Il renziano Catanzaro: “Io tra i franchi tiratori? Macché, non avrei avuto alcun interesse”. E dice basta al voto segreto

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“Smentisco le illazioni, sono un uomo di partito, non certo un franco tiratore. Non avrei avuto alcun interesse a votare per un candidato diverso dal nostro”. Così a Risoluto.it l’on. Michele Catanzaro, deputato regionale renziano, finito nel mirino insieme ai suoi colleghi di area per i 4 voti Dem mancanti nel voto finale per la presidenza dell’Ars. “Ad uscire male è l’intero Pd – aggiunge Catanzaro – e questo deve fare riflettere, perché qui è in gioco l’azione di un partito, non quella di una singola corrente”. Per il parlamentare saccense situazioni spiacevoli come questa vanno evitate, magari attraverso l’abolizione del voto segreto.

Umanizzazione nel reparto di oncologia, l’associazione Posso in piazza per una giornata informativa e screening

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Si è svolta questa mattina in Piazza Scandaliato, l’appuntamento sportivo solidale dedicato alla prevenzione “Posso conquistare il traguardo”, manifestazione organizzata dall’associazione di Prevenzione Oncologica Socio Sanitario Onlus, un sodalizio nato di recente per perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale attraverso lo svolgimento di attività nel settore dell’assistenza sociale e socio-sanitaria a favore dei pazienti colpiti da tumori o altre patologie.

Alla manifestazione, hanno presenziato diverse associazioni saccensi e non che operano nel campo della sanità e dello sport e il momento clou è stato rappresentato da una staffetta 4X2 che si è snodata  per le vie del centro storico.  Non sono mancati, poi inoltre diversi  momenti ludici per bambini e adulti.

Presente anche lo staff specialistico per fornire attività di promozione delle attività portate avanti all’interno delle strutture sanitarie  dall’associazione stamattina in uno dei banchetti allestiti in piazza. Presenti anche altre associazioni che a Sciacca svolgono attività nel sociale.

Tra gli specialisti presenti anche la dottoressa Gabriella Bini, oncologa del “Giovanni Paolo II”, ospedale che il medico si appresta a lasciare per prendere servizio altrove e che spiega come sia necessario reperire un altro medico al suo posto per affiancare il lavoro dell’unico oncologo che dopo il suo trasferimento, rimarrà al lavoro nel reparto di oncologia saccense.

Replica stasera dello spettacolo “Ma che sorpresa” della compagnia Porta Vagnu

Tornerà in scena stasera la compagnia Porta Vagnu con lo spettacolo “Ma che sorpresa” dopo il debutto di ieri al Convento San Francesco di Sciacca. Una nuova produzione della compagnia saccense che dopo una stagione estiva di riposo, ha deciso di proporsi nella stagione invernale con una nuova commedia. In scena Nicolò Ciràbis,  il protagonista della storia, che interpreta un romantico professore d’italiano che viene lasciato dalla fidanzata Sonia, Emanuela Puleo. L’abbandono manda in frantumi il mondo del docente fino a quanto accanto a lui non si trasferisce Vera, interpretata da Tiziana Maniscalco, della quale si innamora follemente, ma purtroppo è solo il frutto della sua immaginazione. Nella trama anche gli snodi narrativi di un gruppo di altri personaggi che ruotano attorno al professore, interpretati da Anna Rita Maretta, Giuseppe Caracappa, Tino Bonaccorso, Monica Pavan e Alessandro Di Stefano. Per il gruppo teatrale saccense che ha allestito questo nuovo spettacolo anche un modo per festeggiare i dieci anni dalla nascita della compagnia. Si replica stasera alle 21.
 

Stemmi nobiliari sulle colonne della piazza del Popolo: ennesimo capitolo del secolare confronto tra miseria e nobiltà

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Il commento più salace è stato quello di Alberto Montalbano, che sulla sua pagina Facebook ha invitato i cani randagi ad orinare sui piedritti di piazza Scandaliato “abbelliti” con gli stemmi delle famiglie nobili di Sciacca. “Vendicate i servi della gleba che questi parassiti con lo stemma hanno sfruttato per secoli”, scrive l’acuto giornalista. Salvatore Monte, invece, è contento dell’iniziativa, voluta dai Lions di Sciacca. Ne viene fuori l’ennesimo capitolo di un confronto secolare, ossia quello tra “miseria e nobiltà”. A dimostrarlo è, peraltro, la stessa disputa sulla destinazione delle spoglie mortali di Vittorio Emanuele III (quello che autorizzò le Leggi razziali, tanto per intenderci). I discendenti chiedono che vadano a riposare all’interno del Pantheon, insieme a quelle dei reali predecessori. La questione sciacchitana merita meno riflettori, s’intende. Questione che, tuttavia, si sta caratterizzando anche per altre ragioni, quelle relative alle modalità tecniche di applicazione di questi stemmi in maiolica. In effetti sembrano solo dei “rattoppi” attaccati alla bell’e meglio con la Coccoina, quasi come se fossero stati destinati a coprire qualche crepa. Rischia di sfuggire però il fatto simbolico. Quello che contrappone da un lato la necessità di mantenere la memoria storica e, dall’altro, la evidente contraddizione di doverlo fare in quella piazza già denominata “del Popolo”. Sì, quel “Popolo” che la nobiltà, per antonomasia (storia e letteratura sono pregne di aneddoti), tendeva ad escludere. È come se, simbolicamente, il “Popolo” rendesse omaggio a chi li sfruttò. Una città dalle nobili (quelle sì) fondamenta come Sciacca, dovrebbe analizzare in maniera esemplare la qualità culturale delle proprie iniziative. Non è in discussione né il principio della discendenza, né quello della valorizzazione della storia. In discussione c’è il principio dell’opportunità.

Per una presunta estorsione ai danni di dirigenti e dipendenti del Verdura Resort di Sciacca chiesto il rinvio a giudizio di un imprenditore di Ribera

La Procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio per estorsione dell’imprenditore di Ribera Ignazio Tavormina, di 52 anni. L’imprenditore, titolare di una ditta di vivai appaltatrice per la gestione delle aree verdi ornamentali e agricole del complesso, secondo l’ipotesi della Procura, avrebbe minacciato dirigenti e dipendenti del Verdura Resort di Sciacca e compiuto atti di sabotaggio sui mezzi appartenenti alla struttura. La vicenda oggetto dell’inchiesta si riferisce all’ottobre del 2009 e poi a singoli episodi del 2014, del 2015 e del 2016. La presunta estorsione sarebbe stata posta in essere perché l’imprenditore sarebbe venuto a conoscenza che il direttore in servizio nel 2009 avrebbe avuto intenzione di non rinnovare alla scadenza i contratti d’appalto. Sulla richiesta di rinvio a giudizio il giudice deciderà nell’udienza del 16 marzo 2018.

Estraneo a fatti di droga, il Tribunale di Sciacca assolve Lorenzo Colletti

Il Tribunale di Sciacca, accogliendo la richiesta dell’avvocato Giovanni Forte, ha assolto per non aver commesso il fatto Lorenzo Colletti, di 20 anni, di Sciacca, che nel 2016 era finito ai domiciliari per detenzione al fine di spaccio di hashish. Il giovane era stato fermato a un posto di blocco assieme a un altro ragazzo di Sciacca che nascondeva, negli slip e nei pantaloni, 200 grammi di hashish. Colletti, però, si è subito dichiarato estraneo ai fatti. L’altro giovane, nel passato, ha patteggiato, mentre il cliente dell’avvocato Forte ha affrontato il processo e adesso il Tribunale ha disposto la sua assoluzione. Nella foto, l’avvocato Giovanni Forte  

Il Città di Ribera punta al titolo regionale under 14 di pallavolo femminile

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L’associazione Città di Ribera, impegnata in diversi  campionati giovanili di pallavolo e di calcio, è in testa alla classifica con la squadra femminile di volley under 14 allenata da  Anna Presti, ex professionista nella pallavolo. Le ragazze di Ribera puntano al titolo regionale Fipav Sicilia. Nella quarta gara di campionato in casa delle fortissime avversarie della Trinacria, con le quali condividevamo la testa della classifica, hanno vinto per 3 set a 0 grazie a una prova connotata da carattere e determinazione non comuni, in particolare nell’ultimo set, quando hanno rimontato un gap di 7 punti conquistando la vittoria ed il primato in classifica.

Premiato per la longevita’ della sua attivita’, il commerciante Antonino Falco: “Ai giovani raccomando la perseveranza e la serieta’”

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Ha aperto il suo negozio di abbigliamento insieme al compianto fratello nel lontano 1970 e il cinque maggio prossimo festeggera’ i 48 anni di attivita’, intanto Confcommercio Agrigento ieri sera ha anticipato la festa premiando Antonino Falco insieme al collega Michele Bivona, titolare del negozio “Bivona home fashion”, per la longevita’ delle loro partite Iva e l’iscrizione alla Camera di Commercio. Un riconoscimento che Antonino Falco ha voluto condividere con la moglie Nicla che lo supporta nella gestione e al team di commesse che lo affianca. “Ai giovani che vogliono avviare un’attivita’ commerciale – ha detto Falco – li invito ad essere perseverante e a crederci non perdendo mai di vista la serieta’”.

Report di “Repubblica”: nel 2016 a Sciacca spesi 13 milioni in Slot e Videopoker. Dalla stima mancano Gratta e vinci e Scommesse sportive

Dodici milioni e ottocentomila euro. È questa la cifra che è stata spesa a Sciacca nel 2016 in slot machine e videolottery. La spesa pro-capite (calcolata, ovviamente, anche su chi non gioca un centesimo) è pari a 314 euro. Benvenuti nel mondo del gioco d’azzardo. Un mondo che fornisce dati a dir poco spaventosi. A pubblicare un report che raggruppa, uno per uno, tutti gli oltre ottomila comuni italiani è stato oggi il quotidiano La Repubblica. Uno studio analitico, basato sulle macchinette di bar e tabacchi e sui dispositivi ubicati in sale gioco ufficialmente registrate e, dunque, riconosciute dallo Stato. A Sciacca esistono 3 apparecchi per ciascun abitante. Di più sono le cosiddette nuove slot, quelle dove si può giocare con le tradizionali monetine. Poi ci sono le videolottery, dove è possibile giocare con le banconote e dove, evidentemente, si può vincere di più. Il calcolo viene fatto sugli oltre 40mila abitanti della città. Evidentemente anche sui neonati. Ecco perché questa statistica va scremata. Col risultato che c’è chi spende un sacco di soldi tentando la fortuna. La spesa pro-capite si attesta all’incirca su questo dato anche negli altri comuni della provincia. A sorpresa a Ribera però nel 2016 si sono spesi appena 186 euro a persona, per un totale di circa 3 milioni e mezzo di euro. Per dire che nella attigua (e più piccola) Calamonaci, sono stati spesi 226 euro a persona. Stessa cifra a Menfi, 315 euro a Sambuca di Sicilia. Ci sono piccoli comuni dove la somma spesa singolarmente è clamorosa. È il caso di Villafranca Sicula, che è quella dove si è giocato di più, con 670 euro pro capite. Somma simile a Montevago, dove si sono accumulati 2 milioni di euro. Non fa eccezione Caltabellotta, con oltre 600 euro. Cifre per certi versi sorprendenti, che naturalmente non tengono conto né della eventuale presenza sul territorio di apparecchi illegali, né delle giocate col sistema delle lotterie istantanee (i gratta e vinci, tanto per intenderci) ma anche quelle del lotto, del superenalotto. E ancora: Totocalcio, Totogol, ippica, bingo, gioco online. Se si considerassero anche queste la spesa schizzerebbe ulteriormente. La somma va più che raddoppiata. Il dato nazionale rivela che nel 2016 si sono spesi 95 miliardi di euro. È possibile ipotizzare, dunque, che nella sola Sciacca la spesa ufficiale potrebbe aver superato abbondantemente i 25 milioni di euro. Insomma: quello che Repubblica ha rivelato è un sistema che offre uno spaccato di una nazione letteralmente dedita al gioco d’azzardo, condizione da cui scaturiscono anche situazioni estreme e patologiche, come la ludopatia, anche se non tutti i giocatori sono malati. Rimane il fatto che lo Stato grazie al gioco d’azzardo guadagna un sacco di soldi.

Dopo l’elezione a capo di Sala d’Ercole Miccichè difende Dell’Utri e annuncia modifiche alla Commissione antimafia

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“Modificherò la Commissione regionale antimafia, perché la vera lotta alla mafia non la fa il parlamento”. È stato questo uno degli impegni assunti da Gianfranco Miccichè subito dopo l’elezione alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. “Noi non possiamo dare patenti alle persone, ma occuparci dei fenomeni”, ha aggiunto Micciché. Che poi ha difeso apertamente Marcello Dell’Utri: “Se penso che è in carcere malgrado le sue condizioni di salute sto male. È una storia – ha osservato – di cattiveria inaudita da parte di qualcuno che si arroga il diritto di essere Dio. Una cosa insopportabile, non umanamente ma istituzionalmente. Spero che questo paese reagisca, ma non lo farà”. A commentare l’impegno a modificare la commissione antimafia è stato il suo ultimo presidente, ossia Nello Musumeci, oggi governatore. Che mette dei paletti: “La legge è un po’ datata e va rivista. A patto che non perda la sua funzione: verificare se la politica e la burocrazia hanno gli anticorpi per resistere alle influenze della criminalità”.