DOMANI SCUOLE CHIUSE ANCHE A MENFI, ALESSANDRIA, BIVONA E CIANCIANA. A CASTELVETRANO NIENTE ORDINANZA DI CHIUSURA

Proseguono le ordinanze dei vari sindaci del comprensorio in merito all’allerta meteo di domani, che ha già visto i sindaci di Sciacca e Ribera disporre il provvedimento precauzionale della sospensione delle attività didattiche. Negli scorsi minuti lo stesso provvedimento è stato assunto anche dai sindaci di Menfi, Alessandria della Rocca, Bivona e Cianciana. Anche in questi comuni, dunque, i ragazzi rimarranno a casa.

A Castelvetrano il sindaco Felice Errante non ha ritenuto di disporre la chiusura delle scuole, pur diramando ordinanza di allerta meteo con codice giallo.

Piccoli e inconsapevoli si abbassa leta media del primo smartphon

ROMA.Adulti e ragazzi vivono una vita sempre pi social, con una media di pi di 5 profili a testa, e sono sempre pi connessi via smartphone: il 95% degli adulti e il 97% dei ragazzi ne possiede uno, e cominciano sempre pi presto. Ma entrambi sono quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attivit in rete. Sanno che mentre navigano i loro dati vengono registrati (i due terzi sia degli adulti che dei ragazzi) anche se non sanno esattamente quali, se ne dicono preoccupati (l’80% di entrambi), ma hanno ormai interiorizzato l’idea che cedere questi dati sia il giusto prezzo per essere presenti online e accedere ai servizi che interessano (circa il 90% di tutti coloro che consentono a un’app l’accesso ai propri contatti).
lo scenario che emerge da una ricerca di Ipsos per Save the Children diffusa oggi, alla vigilia del Safer Internet Day. L’indagine rivela che i bambini ricevono il loro primo smartphone a 11 anni e mezzo, et media pi bassa di un anno rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Pur di essere presenti online, i minori sono disposti anche a mentire sull’et: mediamente si iscrivono a Facebook a 12 anni e mezzo (un anno in meno del 2015), dichiarando un’et superiore. La condivisione di immagini e video di se stessi o di altri, con riferimenti sessuali o in pose imbarazzanti, rappresenta purtroppo un’attivit molto diffusa tra i ragazzi: raccontano infatti che tra i loro amici pi di 1 su 5 invia video o immagini intime di se stesso a coetanei e adulti conosciuti in rete, o attiva la webcam per ottenere regali. Quattro su 10, infine, inviano o postano immagini intime di loro conoscenti, pi di 1 su 3 invia o riceve messaggi con riferimenti espliciti al sesso, 1 su 5 invia ad amici propri video o foto intime. La ricerca evidenzia che vi una scarsa cura della propria storia online sia per gli adulti che per i ragazzi, che non prevedono una manutenzione costante dei propri profili: circa 9 su 10 non compiono azioni efficaci per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati (solo il 18% dei ragazzi e il 14% degli adulti l’ha fatto almeno una volta), togliere il tag del proprio nome da una foto postata online (lo fa solo il 12% di entrambi) o bloccare qualcuno su Facebook o Whatsapp (lo fa solo il 19% dei ragazzi e il 16% degli adulti). Il 75% degli adulti e il 72% dei ragazzi intervistati crede che non sia mai sicuro condividere online foto e video intimi e riservati e per il 67% dei primi e il 65% dei secondi se un contenuto condiviso con qualcuno dilaga in rete, la responsabilit di chi lo diffonde. Ma ben l’81% degli adulti e il 73% dei ragazzi pensa che vi sia una sorta di consenso implicito alla diffusione, nel momento in cui qualcosa viene condiviso online anche se non con una sola persona. E c’ un 23% degli adulti e un 29% dei ragazzi che sono convinti che sia sempre sicuro condividere foto o video intimi online perch lo fanno tutti. Quando si tratta di valutare l’attendibilit di una notizia, il 43% dei minori e il 37% degli adulti basa il proprio giudizio sulle condivisioni che quella notizia riceve. Ancora, quasi un ragazzo su 10 accede a giochi online come poker o casin o altri siti riservati ad adulti. I risultati che emergono dalla ricerca dimostrano che adulti e ragazzi condividono le stesse conoscenze, gli stessi livelli di consapevolezza delle conseguenze dei loro comportamenti in rete e spesso anche i comportamenti stessi. Si tratta di un dato preoccupante se pensiamo che proprio gli adulti dovrebbero esercitare un ruolo di guida in un contesto complesso e in continua evoluzione, come quello del mondo e delle tecnologie digitali spiega Raffaela Milano di Save the Children.

Facebook il social piu amato ma arretra in russia e in africa

ROMA. Facebook il social network preferito in 119 paesi su 149 al mondo, ma indietreggia in Russia, dove prevale l’interesse per piattaforme autoctone, e in alcune zone dell’Africa, in Iran e Indonesia dove guadagnano spazi Instagram e LinkedIn. questa la mappa aggiornata dei social network nel mondo nel 2017, redatta dall’esperto italiano Vincenzo Cosenza.
Complessivamente – spiega Cosenza – LinkedIn conquista ben 9 paesi mentre Instagram prevale in 7. Mentre le piattaforme VKontakte e Odnoklassniki, entrambi facenti parte del gruppo Mail.ru, accrescono la loro presenza, rispettivamente, in 7 e 5 territori sovietici. Dall’analisi si evince che all’interno del grande firewall cinese permane QZone e in Giappone continua ad avere la meglio Twitter anche se qui – fa notare l’esperto – c’ una presenza di network prevalentemente basati su dispositivi mobili, che sono di difficile rilevazione. Per disegnare la mappa sono stati usati vari servizi di analisi del traffico, come SimilarWeb e Alexa che danno una stima della popolarit per nazione, in assenza di dati ufficiali granulari. Nelle nazioni che sono riuscito ad analizzare – spiega Cosenza -, si nota una competizione serrata tra Instagram, al secondo posto in 37 paesi, e Twitter, presente in 8 paesi. Il primo, in questo anno, cresciuto fino a conquistare 600 milioni di utenti mensili, mentre il secondo rimasto fermo a 320 milioni. L’outsider di questa nuova analisi Reddit, il forum 2.0, che ha conquistato la seconda posizione in 5 nazioni, tra cui Australia, Canada, Danimarca, Norvegia e Nuova Zelanda.

Svolta storica in Marocco, cade la pena di morte per chi si converte ad altre religioni

ROMA. In Marocco, chi vuole uscire dall’Islam, non rischia la condanna a morte. Il Consiglio superiore degli Ulema, massima autorit religiosa del paese, apre alla possibilit di conversione ad altre religioni. Ne d notizia il sito Morocco world News. Secondo le regole in vigore in tutti i paesi musulmani, l’apostata condannato a morte. vietato anche fare proseliti tra i fedeli di Maometto, se si di altre confessioni.
Ma la fatwa degli Ulema marocchini intitolata “La via degli Eruditi” supera uno dei nodi cruciali dell’Islam, in linea con un paese che rispetta da sempre il pluralismo religioso e che, per volere del re Mohammed VI ha deciso di muovere guerra all’estremismo.

Siria, Assad apre all’opposizione: colloqui anche con i gruppi armati

ROMA. Il presidente siriano Bashar al-Assad si detto pronto a colloqui diretti con i rappresentanti di tutti i gruppi di opposizione, compresi quelli armati. Lo ha detto Dmitri Sablin, deputato russo e coordinatore del gruppo della Duma per i contatti con il Parlamento siriano, dopo un incontro con lo stesso Assad. Lo riporta la Tass. “Ha detto che la Siria pronta a colloqui diretti con i rappresentanti dell’opposizione, inclusa quella armata, ha dichiarato Sablin. Che ha poi aggiunto: Assad sostiene i colloqui di pace ad Astana”.
“Gli eventi – avrebbe detto Assad stando al racconto di Sablin – si stanno rapidamente indirizzando nella direzione desiderata sia da noi che da voi e questo sta avvenendo grazie al vostro sostegno”.

Parigi, nuovi scontri dopo il pestaggio del giovane in banlieue: 17 arresti

PARIGI. Continua la guerriglia nella banlieue di Parigi, per la quarta notte consecutiva dopo gliincidenti e le accuse di violenza alla polizia nei confronti di Theo, il giovane di Aulnay-sous-Bois che ha ricevuto ieri la visita in ospedale del presidente Francois Hollande. Per la prima volta da gioved scorso la notte stata calma a Aulnay, ma in diverse localit della Seine-Saint-Denis ci sono stati disordini, lanci di bottiglie incendiarie, cassonetti e auto dati alle fiamme. La polizia ha arrestato 17 persone.
I pompieri sono intervenuti per un inizio di incendio in una scuola, l’autista di un autobus rimasto ferito in modo leggero dal lancio di una molotov.

Aggressione al Louvre, l’attentatore: “Volevo imbrattare opere”

PARIGI. Ha parlato l’attentatore che la settimana scorsa si è scagliato con due macheti contro una pattuglia di militari al Carrousel du Louvre al grido di «Allah Akbar!». Secondo quanto scrive oggi Le Figaro, l’egiziano di 29 anni, ricoverato all’ospedale Pompidou di Parigi, ha detto agli inquirenti di aver agito da solo. «Sono un pacifista», ha assicurato, spiegando che voleva solo imbrattare alcune tele del museo con la vernice spray che aveva nello zaino per protestare contro i bombardamenti della coalizione in Siria.
Il 29 gennaio, Abdallah El-Hamahmy aveva già fatto un sopralluogo nel museo. Tra gli inquirenti domina lo scetticismo. «È la prima versione dei fatti – precisa una fonte giudiziaria – sembra difficile credere alla benchè minima parola». Alla domanda sul perché il Louvre, l’assalitore ha detto che voleva affossare il turismo francese e la sua economia in generale. I due macheti, ha poi spiegato, li aveva acquistati il 28 gennaio per proteggersi in caso di un intervento del servizio d’ordine del museo. Padre di famiglia, con una moglie incinte, El Hamamy, ha assicurato di non avere mandanti e di aver agito da solo. Ieri il suo stato di salute è fortemente peggiorato.

Da Airbnb un piano per i rifugiati: alloggi temporanei per 100 mila persone

MILANO. «Tutti devono avere il diritto di potersi sentire a casa. Nonostante ciò, per molti questo è un bisogno impellente e di primaria importanza. Ecco perchè abbiamo elaborato un piano quinquennale per fare in modo che 100.000 persone abbiano accesso a degli alloggi a breve termine durante i periodi di difficoltà. Unisciti a noi»: questo il messaggio inviato dai fondatori di Airbnb alla community di host della loro piattaforma. «Coloro che sono stati sfollati, sia per ragioni legate alla guerra che per altri fattori, hanno un bisogno particolare di essere accettati e compresi. Hanno bisogno, in maniera piuttosto letterale, di un luogo che possano chiamare casa. Ecco perchè abbiamo deciso di agire» dicono Brian, Joe e Nate, spiegando di aver già organizzato la fornitura di sistemazioni per 54 calamità su scala globale.
«Proprio la settimana scorsa, abbiamo annunciato – ricordano – il nostro impegno nell’offrire case gratuite temporanee agli evacuati e a coloro che si sono visti improvvisamente rifiutare l’ingresso sul suolo statunitense». Oggi – annunciano – «ci siamo fissati l’obiettivo di fornire alloggi a breve termine a 100.00 persone che ne hanno bisogno. Inizieremo dai rifugiati, dai superstiti e dai volontari, anche se nel corso del tempo desideriamo dare un aiuto a molte altre categorie di persone. Lavoreremo con gli host della nostra community per fare in modo che chi si trova in queste condizioni possa trovare non solo un luogo dove stare, ma anche una rete sociale dove poter interagire con gli altri, dove sentirsi rispettato e nuovamente parte di una community. Inoltre, Airbnb investirà un totale di 4 milioni di dollari, nel corso di quattro anni, per aiutare l’International Rescue Committee nel far fronte ai bisogni più urgenti dei rifugiati in tutto il mondo». L’invito agli host è quello di unirsi alla battaglia di civiltà condividendo il proprio alloggio.

“Airbnb possibile fonte di reddito”, Padoan: valuteremo web tax

ROMA. «Ribadisco l’impegno del governo a esplorare questi canali e considerare Airbnb, come fonte possibile di reddito che va valutata nei prossimi mesi, anche in vista della prossima legge di bilancio». Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo in audizione in Parlamento sull’opportunità di introdurre la web tax in Italia. «Ritengo sia un’area che sia assolutamente indispensabile esplorare; ma è complesso sia per ragioni politiche che tecniche. Politiche, perchè può essere veramente utile solo se adottata da più Paesi. Tecniche, perchè ci sono problemi non semplici nell’individuazione della base imponibile».
“Le uniche imposte indirette che non si pagano nel nostro Paese sono quelle delle Over the Top dell’economia digitale. Sarebbe meglio che fosse il Parlamento a regolare il rapporto con il fisco dei grandi colossi del web invece che le procure, che magari impiegano qualche anno a concludere le loro indagini”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo nel corso dell’audizione del ministro dell’Economia in commissioni Bilancio congiunte Camera-Senato. “Il Parlamento – aggiunge – dovrebbe avere un po’ di autonomia, anche rispetto alla Ue, visto che da Juncker possiamo al massimo ottenere soltanto qualche convegno in più sul tema”.