Fiction tv ispirata al libro del magistrato bivonese Alfonso Sabella

Si intitola «Il cacciatore» la nuova serie in onda su Raidue dal 14 marzo in sei puntate. Un racconto liberamente ispirata al libro autobiografico del magistrato bivonese Alfonso Sabella, «Cacciatore di mafiosi». La serie ripercorre le vicende di un pm che, entrato appena trentenne nel pool antimafia, diventa il protagonista della caccia alla criminalità organizzata nella stagione immediatamente successiva alle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Lo stesso Sabella ha collaborato alla sceneggiatura della serie tv
 

Anche sei comuni dell’agrigentino tra i 56 comuni siciliani dai quali mancano soldi di tributi versati

Ci sono anche sei comuni agrigentini nell’ elenco dei Municipi dove i soldi, tasse pagate dai cittadini, sono spariti.

Avevano affidato il servizio di riscossione dei tributi a società, a volte neppure iscritte all’albo di settore, che poi pur avendo incassato le tasse non hanno, appunto, versato i soldi agli enti. Un’inchiesta partita dalla Corte dei Conti sistema che è alla base della crisi finanziaria di molti Comuni. I sei comuni della provincia di Agrigento sono: Naro, dal quale mancano 1.484.365 euro; Aragona, all’appello non ci sono più 231.194 euro; Campobello di Licata: 106.291 euro; Ravanusa: 169.681 euro; Palma di Montechiaro: soltanto, 50 mila euro e  infine, Favara: 640.012 euro. In tutto, nei 56 comuni, stando sempre alla Procura della Corte dei Conti, mancherebbero 20 milioni 560 mila euro.
 
 

La famiglia del piccolo deceduto a Palermo per una meningite fulminante chiede la verità: “Vogliamo sapere se ci sono responsabilità”

La famiglia del bambino di 14 mesi morto a causa di una sepsi meningococcica fulminante,  annuncia che farà un esposto alla procura sul perché sia stato prima visitato e dimesso al “Buccheri La Ferla”, dove sarebbe stato curato per un trauma cranico e per la febbre, e dopo all’ospedale dei Bambini. Martedì il bimbo stava bene ed era vispo e vivace, come raccontano i familiari, mentre camminava è caduto battendo la testa per terra poi la corsa al Buccheri La Ferla, dove lo hanno visitato e poi dimesso. Il bimbo è deceduto poi all’ospedale Di Cristina dove la famiglia lo ha nuovamente portato quando la febbre si è nuovamente alzata. Nei prossimi giorni, si svolgeranno le esequie del piccolo.  

Aggrediscono e minacciano due connazionali per pochi spiccioli e della carne, arrestati due tunisini a Ribera

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Sono stati individuati i due tunisini, che avrebbero dapprima aggredito e poi malmenato due connazionali nel tentativo di derubarli. Le due vittime stavano preparando una cena all’aperto con i pochi mezzi a disposizione, quando improvvisamente venivano accerchiati dai connazionali che gli hanno intimato di consegnare i soldi in possesso ed i pochi alimenti che avevano appena acquistato. Ma al diniego da parte dei due giovani, sono iniziate le minacce di morte ed una pesante rissa. I due ragazzi,  sono  stati malmenati, presi a calci e percossi ripetutamente anche con l’utilizzo di bottiglie di vetro rotte. I  due giovani magrebini rispettivamente di 20 e 23 anni sono stati soccorsi e accompagnati dai carabinieri al locale nosocomio, dove hanno riportavano lesioni varie anche al volto, iniziavano l’attività di ricerca del gruppo di rapinatori. I militari della locale tenenza hanno subito dopo iniziato l’attività di ricerca su tutto il territorio di Ribera con la collaborazione anche dei militari del nucleo operativo della compagnia di Sciacca oltre a quelli della locale Tenenza. I due sono stati individuati, si tratta di Kalil Karoui di 31 anni e Safoine Moussa di 23 anni, entrambi nulla facenti. Entrambi sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, per il rischio che possano lasciare il Paese ed associati come disposto dal dottor Del Turco della Procura della Repubblica di Sciacca, in attesa di giudizio immediato, presso il locale carcere. Sono  accusati di rapina aggravata, minacce e lesioni. I due inoltre sono stati denunciati in quanto clandestini e già destinatari di decreto di espulsione. Le vittime tunisine, hanno collaborato con le forze dell’ordine al fine di rintracciare ed arrestare i propri aggressori connazionali.

Non c’è tempo per trasferire in ospedale una donna di Sciacca e il personale del 118 la fa partorire a casa

Brillante intervento del personale del 118 di Sciacca che ha fatto partorire una donna nella sua abitazione di contrada Bordea. Quando il medico Pino Trafficanti, l’infermiera Mirella Garone e l’autista soccorritore Sebastian Giuseppe Fazio sono arrivati nella casa della donna non c’era più tempo per trasferirla in ospedale e così l’hanno fatta partorire subito. Marisol, la piccola, che sta bene e pesa 3 chili e 50 grammi, è la primogenita di Veronica Noto e Maurizio Sabella. Dopo il parto la neonata e la madre sono state trasferite nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Sciacca. Nella foto, Marisol sull’ambulanza con Pino Trafficanti e Mirella Garone

Restano in carcere quattro indagati di Menfi e Sciacca nell’operazione antimafia “Opuntia”, lo decide il Tribunale del Riesame

Rimangono in carcere quattro indagati nell’operazione antimafia “Opuntia”. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Palermo che ha rigettato le istanze di revoca della misura cautelare per Vito Riggio, Matteo Mistretta e Tommaso Gulotta, tutti di Menfi, e per Domenico Friscia, di Sciacca. I giudici del Riesame devono ancora pronunciarsi sull’istanza riguardante il medico di Menfi Pellegrino Scririca. Dichiarata l’inammissibilità dell’istanza presentata dall’avvocato Luigi La Placa per Cosimo e Giuseppe Alesi, di Menfi, che sono già stati rimessi in libertà dal giudice del Tribunale di Palermo. Il legale chiedeva l’annullamento della misura contestando i gravi indizi di colpevolezza.

Cinque cuccioli di maremmano salvati a Ragusa, erano stati gettati nel fiume

I Carabinieri sono riusciti a salvarli appena in tempo, ma il loro abbandono nel letto del fiume avrebbe inevitalbilmente segnato il destino dei cinque cuccioli di cane di razza maremmana ritrovati nel letto del fiume Irminio in provincia di Ragusa. Per il fatto, e’ stato denunciato un settattenne,pensionato, del posto che secondo le indagini,  avrebbe lasciato proprio li’ la scatola di cartone nella quale sono stati ritrovati i cagnolini. Adesso, si cerca la disponibilita’ di chi vorra’ adottarli.

C’erano una volta i comizi in piazza, quando il candidato parlava al popolo. Oggi la politica viaggia in streaming e nei salotti Tv

C’erano una volta i comizi. Era l’epoca della comunità che si raccoglieva sotto il palco, ad ascoltare le proposte dei candidati. Ebbene sì, perfino quelle di chi ambiva al Parlamento nazionale. Era ancora, quella, l’epoca in cui, andando al seggio, bisognava scegliere il proprio onorevole o senatore che fosse. A mezzanotte termina la campagna elettorale. E da queste parti di comizio non se n’è visto nemmeno uno. In principio furono i numeri. Era sufficiente, accanto al simbolo del partito prescelto, scrivere quello corrispondente al proprio candidato. Poi arrivarono gli abbinamenti, quando le preferenze erano multiple. Si potevano indicare addirittura quattro candidati. Poi dopo il referendum Segni del ’91 non fu più possibile. Non solo: niente più numeri, bisognava indicare il nome del proprio candidato. È di anni più recenti l’era delle liste bloccate, quelle che non necessitano di alcuna indicazione specifica. Perché i candidati sono già stati decisi dalle segreterie nazionali. È sufficiente solo indicare il simbolo di partito che si preferisce. C’è ancora bisogno di domandarsi come mai non ci sono più i comizi? Il motivo per il quale non ce n’è più bisogno? Già, perché i leader nazionali ormai parlano in streaming su internet, scelgono una piazza simbolica, che poi si trasforma in virtuale. Tutt’al più comunicano attraverso spot accattivanti. Oppure ancora siedono sulle comode poltrone dei talk-show. Il comizio in piazza resiste ancora (chissà fino a quando) per le amministrative. È diventato faticoso anche per le Comunali. Ma per le Politiche no, non è più necessario. Perché il voto è stato sostanzialmente svuotato del ruolo di adesione ad una proposta. Resta, con tutti i difetti, però, l’unico modo di cui il cittadino dispone, da Bolzano a Sciacca, per essere partecipi della vita democratica. Anche senza necessità di comiziare.

Fenomeno Chiara Di Quarto, ragazzine in fila al firmacopie della blogger sedicenne

Teenager in visibilio per l’autografo del libro di Chiara Di Quarto, blogger sedicenne palermitana che vanta già quattrocento mila follower e migliaia di visualizzazione su youtube. Fin dalla prime ore del pomeriggio di oggi, le sue fan hanno invasato il cortile della libreria Ubik di Sciacca che ha organizzato l’appuntamento. Un fenomeno che corre sui social da Instagram al Canale Youtube dove, come racconta la stessa Chiara, circa tre anni fa, ha iniziato a postare i suo video su beauty e moda riscuotendo sempre più seguaci, fino a diventare una delle più cliccate dalle giovanissime. “Io sono come loro – racconta la palermitanissima Chiara – non mi sento diversa da loro e credo che chi mi segue apprezzi principalmente questo di me”. C’è chi scatta una foto, chi l’abbraccia calorosamente. Bambine e appena ragazzine principalmente tra i suoi ammiratori che dopo averla incontrata si lasciano andare a grandi sorrisi: tanta l’emozione di trovarsi di fronte la propria beniamina. Un tale successo che neanche i genitori di Chiara Di Quarto si spiegano. Papà impiegato e mamma casalinga: sono loro ad accompagnare la ragazzina in giro per la promozione del suo “Il meraviglioso mondo di Chiara”, una sorta di evoluzione 2.0 della rivista adolescenziale degli anni ’90 “Cioè”: belle frasi, parole, consigli e segreti per adolescenti perché è vero che adesso tutto scorre sul web, ma il “tempo delle mele” resta pur  sempre il “tempo delle mele”… (Nella foto, Chiara Di Quarto con le sue fan saccensi Egla Rabito, Giusy Augello e Giorgia Guardino) (In questo scatto, Chiara con un’altra ammiratrice, Giorgia Guardino)

La Procura di Sciacca chiede la convalida e la custodia in carcere per i tre romeni indagati per ricettazione di denaro e preziosi per 100 mila euro

Polizia e carabinieri sono in piena azione, a Ribera, per definire ogni aspetto dell’indagine che ha portato al fermo di indiziato di delitto per M.A.F., di 32 anni, N.T.D, di 18 enne, e P.G.M., di 26, con sequestro di denaro e preziosi per complessivi 100 mila euro. Domani, alle 9, nel carcere di Sciacca,  l’udienza di convalida da parte del Gip del Tribunale di Sciacca, Rosario Di Gioia, al quale il sostituto procuratore Carlo Boranga ha chiesto la convalida e dei fermi e la custodia cautelare in carcere degli indagati. Per la Procura della Repubblica il magistrato che si occupa della vicenda è il sostituto Carlo Boranga. Polizia e carabinieri ritengono che denaro e preziosi siano provento di furti perpetrati nella zona ed i tre sono finiti in carcere per ricettazione. Domani, assistiti dai loro difensori, gli avvocati Giovanni Forte e Giuseppe Tramuta, avranno la possibilità di rispondere alle domande del giudice e potranno avvalersi della facoltà di non rispondere.