Palermo. Giro di biglietti falsi per le partite del Palermo: in 9 ai domiciliari

0
La Guardia di Finanza ha posto agli arresti domiciliari nove persone e notificato un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo nell’ ambito di un’inchiesta della Procura sulla vendita di biglietti falsi allo stadio “Renzo Barbera”. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di smantellare due presunte associazioni per delinquere accusate di essere dedite alla truffa e all’accesso abusivo a sistemi informatici che avrebbe consentito la falsa intestazione, l’emissione e la vendita dei tagliandi per le partite casalinghe del Palermo calcio. In particolare, i biglietti risultavano essere intestati a soggetti inesistenti e titolari di agevolazioni e sconti (under 14, over 65, donne). È stato accertato come oltre il 60% dei titoli ridotti emessi per gli incontri di campionato erano intestati a soggetti inesistenti con la successiva e fraudolenta immissione sul circuito di vendita di oltre 4.000 tagliandi. Secondo le indagini, le due organizzazioni che gestivano l’affare erano composte da titolari di ricevitorie autorizzate, dai cosiddetti “bagarini”, da capi ultras e esponenti di spicco del tifo organizzato rosanero”. Le attività d’indagine, durate circa un anno, hanno portato anche alla segnalazione all’autorità giudiziaria di altri 23 indagati e al deferimento alla Prefettura di 65 persone per violazioni amministrative. Nel corso delle indagini, sono stati, inoltre, sequestrati 123 titoli falsi, alcuni dei quali acquistati e intestati addirittura a persone decedute.

Catania. Turbativa d’asta, 8 arresti. Coinvolto anche il sindaco di Acireale

0
Otto persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Catania per corruzione e turbativa d’asta a conclusione di indagini sui Comuni di Acireale e Malvagna (Messina). Tra i destinatari del provvedimento cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale etnea, anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, eletto con una lista civica. Roberto Barbagallo, 42 anni, era stato eletto sindaco di Acireale nel giugno del 2014. Con i suoi 15.573 voti, appoggiato da liste civiche del centrosinistra, aveva quasi doppiato, nel turno di ballottaggio, il candidato del centrodestra, Michele Di Re (8.939 preferenze). Laureato in ingegneria civile all’università degli Studi di Catania con una specializzazione in idraulica è un libero professionista. Nel 2009 era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Politicamente è considerato vicino al deputato regionale Nicola D’Agostino. Sull’operazione della guardia di finanza il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, terrà un incontro con i giornalisti alle 10 nella sala stampa della Procura

Mattanza di cani a Sciacca, il Codacons: “Istituire taglia da 50 mila euro per chi permette di scoprire il colpevole”

«Fermate la strage dei cani in Sicilia» è l’appello lanciato dal Segretario Nazionale del Codacons Francesco Tanasi a seguito di sempre più recenti e ravvicinati fatti di cronaca ad oggetto l’avvelenamento di cani randagi e non, un fenomeno che purtroppo si sta estendendo a macchia di leopardo in tutta la Sicilia, con una frequenza che non lascia alcuna tregua. Tanasi, pertanto, scende in campo e dà vita a una TASK FORCE DI LEGALI, guidata dalla penalista Avv. Giuseppina Chiara Reale, che è pronta a dare assistenza a tutte le associazioni animaliste siciliane, così da promuovere una costituzione di massa dei siciliani contro «i responsabili di questi delitti – dice Tanasi – che devono essere puniti con celerità per evitare il reiterarsi di simili scempi». Ma il Segretario Nazionale va oltre l’appello: lancia a tutti i comuni siciliani e alla Regione la proposta di istituire una taglia di 50mila euro a favore di chiunque identifichi i responsabili o riesca a permetterne l’identificazione, con successiva pena.

Acqua. Guasto elettrico a Ribera, problemi di erogazione oggi e domani anche a Calamonaci

A causa di un guasto elettrico al sollevamento idrico “Verdura”, provocato dal maltempo, è stata sospesa la fornitura idrica ai serbatoi comunali di Ribera e, di conseguenza, all’impianto del sollevamento idrico per il Comune di Calamonaci. Per tale motivo la distribuzione idrica nel Comune di Ribera, nella giornata di oggi e domani potrà subire limitazioni e/o slittamenti, mentre la distribuzione nel Comune di Calamonaci è temporaneamente sospesa. A conclusione degli interventi di riparazione del guasto, sarà ripristinata la fornitura idrica nei Comuni di Ribera e Calamonaci, e consequenzialmente la distribuzione idrica tornerà regolare, normalizzandosi nel rispetto dei necessari tempi tecnici.

Acqua inquinata in alcuni punti rete e cisterne delle vie Nastasi, del Sole e Sarno

È inquinata l’acqua delle riserve idriche di accumulo e dei punti rete di alcune residenze situate in via Brigadiere Nastasi (nn. 34, 37 e 40), di via del Sole (nn. 38 e 42) e via Sarno (n. 8). Lo riferisce Girgenti Acque, che rivela così i dati delle ultime analisi microbiologiche. In via cautelativa, e in attesa delle determinazioni delle Autorità competenti, per questi punti rete è stata disposta la chiusura della fornitura idrica. Girgenti Acque fa sapere di aver già provveduto alla pulizia delle riserve idriche a servizio delle utenze (risultate non conformi) ed al rifornimento sostitutivo a mezzo di autobotte. La società assicura che gli operatori ed i tecnici stanno ponendo in essere quanto necessario per individuare le cause della non conformità riscontrata e per pervenire ad una rapida risoluzione della problematica in oggetto.

Per la procura di Agrigento l’ATO idrico favoriva illecitamente Girgenti Acque S.p.A. e il suo presidente Marco Campione

Piuttosto che vigilare sull’operato di Girgenti Acque, l’ATO idrico favoriva illecitamente sia la stessa società, sia il suo presidente Marco Campione. Sarebbero giunti a queste conclusioni i magistrati della procura della Repubblica di Agrigento che continuano a indagare senza sosta sull’ente gestore privato delle risorse idriche pubbliche. L’inchiesta è quella che nelle settimane scorse è culminata con l’avviso di proroga di indagini a carico di una settantina di persone tra amministratori, politici, giornalisti e funzionari. Tra di loro, com’è noto, anche l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede. E si è appreso nelle scorse ore che tra gli indagati c’è anche il direttore generale dell’Ambito Territoriale Ottimale ing. Bernardo Barone. Non a caso, proprio oggi, sono stati perquisiti gli uffici dell’ATO di Agrigento, situati nella Zona industriale di Aragona. Edificio dirimpettaio della sede di Girgenti Acque S.p.A. Personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza e del NOE dei Carabinieri di Palermo hanno sequestrato una corposa documentazione sulla gestione del Servizio Idrico Integrato da parte di Girgenti Acque, in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dai P.M. che compongono il “pool” coordinato dal procuratore capo Luigi Patronaggio e che è composto da Salvatore Vella, Alessandra Russo e Paola Vetro. Un’indagine che ha visto finire sotto inchiesta anche diversi esponenti politici, accusati di “voto di scambio” nell’ambito di favori nelle assunzioni di alcuni dei lavoratori dell’ente. Tra le ipotesi di reato: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa, ricettazione, reati ambientali e false comunicazioni societarie.

Pestaggio militante Forza Nuova, due persone fermate

0
Le videocamere li hanno incastrati.  Sono state individuate e fermate così le due persone che hanno effettuato l’aggressione del segretario provinciale di Forza Nuova, Massimo Ursino, pestato ieri sera a Palermo, con l’accusa di tentato omicidio. Si tratta di Giovanni Codraro, 25 anni, e Carlo Mancuso, 27 anni, con precedenti specifici. Altre quattro persone, tra le quali vi sarebbe una ragazza, sono state denunciate a piede libero per lo stesso reato. Gli elementi raccolti dagli investigatori a carico dei due fermati, insieme alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona dove è avvenuta l’aggressione, hanno consentito di far scattare i provvedimento.
 

WWF Sicilia, Bonfanti: “Trasformare Sciacca da luogo dell’emergenza a posto virtuoso della lotta al randagismo”

0
Si stanno valutando tutte le possibili soluzioni, il Comune di Sciacca impegnato in queste ore a risolvere l’emergenza del randagismo dopo l’avvelenamento dei 25 randagi dello scorso giovedì. Nel primo pomeriggio di oggi si è svolta una riunione al Comune alla presenza di Ennio Bonfanti, responsabile delle Guardie Ambientali del WWF di Sciacca, accompagnato da Giuseppe Mazzotta, presidente dell’area mediterranea del WWF. Bonfanti, esperto del fenomeno, ha illustrato alla sindaca e all’assessore Paolo Mandracchia le azioni da poter intraprendere per una lotta più serrata al randagismo. “Da questo fatto negativo – ha detto Bonfanti – dobbiamo fare di Sciacca un posto virtuoso dal quale prendere esempio per altri comuni”.

Randagismo: ieri vertice in Prefettura. Il corteo di domenica non preoccupa le forze dell’ordine

Il corteo animalista in programma domenica pomeriggio è stato al centro nelle scorse ore ad Agrigento di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto Dario Caputo. Manifestazione alla quale si attende una nutrita partecipazione di persone provenienti da ogni parte della Sicilia e non solo. Pare che siano numerosi i pullman già organizzati con destinazione Sciacca. Una manifestazione che per le forze dell’ordine non ha un significato preoccupante rispetto a qualsiasi altro corteo, e questo è sicuramente un fatto molto positivo.

Nel frattempo prosegue anche l’indagine giudiziaria, nel tentativo di risalire al responsabile o ai responsabili di quanto accaduto la scorsa settimana, allo spargimento di polpette avvelenate con un potente disinfestante nella zona di Muciare. Dopo le perquisizioni effettuate nei pressi dell’area dove è avvenuto l’avvelenamento dei randagi, i carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica, stanno battendo nuove piste investigative. E, in tale direzione, potrebbero aver già fornito qualche indicazione interessante i filmati della videosorveglianza acquisiti dalle attività commerciali e industriali che si trovano all’altezza di contrada Muciare. Inquirenti e investigatori mantengono comprensibilmente il più stretto riserbo, ma quelle immagini potrebbero avere permesso di identificare alcune persone. Nuovi controlli sono tuttora in corso. Nulla esclude, almeno apparentemente, che possa esserci una svolta già nelle prossime ore. Tanto più che permetterebbe al territorio di riscattare la sua immagine, visto che il fatto di cronaca che si è verificato ha dirottato l’attenzione dei media su Sciacca, e non solo per la mattanza di Muciare, ma anche per i toni piuttosto violenti che si sono rincorsi sui social network nei confronti della popolazione tutta di Sciacca e soprattutto del sindaco Francesca Valenti. La quale, nel corso del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di ieri, dal canto suo ha illustrato la situazione parlando di quello che è accaduto, del fenomeno del randagismo, di tutta l’attività messa in campo dal Comune di Sciacca anche in riferimento al fatto accaduto a Muciare, con la bonifica del territorio e il salvataggio dei cani. Dieci cani adulti, ha fatto sapere il sindaco, sono stati prelevati in questi giorni dall’area privata infestata da esche velenose e trasferiti in un canile convenzionato. Altri dieci cuccioli di cane, sempre di Muciare, sono stati ricoverati presso altre strutture idonee. Altri animali verranno affidati ad associazioni animaliste fuori dal territorio siciliano che ne hanno fatto formale richiesta. L’Amministrazione comunale darà in affidamento animali che si trovano all’interno di canili convenzionati, già sterilizzati, vaccinati e microchippati. Sindaco Valenti che in vista della manifestazione di domenica ha dato la propria disponibilità ad incontrare il comitato organizzatore per fare il punto della situazione e per fornire tutte le informazioni del caso. Intanto continua la campagna della stilista Elisabetta Franchi, che dopo avere incontrato la “iena” Edoardo Stoppa, congratulandosi per i suoi servizi a sostegno delle campagne animaliste, ha acquistato una pagina del quotidiano “la Repubblica” per ribadire la sua indignazione contro le autorità di alcune regioni d’Italia (soprattutto la Sicilia, osserva) per come queste non avrebbero saputo gestire il fenomeno del randagismo. Cita, poi, quella che definisce “barbarie” avvenuta in provincia di Agrigento, e si appella al presidente della Regione Musumeci ad intervenire sul piano normativo per fare in modo che quanto accaduto non si ripeta. Vicenda, quella della stilista, che è al centro del dibattito soprattutto su Facebook, dopo i primi commenti iniziali (ben più coloriti dello stile usato sulla pagina di Repubblica) che hanno indotto la boutique Frasal, rivenditrice ufficiale del marchio, a far sapere di avere presentato le proprie rimostranze alla maison.

Commenti. Alberto Montalbano: “Ma davvero, nel 21° secolo, c’è ancora gente che ha paura dei cani?”

0
Non prendetevela con i cani randagi. Un giorno li rimpiangerete. Io, per esempio, ancora mi ricordo di un cagnaccio nero come la pece. Se ne stava sempre in mezzo alla strada sterrata che dalla vecchia colonia marina portava a Sovareto. In contrada Muciare, il luogo dell’odierno delitto. E parlo di più di trenta anni fa. Quel cane faceva davvero paura. Abbaiava e ringhiava e ti correva dietro, e mi costringeva ogni volta a scendere in spiaggia e ad arrampicarmi sugli scogli per andare dall’altra parte. Avevo quattordici anni. Oggi che ne ho più di cinquanta, farei qualunque cosa per avere indietro la mia adolescenza. Perfino farmi mordere da quel demonio d’un cane. Poi imparai, me l’insegnò un mio cugino, a non temere i cani. A capirne il linguaggio. Da allora non ne ho più avuto paura. Che non significa fidarsi dei cani a prescindere, no. Significa capirli, capire quando abbaiano e basta e quando invece bisogna girare al largo. Credo sia questo, uno dei principali problemi dei saccensi. Che non conoscono i cani. Un cane non è Lilly e neppure il vagabondo. Il cane è un animale. Come l’uomo, giusto più prevedibile. L’uomo è molto più bravo a mentire. Sono stato uno jogger, uno che correva per sport. Per tanti di quegli anni che neppure mi ricordo quanti. Amavo correre, e lo facevo per ore, lungo le spiagge e la campagne di Sciacca. E quando non correvo passeggiavo, in lungo e in largo, dal Belice al Verdura. Non avete idea, di quanti cani randagi m’è capitato d’incontrare. Qualcuno mi diceva: “Non andare a correre là, perché i cani là ti mangiano”, e io che c’ero già stato e in quei cani m’ero già imbattuto pensavo: “Ma di che parlano?” Perché quando quei cani m’abbaiavano io, che non ne avevo paura e che ne capivo la lingua, mi mettevo semplicemente a urlare e a correre nella loro direzione. I ferocissimi cani scappavano e ogni tanto, dopo, m’inginocchiavo e aspettavo che qualcuna di quelle terribili belve si avvicinasse per farsi grattare le orecchie. I randagi, Sciacca, ci sono sempre stati. Oggi come trenta anni fa. Adesso, però, siamo nel XXI secolo. Su serio c’è ancora gente in giro che ha paura dei cani?