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Sciacca con 1500 abbonati entro maggio, Rizzuto: “Inizio incoraggiante” (Video)

L’obiettivo dei 1500 abbonati entro maggio 2025 per fare in modo che l’Unitas Sciacca possa chiedere il ripescaggio in serie D o allestire una squadra di vertice nel prossimo campionato di Eccellenza, puntando alla promozione, non è impossibile da raggiungere. Il presidente della società, Ignazio Rizzuto, fa sapere, infatti, che l’inizio è stato incoraggiante e che la gente, nei primi giorni di attività, ha iniziato a rispondere.

Lo Sciacca punta a 1500 abbonamenti (100 euro per la gradinata e 150 per la tribuna) entro il 31 maggio prossimo per rafforzare la squadra con qualche elemento in grado di fare compiere il salto di qualità e con la conferma del tecnico, Angelo Galfano.

“Giocatori e allenatore aspettano noi – dice Rizzuto – e se le cose continueranno ad andare bene riusciremo a prenderci belle soddisfazioni”.

La società ha annunciato che se il progetto, invece, non dovesse andare in porto per adesioni non sufficienti chi avrà aderito all’iniziativa sarà rimborsato del denaro che ha versato.

Aumenti stipendio dipendenti pubblici 2025: la proposta ARAN tra disparità e nuovi fondi

Con l’approvazione del Decreto Legge 25/2025, arrivano aumenti di stipendio per molti dipendenti della Pubblica Amministrazione, ma restano esclusi gli Enti Locali, come Comuni, Province e Città Metropolitane. Una differenza che sta creando forti tensioni tra i lavoratori del settore e che l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale) punta a superare con una proposta mirata.


📉 La disparità tra Funzioni Centrali e Locali

Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio esodo di personale dagli enti locali verso altre amministrazioni centrali, attratti da trattamenti economici più vantaggiosi. Le cause principali sono:

  • Divario retributivo storico rispetto ad altri comparti della PA;
  • Carichi di lavoro elevati e mancanza di incentivi nei Comuni;
  • Perdita di efficienza nei servizi locali a causa del turnover continuo.

A peggiorare la situazione, il DL 25/2025 ha previsto risorse aggiuntive per le Amministrazioni Centrali, lasciando però fuori gli enti locali, con una differenza media di 170 euro netti al mese.


🧩 La proposta ARAN per colmare il gap

Per risolvere questa situazione, l’ARAN propone di superare il tetto al trattamento accessorio previsto dal D. Lgs. 75/2017, permettendo così agli enti locali di utilizzare risorse proprie per aumentare la retribuzione dei dipendenti, trattenere il personale qualificato e ridurre il divario con le funzioni centrali.


💶 Gli aumenti per i dipendenti delle Amministrazioni Centrali

L’art. 14 del DL 25/2025 ha introdotto diverse misure di incremento retributivo per i dipendenti dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio:

  • Fondo da 190 milioni di euro annui per la contrattazione integrativa;
  • Incremento di 90.000 euro annui per l’Agenzia Italiana per la Gioventù;
  • Armonizzazione economica per il personale ANSFISA e Ispettorato del Lavoro;
  • 2 milioni di euro annui per adeguare gli stipendi del personale diplomatico;
  • Assicurazione sanitaria integrativa per il personale scolastico (20 mln nel 2025, 50 mln annui dal 2026).

📈 Nuove indennità già in busta paga

A partire da aprile 2025, ai dipendenti pubblici vengono riconosciute:

  • Indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,6% (e 1% da luglio);
  • Anticipo sul rinnovo contrattuale 2022-2024 pari al 3,35%.

Questi importi sono già visibili nella busta paga mensile.


🗂️ La richiesta dei sindacati: “Serve equità retributiva”

I sindacati chiedono ora un piano di equiparazione graduale, in quanto le differenze tra comparti della PA possono superare il 20%. Colmare tale disuguaglianza richiederà risorse, pianificazione e una revisione organica dei trattamenti economici.


📝 Conclusione: un passo verso una PA più giusta

La proposta ARAN e gli emendamenti all’art. 14 del decreto vogliono riequilibrare il trattamento economico tra i dipendenti della Pubblica Amministrazione, sostenendo chi lavora negli enti locali. Il prossimo passo sarà verificare quali misure saranno confermate nella legge di conversione del DL e quali risorse saranno effettivamente stanziate per rendere più equa la retribuzione di tutti i dipendenti pubblici italiani.

La farmacia dell’ospedale di Sciacca: “Garantite tutte le chemioterapie”

Un allagamento determinato dalla rottura di un tubo al piano superiore della farmacia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca ha determinato il rallentamento delle chemioterapie che, però, sono state tutte assicurate durante la giornata di oggi, martedì 15 aprile. E’ quanto si apprende dalla farmacia del Giovanni Paolo II e dall’unità operativa di Oncologia.

Il problema che si è determinato, improvvisamente, con la rottura del tubo nella foresteria del nosocomio saccense è stato fronteggiato dalla farmacia con il trasferimento degli operatori di Sciacca presso la camera bianca dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento. “Purtroppo – fanno sapere dalla farmacia – c’è stato un ritardo dovendo lavorare ad Agrigento, ma tutte le terapie sono state assicurate”.

I lavori per riportare alla normalità l’attività della camera bianca della farmacia dell’ospedale di Sciacca andranno avanti per alcuni giorni, ma si sta predisponendo un sistema per ridurre al minimo i tempi di intervento sia pure operando per una fase importante in un’altra città.

Il problema è stato sollevato dall’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della Dc all’Ars.

Bonus anziani 2025 da 850 euro al mese: a chi spetta, come fare domanda e scadenze

Nel 2025 arriva un importante sostegno economico per gli over 80 in condizioni di non autosufficienza. Si tratta del bonus anziani da 850 euro al mese, una prestazione universale pensata per garantire assistenza a chi ha bisogno di cure domiciliari e un ISEE inferiore a 6.000 euro. Il contributo sarà erogato fino al 31 dicembre 2026.

Vediamo nel dettaglio a chi spetta, come richiederlo e quali sono i requisiti da rispettare per non perdere questa opportunità.


Cos’è il bonus anziani 2025 e quanto vale

Il bonus anziani 2025, ufficialmente denominato Prestazione universale per la non autosufficienza, prevede un contributo mensile di 850 euro, composto da:

  • quota fissa (indennità di accompagnamento);
  • quota integrativa (assegno di assistenza).

L’erogazione parte dal primo giorno del mese in cui si presenta la domanda e ha durata massima di due anni, con scadenza al 31 dicembre 2026.


👴 Requisiti per ottenere il bonus anziani 2025

Per ricevere l’assegno, è necessario soddisfare tutte le seguenti condizioni:

  • Età pari o superiore a 80 anni (anche se si compiono nel mese in cui si fa domanda);
  • Percezione dell’indennità di accompagnamento;
  • ISEE inferiore a 6.000 euro annui;
  • Grave livello di bisogno assistenziale, certificato dall’INPS tramite commissione medica, sulla base di criteri sanitari e sociali predefiniti.

📝 Come fare domanda e fino a quando

La domanda per il bonus anziani si presenta:

  • online, tramite il portale INPS, sezione “Sostegni, sussidi e indennità”;
  • con SPID, CIE o CNS;
  • oppure, rivolgendosi direttamente a un patronato.

La domanda può essere inviata dal primo giorno del mese in cui si compiono 80 anni. Il termine ultimo per farne richiesta è il 31 dicembre 2026.

Dopo la presentazione, verranno verificati i requisiti da parte dell’INPS e, se idonei, si inizierà a percepire l’importo mensile stabilito.


ℹ️ In attesa del decreto attuativo

L’INPS ha già pubblicato una circolare con le prime indicazioni operative. Tuttavia, per l’attivazione definitiva della misura, si attende il decreto attuativo del Ministero del Lavoro, che chiarirà nel dettaglio le modalità di accesso, verifica e pagamento.


📌 Conclusione

Il bonus anziani 2025 rappresenta una misura cruciale per sostenere gli over 80 non autosufficienti e con basso reddito, offrendo un sussidio mensile fino a 850 euro per favorire l’assistenza domiciliare. Per non perdere il diritto, è importante informarsi tempestivamente e procedere con la domanda tramite INPS o patronato, appena si compiono gli 80 anni.

Non funziona la “camera bianca” del Giovanni Paolo II, disagi per i pazienti oncologici

I pazienti del reparto di oncologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, insieme ai loro familiari, da due giorni, convivono con gravissimi, imperdonabili ritardi legati alla preparazione dei farmaci per le cure a loro riservate. Lo riferisce in una nota il capogruppo della DC all’Ars, Carmelo Pace.

Quelli che Pace definisce “inaccettabili disservizi” sono legati al malfunzionamento della cosiddetta “camera bianca”, gia’ segnalato dal Responsabile dell’Unità operativa e ancora oggi senza alcuna risposta positiva.

Riferisce sempre Pace che da due giorni un’équipe di medici si reca all’ospedale di Agrigento, con tutte le difficoltà del caso aggravate da ritardi inammissibili, per preparare questi farmaci salvavita.

“Nel ringraziare gli operatori sanitari – conclude Pace – dei due presìdi interessati per la professionalità che, ancora una volta, stanno dimostrando nell’affrontare al meglio una situazione di emergenza, chiedo pubblicamente all’Asp di Agrigento e alla Direzione di Sciacca di intervenire immediatamente per tutelare il diritto alla salute dei nostri concittadini”

Pullman a fuoco sulla Menfi-Santa Margherita, illesi gli occupanti

Incendio poco prima delle 14 di oggi nella località Feudotto sulla strada provinciale che collega Menfi a Santa Margherita Belice.

Si è sviluppato sul pullman utilizzato per il trasporto degli studenti pendolari. Tempestivo l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno evitato il propagarsi delle fiamme, ma gli studenti, una ventina, erano già scesi dal pullman.

Era stato l’autista, accortosi del fumo, a fermare il mezzo facendo scendere gli studenti.

Spese condominiali non pagate? Stop al pignoramento con il nuovo Decreto Bollette 2025

Una novità importante arriva per i proprietari di casa in difficoltà economica: il Decreto Bollette 2025 introduce una sospensione del pignoramento per chi non riesce a saldare le spese condominiali, ma si trova in una situazione di fragilità economica e possiede solo un immobile ad uso abitativo principale.

Chi è tutelato dalla nuova misura?

L’emendamento al D.L. 19/2025, proposto da Silvio Giovine (Fratelli d’Italia), protegge i proprietari con debiti inferiori a 5.000 euro, a patto che:

  • si tratti dell’unico immobile di proprietà del debitore;
  • l’abitazione sia prima casa, non di lusso (categorie catastali escluse: A/8 e A/9);
  • il debitore risieda nell’immobile;
  • si rientri in specifiche condizioni di vulnerabilità, tra cui:
    • età superiore ai 75 anni;
    • disabilità riconosciuta;
    • utilizzo di dispositivi salvavita elettrici;
    • ISEE basso o altra documentazione che attesti lo stato di bisogno.

I condomìni possono ancora tutelarsi?

Sì. Sebbene il pignoramento sia sospeso per i soggetti vulnerabili, il condominio potrà iscrivere ipoteca sull’immobile (ex art. 2818 c.c.), garantendo comunque il recupero del credito in futuro.

In aggiunta, la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea) potrà rivalersi sui beni mobili del debitore tramite un privilegio generale per il recupero delle spese energetiche condominiali.


🧾 Altri aiuti previsti dal Decreto Bollette 2025

Il provvedimento si inserisce in una più ampia strategia di tutela dei soggetti fragili, con le seguenti misure:

  • Bonus da 200 euro per nuclei con ISEE fino a 9.530 euro;
  • Bonus da 200 euro anche per ISEE tra 9.530 e 25.000 euro;
  • Sostegno valido per 3 mesi, anziché per l’intero anno, a causa della disponibilità limitata di risorse;
  • Rinvio di due anni del passaggio al mercato libero per i clienti vulnerabili e le microimprese;
  • Utilizzo dell’incremento del gettito IVA generato dai rincari di luce e gas per alimentare un fondo a favore dei più deboli.

📝 Conclusioni

Con la nuova sospensione del pignoramento per spese condominiali prevista nel Decreto Bollette 2025, lo Stato tende la mano ai proprietari in difficoltà, ma lascia spazio anche ai condomìni per tutelarsi legalmente. Una misura che bilancia solidarietà sociale e responsabilità civile, da seguire con attenzione.

Tutto pronto a Sciacca per la prima Ztl di primavera

E’ stato attivato il pannello elettronico di via Incisa, a Sciacca, per consentire, a breve, una Ztl che escluda parte del corso Vittorio Emanuele fino alla via Pietro Gerardi. L’obiettivo è quello di una Ztl in primavera, probabilmente già da venerdì 18 aprile, non consentendo il passaggio delle auto, in corso Vittorio Emanuele e in via Licata.

Si dovrebbe trattare di una Ztl durante i fine settimana di primavera. Si attende, però, la delibera di giunta per definire giorni e orari della zona a traffico limitato.

I lavori per il trasferimento del varco di via Incisa, seguiti dal vice comandante della Polizia municipale, commissario Salvino Navarra, sono iniziati già da tempo e completati nelle scorse ore con l’attivazione del pannello elettronico.

L’argomento Ztl è sempre al centro di dibattito in città e vede da un lato chi ritiene utile andare avanti sulla strada della pedonalizzazione del centro storico e dall’altro chi contesta sostenendo che la mancanza di parcheggi limita anche la possibilità di fruire delle aree del centro storico nelle quali è in vigore la zona a traffico limitato.

I varchi eliminano la necessità di installare e delimitare la Ztl con transenne e la custodia di un agente della polizia municipale. Sono dotati di telecamere e di un moderno software che permette la lettura delle targhe in transito consentendo l’accesso soltanto agli autorizzati e sanzionando i trasgressori.

I pannelli attraverso una telecamera rilevano anche il passaggio delle auto e pertanto quelle non autorizzate vengono multate. Adesso i tre impianti, in due diverse zone del corso Vittorio Emanuele e in via Licata, potranno essere messi in funzione per la prima Ztl primaverile. Fino ad oggi, infatti, è stata sempre proposta nel periodo natalizio e durante la stagione estiva.

Concorso di bartender all’Amato Vetrano di Sciacca (Video)

Si è svolta questa mattina, presso l’istituto alberghiero “Amato Vetrano” di Sciacca, la diciottesima edizione del concorso per bartender, un appuntamento ormai consolidato che ogni anno coinvolge studenti e professionisti del settore.

L’edizione di quest’anno ha visto la partecipazione di ospiti come Luca Rossi, Charles Flamminio e Gianfranco Sciacca. A valutare le performance dei giovani partecipanti è stata una giuria tecnica composta da Giovanni Cernigliaro, presidente dell’associazione Bartender Sicilia, e il vicepresidente Antonino Barbalà.

“Durante l’anno scolastico – commenta la dirigente dell’istituto, Nellina Librici – si lavora tanto per questo concorso che è ideato, strutturato e organizzato dalla scuola. Loro (gli alunni, ndr) sono molto stimolati da quello che è la finalità ultima del concorso, di mettersi in gioco e confrontarsi con i coetanei, con esperti del settore”.

Per Cocina la siccità in Sicilia non drammatica, per Curreri i problemi a Sciacca legati alla rete (Video)

L’assessore comunale ai Servizi a Rete, Alessandro Curreri conferma e riferisce quanto il dirigente generale della Protezione civile regionale e coordinatore della Cabina di regia per la siccità, Salvo Cocina aveva gia’ detto nel corso dell’ultima riunione in Prefettura e che oggi ribadisce in un comunicato stampa.

Sulla situazione degli invasi idrici scarsamente riempiti in Sicilia, secondo Cocina , è fondamentale evitare allarmismi ingiustificati, spesso generati da notizie o dichiarazioni non supportate da dati pertinenti e aggiornati.

Cocina oggi afferma che: “E’ fuorviante parlare di esaurimento degli invasi entro sei mesi, così come di situazione drammatica per la città di Palermo. Parole che non rispecchiano la realtà e non danno conto delle attività e degli sforzi fatti da migliaia di operatori pubblici e privati per mitigare una delle più gravi emergenze di rilevo nazionale”.

Mentre l’assessore Curreri si trova d’accordo da quanto detto da Cocina, nel caso specifico di Sciacca parla di una problematica legata principalmente alla rete che crea l’emergenza.

“La situazione – afferma Curreri – e’ drammatica ogni giorno – Si dice che con l’acqua non si vince ma noi facciamo una battaglia tutti i giorni”.

Donare casa a uno solo dei figli: cosa dice la legge e come evitare problemi legali tra eredi

Donare un immobile a uno solo dei figli è possibile, ma bisogna fare attenzione per evitare future contestazioni da parte degli altri eredi. Ecco tutto ciò che devi sapere su cosa prevede la legge italiana e come tutelarsi.

Nel contesto familiare può accadere che un genitore scelga di donare una casa a uno solo dei figli, per motivi affettivi, pratici o economici. Si tratta di una scelta perfettamente lecita, ma che può generare problemi se non si rispettano le regole sulle quote ereditarie spettanti agli altri figli.

È legale donare una casa a un solo figlio?

Sì, la donazione a un solo figlio è legale. La legge italiana non vieta questo tipo di disposizione, ma stabilisce dei limiti ben precisi per proteggere i diritti degli altri eredi, chiamati legittimari: figli, coniuge e, in assenza di questi, i genitori.

Cosa sono le quote legittime?

Alla morte del genitore, il suo patrimonio va diviso tenendo conto di quote che non possono essere toccate: sono le cosiddette quote di legittima. Ad esempio:

  • Se ci sono due figli e nessun coniuge, due terzi dell’eredità spettano ai figli in parti uguali.
  • Un terzo resta disponibile, cioè può essere donato liberamente, anche a uno solo dei figli.

Cosa succede se la donazione supera la quota disponibile?

Se la donazione della casa eccede la quota disponibile e lede i diritti degli altri figli, questi possono chiedere il reintegro della propria quota con un’azione legale chiamata azione di riduzione. È un rimedio che permette di ottenere il ricalcolo dell’eredità, considerando anche il valore della donazione effettuata in vita.

Collazione e dispensa: attenzione alla formula giusta

Al momento della successione, tutte le donazioni fatte in vita vengono considerate nel calcolo del patrimonio ereditario: è l’istituto della collazione. Per evitare ciò, è possibile inserire nell’atto di donazione una dispensa da collazione. Tuttavia, questa non impedisce l’impugnazione da parte dei legittimari se la donazione ha leso la loro quota.

Si può rinunciare ai diritti sull’eredità?

Un figlio può rinunciare all’azione di riduzione, ma solo dopo la morte del genitore. La legge italiana vieta i cosiddetti patti successori, cioè qualsiasi accordo sulla futura eredità mentre il genitore è ancora in vita.

Come evitare problemi e controversie familiari

Per donare casa a un solo figlio in modo consapevole e sicuro, è consigliabile:

  • Verificare con un notaio il valore del patrimonio e delle quote ereditarie.
  • Bilanciare la donazione con altri beni o somme di denaro agli altri figli.
  • Motivare nel testamento le ragioni della scelta, se i rapporti familiari lo consentono.

Entro quanto tempo si può contestare la donazione?

I fratelli lesi nella loro quota legittima possono impugnare la donazione con azione di riduzione entro 10 anni dalla morte del donante. Trascorso questo periodo, la donazione diventa definitiva.


👨‍⚖️ In sintesi: donare una casa a un solo figlio è possibile, ma bisogna agire con prudenza, valutando le implicazioni legali per non compromettere l’armonia familiare e tutelare tutte le parti coinvolte. Una consulenza notarile o legale è sempre consigliata.

Controlli dell’Ispettorato del Lavoro anche a Sciacca, sanzioni per lavoratori a nero e denunce

L’Ispettorato del lavoro ha effettuato una serie di controlli nell’Agrigentino che si sono concentrati in particolare, su Agrigento, Sciacca, Licata e Favara. Due lavoratori a nero su dodici sono stati trovati in una struttura alberghiera e sono state accertate la omessa sorveglianza sanitaria e la omessa formazione sulla sicurezza dei lavoratori. I militari dellArma hanno, dunque adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per lavoro nero, per un importo di 2.500 euro, un provvedimento di prescrizione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per omessa sorveglianza sanitaria e per omessa formazione sui rischi dei lavoratori. Le ammende elevate ammontano a 3.700 euro. Alla struttura alberghiera con successivo verbale unico sarà contestata una maxi-sanzione per lavoro nero per un importo totale di oltre 11.000 euro.

I controlli hanno riguardato anche un’azienda conserviera, un cantiere edile e due aziende agricole dove, di fatto, sono state trovate numerose irregolarità e violazioni alle normative.

I controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Agrigento e del Nucleo
Operativo del Comando Gruppo Tutela Lavoro di Palermo, in sinergia con l’Arma territoriale, nei
cantieri edili di tutta la provincia Agrigentina per verificare il rispetto delle normative giuslavoristiche
e l’applicazione delle leggi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nell’ultima settimana, sono state controllate 10 imprese nel delicato settore edile impegnate in vari cantieri avviati a Lampedusa.
A seguito di accurate verifiche e mirati accessi ispettivi presso quelle aziende, i Carabinieri specializzati nella tutela del lavoro hanno denunciato, alla competente Procura della Repubblica 10 persone, tra committenti, imprenditori, e professionisti, ovvero i coordinatori della sicurezza dei lavori, questi ultimi ritenuti responsabili di non aver opportunamente vigilato sulla messa in sicurezza dei cantieri.
In sede di ispezione sono stai controllati 21 lavoratori, di cui 1 in nero e 4 irregolari.
Sono state, inoltre, elevate sanzioni amministrative per un totale complessivo di circa 80.000 mila euro
Si è provveduto, altresì a sospendere l’attività imprenditoriale di 4 imprese, impedendo – così –
alle ditte di continuare a lavorare in circostanze di massimo pericolo per la sicurezza dei propri operai.