“Soldi da Morace? Una tangente non si paga con un bonifico”. Crocetta si difende, e affronta le conseguenze politiche

Forse ha ragione Rosario Crocetta: una tangente non la si paga certo attraverso un bonifico bancario. Soldi che, peraltro, il presidente ha già fatto sapere di intendere restituire. Tuttavia è indubitabile quei cinquemila euro finiti sul conto corrente del suo movimento politico RiparteSicilia pesino molto di più del loro valore reale. Sì, perché a versarli è stato lui: Ettore Morace, il re del trasporto marittimo, il capo della Liberty Lines, che secondo i magistrati avrebbe fatto pressioni (e costosi regali) a politici e funzionari pubblici per ottenere occhi di riguardo (e leggi, ed emendamenti, e perfino sentenze) nella gestione dei servizi. Va bene, non può definirsi tangente un pagamento via bonifico.  Vogliamo chiamarla, allora, una buccia di banana? Qualunque sia la verità, il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, l’aggiunto Dino Petralia  e i sostituti Luca Battinieri e Francesco Gualtieri vogliono vederci chiaro. Perché ritengono che Morace, la cui posizione ha fatto finire nei guai il candidato a sindaco di Trapani Girolamo Fazio e l’ormai ex sottosegretaria Simona Vicari, per troppo tempo ha fatto il bello e il cattivo tempo. Questa vicenda, che naturalmente dovrà seguire il suo corso, e che probabilmente condizionerà oggettivamente il prossimo risultato elettorale nel comune di Trapani (un altro candidato, Antonio D’Alì, ha subito il provvedimento del soggiorno obbligato per mafia), avrà anche delle inevitabili conseguenze politiche sul futuro di Rosario Crocetta. A novembre in Sicilia si torna a votare per le elezioni regionali. Il Governatore uscente sapeva già da prima di finire sotto inchiesta che avrebbe avuto delle difficoltà a ripresentarsi. E questo aldilà della discussione sulle Primarie, che a questo punto sembra farlo definitivamente fuori. A gongolare, in questo quadro, continua ad essere il Movimento 5 Stelle. Che ha chiesto le dimissioni di Crocetta come atto politicamente inevitabile, ma che ormai guarda alla prossima scadenza elettorale come punto di svolta della propria azione politica. I grillini puntano sul fatto che, insomma, non si salva nessuno.

Commenti. “Sciacca Città per parti”. 2: “Spazi di risulta” e “Aree residuali”. Possibilità di rigenerazione. A cura dell’arch. Paolo Ferrara

Nuovo appuntamento, sul nostro sito, con le interessanti analisi del territorio di Sciacca e del suo attuale fabbisogno urbanistico, a cura dell’architetto Paolo Ferrara. Questa volta vi proponiamo un esame della possibilità di recuperare quelli che si definiscono Spazi di risultaAree residuali. Prima parte. Spazi di risulta. Sono da intendersi quei luoghi formati dai “vuoti” risultanti tra una parte e l’altra della città edificata; spesso, non avendo alcuna funzione, fruizione e manutenzione, si presentano oggettivamente in stato di degrado. A Sciacca li possiamo identificarli in due specifiche aree, entrambe formatesi in conseguenza della nascita del quartiere Perriera: quella del Cansalamone (posta tra la Perriera e la città preesistente), e quella posta tra il versante sud della Perriera e la Via Lido/Tonnara. Sono il risultato della distorta pianificazione tipica degli anni ’70 del XX sec., dettata più dagli interessi privati (per quanto legalmente attuati) che non da quelli della collettività. A tale proposito, basti dire che in quegli anni, mentre in Italia calava drasticamente il consumo di cemento quale materia prima del settore edilizio, denotandone ciò il rallentamento, in Sicilia si registrava la tendenza opposta, la qualcosa è eloquente se consideriamo che, contestualmente, l’emigrazione era fenomeno costante. La Sicilia si svuotava ma, nel frattempo, si costruivano sempre più “nuove” abitazioni, fatto che comportò l’abbandono dei nuclei antichi e il conseguente decadimento del patrimonio edilizio degli stessi. Aree residuali. Sono aree urbanizzate e, in alcuni casi, storicamente consolidate, ma oggi ridotte in condizione di estraneazione dal “sistema-città” poiché il loro assetto e la loro funzione non rispondono alle esigenze che la contemporaneità richiede, restandone così assolutamente decontestualizzate. Sciacca è piena di entrambi gli elementi urbani (Spazi di risulta e Aree residuali); con questo intervento -diviso in due parti- si cercherà di analizzarne alcuni, con l’obiettivo di capire come potrebbero essere rigenerati e come -a loro volta- potrebbero rigenerare tutto il “sistema-città”. Diventerebbero così il parametro per un nuovo sentire estetico ed etico che, con interventi terapeutici, possa generare dinamiche che siano realmente organiche al “sistema-città”, al modus vivendi e operandi della società contemporanea, proiettata nel futuro. Fondamentale è considerarli elementi urbani da connettere l’uno con l’altro, immettendo in ciascuno di essi funzioni d’uso che siano realmente vissute, generando così la “riqualificazione attiva”, intesa quale sinergia tra la realtà fisica (risanamento architettonico) e la realtà produttiva (riscontro economico e sociale). “Connetterli”, dunque, perché solo la loro sinergia può realmente dare frutti a tutto il “sistema-citta”, sotto ogni punto di vista. Il Porto – Area residuale. Assodato che il mare è “territorio”, sostanziale è la differenza tra una città costiera e una dell’entroterra. Sciacca nasce sulla costa ed è, da sempre, “città cerniera”, cioè elemento di mediazione/connessione tra due territori. E’ una condizione che le permetterebbe di gestire al meglio la duplice possibilità di espansione della propria crescita economico/sociale: quella che si protrae nella terraferma, e quella che si protrae sul mare. Per tale motivo, il “sistema-città/territorio” di Sciacca lega anche al porto la propria storia evolutiva. L’importanza di questa infrastruttura è propria di tutte le antiche città costiere cinte da mura, ove il porto era posto fuori da esse poiché elemento non introspettivo, e non solo dal punto di vista prettamente fisico. Difatti, il porto rappresenta idealmente il prolungamento all’infinito del “sistema-città/territorio” ed è, perciò, l’organo vitale della città che, più degli altri, dovrebbe mutare con il mutare dei tempi, così da renderla pronta ad accogliere le nuove istanze della contemporaneità del momento, che dovranno poi trovare conseguenzialità anche nel resto del “sistema-città”. Purtroppo, Sciacca è rimasta assolutamente indietro rispetto le potenzialità che la sua condizione geografica le avrebbe consentito, non andando oltre la funzione di porto peschereccio, trascurando del tutto lo sviluppo che un porto commerciale e, soprattutto, turistico avrebbe consentito a suo beneficio economico. Ad oggi, il porto è un elemento urbano non rispondente alle nuove istanze della Sciacca proiettata nel XXI secolo che, proprio in virtù del suo duplice rapporto con il territorio, dovrebbe basare la propria economia anche sul turismo e sul commercio indotti per “via territorio-mare”. Il porto è “area residuale” poiché “residuo” di un “sistema-città” del passato, oramai anacronistico, rimasto con la medesima destinazione d’uso originaria, quella peschereccia. Anche questa funzione non ha però avuto la possibilità di svilupparsi in modo adeguato perché, pur essendo il porto cresciuto fisicamente (i suoi bracci) e nella flotta peschereccia, non è mai stato rinnovato il sistema infrastrutturale a suo supporto. Allo stato di fatto, l’accesso ai moli è estraneo a qualsiasi criterio di modernità, incapace di essere adeguato al sistema commerciale che è indotto dalla funzione peschereccia. Il suo tessuto urbano, caratteristico e storicamente consolidato, diviene involontario ostacolo alla funzionalità del porto stesso, che non deve più sopportare il traffico di carretti, asini e cavalli ma quello di automobili e camion. Non essendo concepibile qualsivoglia idea d’intervento demolitorio del nucleo edilizio della marina, ci si deve adoperare affinché la modernizzazione del porto s’inveri sul territorio mare. Ciò è quanto sembra possa realizzarsi se il porto sarà realmente ridefinito come da PRG, che prevede: la nascita del “molo turistico” per navi e di una “banchina commerciale” in corrispondenza della prima parte del Borgo dello Stazzone; il “bacino peschereccio”, in corrispondenza dell’attuale attracco delle imbarcazioni da diporto; lo spostamento di queste ultime nel “bacino turistico”, in corrispondenza dell’attuale porto peschereccio, adiacente al nucleo edificato.  Analizzando la specifica tavola del PRG è facile verificare come l’attuazione di queste previsioni produrrà una serie di dinamiche particolarmente importanti, che dovranno però essere gestite con lungimiranza, andando oltre le indicazioni del PRG stesso e innescando un processo di rigenerazione complessiva su quelle aree urbane che, seppure indirettamente, avranno a che fare con il nuovo porto. Ad esempio, sarà ineludibile il rapporto diretto tra il nuovo sistema-porto con l’ “area residuale” qual è il Borgo dello Stazzone e con lo “spazio di risulta” dell’area del Cansalamone, che ne diverranno parte integrante e certamente fisiologica, ad evidenziare che il “sistema-città” è inscindibile  e che un’azione fatta su di un’area si riverbera su altre, ma negativamente se non gestita al meglio. Il Borgo dello Stazzone – Area residuale. Era storicamente il borgo da raggiungere a piedi, arrivandovi passando dalla marina e da Gaie di Garaffe.  Lo Stazzone era anche il punto d’arrivo alla spiaggia, inizio del litorale che arrivava a Capo San Marco. Nell’inverarsi del duplice rapporto di Sciacca con il territorio, se Porta San Calogero e Porta Palermo erano il punto cardine di quello con “il territorio entroterra”, il Borgo lo era nel rapporto con il “territorio mare”. Il Borgo si è però, man mano, trasformato in “area residuale”, che vive solo di se stessa, senza alcun percorso pedonale (che tale si possa definire) che consenta di connetterlo, senza soluzione di continuità, al nucleo antico. Anacronistica è la scalinata che da Piazza Scandaliato scende sino alla curva di Via Stazione poiché non si connette con altro percorso pedonale che si direzioni verso il Borgo. Inesistente è qualsiasi altro percorso che dal nucleo antico ci permetta di arrivare comodamente al Borgo, così come lo è anche la possibilità di continuare dal Borgo verso il litorale ovest causa gli edifici costruiti sulla spiaggia, mentre tortuosa- e tra la sporcizia- è quella che lo collega al porto. E’ un elemento urbano raggiungibile esclusivamente in automobile/moto, virtualmente diviso in due: l’area dei residenti e quella delle attività commerciali e ludiche, posizionate nel casermone che nacque nel sedime del Molino Cuore, più degne di un centro commerciale che non di un borgo. Il PRG adottato pone il Borgo quale centro del sistema che il nuovo porto, se realizzato, andrà a conformare; infatti, è proprio in corrispondenza della prima parte del Borgo che nasceranno la banchina turistica (per le navi) e quella commerciale (precisamente, tra l’Ufficio Circondariale Marittimo e il grande piazzale del Borgo, recentemente realizzato ex novo). Tali, nuove, destinazioni d’uso sottintendono anche la possibilità di un grande flusso pedonale di turisti che, una volta sbarcati, si dirigerà verso il nucleo antico e verso il porto. E’ però assolutamente importante che possano “vivere” anche il Borgo, così che esso ne ricavi giovamento e non nocumento: insomma, il Borgo sarà un altro “ingresso” alla città, tanto quanto lo sarà il nucleo edificato dell’attuale porto, i cui adiacenti bacini (attualmente pescherecci) saranno adibiti all’attracco delle imbarcazioni da diporto.  Per vivere la sua “riqualificazione attiva” dovrà essere un luogo d’accoglienza, una sorta di “Borgo concierge” della città, un luogo assolutamente decoroso, affascinante e con attività ad esso consone. Soprattutto, è da evitare che diventi il margine delle banchine portuali, solitamente connotato dal degrado, lasciando che la parte privilegiata diventi quella delle aree destinate dal PRG a “(D 1.5)  insediamenti commerciali a servizio della città e dell’area portuale misti a residenza”, nello specifico identificate  con tutta l’area dell’ex stazione e  dell’ex mobilificio. Purtroppo, questa impostazione del PRG ha creato il serio pericolo che il Borgo sia relegato non a luogo di sosta attiva, bensì di transito passivo verso il nucleo antico, a tutto vantaggio della citata area di Piano D1.5, la cui “rendita di posizione” si è così elevata esponenzialmente. Nell’ottica di una città turistica sarebbe stato indubbiamente più logico destinarla ad “area verde pubblico”, creando un altro piccolo parco che fosse a servizio del Borgo e della zona residenziale di Via Lido, prevedendo -al contempo- per il Borgo dello Stazzone una serie di funzioni atte all’accoglienza e permanenza dei turisti, tenendo conto che molti di loro, oltre al giro turistico per il nucleo antico,  non disdegnerebbero un bagno a mare, piacere che potrebbero soddisfare dirigendosi verso il litorale (Lido), dovendo così attraversare e “vivere” l’intero Borgo. L’area del Cansalamone – Spazio di risulta. Anche questo elemento urbano sarà pienamente coinvolto dalla realizzazione del nuovo porto. E’ sufficiente osservare la tavola del PRG per cogliere che la principale strada d’accesso a esso sarà quella che insiste nell’area del Cansalamone: autobus, camion commerciali, automobili provenienti da fuori città passeranno solo da lì e accederanno al nuovo porto direttamente dall’attuale ingresso al Borgo dello Stazzone (rotonda del ponte ex ferrovia). Allo stato attuale, si tratta di un elemento urbano da annoverare tra quegli “spazi di risulta” che possiamo definire derelitti poiché, nonostante sia elemento fisicamente rilevante del “sistema-città”, è totalmente abbandonato a se stesso. L’adottato PRG destina la zona in “(E.2) agricola non edificabile”, non dimostrandosi lungimirante rispetto le vere esigenze della città. Infatti, si tratta di un’area che si presterebbe ottimamente a divenire anch’essa un parco urbano, con prati e pinete, in cui inserire aree di sosta e sportive, percorsi di passeggio e di running (molto meglio correre tra gli alberi che non in Via Allende o in Via Lido). Sciacca non ha alcun vero “parco urbano”, elemento che, oltre ad essere importante dal punto di vista della salubrità e da quello della bellezza paesaggistica, potrebbe includere funzioni diversificate, compresa quella culturale (ad esempio, facendone luogo di mostre permanenti/museo a “cielo aperto” dell’arte ceramista). Per essere turisticamente e salubremente vivibile, è indubbio che la città dovrebbe offrire molteplici percorsi pedonali anche al di fuori del nucleo antico; a questo scopo, la rigenerazione di questo vallone sarebbe strategica perché diventerebbe l’elemento di interconnessione tra più “parti” della città; una riconnessione pedonale che coinvolgerebbe la città esistente (ingressi dalle adiacenti Via Meli, Via Modigliani, Via Campanella/piazza Sturzo), la Perriera, l’area del Borgo dello Stazzone, l’imbocco di Via Lido e l’area del porto. Va da sé che una tale destinazione d’uso trasformerebbe il vallone da “spazio di risulta” in area organica al “sistema-città”.  Sarebbe strategico inserirvi anche un “parcheggio multipiano” (di massimo tre elevazioni), posto all’altezza dell’intersezione tra la strada del Cansalamone e il ponte della Perriera; darebbe modo di parcheggiare comodamente (oltre che ai saccensi, soprattutto a chi proviene dai versanti di Palermo e Trapani), per poi raggiungere a piedi -oltre allo stesso parco urbano– il nucleo antico, il porto, il borgo dello Stazzone. Inoltre, la sua costruzione servirebbe a rivisitare in termini propositivi l’orrendo e deturpante impatto paesaggistico creato dal ponte della Perriera, visibile soprattutto quando si percorre la strada del Cansalamone. Per ovvie ragioni, del ponte non si può fare a meno e, dunque, si deve lavorare per eliminare la triste scena paesaggistica che crea, ma che potrebbe essere annullata proprio da un’altra infrastruttura, non da giustapporre al luogo quale semplice scatolone/contenitore, bensì architettonicamente ben concepita. Si pensi a un parcheggio multipiano che abbia sulla sua copertura un giardino panoramico verso il mare (parallelo alla sommità del ponte e, dunque, area pedonale per percorrerlo da un punto all’altro). “Osservare il mare” è, infatti, un elemento paesaggistico pregnante di Sciacca; il parcheggio multipiano non deve essere inteso quale oggetto funzionalmente amorfo bensì quale elemento paesaggistico di continuità dello stesso parco urbano, proiettandolo virtualmente in contatto con il mare. Coniugando la funzione parco urbano con la funzione parcheggio si rigenererebbe anche l’ingresso carrabile alla città che, secondo le previsioni PRG, condurrà alla nuova area portuale, percorso che, a oggi, è assolutamente derelitto (edifici non completati, sterpaglie, strada dissestata, etc.). Litorale di Via Lido/Tonnara – Spazio di risulta. Dicevamo che “osservare il mare” è un elemento paesaggistico pregnante di Sciacca. Il limite sta, purtroppo, nel poterne usufruire direttamente poiché la nostra è una “città di mare” ove per andarci, al mare, è necessario farlo con un mezzo di trasporto su gomma; prenderne atto significa essere consapevoli di quanto fallimentare sia stata l’azione politica nella gestione e nel controllo del territorio. Dagli anni ’70 del XX sec., la costa ovest (ma poi anche la est: Lumia/Timpi Russi/San Giorgio)  è stata preda delle costruzioni poste in prossimità della spiaggia, in un processo di cementificazione che ha precluso la possibilità di creare un lungomare attrezzato nonostante, seppure in nuce, ci fosse già negli anni ‘50 e ’60 (ricordiamo lo stabilimento del Lido, attrezzato di docce, cabine e servizi). Il litorale in oggetto è, oggi, uno “spazio di risulta” connotato da grovigli di sterpaglie, da accessi al mare precari risultanti nello spazio tra i muri di cinta delle villette, corredati da rigagnoli fognari. Con interventi mirati e coraggiosi potrebbe diventare area di valore funzionale ed estetico, oltre che per la spiaggia, anche per le stesse abitazioni, ridando valore al litorale nel suo insieme. La possibilità di creare continuità pedonale tra le diverse componenti urbane deve essere obiettivo centrale per ribaltare il consolidato stato di Sciacca quale città fruita prevalentemente su gomma. Ciò è ancora più urgente se si considera che non vi è alcuna possibilità di usufruire delle spiagge del litorale potendovi arrivare, dalla città, attraverso percorsi pedonali (che tali siano), il che è certamente un limite anche per quei turisti che  soggiornano nelle strutture del nucleo antico. Comunque sia, nonostante la situazione del litorale invaso da abitazioni civili sia certamente “paesaggisticamente” precaria, non è comunque folle credere nella possibilità di creare un percorso “lungomare”, che prenda corpo dal lato ovest del Borgo dello Stazzone e arrivi sino a Capo San Marco. Non si deve ovviamente pensare a una strada carrabile bensì a un percorso pedonale posto tra la spiaggia e gli edifici, con una quinta di vegetazione che li separi e con l’immissione di servizi alla balneazione. Un percorso che potrebbe certamente coniugarsi con quello della “greenway” per la quale molti si sono encomiabilmente spesi e per la quale, dopo il blocco della vendita della tratta ferroviaria, non si deve assolutamente perdere l’occasione di attuazione. Osservando la foto satellitare si evince che la “rigenerazione” è ancora possibile, ma a condizione che chi amministrerà abbia la lungimiranza (e il coraggio) di pianificare l’ex novo secondo i criteri della progettualità contemporanea, che si basa sulle tecniche di costruzione più avanzate (intendendo anche l’aspetto dell’impatto ambientale) e sull’espressività linguistico/architettonica di spessore. In fin dei conti, l’aggressione al litorale è stata così massiccia e disordinata che, allo stato delle cose, non avrebbe alcun senso schermirsi dietro fumose volontà di preservazione e tutela di qualcosa che non c’è più. Piuttosto, è il caso di non darsi per vinti ma studiare tutte le possibili modalità per il rilancio di un litorale che, dal Borgo dello Stazzone alla Foggia, si sviluppa per circa due chilometri, che è una dimensione certamente gestibile. Fine prima parte N.B. L’ipotesi di progetto sul Cansalamone riportata nelle immagini (così come tutte le altre ipotesi che seguiranno nei successivi articoli riguardanti altre parti della città) deve essere intesa quale mera esemplificazione. L’auspicio è che l’amministrazione comunale possa programmare l’affidamento dello studio delle criticità della città a professionisti riuniti in gruppo, in prima battuta certamente a titolo gratuito quale contributo alla città.

Week-end elettorale a Sciacca: appuntamenti, confronti e comizi

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Dopo la presentazione delle liste lo scorso mercoledì, l’esercito di candidati, circa 300 al consiglio comunale più i cinque candidati a sindaco, hanno iniziato il tradizionale periodo di vera  e propria campagna elettorale che si protrarrà fino alla mezzanotte di venerdì nove giugno. Poi scatterà il silenzio imposto dalla legge e domenica undici inizieranno le consultazioni. Ecco una piccola agendina con tutti gli appuntamenti in programma: Alle 18.30 al complesso San Francesco Francesca Valenti del centrosinistra presenterà gli assessori designati e i candidati al consiglio comunale. Stasera alle ore 19.30 Fabio Termine farà un incontro con la città all’interno del locale Murphys. “Conoscersi per un nuovo inizio” il tema dato all’incontro. Domani, alle 10, confronto pubblico tra tutti i candidati a sindaco, al Cine Campidoglio di Sciacca, organizzato dall’associazione Acquario. Saranno tutti presenti tranne Domenico Mistretta, impegnato in un incontro con la città nel piazzale delle Terme. In programma allo stesso orario. Mentre Stefano Scaduto per il progetto “Servire Sciacca” terrà  un comizio in piazza Angelo Scandaliato, domani sera alle ore 21.

Salvatore Vella questa mattina al concorso nazionale Accursio Miraglia: “Ognuno di noi deve compiere azioni di coraggio”

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento, Salvatore Vella, è intervenuto questa mattina al convegno conclusivo della prima edizione del concorso nazionale intitolato ad Accursio Miraglia. Vella nel suo intervento ha esortato i giovani ad avere coraggio e portato alcuni esempi di come anche gesti semplici possono contribuire ad aiutare la giustizia. Durante la manifestazione sono stati premiati gli studenti che si sono distinti con i loro elaborati preparati per il concorso. Nico Miraglia, presidente della Fondazione che porta il nome del padre Accursio, ha annunciato che presto lascerà la guida per favorire la conduzione da parte di giovani.

L’inchiesta sui contributi della Regione a Girgenti Acque, la replica del gestore idrico

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Dopo la notizia di ieri, per l’avvenuta notifica del provvedimento di conclusione delle indagini preliminari per truffa aggravata e continuata a carico di quattro fra i vertici di Girgenti Acque. L’indagine interesserebbe i contributi indebiti percepiti  dal Gestore  previsti dalla legge regionale siciliana numero 9/2004 finalizzato al consentire l’equilibrio economico-gestionale del piano d’ambito nonché, applicando un indice di inflazione diverso da quello previsto, la quota parte di incremento della tariffa, quest’ultima corrispettivo del servizio idrico integrato, con aggravio dei costi a carico della stessa utenza. Oggi il gestore idrico, con una nota comunica che: “l’azienda ha già dato mandato ad un tecnico per la redazione di una relazione tecnica che dimostri nel merito l’infondatezza delle accuse”.

“Poiché abbiamo certezza – ribadisce Girgenti Acque – che le contestazioni mosse dalla procura sono totalmente errate, vorremmo presentare una relazione qualificata entro i venti giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini per tentare di evitare l’avvio di un procedimento penale”. 

L’ex miss Italia torna nella sua Ribera con il fidanzato conosciuto a “Uomini e Donne”

Ha conosciuto la sua “dolce meta” tra i riflettori di un programma nazional popolare come “Uomini e Donne” e la trasmissione che si pone l’obiettivo di far scattare l’amore tra la tronista e i pretendenti corteggiatori, è riuscita nell’obiettivo con Clarissa Marchese, l’ex miss Italia di Ribera che è tornata per un week-end nel suo paese natio con Federico Gregucci, il bel corteggiatore che è riuscito ad entrare nel suo cuore. Diversi gli avvistamenti della coppia tra Ribera e anche Sciacca dove la ragazza ha portato in visita il fidanzato per far conoscere i luoghi della sua. Sul profilo Instagram della riberese, è possibile vedere tanti scatti che documentano la visita dei due che hanno scelto note spiagge della costa agrigentina per i primi bagni di stagione. Da “Scala dei Turchi” a Capo San Marco, per i due sono giorni spensierati e pieni di amore e coccole.  (Foto tratta dal profilo instagram di Clarissa Marchese)
 

Indagine su un istituto paritario di Menfi, rinviato a giudizio a giudizio il deputato regionale Cani

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, ha rinviato a giudizio per estorsione il deputato regionale di Canicattì Gaetano Cani, di 57 anni. La vicenda è quella riguardante un istituto paritario di Menfi con indagini in un periodo compreso tra il 2006 e il 2010. Secondo l’ipotesi avanzata dalla Procura della Repubblica di Sciacca ci sarebbero stati insegnanti costretti a rinunciare al compenso per il lavoro prestato, a firmare le buste paga mensili ed a sottoscrivere, fin dal momento del contratto, una lettera di dimissioni “in bianco”. Cani ha sempre respinto le accuse e il suo difensore, l’avvocato Carmelo Carrara, aveva chiesto il non luogo a procedere. Gaetano Cani ha sempre evidenziato, tra l’altro, di non essere mai stato amministratore della società. Cani è stato l’unico che ha chiesto il rito ordinario. Per altri imputati il processo, in abbreviato, inizierà il 29 settembre. La prima udienza, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, riguardante Gaetano Cani è stata fissata, invece, per il 19 luglio.

La Cassazione lascia in carcere Gianni Melluso e rigetta il ricorso della difesa

La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta di annullamento dell’ordinanza di carcerazione per Gianni Melluso, di 59 anni, di Sciacca. Il provvedimento è della Corte di Assise di Trapani ed è stato emesso dopo la condanna, in primo grado, del saccense quale mandante dell’omicidio della giovane Sabine Maccarone. I suoi legali, gli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Caleca, avevano impugnato il provvedimento già dinanzi al Tribunale della Libertà e poi in Cassazione che adesso ha confermato. Melluso, che è stato uno dei principali accusatori del giornalista-presentatore della Rai Enzo Tortora, poi assolto accusa di essere stato affiliato alla camorra, ha sempre respinto l’accusa riguardante il suo coinvolgimento in questo delitto. Si trovava in detenzione domiciliare quando, il 28 novembre del 2016, dopo la condanna in primo grado, gli è stata notificata, a Sciacca, l’ordinanza della Corte di Assise di Trapani.

Ruba bottiglie di liquore in un supermercato di Sciacca, denunciato

Il commissariato di polizia di Sciacca ha denunciato C.N., di 63 anni, Caltabellotta, che si sarebbe reso responsabile, in due occasioni, a distanza di qualche giorno, di furto in un supermercato saccense In occasione del primo “intervento” avrebbe rubato dieci bottiglie di liquore ed è stato ripreso dalle telecamere. La gestione del supermercato ha avvisato la polizia e fornito il filmato del sistema di videosorveglianza. In occasione del secondo furto, quando l’uomo avrebbe portato via altre bottiglie e generi alimentari, è scattato l’intervento della polizia. Al cinquantatreenne è stato notificato anche il foglio di via che gli impone, per tre anni, di non fare ritorno a Sciacca. Un’altra denuncia, da parte del commissariato, è scattata a carico di un pastore,  S.A., di 50 anni, di Sciacca, che non avrebbe comunicato il trasferimento in una casa di campagna di un fucile da caccia che deteneva legalmente.

Stasera primo confronto tv tra i candidati a sindaco: Scaduto e Termine attaccano gli schieramenti tradizionali

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È andato in onda questa sera su Tele Monte Kronio il primo confronto televisivo tra i 5 candidati a sindaco di Sciacca. Il dibattito, moderato da Massimo D’Antoni, ha puntato su alcuni dei temi più importante della vita pubblica, da anni al centro dell’attenzione: le Terme, l’acqua pubblica, la gestione dei rifiuti, il turismo, la promozione della città, i parcheggi. Sono emerse alcune delle differenza più sostanziali tra i candidati a sindaco. Stefano Scaduto (Servire Sciacca) ha più volte polemizzato con Calogero Bono (Centrodestra), da lui apertamente considerato come espressione della continuità amministrativa con l’attuale giunta Di Paola. Anche Fabio Termine (Mizzica) ha evidenziato le presunte lacune dell’amministrazione uscente, non rinunciando a criticare la candidata del Centrosinistra Francesca Valenti, considerata l’espressione di un centrosinistra che, secondo l’esponente di Mizzica, in questi anni non ha certamente brillato per proposta politica. A proposito dei conti pubblici, tutti i candidati hanno in buona sostanza annunciato che faranno tutto il possibile per scongiurare il dissesto finanziario del Comune. Domenico Mistretta, del Movimento 5 Stelle, ha detto che il dissesto, se dovesse esserci, sarebbe il risultato del fallimento delle gestioni del passato, non sarebbe dunque una scelta politica. Calogero Bono ha detto che grazie alla legge approvata recentemente dall’Ars il Comune potrà finalmente risolvere la vertenza termale. Francesca Valenti ha promosso un impegno in favore di una migliore vivibilità cittadina.