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Due nuovi giudici da oggi al Tribunale di Sciacca (Video)

Hanno completato il tirocinio e questa mattina immissione in possesso, al Tribunale di Sciacca, per due nuovi giudici. Sono Leonardo Modica, 41 anni, di Trapani, e Dario Hamel, 33 anni, di Agrigento. Tra qualche mese arriverà un terzo giudice al Tribunale, Veronica Messana, che sta completando il tirocinio. Anche quest’ultima è siciliana.

Hamel farà penale, Modica lavoro e Messana civile. L’arrivo dei magistrati di prima nomina consente all’ufficio di non subire penalizzazioni a causa del trasferimento dei giudici Francesca Cerrone e Paolo Fusaro, come sottolinea, in un’intervista a Risoluto.it, il presidente, Antonio Tricoli.

Solo uno dei 10 posti previsti dall’organico del tribunale resta scoperto.

Bando di gara per lavori di adeguamento del Liceo Fazello

E’ pubblicato sulla home page del sito internet istituzionale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento il bando di gara per i lavori riguardanti gli interventi di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale del Liceo Classico “Fazello” di Sciacca. Si tratta di un importante appalto dell’importo a base d’asta di 3.616.876,49 euro, finanziati con risorse previste nell’ambito del Piano “Next Generation EU”.

La procedura di gara sarà effettuata interamente in modalità telematica (D.Lgs. 50/2016), mentre le offerte dovranno essere formulate dagli operatori economici e ricevute esclusivamente per mezzo del portale appalti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento entro e non oltre le ore 12 del 9 gennaio 2023. L’apertura delle offerte è prevista alle ore 8.30 del successivo 12 gennaio nella sala gare dell’Ufficio Contratti e Gare

Giornalisti aggrediti mentre documentavano l’omicidio di Favara, condanna del Cdr Tgr Sicilia

Una troupe della Rai e alcuni giornalisti locali hanno subito un’aggressione ieri pomeriggio a Favara, mentre documentavano l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo. Alcuni dei presenti hanno cercato con minacce e spintoni di allontanare le telecamere. Un gesto che oggi viene condannato fortemente dal Cdr del Tgr Sicilia.

“Il Cdr della Tgr Sicilia e la fiduciaria della redazione Rai di Catania esprimono solidarietà e vicinanza ai colleghi e alle troupe vittime, nel pomeriggio di ieri, di aggressione mentre svolgevano il proprio lavoro a Favara – si legge nella nota del Cdr della Tgr Sicilia – Giudichiamo inaccettabile l’intimidazione ai colleghi che con il loro lavoro stavano garantendo la doverosa informazione ai cittadini documentando il grave fatto di cronaca accaduto nella cittadina agrigentina”

Tumore alla mammella, 2 e 3 dicembre specialisti a confronto ad Agrigento

“Focus sul carcinoma della mammella: le novità dell’ultimo anno”. E’ il titolo del convegno che per due giorni, il 2 e 3 dicembre, metterà a confronto all’Hotel della Valle di Agrigento oncologi e specialisti di varie discipline mediche.
Responsabile scientifico del corso è il dottor Antonino Savarino, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nelle donne.

Ogni anno in Sicilia vengono diagnosticati oltre 3400 nuovi casi di carcinoma mammario ed in media 980 donne muoiono nella nostra Regione a causa di questa malattia. Nella provincia di Agrigento il numero medio di nuovi casi all’anno e’ di 275, mentre il numero medio annuale delle donne morte per tumore al seno è di 86.
“Il tumore della mammella – commenta il dottore Savarino – è una malattia molto eterogenea. Oggi sappiamo che in realtà si tratta di tante malattie diverse tra loro. Negli ultimi anni le innovazioni tecnologiche e la ricerca scientifica hanno consentito diagnosi sempre più precoci e trattamenti sempre più mirati ed efficaci capaci, di cambiare la storia naturale di questo tumore. Il progresso delle tecniche di imaging, l’affinamento delle tecniche chirurgiche e ricostruttive, l’evoluzione dei trattamenti radioterapici, le nuove conoscenze di biologia molecolare, il riconoscimento di marcatori predittivi e prognostici e la disponibilità di nuovi farmaci, capaci di colpire bersagli specifici correlati alla crescita neoplasica o di potenziare l’azione di aggressione del tumore da parte del nostro sistema immunitario, consentono, oggi, strategie terapeutiche sempre più efficaci, interventi chirurgici meno demolitivi, interventi ricostruttivi esteticamente pregevoli e tassi di guarigioni sempre più alti”.
“La complessità della malattia – aggiunge il direttore dell’UOC di Oncologia del San Giovanni di Dio di Agrigento – e la sua eterogeneità richiedono una gestione necessariamente multidisciplinare della donna affetta da tumore mammario e l’attivazione di percorsi dedicati che la prendano in carico totalmente, dalla fase diagnostica alla fase terapeutica e riabilitativa. Questo è possibile all’interno dei Centri di Senologia ove è possibile trovare competenze specifiche pluridisciplinari, tecnologie avanzate e ricevere terapie innovative, in una logica di sistema altamente specialistico in grado di valorizzare ed utilizzare le risorse esistenti”.
Il corso si propone di migliorare la formazione degli operatori sanitari, ospedalieri e territoriali, che a vario titolo si occupino dei pazienti con carcinoma della mammella, aumentandone le competenze in tale ambito.
“L’obiettivo – conclude l’oncologo – è garantire come clinici e di qualità della vita, nel management di questa patologia, sempre più ambiziosi. Per tale motivo quest’anno, oltre alle sessioni dedicate alla diagnostica e alle terapie, abbiamo voluto introdurre anche la sessione di cardioncologia. Infatti i trattamenti utilizzati nella cura del tumore della mammella (radioterapia e farmaci) sono molto efficaci ma possono, talora, essere gravati da cardio tossicità sia acuta che cronica. Per tale motivo la valutazione cardio oncologica è oggi assolutamente necessaria sia per garantire l’aderenza al trattamento sia per evitare danni cardiaci tardivi alle donne guarite dal cancro al seno.
Il corso sarà poi la sede competente per discutere delle novità terapeutiche dell’ultimo anno, delle terapie riabilitative e di supporto, dei vantaggi del lavoro di squadra nella gestione del cancro della mammella e della necessità di un rapporto di comunicazione fattivo e costante tra Territorio e Ospedale per rendere efficiente ed efficacie il percorso di diagnosi e cura delle pazienti”.

Ricorso Messina contro Termine, verificazione delle schede il 5 dicembre in Prefettura

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Nuovo tassello nell’ambito del ricorso amministrativo del primo turno delle elezioni amministrative a Sciacca. In seguito all’ordinanza del Tar di Palermo che lo scorso nove ottobre ha accolto l’istanza di ricorso di Ignazio Messina, ora il viceprefetto in servizio presso la Prefettura di Agrigento, Gabriele Barbaro incaricato della verificazione della documentazione, ha fissato lo svolgimento dell’attività di verifica per il 5 dicembre prossimo alle ore 16 nei locali della Prefettura.

Alla verificazione sono invitati ad assistere i legali delle parti in causa, per Ignazio Messina, gli avvocati Stefano Polizzotto e Antonietta Sartori mentre per il Comune di Sciacca e gli assessori della Giunta Termine, gli avvocati Gigi Rubino, Giuseppe Impiduglia e Calogero Marino.

Mafia, pene ridotte in appello per Dimino e Nicosia

In appello, lievi riduzioni di pena alle condanne nell’ambito dell’inchiesta di mafia “Passeparteout”. I giudici della quarta sezione penale della Corte di appello di Palermo, infatti hanno deciso quattro condanne. Le pene riguardano Accursio Dimino, ritenuto il nuovo capo della famiglia di Sciacca, condannato a 18 anni e 8 mesi (in continuazione con una precedente condanna); l’ex assistente parlamentare Antonello Nicosia, anch’egli saccense, è stato condannato a 15 anni di reclusione mentre in primo grado, era stato condannato a 16 anni e 8 mesi.

Entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa.

Sono stati inflitti invece, 2 anni, 8 mesi e 10 giorni di reclusione ai gemelli Paolo e Luigi Ciaccio, accusati di favoreggiamento. 

La figura principale della vicenda e’ quella di Antonello Nicosia. Pedagogista, noto per le sue battaglie in favore dei diritti dei detenuti, Nicosia era considerato un insospettabile. Le indagini lo descrissero invece come “pienamente inserito in Cosa nostra”. E, utilizzando il ruolo di collaboratore parlamentare di Giusy Occhionero, ex deputata di Leu, poi passata a Italia Viva, secondo l’accusa, incontrava boss detenuti, dava loro consigli, si accertava che non si pentissero e riferiva all’esterno i loro messaggi.

Omicidio Alaimo, l’ordine dei medici di Agrigento: “Siamo attoniti non si può morire così”

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L’ordine dei medici della provincia di Agrigento oggi con una nota stampa esprimono vicinanza e solidarietà nei confronti della famiglia del cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso brutalmente ieri nel suo studio medico a Favara da un paziente.

“Quanto accaduto ci lascia attoniti – scrive il presidente Santi Pitruzzella – e indubbiamente riporta a galla il problema della sicurezza in ambito sanitario. Cio’ che fa più male e’ pensare che un uomo esca armato e sia capace di togliere la vita ad un’altra persona, qualunque ne sia il motivo. Perché non c’è mai una motivazione o giustificazione che attenui la responsabilità di chi ha premuto il grilletto così come non ci saranno mai parole di consolazione per i familiari del dottore Alaimo. Condanniamo fermamente questo folle gesto perpetrato nell’ambulatorio medico, innanzi al personale in servizio. Ancora un atto di violenza, questa volta mortale, che lascia un segno indelebile e tanto sgomento tra i medici tutti”.

Arrestate madre e figlia, hanno rubato a casa di un’anziana vedova di Alcamo

I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Alcamo
hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari,
emessa dal GIP presso il Tribunale di Trapani su richiesta della locale Procura
della Repubblica, nei confronti di due donne siracusane, madre e figlia di 47 e
26 anni, per le quali si è ritenuto sussistano gravi indizi di colpevolezza per il
reato di furto in abitazione ai danni di un’anziana vedova alcamese.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dai Carabinieri, coordinati
dalla Procura della Repubblica di Trapani, avviate a seguito della denuncia
presentata dalla vittima, disperata dopo essersi resa conto che le erano stati
sottratti monili in oro e contanti.

Secondo la ricostruzione dei militari, alla fine
del mese di ottobre, mentre la donna si stava recando a piedi alla messa
domenicale in pieno centro ad Alcamo, era stata avvicinata in strada dalle
arrestate che si sarebbero spacciate per amiche della figlia. Convinta la
vittima di essere state contattate per darle una mano con le pulizie
domestiche, si sarebbero poi fatte accompagnare alla sua abitazione.

Qui giunte, avrebbero altresì riferito di essere state incaricate dal Comune di
verificare le condizioni di salute dell’anziana e sostenendo di avere constatato il gonfiore delle sue mani, avrebbero applicato uno spray asseritamente curativo. Tale spray, in realtà, sarebbe stato utilizzato come scusa per sfilare glielo anelli indossati dalla vittima. Così, riferendo di aver lasciato i monili in un
cassetto affinché l’anziana potesse poi recuperarli dopo che lo spray avesse
fatto effetto, le odierne arrestate avevano lasciato l’abitazione.
Solo a quel punto, l’ottantatreenne si sarebbe accorta che le erano stati
sottratti, oltre agli anelli, anche la somma contante di 400 euro, prelevati dalle
donne in un momento di distrazione all’interno di un cassetto ove erano
custoditi.
L’attività di analisi e di controllo del territorio condotta dai Carabinieri ha però
consentito con prontezza di risalire all’identità delle presunte malfattrici, già
note per pregressi precedenti di polizia.
Le arrestate, rintracciate nel Comune di Noto, sono state ristrette agli arresti
domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Sono ancora in corso ulteriori accertamenti da parte dei militari dell’Arma, al
fine di risalire all’eventuale responsabilità dei soggetti circa ulteriori episodi del
medesimo tenore.

Il sindaco Ruvolo invoca maggiori controlli a Ribera dopo il ferimento di due extracomunitari

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“A Ribera durante il periodo di raccolta delle arance arrivano da 600 a 700 extracomunitari, molti dei quali transitano da Vittoria, sempre impegnati in agricoltura. Rimangono da noi uno o due mesi ed è questo il periodo nel quale bisogna intensificare i controlli, garantire una maggiore presenza delle forze dell’ordine. E’ quello che chiederò al prefetto”.

E’ quanto ha dichiarato ieri al Giornale Sicilia il sindaco, Matteo Ruvolo, dopo i fatti della tarda serata di sabato nella centralissima via Garibaldi. Il bilancio è di due tunisini, di 25 e 35 anni, feriti e trasportati al Pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca. I carabinieri indagano per stabilire se si è trattato di una lite tra extracomunitari o se, come denunciato dai due feriti, sono stati aggrediti a scopo di rapina, per portare via loro poche decine di euro. Il fatto si è verificato in piano centro di Ribera e c’è preoccupazione nella popolazione crispina.

“Mi sono già sentito con la tenenza dei carabinieri – ha detto il sindaco Ruvolo – e ne discuterò anche con il prefetto. Queste problematiche cominciano ad essere molto presenti. Due anni fa, quando mi sono insediato, avevo già chiesto maggiori controlli e sono arrivati. Un maggiore controllo è necessario anche adesso. Teniamo conto che queste centinaia di persone arrivano in aggiunta a chi risiede stabilmente qui e si è integrato. Allora erano nella zona di via Tevere, poi si sono spostati presso una cantina privata non più in attività. Una maggiore attenzione su Ribera si rende necessaria ed è quello che chiederò al prefetto”.

Omicidio del cardiologo Alaimo, il bidello era in cura da uno psichiatra

Un mancato certificato, necessario per riottenere la patente che il dottor Alaimo si sarebbe rifiutato di rilasciare. E’ questa la ragione che Adriano Vetro, 47 anni, collaboratore scolastico in servizio in un istituto di Caltanissetta, avrebbe indicato durante la confessione davanti agli inquirenti in cui avrebbe ammesso di essere l’autore dell’omicidio del cardiologo avvenuto oggi pomeriggio nello studio medico dello stesso specialista a Favara.

Il procuratore, facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Elenia Manno gli contestano l’omicidio premeditato e il porto abusivo di arma da sparo clandestina: Vetro sarebbe andato nello studio medico proprio con l’intento di ucciderlo.

Dal comando provinciale dei carabinieri, Adriano Vetro è stato trasportato al carcere di Petrusa di Agrigento. L’interrogatorio di convalida dell’arresto potrebbe tenersi gia’ giovedì.

Il difensore di Vetro, l’avvocato Santo Lucia, ha gia’ ha fatto presente che il suo assistito era in terapia da uno psichiatra da diversi anni.  

Fan sotto la pioggia a Palermo per Chiara Ferragni

Evento blindatissimo quello di oggi in una nota profumeria di via Principe di Belmonte a Palermo che ha ospitato Chiara Ferragni per un evento promozionale che era riservato soltanto a 60 clienti.

E poi transenne e security per chi si e’ dovuto accontentare di attendere anche sotto la pioggia che l’imprenditrice si affacciasse per un saluto. 

Cosa che Chiara Ferragni non ha assolutamente dimenticato di fare non deludendo i tanti giovanissimi e bimbi accompagnati dalle mamme che hanno affollato dal primo pomeriggio di oggi la via palermitana.

Arrestato l’uomo che ha sparato al cardiologo Alaimo a Favara, era un paziente

Non aveva appuntamento programmato per oggi l’uomo di 47 anni, Adriano Vetro, fermato e arrestato per l’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo consumato nello studio di via Bassanesi oggi pomeriggio a Favara. L’uomo che oggi si e’ presentato nello studio specialistico e ha estratto la pistola davanti ai segretari contro il medico era un paziente di vecchia data e in passato, vi erano state delle discussioni.

Oggi però l’uomo si e’ presentato all’apertura del centro e senza proferir parola ha impugnato l’arma e aperto il fuoco.
L’uomo è stato rintracciato dai carabinieri della locale Tenenza e da quelli del nucleo Investigativo del comando provinciale di Agrigento nella sua abitazione dove era tornato dopo il delitto.
Nella casa militari dell’Arma hanno trovato e sequestrato la pistola utilizzata per il delitto. Non è stato ancora accertato il calibro, né se fosse o meno legalmente detenuta.

Ancora da chiarire le ragioni che hanno spinto l’uomo a compiere il gesto.