Niente camere per i colloqui intimi nelle carceri di Palermo

Nelle carceri palermitane non ci sono, almeno per ora, luoghi destinati ai colloqui intimi tra detenuti e partner. È quanto emerge dalle comunicazioni inviate dai direttori dell’Ucciardone e del Pagliarelli al garante dei detenuti Pino Apprendi, che aveva richiesto aggiornamenti sull’avvio delle stanze riservate dove gli incontri possano svolgersi senza controllo diretto della polizia penitenziaria. Le direzioni spiegano di aver avviato le procedure previste, ma la disponibilità effettiva degli spazi resta un nodo aperto.

La ricerca di locali dedicati è diventata necessaria dopo la decisione della Corte costituzionale del 2024, che ha eliminato il divieto assoluto ai colloqui intimi previsto dall’ordinamento penitenziario. Nel 2025 una circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha poi fissato criteri e modalità per consentire questi incontri, indicando la necessità di predisporre stanze ad hoc.

L’attuazione pratica, però, si scontra con condizioni strutturali difficili. Molti istituti italiani convivono con sovraffollamento e spazi insufficienti persino per la gestione ordinaria della popolazione carceraria. A Palermo, la situazione non fa eccezione.

All’Ucciardone, la direzione segnala che si sta cercando di individuare ambienti adeguati, ma i limiti architettonici della struttura — una ex fortezza borbonica — riducono drasticamente le possibilità di adattamento.

Anche al Pagliarelli il problema è identico: non esistono, nell’immediato, aree già pronte all’uso. La direttrice ha comunque trasmesso agli uffici competenti un progetto di adeguamento degli spazi selezionati, che è tuttora in fase di valutazione. Nel frattempo le richieste presentate dai detenuti per accedere ai colloqui riservati vengono esaminate secondo le procedure previste dalle linee guida ministeriali.

L’intenzione di introdurre gli incontri intimi esiste, ma il passo decisivo — l’individuazione e la sistemazione delle camere — resta frenato da una cronica mancanza di spazi. In una realtà carceraria che fatica a contenere la quotidianità, trovare luoghi per l’affettività appare, al momento, un traguardo ancora lontano.

Crollo del balcone a Palermo, il musicista Roy Paci salvo per miracolo

Un crollo del balcone a Palermo ha rischiato di trasformarsi in tragedia ieri sera in un palazzo della zona di via Mariano Stabile. Il musicista Roy Paci si trovava sul proprio balcone per gettare i rifiuti della raccolta differenziata quando, dal piano superiore, si sono improvvisamente staccati grossi pezzi di cemento. L’episodio è avvenuto in pochi secondi, rendendo la situazione ancora più pericolosa e inattesa.
Fortunatamente, l’artista è riuscito a fare un passo indietro prima di essere travolto dai calcinacci precipitati intorno a lui. Solo qualche lieve escoriazione e un forte spavento per Paci, che ha visto la scena trasformarsi in un incubo improvviso. La prontezza dei suoi movimenti gli ha probabilmente salvato la vita.

Dove è avvenuto il crollo e i danni provocati

Il crollo del balcone a Palermo si è verificato all’interno del cortile del palazzo, un fattore che ha evitato ulteriori conseguenze. I detriti, infatti, non hanno raggiunto la strada e quindi non hanno colpito passanti, auto o altre abitazioni vicine. Nonostante il rumore e la quantità di materiale crollato, l’incidente non ha provocato danni a terzi.

Nessun intervento dei vigili del fuoco ma preoccupazione tra i residenti

Dopo il crollo del balcone a Palermo, i vigili del fuoco non sono intervenuti, probabilmente perché l’episodio non ha comportato danni strutturali immediati a persone o mezzi. Tuttavia, tra i residenti è cresciuta la preoccupazione per lo stato di manutenzione dell’edificio, che potrebbe necessitare di verifiche urgenti per garantire la sicurezza dell’area.

Un incidente che solleva il tema della sicurezza degli edifici

L’incidente ha riacceso il dibattito sulla necessità di controlli e manutenzione costante degli immobili, soprattutto nei centri storici come Palermo, dove molti palazzi risalgono a diversi decenni fa. Episodi come questo dimostrano quanto siano importanti la prevenzione e la vigilanza per evitare rischi ai residenti.
Roy Paci, ancora scosso, ha voluto ringraziare tutti coloro che si sono interessati alle sue condizioni, sottolineando quanto sia stato fortunato in una situazione che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.

Termine prende tempo per completare la giunta e ormai è scontro aperto con i Catanzariani

C’era chi stamattina si sarebbe aspettata una convocazione urgente della stampa da parte del sindaco Fabio Termine per il completamento della sua mezza giunta. Sarebbe stato nelle corde dopo l’intervento politico a sorpresa durante la seduta di venerdì del consiglio comunale dove il primo cittadino ha notificato la frattura ormai insanabile con il resto del Pd che ha aperto la crisi e portato al licenziamento di tre assessori, due di quella corrente dei ‘dem” opposta ai progressisti della Shlein e che a livello locale fa capo a Termine. Comunicazioni in aula durante le quali Termine ha annunciato dopo giorni di silenzio la sua idea per proseguire nei 18 mesi dalla fine del mandato. Dalle parole del sindaco di venerdì tutto sembrava potersi incastrare nel volgere di pochi giorni, ma le indiscrezioni di questo lunedì raccontano ben altri scenari. L’operazione sarebbe ben più complicata. “Il mio progetto si apre alla società civile e ai consiglieri comunali che vogliono essere protagonisti”. Così Fabio Termine aveva detto in aula e la connotazione di “società civile” e’ apparsa subito assai più labile della sua categoria concettuale. A chi guarda Termine nello specifico? Gruppi di cittadini attivi del variegato mondo dell’associazionismo saccense? Comitati, terzo settore, volontariato o rappresentati di categoria? Il riferimento poi ai consiglieri che “vogliono essere protagonisti” esattamente come potrebbe configurarsi vista l’appartenenza delle opposizioni, una volta esclusa quella che era una volta la maggioranza Termine, a precisi riferimenti politici. Perfino il cosiddetto “Patto del Castellucci” che negli ultimi giorni montava come passo certo per il mantenimento del governo Termine appare più distante per la difficoltà di individuare tecnici di area senza tessere di partito. Le ultime ore raccontano di un sindaco in difficoltà a ricomporre la giunta, una circostanza che farebbe notevolmente allungare i tempi di una vicenda che ha invece, la necessità di chiudersi a stretto giro di posta e che vede nell’imminente Immacolata un termine ultimo di una vertenza in atto che non si può trascinare ancora per molto.

Nel frattempo stamattina il Pd di Sciacca continua a litigare a suon di missive, verbali e documenti. Trentatré iscritti, infatti hanno inviato una lettera al segretario Giuseppe Palagonia contestando la presa di posizione resa pubblica venerdì dall’area della Sinistra interna, che aveva riconfermato il proprio appoggio al sindaco Fabio Termine dopo le recenti polemiche.
I sottoscrittori, vicini alla linea politica del capogruppo regionale Michele Catanzaro, rimproverano all’altro gruppo di aver diffuso un comunicato senza assumersene la paternità e osservano che chi interviene nel dibattito dovrebbe farlo in modo trasparente.
Sul piano politico respingono inoltre le accuse di gestione poco partecipata del partito e richiamano l’orientamento votato a maggioranza nel direttivo di giovedì al Castello Incantato: chiedere al sindaco di rinnovare completamente la giunta. Una richiesta che Termine non ha seguito.

Questo episodio illumina bene quanto siano profonde le linee di frattura interne, che nel Pd saccense continuano a produrre esiti divergenti: unica cosa certa al momento in un contesto politico alquanto nebuloso.

Infine, i due consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blo’ tornano a denunciare un modo di amministrare radicato nel Comune di Sciacca, basato su decisioni orientate al consenso più che su una programmazione trasparente rifacendosi perfino all’inchiesta giudiziaria che vede coinvolto il presidente dell’Ars. I due parlano di un vero e proprio “metodo Galvagno”.
I due sostengono che questo metodo, visibile soprattutto nella distribuzione delle risorse e negli emendamenti al bilancio, generi interventi frammentati e disparità tra i cittadini e chiedono un cambio di passo: scelte pubbliche motivate, verificabili e guidate da reali esigenze della città.

Da oggi Ztl a Sciacca solo nei fine settimana, il passo indietro di Termine

E’ arrivato il primo giorno di novità per la Ztl a Sciacca. Da oggi, lunedì 1 dicembre, solo nei fine settimana. Il sindaco, Fabio Termine, ha motivato nei giorni scorsi con la conclusione del periodo previsto nella prima fase, fine novembre. Ai più il colpo di spugna è parso legato alle novità politiche, alla necessità di effettuare anche un’apertura, nel concreto, al consiglio comunale che pure con una mozione ha chiesto a Termine di rivedere la Ztl. E così è stato.

Altro che fine del periodo sperimentale che era stato fissato al 30 novembre, come ha detto il sindaco dopo la riunione dei giorni scorsi. Termine ha concordato con i commercianti nuove modalità per il periodo invernale.

La novità più rilevante riguarda corso Vittorio Emanuele dove da questa mattina, e non da gennaio, come era previsto, e fino a marzo la Ztl entrerà in vigore dalle 11 alle 21 ma solo nei festivi, il sabato e la domenica. In via Giuseppe Licata soltanto il venerdì dalle 21 fino all’una e il sabato dalle 21 alle 2. A dicembre, chiaramente, Ztl in centro durante gli eventi del Natale finanziati grazie alla variazione di bilancio approvata dal consiglio comunale.

Arresto per spaccio a Partanna, carabinieri sequestrano cocaina e materiale per il confezionamento

Un nuovo arresto per spaccio è stato eseguito a Partanna dai carabinieri della Stazione locale nel corso di un’attività mirata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti sul territorio. L’operazione rientra in una serie di controlli intensificati che l’Arma sta portando avanti nelle aree più sensibili del comune al fine di limitare fenomeni legati allo smercio di droga.

Operazione dei carabinieri e perquisizione dell’abitazione


I militari, sulla base di un’attenta attività informativa e di monitoraggio, hanno deciso di effettuare una perquisizione presso l’abitazione di un uomo di 37 anni, residente a Partanna. L’azione investigativa, condotta in maniera mirata, ha permesso di riscontrare elementi significativi riconducibili a una possibile attività di spaccio.

Durante il controllo, infatti, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato circa 42 grammi di cocaina, parte della quale già suddivisa in dosi pronte per la vendita al dettaglio. Oltre allo stupefacente, all’interno della casa sono stati trovati due bilancini di precisione e diverso materiale per il confezionamento, elementi che hanno ulteriormente alimentato i sospetti sulla destinazione della sostanza.

Dalle verifiche all’arresto per spaccio

Il ritrovamento di droga e strumenti utili al confezionamento ha portato all’arresto per spaccio del 37enne, fermato in flagranza di reato. L’intervento dei carabinieri conferma l’intensificazione delle attività di contrasto allo smercio di stupefacenti nella zona, un fenomeno sul quale le forze dell’ordine continuano a mantenere alta l’attenzione.

Misure imposte dopo la convalida dell’arresto

All’esito dell’udienza di convalida, l’autorità giudiziaria ha disposto nei confronti dell’uomo l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, misure cautelari applicate in attesa dei successivi sviluppi giudiziari. Questi provvedimenti mirano a limitare la possibilità di reiterazione del reato e a garantire il controllo dell’indagato sul territorio.

Lotta allo smercio di stupefacenti sul territorio

L’episodio rappresenta un ulteriore tassello nella strategia di prevenzione e repressione delle attività illecite legate al traffico di droga. Interventi come questo, conclusi con un arresto per spaccio, sottolineano il ruolo fondamentale delle attività investigative capillari e della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.

Palermo, testa di coccodrillo in valigia all’aeroporto: sequestro shock (Video)

Il sequestro di coccodrillo avvenuto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi ha portato alla luce un nuovo caso di traffico illegale di fauna protetta. I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno scoperto nella valigia di un passeggero palermitano una testa di coccodrillo essiccata, proveniente dalla Thailandia e appartenente a una specie considerata a forte rischio di estinzione. L’intervento rientra nell’attività di vigilanza prevista dalla Convenzione di Washington (Cites), indispensabile per tutelare flora e fauna minacciate dal commercio illegale.

Controlli rafforzati e sequestro di coccodrillo a Punta Raisi

Durante un controllo doganale di routine, gli agenti hanno individuato la testa dell’animale all’interno di una busta di plastica che il passeggero aveva utilizzato per cercare di eludere le verifiche aeroportuali. L’esemplare, appartenente al gruppo crocodylia spp, presentava denti ben visibili e risultava completamente essiccato.
Il sequestro di coccodrillo ha comportato la denuncia a piede libero del viaggiatore, che ora rischia una sanzione compresa tra 20.000 e 200.000 euro o l’arresto da tre mesi a un anno, secondo la normativa italiana sulle specie tutelate.

Un traffico che danneggia la biodiversità

Questo episodio evidenzia ancora una volta la gravità del commercio illecito di animali ed elementi derivati, un fenomeno che mette in pericolo ecosistemi già fragili. Il tema è al centro della conferenza globale Cites COP20, in corso a Samarcanda, dove rappresentanti di oltre 180 Paesi stanno lavorando per rafforzare le misure di tutela della biodiversità.

Sinergia tra autorità e prevenzione dei reati ambientali

L’operazione è il risultato della collaborazione consolidata tra Guardia di Finanza e Adm, rafforzata dal protocollo d’intesa del 2023 e rinnovato il 28 maggio scorso. La cooperazione permette un monitoraggio costante negli scali aeroportuali e un contrasto sempre più efficace al traffico di fauna protetta.
Le attività di vigilanza continueranno nelle prossime settimane per garantire il rispetto delle normative nazionali e internazionali e proteggere il patrimonio naturale. Rimane fermo, per il passeggero coinvolto, il principio della presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo.

Agrigento ancora nelle retrovie per qualità della vita nella classifica del “Il Sole 24 Ore”

La provincia di Agrigento rimane nella parte bassa della graduatoria nazionale sulla qualità della vita elaborata da “Il Sole 24 Ore”, attestandosi al 95° posto su 107 territori. La posizione segna un piccolo passo avanti rispetto allo scorso anno, quando figurava al 96°, ma non modifica il quadro complessivo: il Mezzogiorno continua a occupare le aree più difficili della mappa italiana. In cima alla classifica si confermano Trento, Bolzano e Udine, mentre tra le realtà più fragili compaiono Reggio Calabria, Siracusa, Crotone, Napoli e Caltanissetta.

Agrigento presenta performance molto diverse a seconda dell’ambito analizzato. Il segnale più incoraggiante arriva dal settore della rappresentanza istituzionale giovanile: la provincia ottiene il primato nazionale per presenza di amministratori under 40, un indicatore che testimonia la forza del ricambio generazionale e la possibilità di un rinnovamento nelle politiche pubbliche. Buoni anche i segnali nella sfera della sicurezza: bassa incidenza di incidenti stradali, ridotta mortalità sulle strade extraurbane e un indice di criminalità contenuto la collocano tra le aree più tranquille del Paese.

Molto più complessa risulta invece la situazione economica. Redditi tra i più bassi d’Italia, consumi limitati e un ecosistema dell’innovazione ancora debole, con poche startup, frenano lo sviluppo locale. Anche i tassi di occupazione, la partecipazione al mercato del lavoro e la formazione continua rimangono indietro, delineando un contesto produttivo ancora fragile.

Sul fronte ambientale e dei servizi, Agrigento registra buone performance nella produzione di energia da fonti rinnovabili e beneficia di un rischio idrogeologico relativamente contenuto. Restano però significativi i ritardi nella digitalizzazione degli uffici pubblici e nei servizi dedicati agli anziani.

Il capitolo demografico e sociale evidenzia ulteriori criticità: il territorio continua a perdere residenti, la mortalità evitabile è alta e gli indicatori sulla qualità della vita femminile sono inferiori alla media nazionale. A controbilanciare, almeno in parte, ci sono la natalità in tenuta e un numero adeguato di medici di base.

Il quadro finale mostra una provincia che fatica a tenere il passo delle realtà più dinamiche del Paese, ma che conserva alcuni punti di forza sui quali poter costruire un percorso di rilancio. In prospettiva, l’energia delle nuove generazioni e la solidità del tessuto sociale potrebbero rappresentare le leve principali per invertire la rotta.

Patto Generativo a Sciacca: prima tappa di un nuovo percorso per il territorio

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Mercoledì 10 dicembre, a Sciacca, si terrà il primo appuntamento ufficiale dedicato al Patto Generativo, un modello innovativo che punta a trasformare il rapporto tra cittadini, enti e istituzioni attraverso una visione condivisa di sviluppo territoriale. L’iniziativa, presentata nella Sala Stampa del Teatro Samonà, segna l’avvio di un percorso che unirà le province di Agrigento e Trapani sotto un’unica metodologia: quella elaborata con il supporto del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston.

Patto Generativo: firmati i primi accordi

Durante l’incontro saranno firmati i primi accordi del Patto Generativo, che coinvolge realtà istituzionali, sociali e associative accomunate dall’obiettivo di passare dal “Me al Noi”, cioè dal gesto individuale al cambiamento collettivo. Il progetto intende costruire un sistema stabile di collaborazione, capace di rigenerare il territorio e dare risposta ai bisogni emergenti delle comunità locali.

Fra gli interventi attesi figurano:
– Viviana Rizzuto, presidente della Fondazione Comunitaria Agrigento e Trapani
– Antonio Damasco, direttore nazionale della Rete delle Portinerie di comunità
– Giuditta Petrillo, presidente Cesvop Sicilia
– Agnese Sinagra, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Sciacca

Sarà presente anche monsignor Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento, che accompagnerà l’avvio simbolico del progetto.

Le Portinerie di comunità in Sicilia

Elemento centrale del Patto Generativo saranno le Portinerie di comunità, spazi fisici e relazionali pensati per favorire connessioni, servizi di prossimità, ascolto, mediazione e reti di mutuo aiuto. Grazie alla collaborazione con la Rete Italiana delle Portinerie e con i Politecnici di Milano e Torino, verranno introdotti strumenti innovativi già testati in diverse città del Nord Italia, dove questo modello ha prodotto risultati concreti in termini di inclusione sociale, gestione dei bisogni e attivazione civica diffusa.

Portinerie in quattro città siciliane

Per la prima volta il progetto approda in Sicilia, con l’apertura simultanea di Portinerie in Sciacca, Agrigento, Trapani e Mazara del Vallo. Saranno punti di riferimento per cittadini, associazioni e istituzioni, luoghi in cui trovare orientamento, condividere risorse, sviluppare iniziative comuni e sperimentare nuove forme di partecipazione.

Una visione che cresce

Il percorso del Patto Generativo non si fermerà a Sciacca: altre città siciliane stanno già manifestando interesse e saranno coinvolte nelle tappe successive. L’obiettivo è costruire un ecosistema cooperativo stabile, capace di ripensare i servizi, dare valore ai legami sociali e rigenerare le comunità territoriali con azioni concrete e misurabili.

Raccolta dei rifiuti a Sciacca aggiudicata per un anno alla Teknoservice di Torino

Il Comune di Sciacca ha concluso la procedura di gara per l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. Servizio svolto con il metodo porta a porta e comprensivo del trasporto agli impianti di smaltimento e degli ulteriori servizi di igiene pubblica con una durata di dodici mesi, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026.

La gara, pubblicata il 28 agosto 2025 sulla piattaforma telematica comunale, è stata gestita con procedura aperta e aveva un valore complessivo stimato di 4.390.956,55 euro.

Il lotto unico, è stato aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo.
L’importo a base di gara era così articolato : importo base: 1.573.890,52 euro, costi della manodopera: 2.789.174,29 euro, costi di sicurezza non soggetti a ribasso: 27.891,74 euro.

A seguito dell’esame delle offerte, il 28 novembre , l’appalto è stato definitivamente aggiudicato alla Teknoservice S.r.l., per un importo di 4.154.872,97 euro. Erano tre le aziende che avevano presentato offerta: Rti Ecolandia srl – Progitec srl, Rti Sea Servizi Ecologici Ambientali S.r.l. – Bono Slp Srl e Teknoservice Srl, quest’ ultima come operatore singolo risultato poi vincitore.

La società di Piossasco, provincia di Torino, si occuperà della gestione completa del servizio porta a porta, del trasporto dei rifiuti agli impianti autorizzati e delle attività accessorie di igiene urbana, come lo spazzamento e la pulizia del territorio.

L’affidamento a Teknoservice garantirà la prosecuzione delle attività di raccolta differenziata e dei servizi connessi a seguito della scadenza del vecchio piano Aro, già prorogato di un anno e in vista della definizione e approvazione del nuovo piano Aro da parte dell’amministrazione.

Legge 104, in arrivo fino a 1.200 euro a trimestre per i caregiver conviventi: ecco requisiti, categorie e novità del nuovo disegno di legge

Un nuovo disegno di legge dedicato ai caregiver familiari è pronto ad approdare in Consiglio dei Ministri e potrebbe rappresentare una svolta attesa da anni. Il testo introduce per la prima volta un riconoscimento giuridico chiaro del ruolo del caregiver e prevede un sostegno economico fino a 1.200 euro a trimestre, destinato solo a chi rispetta precisi requisiti.
Ecco tutto ciò che cambia.


Chi è il caregiver familiare secondo la legge

Il caregiver familiare è la persona che si prende cura, in modo continuativo e non professionale, di un parente o affetto con disabilità grave o non autosufficienza.
Parliamo spesso di assistenza quotidiana, intensa e prolungata, che va ben oltre il semplice supporto: gestione domestica, igiene personale, somministrazione farmaci, accompagnamento, vigilanza costante.

Il concetto di accomodamento ragionevole, previsto dalla Convenzione ONU sulla disabilità, riconosce la necessità di misure personalizzate per garantire pari diritti e dignità alle persone fragili e, di riflesso, ai loro caregiver.

In Italia, il Decreto Legislativo 62/2024 ha rafforzato questi principi, introducendo il concetto di accomodamento anche nei contesti lavorativi e aggiornando l’articolo 5-bis della Legge 104.


La ministra Locatelli: “È il momento di riconoscere i caregiver familiari”

La Ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, sottolinea la necessità di tutelare chi assiste un familiare non autosufficiente:

“Chi si prende cura dei propri cari non vuole essere sostituito, ma sostenuto e riconosciuto. È tempo di dare una cornice normativa certa al ruolo del caregiver familiare convivente”.


Le quattro categorie di caregiver previste dal nuovo disegno di legge

Il ddl introduce un sistema di classificazione basato sul numero di ore settimanali effettivamente dedicate alla cura della persona disabile. Le categorie sono:

1️⃣ Caregiver prevalente convivente (oltre 91 ore settimanali)

👉 È la categoria più tutelata
👉 Ha diritto al nuovo contributo economico

2️⃣ Caregiver convivente con carico tra 30 e 91 ore settimanali

3️⃣ Caregiver non convivente con almeno 30 ore settimanali di assistenza

4️⃣ Caregiver con carico ridotto (10-30 ore settimanali)

👉 Possono essere conviventi o non conviventi

Solo la categoria 1, quella del caregiver prevalente convivente, potrà accedere al nuovo assegno.


Contributo fino a 1.200 euro a trimestre: a chi spetta

Il contributo economico – che partirà dal 2027 – potrà arrivare fino a 1.200 euro ogni tre mesi.
Non si tratta di un sostegno universale, ma di un aiuto selettivo con requisiti precisi:

Requisiti obbligatori

Caregiver prevalente
Convivenza con la persona assistita
✔ Carico assistenziale ≥ 91 ore settimanali
Non svolgere attività lavorativa, oppure lavorare con un reddito annuo non superiore a 3.000 euro lordi
✔ ISEE del nucleo familiare non superiore a 15.000 euro


Perché la misura è considerata una svolta

La proposta:

  • riconosce il valore economico e sociale dell’assistenza familiare
  • tutela chi rinuncia al lavoro per accudire un parente non autosufficiente
  • introduce un contributo stabile e non occasionale
  • getta le basi di una normativa organica sui caregiver, oggi ancora frammentata

Si tratta della prima misura strutturale che assegna un riconoscimento economico continuativo, differenziando i caregiver in base al reale impegno assistenziale.


Conclusione

Il nuovo disegno di legge segna un passo avanti importante per migliaia di famiglie italiane che vivono ogni giorno la realtà della non autosufficienza.
Il contributo fino a 1.200 euro a trimestre, anche se destinato a una categoria specifica di caregiver, rappresenta il primo tentativo concreto di riconoscere il ruolo – spesso invisibile – di chi dedica la propria vita alla cura di un familiare fragile.