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Diventare insegnante in Italia: il nuovo percorso con i 60 CFU e i requisiti aggiornati

Con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il percorso per diventare insegnante in Italia ha subito importanti modifiche, soprattutto per la scuola secondaria. Le nuove disposizioni definiscono requisiti più strutturati per accedere all’insegnamento, tra cui un percorso formativo con 60 CFU specifici. Ecco tutto ciò che occorre sapere per diventare docente nei diversi gradi scolastici.


Scuola dell’infanzia e primaria: i titoli abilitanti richiesti

Per insegnare nella scuola dell’infanzia o nella scuola primaria su posto comune, è necessario possedere uno dei seguenti titoli abilitanti:

  • Laurea in Scienze della Formazione Primaria, oppure analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia;
  • Diploma magistrale con valore abilitante, conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, incluso il diploma sperimentale a indirizzo linguistico;
  • Per la scuola dell’infanzia è valido anche il diploma triennale o quinquennale della scuola magistrale ottenuto entro il 2001/2002.

Questi titoli consentono la partecipazione ai concorsi nazionali, banditi a livello regionale.


Scuola secondaria di primo e secondo grado: i nuovi requisiti

Per diventare insegnante nella scuola secondaria (medie e superiori), è necessario possedere:

  • Laurea coerente con una classe di concorso specifica, o titolo equivalente riconosciuto;
  • Abilitazione all’insegnamento della disciplina relativa alla laurea;
  • Percorso di formazione di 60 CFU, che include competenze in ambito pedagogico, psicopedagogico, metodologico e didattico.

I 60 CFU rappresentano oggi uno dei pilastri del nuovo percorso abilitante.

Eccezione per gli ITP fino al 2025

Fino al 31 dicembre 2025, è consentita la partecipazione al concorso anche ai docenti tecnico-pratici (ITP) in possesso del solo diploma. Dopo questa data, anche per loro sarà richiesta una laurea abilitante.


Insegnanti di sostegno: i requisiti

Per l’insegnamento sul sostegno, è obbligatorio ottenere:

  • uno dei titoli richiesti per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia, primaria o secondaria;
  • specializzazione per il sostegno didattico, relativa al grado scolastico per il quale si concorre.

Come accedere al ruolo nella scuola statale

Tutti i titoli sopra elencati consentono la partecipazione ai concorsi per titoli ed esami. I candidati devono superare:

  • una prova scritta;
  • una prova orale.

I vincitori saranno assunti a tempo indeterminato nella scuola statale, secondo le modalità previste dal bando e dalle disposizioni ministeriali.

“Truffa per un posto di lavoro all’ospedale di Sciacca”, margheritese condannato


Il giudice monocratico del Tribunale di Sciacca, Fabio Passalacqua, ha condannato per truffa Gaspare Abruzzo, di 61 anni, di Santa Margherita Belice. Era accusato di avere rappresentato falsamente a un cinquantenne, in concorso con una persona rimasta ignota, di potere intercedere per fargli ottenere un impiego all’ospedale di Sciacca facendosi consegnare 5.000 euro in contanti. Condannato a 9 mesi di reclusione e 500 euro di multa con pena sospesa.

I fatti per i quali si è celebrato il processo, al Tribunale di Sciacca, si riferiscono al febbraio 2020. Il giudice ha condannato Abruzzo anche al risarcimento alla parte civile, assistita dall’avvocato Giovanni Forte, 6.000 euro, nonché alle spese relative alla costituzione in giudizio della stessa, 1.700 euro.

Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell’imputato a 6 mesi di reclusione e 200 euro di multa. La difesa di Abruzzo, con l’avvocato Calogero Lanzarone, aveva avanzato richiesta di assoluzione in via principale per la tardività della denuncia e in subordine per l’insussistenza del fatto annunciando che impugnerà la sentenza.

Nel Pd di Sciacca è sfida tra Termine e Catanzaro: arrivano Vivacqua, Barbagallo e Provenzano

Termine porta Vivacqua. E’ la prima partecipazione di Fabio Termine ad un evento ufficiale targato Pd dopo la discussa adesione del primo cittadino al partito di Capodanno, consumata in silenzio nella fretta della campagna tesseramenti.

Il primo cittadino saccense interverrà all’evento politico, in programma a Sciacca, sabato 17 maggio, alla Multisala Badia Grande, che vedrà la partecipazione del candidato per la segreteria provinciale Giacomo Vivacqua, della deputata Giovanna Iacono, dell’onorevole Antony Barbagallo, candidato alla segreteria regionale.
Termine riconferma, dunque, la sua adesione alla corrente maggioritaria dem della segretaria Elly Schlein contrapponendosi alle posizioni del parlamentare Michele Catanzaro, “bonacciniano” fin dalla prima ora e impegnato da capogruppo del Pd all’Ars nel portare avanti le richieste di quella parte del Pd che non ha esitato a definire “farsa” il congresso che sta per celebrarsi in Sicilia facendo appello ad applicare il regolamento.

Proprio Catanzaro si è fatto il portavoce più autorevole nel corso della conferenza stampa presso la sede del partito in via Bentivegna, a Palermo, di qualche settimana fa, organizzata per manifestare le intenzioni del fronte di opposizione del segretario uscente Anthony Barbagallo. Incontro con i giornalisti dove Catanzaro non ha esitato di annunciare di essere pronti perfino a disertare se la segreteria nazionale si fosse dimostrata ancora “sorda” rispetto l’applicazione delle giuste regole per le primarie siciliane.

Una situazione all’interno del partito al di qua dello Stretto che appare sempre piu’ lacerata ed esplosiva e pronta a deflagrare fragorosamente al congresso che dovra’ eleggere il nuovo segretario. Scotta ancora la brutta figura di un anno fa alle Europee con la vittoria di Lupo contro Nicita, candidato della segreteria, e la pessima figura della stessa Schlein, candidata in Sicilia con il risultato peggiore tra le regioni italiane.

Non e’ un caso che accanto a Termine sabato ci sarà anche il deputato Peppe Provenzano, componente della segreteria nazionale che nella figura del capogruppo Catanzaro vede un possibile antagonista per la sfida delle candidature alle prossime nazionali. Si sussurra che proprio Provenzano d’altronde sia stato “il deus ex machina” del repentino e silenzioso passaggio di Fabio Termine al Pd, utilizzato per indebolire il gia’ più volte parlamentare regionale saccense.

La sfida, dunque, tende ad alzarsi verso piani più alti, direttamente a Roma rispetto ad una visione prettamente locale dove Termine diventa inevitabilmente strumento di raffronto della forza del capogruppo del Pd che finora ha tenuto insieme e guidato il gruppo parlamentare siciliano.

Catanzaro, per la corsa alla segreteria provinciale, dopo le dimissioni del vicinissimo Simone Di Paola, oggi assessore della giunta Termine, sostiene, invece, Francesco Cacciatore, sindaco di Santo Stefano di Quisquina. E all’appuntamento di Sciacca non è previsto neppure un saluto del segretario cittadino del Pd, il “catanzariano” Giuseppe Palagonia. Tante stranezze in un colpo solo.

Eredità e testamento: come evitare che i figliastri ereditino la tua casa nel rispetto della legge

Quando si pianifica la successione dei propri beni, soprattutto in presenza di relazioni familiari complesse, è fondamentale conoscere le regole che disciplinano i diritti ereditari. Una delle situazioni più delicate riguarda la volontà di lasciare la propria casa ai nipoti, escludendo i figli del coniuge avuti da precedenti unioni, comunemente detti “figliastri”. È possibile farlo? La risposta è sì, ma solo nel rispetto delle quote legittime previste dal codice civile.

I diritti del coniuge superstite sull’eredità

Il coniuge, a prescindere dal regime patrimoniale scelto (comunione o separazione dei beni), ha diritto per legge a una quota dell’eredità. In assenza di figli, questa quota corrisponde al 50% del patrimonio. La legge definisce questa porzione come quota legittima, ovvero intoccabile: non può essere compromessa né da un testamento né da una donazione. Solo la metà restante può essere destinata ad altri, ad esempio ai nipoti.

La casa in comunione dei beni: cosa accade alla morte del coniuge

Se l’abitazione è in comunione dei beni, alla morte di uno dei coniugi solo il 50% della proprietà confluisce nell’eredità. L’altra metà resta di proprietà esclusiva del coniuge superstite. In caso di cointestazione, si eredita solo la quota del defunto. È su questa parte che si possono attivare disposizioni testamentarie o donazioni in favore di terzi.

Due opzioni legittime: testamento o donazione

Chi desidera destinare la casa ai propri nipoti ha due alternative principali:

  • Donazione con riserva di usufrutto: trasferisce subito la nuda proprietà ai nipoti, mantenendo il diritto di abitare l’immobile a vita. Alla morte del donante, i nipoti ottengono la piena proprietà.
  • Testamento: consente di mantenere il controllo del bene fino al decesso. Può essere pubblico (con notaio) o olografo (scritto a mano, datato e firmato). In entrambi i casi, è essenziale non ledere la quota legittima spettante al coniuge.

Nessuna rinuncia anticipata all’eredità è valida

La legge vieta ogni rinuncia anticipata all’eredità (art. 458 c.c.). Il coniuge non può firmare un documento con cui si impegna, prima della morte del partner, a rinunciare ai propri diritti successori. Ogni rinuncia è valida solo dopo l’apertura della successione e deve essere formalizzata nei modi previsti dalla legge.

L’azione di riduzione per tutelare la quota legittima

Se il coniuge superstite ritiene che la propria quota sia stata compromessa da donazioni o testamenti, può attivare l’azione di riduzione, per far valere i propri diritti entro 10 anni dalla morte del testatore. Tale azione può comportare l’annullamento delle disposizioni lesive, incluse quelle a favore dei nipoti.

Donazioni indirette e calcolo dell’eredità disponibile

Non tutti i trasferimenti patrimoniali vengono considerati nella successione. Le donazioni di modico valore o gli aiuti familiari non incidono sulla legittima. Al contrario, le donazioni significative o gli arricchimenti ingiustificati possono essere conteggiati e ridurre la quota disponibile da lasciare ai nipoti.

Quando rivolgersi a un esperto

La determinazione esatta della quota disponibile richiede il calcolo dell’attivo ereditario netto, tenendo conto dei beni posseduti, dei debiti e di eventuali donazioni passate. È sempre consigliabile affidarsi a un professionista specializzato in successioni per evitare errori, contenziosi e lesioni dei diritti altrui.

Telecamere in casa: vietato puntarle verso l’esterno. Cosa dice la legge e quali sono i rischi

Installare un sistema di videosorveglianza all’interno della propria abitazione è lecito, ma solo nel rispetto delle regole previste dalla normativa sulla privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali chiarisce che non è necessaria alcuna autorizzazione preventiva per l’installazione di telecamere in ambito privato. Tuttavia, il diritto alla riservatezza di terzi resta un principio inviolabile.

Attenzione a dove punti le telecamere: il rischio di sanzioni

In base al principio di responsabilità (art. 5, par. 2, GDPR), è necessario valutare attentamente il rischio per i diritti e le libertà delle persone. Puntare una telecamera verso la strada, su aree comuni o su spazi di altri soggetti costituisce una violazione della normativa. In questi casi, si rischiano sanzioni significative, salvo dimostrata necessità legata a situazioni di rischio effettivo e documentato.

Le regole da rispettare per la videosorveglianza domestica

Chi installa un impianto di sorveglianza in casa deve attenersi a queste prescrizioni:

  • L’angolo visuale deve limitarsi agli spazi di esclusiva pertinenza;
  • È vietata la ripresa di aree pubbliche, spazi comuni condominiali o zone di altri soggetti;
  • In condominio, l’installazione richiede l’approvazione dell’assemblea con le maggioranze previste dall’art. 1136 c.c.;
  • Devono essere esposti cartelli informativi prima dell’accesso alle zone sorvegliate;
  • Le registrazioni non devono essere conservate oltre i 7 giorni, salvo casi specifici;
  • È obbligatorio fornire un’informativa conforme all’art. 13 GDPR, facilmente accessibile.

Videosorveglianza e strutture ricettive

Le case vacanza e gli affitti brevi possono adottare telecamere solo se la loro presenza è necessaria per motivi di sicurezza e nel rispetto della riservatezza degli ospiti. Nessuna ripresa è consentita all’interno di spazi privati come camere da letto o bagni. Il sistema deve essere tecnicamente proporzionato alla finalità di tutela.

Serve supporto per fare tutto in regola?

Installare correttamente un impianto di videosorveglianza significa non solo proteggere la propria abitazione, ma anche evitare errori che possono portare a sanzioni e violazioni della privacy. Per questo motivo, può essere utile affidarsi a professionisti esperti in sicurezza e sistemi di allarme, che sappiano valutare ogni situazione, consigliare la soluzione più adatta e garantire il rispetto della normativa vigente.

  • Se desideri approfondire questi aspetti o ricevere una consulenza specifica, è possibile richiedere informazioni a un’azienda specializzata in sistemi di videosorveglianza. In questo modo, potrai installare le tue telecamere in modo sicuro, conforme alla legge e realmente efficace.

Marina Savona di Sciacca oro ai campionati italiani nella sciabola femminile

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Marina Savona, portacolori del Discobolo di Sciacca, ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Italiani Master nella disciplina della sciabola femminile, confermandosi come una delle atlete più rappresentative del panorama schermistico nazionale.

Un risultato straordinario per l’atleta saccense, che oltre ad allenarsi con costanza, è anche madre e professionista.

L’impresa è avvenuta al termine di un’intensa finale contro Giulia Simonelli del Club Scherma Roma, in cui Marina ha mostrato grande sangue freddo, recuperando ben tre stoccate e annullando altrettanti match point prima di chiudere con una vittoria emozionante.

Verso Riccione: obiettivo Tricolori

Nel weekend Marina Savona sarà tra le protagoniste della gara nazionale di Riccione, appuntamento decisivo per l’accesso ai Campionati Italiani Assoluti Gold di Piacenza 2025.

Insieme a lei, altre quattro promesse della sciabola femminile saccense: Siria Mantegna, Sofia Figlioli, Maria Vittoria Rossi e Matilde Porrello. Le cinque atlete affronteranno un tabellone competitivo che vede in pedana 71 schermitrici da tutta Italia.

Il tecnico Pippo Simone Vullo, che seguirà la squadra a Riccione, commenta: “Schieriamo due atlete di grande esperienza come Savona e Mantegna, accanto a tre giovani che hanno già dimostrato di avere talento e determinazione.”

Marina Savona, esempio di sport e vita

L’esperienza e la maturità di Marina Savona rappresentano un punto di riferimento per l’intero movimento schermistico locale. Già ex nazionale Under 20 e trascinatrice della squadra del Discobolo in Serie A, oggi incarna perfettamente il modello della donna moderna: atleta, madre e professionista.

Grazie alla sua dedizione e al suo spirito competitivo, continua ad ispirare giovani atleti e atlete, dimostrando che è possibile eccellere nella sciabola femminile conciliando impegni familiari e lavorativi.

La prossima tappa è fissata per il 6 giugno a Piacenza, dove Marina sarà protagonista nella competizione a squadre dei Campionati Italiani Assoluti: un’occasione ulteriore per brillare ancora e lasciare il segno.

Sequestrati 200 mila euro in contanti nel giro d’appalti “pilotati” nell’Agrigentino, i soldi “ricompensa” di tecnici e funzionari

Sono stati rinvenuti e sequestrati ben 200 mila euro, tutti in contanti, nelle sedi e al domicilio di alcuni dei titolari delle imprese edili di Favara coinvolte nell’operazione compiuta nella notte dalla Polizia di Stato di Agrigento e che ha portato all’arresto di cinque persone.

Si tratta di Diego Caramazza, 44 anni e Luigi Sutera Sardo, 58 anni, ex assessore di Favara ed ex consigliere provinciale. Arresti domiciliari per Sebastiano Alesci, ex dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale di Ravanusa, 67 anni, di Licata e Carmela Moscato, 65 anni e Federica Caramazza, 36 anni, rispettivamente mamma e figlia.

La grossa somma in contanti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe servita proprio per “ricompensare” alcuni pubblici ufficiali e ottenere la loro collaborazione. Infatti, tramite la comunicazione di offerte tecniche, bandi di gara, disciplinari e contratti, si sarebbe riusciti ad alterare il regolare corso delle gare d’appalto di importanti opere pubbliche.

Oltre ai cinque arrestati, tutti imprenditori tranne Alesci, ci sono altri 8 indagati fra tecnici e funzionari pubblici.

I reati contestati sono di corruzione, ricettazione e turbativa d’asta.

Altre somme di denaro sono state rinvenute in possesso dell’attuale dirigente dell’Ufficio Tecnico del comune di Licata, al servizio di una delle imprese anche con funzioni organizzative dell’attività presso la Pubblica amministrazione, volta a favorire in cambio di denaro o altre utilità procedure, finanziamenti e nomine.

Tra gli appalti che sarebbero stati “pilotati” grazie al pagamento di di mazzette, ci sarebbero i lavori di manutenzione straordinaria della strada provinciale 19 Salaparuta-Santa Margherita Belice, la riqualificazione e la ristrutturazione dello stadio “Dino Liotta” di Licata e i lavori della rete idrica della città di Agrigento.

L’urologo Barbera in pensione: “Organico del reparto reso volutamente carente”

L’urologo Michele Barbera va in pensione dal prossimo primo giugno. Lo ha comunicato lo stesso medico saccense con un post su Facebook dove annuncia di aver raggiunto i contributi necessari e, pertanto, di aver deciso di lasciare la corsia ospedaliera anche per la situazione vissuta all’interno della struttura ospedaliera. Lo specialista per parecchio tempo e’ stato l’unico medico in servizio nell’unità operativa di Urologia del “Giovanni Paolo II”.

Attualmente c’è un altro medico, ma certo una sola unità in un reparto che è stato per molti anni un fiore all’occhiello della sanità agrigentina, non è un grande risultato.

“Le vostre manifestazioni di affetto non sono comuni – così ha aggiunto Barbera in risposta a quanto hanno manifestato affetto e vicinanza alla notizia del suo congedo – sicuramente vanno al di là di ogni mio merito, ma è bello e commovente per il mio animo pensare che il sacrificio che ho fatto per rispondere alle esigenze dell utenza. Sacrificio che ha coinvolto anche i miei cari. Un ringraziamento di vero cuore a tutti i miei infermieri e ausiliari che mi hanno supportato e sopportato in questi due anni e mezzo di navigazione in solitaria, e che hanno fatto in modo di farmi pesare il meno possibile la assenza dei 6 medici previsti, organico reso volutamente carente”.

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Capodieci, in occasione dell’inaugurazione dell’ospedale di comunità dello scorso 25 gennaio e del nuovo Pronto Soccorso a marzo, aveva annunciato che per l’Urologia era gia’ stato espletato un concorso per l’assunzione di nuovi medici. Al momento a Sciacca ne rimarrà soltanto uno. Un solo medico in un reparto che non può più essere una punta avanzata della sanità agrigentina, ma solo per carenza di organico.

Visita fiscale INPS: il datore di lavoro può contestare il certificato medico? Ecco cosa sapere

L’assenza per malattia è un diritto del lavoratore, ma non è immune da contestazioni. Anche in presenza di un certificato medico, il datore di lavoro può attivare verifiche fiscali e indagini, sollevando dubbi sulla reale idoneità al lavoro. In caso di pareri medici discordanti, sarà il giudice a stabilire la validità della prognosi.


Certificato medico: valore probatorio e limiti

Il certificato rilasciato dal medico curante rappresenta la prova dello stato di malattia, ma non ha valore assoluto. Può essere oggetto di verifica e contestazione. In particolare:

  • il datore di lavoro può richiedere una visita fiscale all’INPS;
  • può affidarsi a investigatori privati per verificare eventuali condotte incompatibili con la malattia dichiarata.

Il ruolo del medico fiscale dell’INPS

La verifica della malattia spetta esclusivamente al medico fiscale incaricato dall’INPS, che può:

  • confermare la prognosi;
  • ridurre i giorni indicati;
  • dichiarare il lavoratore idoneo alla ripresa del lavoro.

Il referto del medico fiscale è un atto pubblico solo per i fatti obiettivi (es. presenza del lavoratore), ma le sue valutazioni sanitarie possono essere contestate in sede giudiziale.


Cosa succede se la visita fiscale è negativa?

Se il medico fiscale non conferma lo stato di malattia:

  • l’indennità può essere sospesa;
  • l’assenza può essere considerata ingiustificata;
  • il lavoratore è tenuto a rientrare in servizio.

È possibile opporsi immediatamente al giudizio medico, attivando la valutazione del coordinatore sanitario INPS.


Ricorsi e difesa del lavoratore

Il dipendente può:

  • presentare ricorso all’INPS;
  • se respinto, ricorrere al Giudice del Lavoro, che può disporre una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per valutare retroattivamente la validità della malattia.

Indagini private: strumenti legittimi del datore di lavoro

Il datore può ingaggiare investigatori autorizzati per documentare comportamenti incompatibili con l’infermità. Anche in presenza di un referto medico favorevole, può raccogliere prove utili per contestare la validità dell’assenza.


Il medico del lavoro (competente): cosa può e cosa non può fare

Il medico competente dell’azienda:

  • non può svolgere visite domiciliari;
  • non può accertare l’invalidità temporanea;
  • valuta solo l’idoneità alla mansione per fini preventivi.

Non ha il potere di invalidare il certificato del medico curante, ma può fornire osservazioni tecniche utilizzabili in giudizio.


Chi può contestare formalmente il certificato medico?

Solo il datore di lavoro può avviare una contestazione formale, agendo su due fronti:

  • raccogliendo prove concrete (nel rispetto della privacy);
  • ricorrendo al Giudice del Lavoro, supportato da perizie, pareri medici o relazioni investigative.

Pareri medici in contrasto: chi decide?

In caso di:

  • certificato del medico curante,
  • referto del medico fiscale INPS,
  • valutazione del medico competente,

spetta al Giudice del Lavoro stabilire quale parere prevalga. Il giudice può disporre una perizia medica indipendente per chiarire la reale idoneità del lavoratore e la congruità della prognosi.

Rischio crolli tra via Cappuccini e Madonna della Rocca, Blo’ e Brucculeri chiedono intervento urgente

Chiedono un tempestivo intervento volto a garantire la sicurezza dei cittadini i due consiglieri comunali, Maurizio Blo’ e Raimondo Brucculeri che segnalano una situazione di pericolo, documentata da un reportage fotografico, tra la via Cappuccini e Via Madonna della Rocca.

In particolare, i due, rilevano che un muro situato in prossimità delle suddette vie presenta
evidenti segni di degrado strutturale, costituendo un grave rischio per la pubblica incolumita’. Il muro in questione, ubicato lungo le strade sopracitate, mostra chiari segni di deterioramento, tra cui: numerose crepe profonde, frammentazioni e distacchi di parti murarie, infiltrazioni vegetative che compromettono ulteriormente la stabilità strutturale, assenza di sistemi di rinforzo o manutenzione adeguati.


“Tali condizioni – scrivono i due – rendono il muro altamente vulnerabile a crolli parziali o totali, con
conseguenze potenzialmente devastanti per i cittadini, gli automobilisti e i pedoni che
frequentano queste zone. La presenza di un intenso flusso veicolare e pedonale nella zona
amplifica enormemente il rischio di incidenti gravi, qualora detriti o porzioni del muro
dovessero staccarsi improvvisamente.
Le fessure e l’invasione di piante favoriscono ulteriori danni alla struttura, accelerando il processo di degrado. L’assenza di interventi preventivi o correttivi negli anni ha portato a questa situazione critica”.
I due pertanto, chiedono un sopralluogo urgente da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale per valutare lo stato attuale del muro e determinare il livello di criticità. E ancora, l’installazione immediata di barriere di sicurezza o altre misure protettive temporanee come transenne, cartelli di avviso per proteggere il traffico veicolare e pedonale dalle
possibili cadute di detriti. Infine, la programmazione di lavori di consolidamento strutturale del muro, inclusi interventi di riparazione delle crepe, rimozione della vegetazione invasiva e applicazione di materiali di rinforzo idonei.

Premio Aurora “Fuoriclasse in Solidarietà”, venerdì la cerimonia della settima edizione

Ha preso il via mercoledì scorso con il primo incontro in programma la settima edizione del premio Aurora “Fuoriclasse in Solidarietà”, un evento dedicato alla celebrazione della solidarietà e dell’inclusione, intitolato “Ognuno è perfetto” organizzato dall’Istituto Comprensivo “Mariano Rossi”.

Ieri docenti e genitori degli alunni hanno incontrato l’EducAttore, scrittore e formatore Michele Dotti per condividere un momento di sensibilizzazione sul tema dell’inclusione. Anche gli alunni parteciperanno a un laboratorio formativo sul valore della diversità come strumento per orientarsi alla scoperta di sé, tra limiti e talenti con lo stesso formatore. Poi la giornata di premiazione rappresenta il culmine del percorso di sensibilizzazione che ha previsto momenti di formazione e confronto.

La cerimonia si terrà venerdì 16 maggio, alle ore 18, presso l’Istituto Comprensivo “Mariano Rossi”.

Il Premio “Aurora” si propone di valorizzare e incentivare comportamenti e atteggiamenti positivi, quali la generosità e il senso di
responsabilità dei ragazzi che credono nell’alto valore sociale della cultura della solidarietà e dell’inclusivita’.

Approvato il decreto legislativo contro bullismo e cyberbullismo: nuove misure per la prevenzione e la tutela dei minori

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto legislativo contenente disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, attuando la delega prevista dalla legge n. 70 del 2024. Si tratta di un provvedimento che rafforza il quadro normativo già esistente e introduce strumenti più incisivi per tutelare i minori, promuovendo la cultura del rispetto e la consapevolezza nell’uso del web.

Obiettivi del decreto: prevenzione, responsabilità e supporto alle vittime

Il nuovo decreto si propone di:

  • prevenire i fenomeni di bullismo e cyberbullismo attraverso azioni educative e formative;
  • responsabilizzare le famiglie sui comportamenti tenuti dai minori, anche in ambito digitale;
  • offrire un supporto concreto alle vittime con strumenti specifici di assistenza, tra cui un numero verde dedicato.

Viene ribadita la necessità di una collaborazione attiva tra scuole, istituzioni, famiglie e servizi territoriali, al fine di intervenire tempestivamente nei casi di disagio e prevenire forme di esclusione, violenza verbale o psicologica, sia in presenza che online.

Centralità della scuola nella prevenzione

Il provvedimento rafforza il ruolo della scuola come presidio fondamentale per la prevenzione del disagio giovanile e per la promozione di comportamenti corretti tra pari. Le nuove misure puntano a incentivare percorsi educativi mirati, capaci di sensibilizzare studenti e docenti sui rischi connessi all’uso improprio dei social network e degli strumenti digitali.

Particolare attenzione viene riservata al contrasto dei comportamenti aggressivi reiterati nel tempo, che mirano a emarginare o danneggiare un coetaneo attraverso offese, minacce, diffusione di contenuti denigratori o altri atti lesivi della dignità personale.

Verso una responsabilità condivisa

Il decreto introduce anche elementi volti a chiarire la responsabilità dei genitori per i comportamenti digitali dei propri figli, soprattutto quando questi provocano danni ad altri soggetti. L’obiettivo è rafforzare il senso civico digitale e prevenire il senso di impunità spesso associato alle aggressioni online.