Legge elettorale, Tajani “sì al proporzionale con premio di maggioranza”

ROMA (ITALPRESS) – Antonio Tajani si dice “soddisfatto” delle Regionali che “ci hanno visto conquistare, noi di FI, una Regione in più di quelle in cui governavamo (la Valle d’Aosta, ndr) e in generale confermare i nostri governi”. Il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia in un’intervista al Corriere della Sera propone una nuova legge elettorale “sul modello proporzionale, con premio di maggioranza”, che può dare stabilità al sistema senza le “distorsioni” che i collegi potrebbero causare.

“Rispetto solo a 10 anni fa, governiamo in molte più regioni di quante ne amministrava e amministra la sinistra”, sottolinea Tajani, per il quale si tratta comunque “di un voto locale, non si può paragonare al voto nazionale. Hanno pesato fattori particolari. Ad esempio in Veneto è stato decisivo il fatto che il presidente uscente Zaia abbia guidato le liste della Lega in tutte le circoscrizioni. Noi siamo orgogliosi del nostro risultato, siamo cresciuti in tutte queste Regionali, sia per numero di voti sia in seggi”.

Sulle prossime candidature di cui deve discutere il centrodestra, il vicepremier sottolinea: “Per le Regioni vedremo, per Milano noi continuiamo a dire che servirà un candidato civico. Siamo sempre convinti che ogni candidatura non vada fatta col bilancino dei partiti, qui in particolare è necessario allargare la nostra base perchè è una città dove per vincere è questo che va fatto”.

Quanto alla legge elettorale, “l’attuale può produrre distorsioni e instabilità. Noi pensiamo a un proporzionale con premio di maggioranza. Permette la governabilità e anche l’espressione e la rappresentazione di tutte le forze, con le loro specificità”, aggiunge Tajani.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

Crisi idrica nell’Agrigentino, il Cartello Sociale: “Ora i sindaci agiscano”

Il tema della crisi idrica ad Agrigento continua a occupare il centro del dibattito istituzionale. Dopo giorni di tensione e il rischio concreto di una riduzione del flusso idrico da parte di Siciliacque, il Cartello Sociale della provincia accoglie positivamente la soluzione individuata dalla Regione per evitare l’ennesima emergenza. Una decisione ritenuta doverosa, perché ha scongiurato un danno immediato per migliaia di cittadini e per il sistema dei servizi essenziali.

La gestione dell’emergenza e il ruolo della Regione

Secondo il Cartello Sociale, l’intervento del Presidente della Regione, Renato Schifani, ha ribadito un principio imprescindibile: gli utenti non possono pagare le conseguenze delle inefficienze accumulate nella gestione del servizio idrico. In un contesto già segnato da anni di disservizi, un taglio dell’erogazione avrebbe aggravato la crisi idrica ad Agrigento, esponendo l’intera comunità a disagi ulteriori e potenzialmente gravi.

L’azione regionale ha dunque evitato una spirale di conflitti amministrativi e ha riaffermato la centralità della tutela dei cittadini rispetto a logiche puramente finanziarie.Aica e Comuni morosi: la necessità di assumere responsabilitàIl Cartello Sociale, pur riconoscendo il passo avanti compiuto, richiama tutte le istituzioni coinvolte alle proprie responsabilità. In particolare, sollecita i Comuni morosi a onorare gli impegni assunti nei confronti di Aica. Solo attraverso una collaborazione effettiva sarà possibile raggiungere stabilità finanziaria e assicurare un servizio idrico efficiente, continuo e sostenibile.

Sindaci in primo piano: collaborazione per superare la crisi

Senza l’intervento diretto delle amministrazioni comunali, la crisi idrica ad Agrigento rischia di diventare strutturale. Il Cartello Sociale chiede ai sindaci chiarezza, impegno e tempestività, evitando rinvii che potrebbero compromettere ulteriormente la tenuta del sistema idrico pubblico.

La governance deve muoversi in modo coeso, riorganizzando i conti e programmando interventi che garantiscano il funzionamento del servizio nel medio e lungo periodo.

Il diritto all’acqua e la tutela della comunitàL’obiettivo finale, sottolinea il comunicato, è garantire alla popolazione agrigentina un servizio idrico pubblico trasparente, efficace e con tariffe eque.

Regione, deputazione, amministrazioni locali e vertici di Aica sono chiamati a collaborare con senso di responsabilità e lealtà istituzionale, ponendo al centro l’interesse della cittadinanza.

Il Cartello Sociale conclude assicurando la propria vigilanza sull’evoluzione della vicenda, affinché i risultati ottenuti non vengano dispersi e affinché prevalga l’interesse collettivo: tutelare il diritto all’acqua e il futuro dei servizi pubblici nel territorio.

Italia Viva, Ignazio Catanzaro nominato coordinatore cittadino di Sciacca

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Italia Viva rafforza la propria presenza nel territorio saccense con la nomina del maestro Ignazio Catanzaro a nuovo coordinatore cittadino di Sciacca. L’annuncio arriva dall’onorevole Davide Faraone e dalla segretaria provinciale Roberta Lala, che esprimono “grande soddisfazione” per l’ingresso di una figura stimata e radicata nella comunità.

Catanzaro, docente, musicista e da anni impegnato nella promozione di attività sociali e culturali, vanta anche un’esperienza amministrativa come ex consigliere comunale.

Una scelta che, secondo la dirigenza provinciale del partito, rappresenta un valore aggiunto per il progetto riformista che Italia Viva porta avanti in provincia di Agrigento.

L’apertura ufficiale del coordinamento cittadino di Sciacca – sottolineano Faraone e Lala – “segna un ulteriore passo nella crescita del movimento sul territorio, che continua ad arricchirsi di personalità competenti e qualificate”.

Nei prossimi giorni verrà formalizzata anche la composizione del coordinamento completo, che avrà il compito di programmare e promuovere iniziative politiche, sociali e culturali in città.

Intanto Italia Viva ribadisce l’attenzione al tema della sanità: la dirigenza del partito ha effettuato una visita presso l’ospedale di Sciacca per approfondire criticità e necessità della struttura.

Catanzaro e’ stato consigliere comunale di Sciacca vicino all’onorevole Michele Catanzaro.

Pensione anticipata, verso la proroga di Quota 103 e Opzione Donna: possibile uscita a 62 anni anche nel 2026

La Manovra 2026 rimette in gioco due strumenti molto attesi dai lavoratori: Quota 103 e Opzione Donna. Dopo essere scomparse dalla prima bozza del testo, le due misure tornano al centro del dibattito parlamentare grazie a un ampio consenso politico, che coinvolge maggioranza e opposizione.
Ecco cosa potrebbe cambiare realmente per chi vuole lasciare il lavoro prima dei 67 anni.


Manovra 2026: Quota 103 e Opzione Donna tornano in scena

Nella prima versione della Legge di Bilancio 2026, l’unica misura confermata era l’Ape Sociale.
Quota 103 e Opzione Donna non erano presenti, lasciando di fatto scoperti migliaia di lavoratori.

Ma durante l’esame in Commissione Bilancio, la situazione si è ribaltata:

  • la Lega ha presentato emendamenti per prorogare entrambe le misure,
  • il sostegno è arrivato da Forza Italia, PD, Verdi-Sinistra e Italia Viva,
  • su quasi 6.000 emendamenti totali, quelli previdenziali sono tra i più condivisi.

Il governo ora valuta seriamente una proroga per tutto il 2026.


Quota 103: come funziona e cosa cambierebbe

Quota 103 permette l’uscita anticipata con:

  • 62 anni di età,
  • 41 anni di contributi.

Senza proroga, la misura scadrebbe il 31 dicembre 2025.
La proroga consentirebbe a molti lavoratori – soprattutto quelli con lunghe carriere contributive – di andare in pensione con un anticipo significativo.

Il nodo del bonus Maroni / Giorgetti

Chi possiede i requisiti può scegliere di restare al lavoro ricevendo in busta paga:

  • un aumento derivante dal mancato versamento della quota contributiva del lavoratore.

Un vantaggio immediato, ma che può ridurre l’importo della pensione futura.
Una decisione che va valutata con molta attenzione.


Opzione Donna: possibile ritorno dopo anni di limitazioni

Anche Opzione Donna, negli ultimi anni fortemente ridimensionata, torna al centro della trattativa politica.

Requisiti attuali:

  • 61 anni di età,
  • 35 anni di contributi,
  • riservata a caregiver, invalide al 74% o lavoratrici licenziate.

I partiti chiedono non solo la proroga, ma anche un allargamento della platea.
Per l’Italia – Paese con uno dei tassi di occupazione femminile più bassi d’Europa – si tratta di una misura ritenuta strategica.


Il problema delle coperture economiche

La discussione ora riguarda la sostenibilità finanziaria.

Il Ministro dell’Economia Giorgetti ha ricordato che:

  • entro il 2025 l’Italia deve uscire dalla procedura UE per deficit eccessivo,
  • ogni nuova misura richiede una copertura certa.

La Lega propone:

  • un aumento dell’Irap per banche e assicurazioni,
  • con un gettito stimato di 3,4 miliardi nel triennio.

Ma la proposta è divisiva e rischia di creare tensioni con il settore finanziario.


Le critiche dei sindacati

I sindacati contestano la versione iniziale della Manovra.

La segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, rilancia:

  • servono più risorse per scuola, ricerca e non autosufficienza,
  • eliminare Opzione Donna o aumentare l’età pensionabile sarebbe “un colpo di mano” contro i lavoratori più fragili.

Lega all’attacco: stop all’aumento dell’età pensionabile nel 2027-2028

Oltre alle proroghe, la Lega propone anche un emendamento per:

  • bloccare l’aumento dell’età pensionabile legato alla speranza di vita,
    previsto dalla riforma Fornero tra il 2027 e il 2028.

Il MEF propone un aumento graduale (1 mese nel 2027, 2 mesi nel 2028), ma il Carroccio vuole impedirlo del tutto.


Cosa succede adesso

La partita si deciderà nel vertice di maggioranza tra:

  • Meloni
  • Salvini
  • Tajani
  • Lupi

dove verrà definito l’equilibrio tra richieste politiche e vincoli di bilancio.

Una cosa però è ormai chiara:

Quota 103 e Opzione Donna sono ufficialmente tornate al centro della Manovra 2026

e potrebbero davvero essere prorogate per un altro anno.

Sciopero dei laboratori di analisi, serrata totale oggi a Sciacca, Ribera e Menfi

Serrata completa oggi nei laboratori di analisi privati convenzionati di Sciacca, Ribera e Menfi, in adesione allo sciopero regionale indetto in tutta la Sicilia. L’astensione dal lavoro è stata totale nel territorio, a conferma del malessere ormai diffuso tra strutture e professionisti della specialistica ambulatoriale.

La mobilitazione, promossa dalle 14 sigle intersindacali della specialistica convenzionata, porta questa mattina in piazza a Palermo titolari, tecnici e operatori dei centri diagnostici per denunciare quella che definiscono «una crisi profonda che da anni travolge la specialistica territoriale».

Al centro della protesta tariffe ferme da vent’anni, tetti di spesa bloccati e un sistema che – secondo le sigle sindacali – «non è più in grado di garantire continuità assistenziale ai cittadini né condizioni dignitose a professionisti e strutture».

A Palermo, simbolo visibile della mobilitazione, due camper che saranno posizionati rispettivamente davanti all’Assemblea Regionale Siciliana e all’Assessorato Regionale alla Salute, per sottolineare l’urgenza di un confronto diretto con le istituzioni.

Le strutture lamentano da anni tariffe troppo basse, rimaste invariate da oltre vent’anni. Una condizione che – spiegano – si ripercuote inevitabilmente sui cittadini, spesso costretti a fine anno a pagare di tasca propria visite ed esami, a rinunciarvi o a rivolgersi agli ospedali, dove le liste d’attesa restano particolarmente lunghi.

Sotto accusa anche il piano di rientro, in vigore in Sicilia da più di diciotto anni. «La nostra è una delle poche regioni italiane a non essere ancora uscita da questo regime straordinario – sottolineano le sigle – trasformato ormai in una crisalide immobile, che non evolve e non permette alla sanità di crescere».

Secondo le associazioni di categoria, questo stallo cronico impedisce qualsiasi intervento strutturale, mentre la qualità dei servizi destinati ai cittadini peggiora progressivamente e le criticità del sistema si amplificano.

La giornata di sciopero, dunque, vuole essere un appello diretto alla Regione per sbloccare una situazione che le sigle definiscono «non più sostenibile».

Carnevale di Sciacca, proposta di esibizione dei gruppi su 5 palchetti

La proposta e’ stata fatta alle sette associazioni che partecipano alla prossima edizione della manifestazione di febbraio dalla Futuris, la società organizzatrice, dopo l’istanza di qualche carrista di sgravare il costo degli impianti di illuminazione e audio per il gruppo mascherato posti sul carrellone che precede il corteo e di accollarlo sulla società.

I vertici della Futuris hanno dunque, avanzato la possibilità di una ipotesi alternativa: performance su 5 palchetti minori collocati lungo via Allende di una parte del gruppo mascherato con esibizione finale sul palco centrale della composizione completa.

Una ipotesi al vaglio adesso delle 7 associazioni che dovranno decidere se accettare o meno. Una possibilità che ha gia’ provocato le lamentele dei coreografi e dei capigruppo che non riterrebbero allettante la proposta e che avrebbero subito a loro volta lo spauracchio dei genitori dei ragazzi che giusto in questi giorni iniziavano le prove.

Al momento si tratta soltanto di una ipotesi, nulla di certo che la macchina organizzativa della kermesse dovrà bene vagliare. Si tratterebbe di una assoluta novità rispetto il tradizionale svolgimento con sfilata dei gruppi a terra.

La Futuris ha tenuto a precisare che “la proposta fatta alle associazioni è totalmente diversa da quella descritta nell’articolo”. Sempre secondo la Futuris, si tratterebbe di una proposta totalmente migliorativa che al momento non vuole svelare nei dettagli e che non avrebbe previsto la eliminazione della sfilata a terra.

Pd, alta tensione in vista del direttivo del 27: nessuna svolta ma scontro aperto sulle strategie

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Non sarà la riunione del 27 novembre a decidere il futuro del Partito Democratico locale. L’appuntamento, convocato per le 19.30 al Castello Incantato, si preannuncia comunque carico di tensione: le due anime del partito dovrebbero ribadire le rispettive posizioni, ma difficilmente si arriverà in quella sede a un accordo o, al contrario, a una rottura definitiva.

Sul tavolo resta il nodo politico più delicato: il futuro della giunta Termine.

Il direttivo del Pd sarà scandito da tre punti all’ordine del giorno: le comunicazioni del segretario, quelle del sindaco e, a seguire, un dibattito che si preannuncia particolarmente acceso. Vista la complessità delle questioni da affrontare, gli organizzatori hanno chiesto ai membri la massima puntualità.

Il 27, dunque, non sarà la giornata delle decisioni finali, ma potrebbe segnare un passaggio cruciale nella definizione degli equilibri politici delle prossime settimane.

Nel frattempo i consiglieri Blò e Brucculeri lanciano un appello diretto ai colleghi, sollecitando la sottoscrizione della mozione di sfiducia. «Chiediamo di mettere da parte appartenenze, ideologie, simpatie e antipatie politiche e di guardare esclusivamente al bene della città di Sciacca», affermano, parlando di una necessità «civica oltre che politica». Per superare l’attuale impasse, sostengono, serve «rapidità e lucidità», consentendo ai cittadini di tornare al voto nel maggio 2026. La bozza, spiegano, è già disponibile per contributi e modifiche. Da qui l’invito finale alla firma, «al più presto», della mozione, che potrebbe già recare le prime due sottoscrizioni. Il gruppo della Democrazia Cristiana sembra disponibile a sostenere la sfiducia, a condizione che in consiglio comunale emerga una maggioranza in grado di portarla fino in fondo. Più fredda, invece, Forza Italia, che al momento si mantiene contraria a tale scenario.

Crisi Aica, la Regione interviene: ok al fondo da 20 milioni per salvare la consortile

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato la creazione di un fondo di rotazione da 20 milioni di euro, distribuito tra il 2026 e il 2027, destinato a coprire il debito accumulato dalla consortile e da restituire in dieci anni. La misura si inserisce in un quadro più ampio di interventi regionali che comprende anche i lavori già in corso per il rifacimento della rete idrica del capoluogo, finanziati con 40 milioni dei fondi Fsc.

Sulla decisione del governo regionale è intervenuta l’assessora al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, che ha espresso soddisfazione per la soluzione individuata e ha richiamato con forza le amministrazioni locali al rispetto degli obblighi finanziari.

“Ringrazio il presidente Renato Schifani per avere individuato una soluzione immediata alla crisi tra Aica e Siciliacque, mettendo a disposizione un fondo di rotazione da 20 milioni di euro. Una misura che consente all’azienda idrica di operare con serenità e ai Comuni agrigentini di evitare qualsiasi ripercussione sulla fornitura idrica, garantendo continuità del servizio a tutti i cittadini”, ha dichiarato Savarino.

L’assessora ha inoltre rimarcato le responsabilità dei singoli enti locali: “È giusto ricordare che molti Comuni sono virtuosi e puntuali nei pagamenti, ma chi è ancora indietro deve mettersi in regola: non è ammissibile che i cittadini di un Comune paghino l’acqua e quelli del Comune accanto no, mettendo a rischio l’intero sistema idrico della provincia di Agrigento”.

Un appello, quello di Savarino, che affianca il sostegno economico della Regione a un invito alla correttezza amministrativa: “Lo sforzo del governo Schifani è concreto ed è una mano tesa verso Aica, ma deve accompagnarsi al senso di responsabilità di chi amministra. Solo così possiamo tutelare un servizio essenziale per le nostre comunità e per la nostra terra”.

Violenza sulle donne, testimonianze e riflessioni con la procuratrice Maligno (Video)

Si è svolto oggi pomeriggio presso il Circolo Garibaldi di Sciacca, il convegno promosso dal Kiwanis International – Club Sciacca Terme, guidato dalla presidente Virginia Sammarco. L’incontro, dedicato a testimonianze e riflessioni su temi di grande attualità, ha richiamato un pubblico attento e numeroso.

Tra i relatori sono intervenuti la presidente dell’Ordine degli Avvocati di Sciacca, Carmela Bacino, l’avvocato del Movimento Forense di Sciacca Domenico Cicchirillo, la già magistrata di Cassazione Mirella Agliastro e la procuratrice capo della Procura di Sciacca, Maria Teresa Maligno.

La procuratrice Maligno ha approfondito il funzionamento del Codice Rosso, soffermandosi sull’impianto normativo introdotto nel 2019 che ha ridefinito e ampliato l’ambito dei reati di genere. Nel suo intervento ha evidenziato l’importanza di strumenti rapidi e incisivi per proteggere le vittime di violenza e ha richiamato l’attenzione sulla responsabilità delle istituzioni nel garantire interventi tempestivi.

La magistrata Agliastro ha invece tracciato un ampio excursus storico illustrando il passaggio dal patriarcato tradizionale alle dinamiche di neo-maschilismo riscontrabili nella società attuale. Una riflessione che ha offerto al pubblico un quadro chiaro dei mutamenti culturali che accompagnano l’evoluzione normativa.

Il convegno, moderato dal giornalista Giuseppe Pantano, ricco di contributi autorevoli, ha confermato l’impegno del Kiwanis Club Sciacca Terme nel promuovere momenti di approfondimento e sensibilizzazione su temi centrali per la vita sociale e civile della comunità.

Giornata contro la violenza di genere: formazione, prevenzione e cultura del rispetto all’Arena di Sciacca

Si è svolta oggi presso l’aula magna “Falcone e Borsellino” del plesso Miraglia una partecipata manifestazione dedicata alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. Un appuntamento che ha coinvolto studenti, docenti e professionisti dell’area sanitaria e psicologica, offrendo un momento di formazione e confronto su temi di grande attualità.

L’iniziativa rientra nel percorso di sensibilizzazione che molte scuole italiane stanno promuovendo con l’obiettivo di educare le nuove generazioni al riconoscimento degli stereotipi, alla gestione consapevole delle relazioni e alla prevenzione di dinamiche violente. Al centro della giornata non solo la violenza fisica, psicologica, economica e digitale, ma anche l’importanza di relazioni sane basate sul dialogo, sull’intelligenza