegetali o abbandonarli in strada, nei boschi o nei campi: oltre al rischio di incendi, si inquina l’ambiente e si violano precise normative.


Rifiuti speciali e giardinieri professionisti

Se il giardinaggio è svolto da un operatore professionale, lo smaltimento degli scarti segue regole diverse: gli scarti vengono infatti classificati come rifiuti speciali e devono essere smaltiti con tracciabilità, secondo la normativa sui rifiuti non domestici.


E i vasi da giardinaggio?

  • Vasi in plastica: possono essere riciclati, se ben puliti;
  • Vasi in terracotta o ceramica: vanno conferiti nel secco residuo o direttamente in discarica.

Multe e sanzioni: cosa si rischia

Chi non rispetta le regole di smaltimento può incorrere in sanzioni amministrative che variano da 50 euro fino a oltre 600 euro, in base alla gravità della violazione e alla normativa locale.

I casi più gravi sono:

  • Abbandono di rifiuti sul suolo pubblico
  • Creazione di potenziale intralcio o rischio per la sicurezza stradale
  • Incendio di rifiuti vegetali non autorizzato

Conclusione

Il giardinaggio è un’attività salutare e benefica, ma comporta responsabilità anche nello smaltimento dei rifiuti. Verifica sempre il regolamento comunale del tuo territorio, usa i contenitori corretti o recati nelle isole ecologiche. Solo così potrai evitare sanzioni e contribuire a un ambiente più pulito e sostenibile.

Assegno di Inclusione 2025: attenzione alla convocazione per la visita medica, puoi perdere il sussidio

Chi percepisce l’Assegno di Inclusione rischia la sospensione del beneficio se non si presenta alla visita medica funzionale o agli appuntamenti con i servizi sociali. Ecco cosa prevede la normativa.

Confermata anche per il 2025 la misura dell’Assegno di Inclusione (ADI), il sussidio economico che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza e che punta a sostenere le famiglie più fragili. Ma attenzione: saltare gli appuntamenti con i servizi sociali o non rispondere alla convocazione per la visita medica può costare caro.

A chi spetta l’Assegno di Inclusione 2025?

L’ADI è destinato ai nuclei familiari con almeno una delle seguenti condizioni:

  • un componente disabile;
  • un minore;
  • un over 60;
  • un soggetto in condizione di svantaggio, seguito da servizi socio-sanitari pubblici.

Il beneficio economico si attiva solo dopo la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) e l’adesione a un percorso di inclusione sociale e lavorativa. In pratica, chi riceve l’ADI deve impegnarsi attivamente nella ricerca di un lavoro e partecipare a incontri formativi o attività per la collettività (PUC).

Visita medica funzionale: obbligo da non ignorare

Proprio in questi mesi, molti beneficiari stanno ricevendo una convocazione per la visita medica funzionale, prevista come passaggio obbligatorio per accedere o proseguire le attività nei Progetti Utili alla Collettività.

Ignorare l’appuntamento o non presentarsi senza giustificazione comporta la perdita dell’assegno, come previsto dall’art. 8, comma 6, lettera c) del DL 48/2023.

Cosa succede se non ti presenti?

  • Revoca dell’ADI in caso di assenza ingiustificata a visite o incontri;
  • Decadenza immediata se non si partecipa ai PUC previsti;
  • Controlli INPS attivi per verificare i dati reddituali e familiari dichiarati;
  • Obbligo di aggiornare tempestivamente ogni variazione.

Se hai ricevuto una lettera dai servizi sociali o un messaggio dall’INPS, non sottovalutarlo: è parte integrante del percorso di inclusione. In caso di dubbi, è consigliabile recarsi personalmente presso la sede di riferimento per evitare sospensioni del beneficio.

A Cianciana primo ambulatorio infermieristico comunale dell’Agrigentino

Sarà inaugurato venerdì 11 aprile, alle 18, il primo ambulatorio infermieristico comunale dell’Agrigentino con sede a Cianciana, promosso dall’infermiera Angela Bondì con il supporto del sindaco Francesco Martorana e dell’associazione Insieme per la salute, presieduta da Vincenzo Perzia.

Due anni di lavoro, impegno e trafile burocratiche per la definizione del progetto, sostenuto economicamente con i fondi individuati dal sindaco Martorana che, da venerdì prossimo, sarà a disposizione dei cittadini, mattina e pomeriggio, nella sede del Centro sociale. I cittadini potranno accedervi muniti di prescrizione medica e usufruire di prestazioni di natura infermieristica mentre gli infermieri svolgeranno la propria attività a titolo di volontariato e, solo in una seconda fase, per continuare a finanziare il progetto, sarà possibile accedere ai fondi del 5xmille.

“Questa è una grande opportunità per la comunità montana di Cianciana e per le aree limitrofe – afferma Salvatore Occhipinti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Agrigento – e, ci auguriamo, sia il primo passo verso l’apertura di altri ambulatori infermieristici sul nostro territorio. L’ambulatorio infermieristico, difatti, è un importante punto strategico per l’assistenza di prossimità per tutti i cittadini, soprattutto, per le persone anziane e i soggetti fragili che hanno difficoltà negli spostamenti, e denota come l’infermiere oggi abbia raggiunto un rilevante grado di autonomia per garantire l’assistenza sanitaria e i trattamenti di salute. Non possiamo che ringraziare Angela Bondì, l’associazione Insieme per la salute con il presidente Perzia e il sindaco Martorana – conclude il presidente Occhipinti – per l’impegno profuso che ha reso possibile la realizzazione del progetto”.