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Menfi prega per il finanziere ferito e respinge le attivita’ criminali, parla il sindaco Lotà

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Una comunità scossa da quanto accaduto ieri a Menfi, teatro di un blitz della Guardia di Finanza nell’ambito di una maxi operazione che ha portato a sgominare una banda dedita all’organizzazione di viaggi di immigrati clandestini dalla Tunisia a Marsala che avrebbe anche fatto arrivare presunte cellule terroristiche in Italia, così il sindaco Enzo Lotà descrive la città di Menfi dove due degli arrestati si trovavano in un alloggio nella zona di via Boccaccio.

Lotà sottolinea che la comunità menfitana è vicina al finanziere ferito durante il blitz e prega per le sue condizioni di salute e allo stesso tempo rassicurando i cittadini per l’impegno delle forze dell’ordine per l’intensificazione dei controlli del territorio.

Resta da chiarire come e perché i due si trovassero a Menfi e da quanto tempo fossero arrivati nel comune. Tutte domande che come evidenzia il sindaco, le indagini che continuano serrate cercheranno di chiarire.

Fuga sul tetto da una botola, i particolari sull’arresto dei tunisini a Menfi

Avevano già un piano di fuga i due tunisini bloccati ieri a Menfi dai finanzieri del Gico di Palermo. A quanto pare nell’abitazione che occupavano ci sarebbe stata una botola ed è proprio da lì che sarebbero passati per raggiungere il tetto della casa. Sono particolari che emergono dallo stretto riserbo investigativo con il quale si muovono le indagini che hanno portato all’individuazione di un’organizzazione, con base a Tunisi, che avrebbe assicurato viaggi a jihadisti e criminali con gommoni veloci. Tra i dodici arrestati anche quattro siciliani. Ma il segmento agrigentino dell’indagine riguarda Menfi e in particolare in tunisini Akrem Toumi (detto Akram), di 50 anni, e Sarra Khaterchi (detta Sara), di 32, che vivevano da qualche tempo nel centro agrigentino. Le indagini non potranno che essere orientate sulla loro presenza a Menfi, sulle ragioni per le quali si trovavano, a quanto pare da diversi giorni, nel centro agrigentino. Sono stati bloccati a poca distanza dalla casa in cui abitavano. Ma le indagini sul segmento menfitano potrebbero essere solo all’inizio. I due potrebbero essere stati in contatto con altri connazionali che si trovavano a Menfi. E La Guardia di Finanza, a quanto pare, sta svolgendo attività ad ampio raggio a Menfi e non soltanto in quella zona nella quale si trovavano i due indagati.

Misurazioni fonometriche e sequestro degli strumenti sonori di un pub nel centro di Menfi

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo degli strumenti sonori di riproduzione e di amplificazione del “Wood wine pub” di Menfi.  Il sequestro è scattato a seguito delle misurazioni fonometriche effettuate dall’Arpa nelle vicinanze del locale che avrebbero evidenziato un differenziale tra rumore ambientale e rumore residuo superiore al limite di differenziale notturno consentito. Dalla misurazione effettuata da mezzanotte all’una, in occasione dell’accertamento dell’Arpa, a seguito della segnalazione di gente che vive nella zona, sarebbe stato rilevato il superamento del limite in orario notturno.

Trasferito al Villa Sofia il finanziere ferito, in manette i due fuggitivi: ci si interroga su cosa facessero a Menfi

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E’ stato trasferito nelle prime ore del pomeriggio di oggi in elisoccorso dal “Giovanni Paolo II” di Sciacca il finanziere di 27 anni di Palermo rimasto ferito durante il blitz che si è compiuto oggi a Menfi da parte del nucleo della Polizia Tributaria di Palermo nell’ambito dell’operazione denominata “Skorpion Fish”, un’indagine a più ampio raggio che ha portato a sgominare una banda dedita ad organizzare viaggi di clandestini in Italia dalla Tunisia oltre ad essere dedita all’attività di contrabbando di sigarette.

Gli agenti della Guardia di Finanza stamattina si sono messi sulle tracce di due indiziati che si trovavano a Menfi, durante le operazioni per il fermo dei due indiziati, alla viste delle forze dell’ordine, uno dei due ricercati si è dato alla fuga sui tetti della palazzina dove si trovavano. Durante l’inseguimento, uno dei finanzieri coinvolti nell’operazione è caduto da un’impalcatura riportando trauma cranico e diverse fratture. Le sue condizioni restano gravi e pertanto, si è reso necessario il trasferimento al Trauma Center del nosocomio del capoluogo siciliano.

Intanto, i due fuggitivi sono stati arrestati. Si tratta di un uomo e una donna che pare si trovassero a Menfi già da qualche giorno. I due si trovavano in un appartamento in via Boccaccio. Non si conosce ancora come mai i due, tra i quindici arrestati oggi nell’ambito dell’operazione antiscafisti, si trovassero proprio nella cittadina belicina e per quali ragioni.

Si tratta di tutta una serie di ulteriori domande e quesiti ai quali gli inquirenti stanno ora cercando di rispondere.

Castelvetrano. A quattro giorni dalle amministrative il Governo scioglie gli organismi amministrativi per infiltrazioni mafiose

La decisione era nell’aria, ma si è concretizzata soltanto oggi, a quattro giorni dalle elezioni amministrative. Il Consiglio dei ministri, su proposta del titolare del discastero dell’Interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Castelvetrano per quelli che vengono definiti “accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata”. La gestione dell’ente, già sciolto per motivi amministrativi, è stata pertanto affidata per un periodo di diciotto mesi a un’apposita commissione, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Nel dettaglio, comunque, va annotato che il Consiglio era già stato sciolto dopo le dimissioni di massa scaturite dal famoso “caso Giambalvo”, e che lo stesso sindaco Felice Errante si era dimesso a fine aprile. La conseguenza della decisione del Governo è, dunque, soltanto il rinvio delle elezioni amministrative.

Ferito un finanziere a Menfi mentre era in corso l’operazione “Scorpion Fish”. Ricercato fugge sui tetti

Sarebbe precipitato da una impalcatura mentre cercava di inseguire due extracomunitari in fuga.  L’incidente del finanziere si è verificato questa mattina a Menfi, un volo dai tetti di un agglomerato di alloggi in via Boccaccio dove sarebbe scattato l’inseguimento tra gli uomini della Guardia di Finanza e alcuni uomini, a quanto pare due tunisini, che i Finanzieri giunti da Palermo stavano ricercando nell’ambito della maxi operazione “Scorpions” scattata all’alba di questa mattina da parte dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, con la collaborazione dei colleghi della compagnia della guardia di Finanza di Marsala, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo che ha portato ad eseguire 15 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità tunisina ed italiana, appartenenti ad un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Il finanziere rimasto ferito è stato immediatamente trasportato al “Giovanni Paolo II” di Sciacca, ma a causa della Tac guasta è stato trasferito d’urgenza a Ribera, al “Fratelli Parlapiano” per effettuare l’esame diagnostico. Le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. Nelle prossime ore sarà trasferito in un nosocomio del capoluogo. Si tratta di un giovane finanziere di Palermo.

Un lavoro complesso quello del comando provinciale diretto dal generale Giancarlo Trotta e della Compagnia di Marsala, che si avvalso di intercettazioni ma anche di lunghi pedinamenti e inseguimenti in mare, fatti dalle motovedette e da un aereo della componente aeronavale della Guardia di finanza. L’organizzazione, composta da pericolosi pregiudicati tunisini e complici italiani grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, ha trasportato in Italia persone in grado di pagare migliaia di euro per la traversata.
La banda che gestiva i “viaggi di lusso” di piccoli gruppi di migranti disposti a pagare fino a  tre mila euro per raggiungere le coste marsalesi dalla Tunisia, scoperta dalla Finanza, aveva messo su anche un fiorente contrabbando di sigarette, per lo più di marche estere, che venivano poi rivendute nei mercati rionali trapanesi e palermitani, a non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato.

Ogni passeggero pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno circa 2-3.000 euro. Ogni traversata, quindi, poteva generare complessivamente profitti anche fino a 40.000 euro, al netto del costo per lo “scafista” e il “navigatore”, generalmente ricompensati, rispettivamente, con circa 5.000 e 3.000 euro.

Il denaro raccolto in Tunisia veniva portato in Italia per “rifornire” di contanti i promotori dell’associazione criminale, attraverso vere e proprie operazioni di riciclaggio. L’organizzazione smantellata, con l’estate ormai alle porte, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate alla settimana tra la Tunisia e l’Italia.

A capo del gruppo, un tunisino di 28 anni, che poteva contare su molte complicità nel territorio italiano, soprattutto in Toscana, ma anche nel Nord Europa.

Infine, a Menfi questa mattina il nucleo di polizia tributaria di Palermo stava svolgendo le ultime operazioni di notifica dei provvedimenti a carico degli indiziati. Ad un certo punto, i ricercati hanno tentato di darsi alla fuga dai tetti di alcuni alloggi popolari. I due fuggitivi sarebbero stati poi arrestati.

(Vi proponiamo un video amatoriale girato da alcune persone che si trovavano vicino alle palazzine di via Boccaccio a Menfi dove si stava effettuando il blitz dei finanzieri. Si vede un uomo in fuga sui tetti)

Deiezioni canine a Sciacca: controlli, sanzioni e cambio culturale

Non è bastato neanche l’inasprimento delle sanzioni. Oggi chi lascia per strada o sul marciapiede le deiezioni del proprio animale rischia una multa da 100 euro, ma ciò non scoraggia i cittadini.

Pochi controlli e uno scarso senso di civiltà fanno del fenomeno dell’abbandono che deturpa le strade di Sciacca, una vera e propria piaga.

“Molti se ne fregano – dice La Bella – sono abitudini malsane che fin tanto che non vengono adottati  atteggiamenti più rigidi, le persone si sentiranno sempre libere di fare quello che si vuole”.

Giusy La Bella, un’animalista saccense auspica un cambiamento culturale per poter arginare la problematica tramite campagne di  sensibilizzazione oltre che maggiori controlli e nuovi progetti e proposte per ovviare al fenomeno.

Riconoscimenti per i Carabinieri agrigentini durante la celebrazione del 203° anniversario della Fondazione dell’Arma

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Ieri alla Caserma “Biagio Pistone”, sede del Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento, si è celebrato il 203° Anniversario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza delle più alte cariche istituzionali civili, religiose e militari della provincia.

Alla cerimonia sono intervenuti il Prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, il Presidente del Tribunale di Agrigento Pietro Maria Antonio Falcone, il Presidente Reggente del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, il Procuratore Capo di Agrigento Luigi Patronaggio, il Procuratore di Sciacca  Roberta Buzzolani, il Presidente Emerito della Corte di Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale, il Presidente Emerito del Tribunale di Agrigento Luigi D’Angelo, il Questore di Agrigento Mario Finocchiaro, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Agrigento Fabio Sava, il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Agrigento Raffaele Zarbo, il Sindaco di Agrigento  Calogero Firetto ed altre autorità provinciali, unitamente a rappresentanze del COBAR, dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo e delle “Benemerite” dell’Arma dei Carabinieri, nonché i familiari dei militari.

Durante la cerimonia  sono state consegnate  dieci ricompense concesse a 63 Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, di seguito elencati, oltre “Targa Allotta”.

1. ENCOMIO SEMPLICE DEL COMANDO LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” CONCESSO A:

Capitano Salvatore Marchese, Capitano Francesco Grammatico, Maresciallo Aiutante Roberto Rizzo, Maresciallo Aiutante Salvatore Vita, Maresciallo Aiutante Pietro Zeoli, Brigadiere Capo Pasqualino Capone, Brigadiere Accursio Addalia, Brigadiere Girolamo Cavallaro, Vice Brigadiere Maurizio Loddo, Vice Brigadiere William Manca, Vice Brigadiere Francesco Morreale, Vice Brigadiere Gianluca Pellegrino, Appuntato Scelto Rino Turdo, Appuntato Vito Stallone

 

2. ELOGIO DEL COMANDO LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” CONCESSO AL:

Maresciallo Aiutante Giuseppe Murè

 

3. ENCOMIO SEMPLICE DEL COMANDO LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” CONCESSO AL:

Maresciallo Capo Mirko Rogato

 

4. ENCOMIO SEMPLICE DEL COMANDO LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” CONCESSO A:

Maresciallo Capo Angelo Agnello, Maresciallo Capo Alessandro Palumbo, Brigadiere Capo in congedo Gerlando Curto Pelle, Brigadiere Capo Salvatore Mancuso, Appuntato Scelto Giacomo Alotto, Appuntato Giuseppe Colautti, Appuntato Alessandro Troisi.

 

5. ENCOMIO SEMPLICE DEL COMANDO LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” CONCESSO A:

Maresciallo Aiutante Giuseppe Murè, Maresciallo Capo Raffaele Parisi, Maresciallo Ordinario Cristian Lanzotti, Appuntato Scelto Mattia Celiento

 

6. ELOGIO DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI (QUALE 1A ATTESTAZIONE DI MERITO) CONCESSO A:

Capitano Marco Currao, Luogotenente Carmelo Caccetta, Maresciallo Aiutante Giuseppe Mele, Brigadiere Capo Riccardo Lo Chiano, Brigadiere Nunzio Lavore, Appuntato Scelto Giuseppe Bennici,

 

7. ELOGIO DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI (QUALE 1A ATTESTAZIONE DI MERITO) CONCESSO A:

Capitano Salvatore Marchese, Capitano Francesco Grammatico, Maresciallo Aiutante Roberto Rizzo, Maresciallo Aiutante Salvatore Vita, Maresciallo Capo Roberto Sabato, Brigadiere Accursio Addalia, Brigadiere Girolamo Cavallaro, Vice Brigadiere William Manca, Appuntato Scelto Rino Turdo, Appuntato Vito Stallone

8. ELOGIO DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI (QUALE 1A ATTESTAZIONE DI MERITO) CONCESSO A:

Capitano Ernesto Fusco, Tenente Nicolò Morandi, Tenente Giuseppe Scotto Di Tella, Maresciallo Capo Nicola Moretto, Brigadiere Capo Francesco Scimè, Appuntato Scelto Alessandro Maruccia

 

9. ELOGIO DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI (QUALE 1A ATTESTAZIONE DI MERITO) CONCESSO A:

Maresciallo Aiutante Giuseppe Frenna, Maresciallo Salvatore Tarantino, Brigadiere Capo Salvatore Mancuso, Vice Brigadiere Giuseppe Prinzivalli, Appuntato Giuseppe Gesmundo.

 

10. ELOGIO DEL COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI (QUALE 1A ATTESTAZIONE DI MERITO) CONCESSO A:

Maresciallo Capo Nicola Moretto, Maresciallo Capo Alessandro Palumbo, Brigadiere Capo Salvatore Mancuso, Brigadiere Capo Francesco Scime’, Appuntato Scelto Giacomo Alotto, Appuntato Scelto Canio Roberto Baldassare, Appuntato Fabrizio Pranio, Appuntato Alessandro Troisi, Carabiniere Scelto Antonio Pinto.

 

11. “TARGA ALLOTTA” AL Maresciallo Capo Nicola Moretto, Addetto alla Tenenza dei  Carabinieri di Favara, con la seguente motivazione:

“Addetto per oltre 15 anni a Tenenza particolarmente impegnata sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica in territorio ad alto indice di criminalità organizzata, si è distinto per continuità, competenza ed abnegazione contribuendo in modo decisivo al buon esito di numerose e determinanti attività investigative. I risultati conseguiti dal Maresciallo Capo Moretto, che ha altresì evidenziato un atteggiamento di silenziosa sobrietà e di operosa umiltà, hanno permesso di elevare ai massimi livelli il rendimento operativo della Tenenza e di ottenere il meritato plauso delle competenti autorità.”

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di sigarette: la Guardia di finanza ferma 15 persone

Dall’alba di questa mattina i Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della Compagnia della Guardia di Finanza di Marsala, stanno eseguendo in tutta Italia, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, 15 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità tunisina ed italiana, appartenenti ad un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In corso di esecuzione anche il sequestro di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dal sodalizio per i traffici illeciti. I fermi in parola sono da inquadrarsi nell’Operazione “SCORPION FISH” eseguita dal G.I.C.O. di Palermo in sinergia con la Compagnia di Marsala. Il sodalizio investigato, capeggiato da quelli che vengono ritenuti pericolosi pregiudicati tunisini e con elementi italiani in posizione subordinata, è risultato particolarmente attivo nell’effettuare una serie di lucrosi traffici illeciti tra la Tunisia e le coste del trapanese. Grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, sono state trasportate in Italia persone in grado di pagare il rilevante costo della traversata e introdotte in Italia sigarette di contrabbando. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo è stato fornito ai clandestini un vero e proprio servizio “shuttle” fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – hanno potuto liberamente raggiungere le destinazioni desiderate. L’organizzazione si è mostrata pronta a svolgere la propria illegale attività anche a favore di soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista. Il sodalizio, infatti, aveva programmato (ma non ancora attuato) l’illecito approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di soggetti pericolosi in corso di individuazione, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto dalle Autorità di Polizia italiane (una volta giunto nel nostro Paese) per “terrorismo”. Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema illecito “transnazionale”, stabilmente operante tra la Tunisia e l’Italia, in cui ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, del reperimento delle “prenotazioni” dei clandestini e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, del reperimento e dell’approntamento dei natanti utilizzati, della loro conduzione nelle traversate e, infine, del primo collocamento dei clandestini e delle sigarette contrabbandate sulle coste siciliane, in luoghi nella disponibilità dell’organizzazione. Nel corso delle investigazioni è stato possibile ricostruire analiticamente l’organizzazione e l’esecuzione di 5 traversate. In un caso, anche grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di Esplorazione Aeromarittima di Messina e Reparto Operativo Aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in “diretta” lo sbarco sulle coste trapanesi, riuscendo ad intercettare i 14 clandestini sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando. Sono stati inoltre documentati ulteriori “viaggi” programmati – ma non andati a buon fine per impedimenti derivanti da concomitanti e ordinarie attività di controllo del territorio e in mare svolte dal Corpo – che, se ultimati, avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100.000 euro di guadagni. Si ritiene che le sigarette, per lo più di marche estere (“PINE BLUE” e “BUSINESS ROYALS”), siano state smerciate nei mercati rionali trapanesi e palermitani, al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato. Ancora più lucrosa l’attività di favoreggiamento dell’illecito ingresso di soggetti tunisini sul territorio nazionale: ogni clandestino pagava in Tunisia all’organizzazione, per arrivare in Italia, non meno circa 2-3.000 euro a viaggiatore. Ogni viaggio, quindi, poteva generare complessivamente profitti anche fino a 40.000 euro, al netto del costo per lo “scafista” e il “navigatore”, generalmente ricompensati, rispettivamente, con circa 5.000 e 3.000 euro. Allorquando necessario, come riscontrato nel corso delle indagini, il denaro raccolto in Tunisia veniva portato in Italia per “rifornire” di contanti i promotori dell’associazione criminale, perfezionando così vere e proprie operazioni di riciclaggio. L’organizzazione smantellata, con l’estate ormai alle porte, sarebbe stata in grado di compiere almeno due traversate alla settimana tra la Tunisia e l’Italia.

Mafia e massoneria, il Prefetto di Trapani conferma: “A Castelvetrano non si muove foglia che Messina Denaro non voglia”

 

“Ogni cosa, in provincia di Trapani, gira intorno a Matteo Messina Denaro”. È uno degli stralci della deposizione di Giuseppe Priolo, Prefetto di Trapani, davanti la Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi. Solo una parte delle dichiarazioni di Priolo sono state rese pubbliche. Sono numerosi, infatti, gli omissis che caratterizzano il verbale contenente le sue affermazioni. Quello che si sa, tuttavia, è particolarmente significativo, soprattutto in merito agli  intrecci tra mafia, massoneria e pubblica amministrazione, che confermano gli scenari inquietanti di cui si parla da anni dalle parti di Castelvetrano. Il Prefetto Priolo ha riferito che Cosa nostra è ancora in grado di controllare parti del territorio, non solo col traffico di stupefacenti o con le estorsioni, ma anche attraverso l’infiltrazione negli appalti pubblici. “Se hai bisogno di qualche cosa, se hai bisogno di risolvere un problema, che sia una concessione o anche un certificato, è bene che ti rivolga al ‘don’ di turno – ha spiegato il prefetto – piuttosto che a coloro che istituzionalmente sono deputati a farlo”. Uno sfondo che ha accompagnato anche l’intervento dei commissari chiamati ad esaminare la situazione negli uffici del comune castelvetranese, al fine di accertare eventuali infiltrazioni mafiose. Il Prefetto Priolo ha sottolineato una “presenza massiccia, a Castelvetrano, di iscritti alla massoneria, emersa sia nell’ambito della compagine cosiddetta governativa, assessori della giunta e anche consiglieri comunali, che di dipendenti e funzionari dell’Ente.”

 

Niente pulispiaggia alla Tonnara e al Lido Salus, il torrente Foce di Mezzo impedisce il passaggio

Il mezzo pulispiaggia, quest’anno, non raggiungerà la Tonnara ed il Lido Salus. E non è possibile la rimozione delle canne che, da alcuni giorni, sono accatastate alla Tonnara. Il nubifragio dello scorso inverno ha causato danni tali alla Foggia che ha eroso il tratto di spiaggia che consentiva il passaggio dei mezzi fino alla Tonnara. E allora non c’è niente da fare. E’ stata completata la pulizia straordinaria delle spiagge di Sciacca, è iniziata anche quella ordinaria, ma questo problema non si può risolvere. Così alla Tonnara e alla Foggia potranno operare soltanto gli uomini della ditta che ha vinto la gara d’appalto con una pulizia manuale.

Stefano Scaduto: “A Mizzica avevo chiesto un confronto su titoli e competenze del candidato, ma sono andati avanti”

“Non mi considero una persona rigida, anzi sono pure abituato a dialogare, ma il confronto impone il rispetto delle regole”. Così Stefano Scaduto candidato a sindaco del progetto civico “Servire Sciacca” spiega, ospite dell’ultimo appuntamento che chiude il ciclo di Forum di Risoluto per le amministrative 2017, la sua corsa in solitaria per Palazzo di città. Scaduto che ha raccontato e svelato la fase di trattative avviate con quelle forze del cambiamento che lui per primo aveva invocato e poi tutte successivamente naufragate.

Possibili alleanze che Scaduto ha intrapreso soltanto con il Movimento Cinque Stelle e con Mizzica. In particolare, la condivisione di un percorso di battaglie con il laboratorio politico aveva spinto Scaduto a farsi avanti e a proporre un dialogo per un confronto sull’individuazione del candidato che avevo chiesto si svolgesse in base ai parametri della competenza, dell’esperienza e dei titoli. Tutti requisiti che Scaduto fra le righe fa intendere che Fabio Termine, candidato invece, di Mizzica, secondo lui, non avrebbe.

Non ha neanche voluto avviare un dialogo con l’ex  Quinto Polo: “Non volevo – dichiara –  far perdere loro tempo, troppe differenze e nessun percorso comune nella battaglie che ho portato avanti in questi anni”

“Ho trovato – ha aggiunto poi Scaduto –  un muro nel modo di intendere la politica da parte dei partiti tradizionali rispetto quelli che sono stati i miei capisaldi quali la trasparenza e legalità. Penso, pertanto, che la mia candidatura venga considerata scomoda”.