Menfi, territorio e ambiente al centro delle nuove strategie regionali

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Durante un incontro tra l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, e i rappresentanti del Comune di Menfi, sono state discusse questioni di primaria importanza per il rilancio del territorio e la tutela delle risorse ambientali.

Tra i temi trattati: la pianificazione urbanistica, la difesa del suolo e delle coste, oltre al miglioramento della gestione del demanio marittimo. “Menfi territorio e ambiente” non è solo un impegno per il futuro, ma una strategia concreta per valorizzare le risorse agricole e turistiche di questa zona.

Porto di Porto Palo: problema della Posidonia oceanica

Una questione urgente è quella del dragaggio del porto di Porto Palo, ormai in una situazione critica che mette a rischio le attività di pescatori e diportisti. La presenza abbondante di Posidonia oceanica, pianta marina fondamentale ma problematica per l’accumulo e gli odori che provoca, ha suscitato proteste tra residenti e turisti.

Ieri il capogruppo del Partito Democratico all’Ars, Michele Catanzaro, su sollecitazione del segretario cittadino di Menfi, Pietro Buttafuoco, e dell’assessore all’Ambiente, Ivan Barreca, ha depositato un’interrogazione parlamentare per riportare la questione al centro dell’agenda istituzionale.

Barreca: “Sa quasi due anni, attendiamo risposte che non arrivano; il governo Schifani sembra concentrato su ragionamenti propagandistici piuttosto che sulle reali problematiche del territorio.”

Il segretario cittadino Pietro Buttafuoco ha ringraziato Catanzaro per il costante impegno a favore di Menfi, auspicando che il governo regionale comprenda finalmente l’urgenza delle criticità locali.

Piano di rilancio territoriale: protezione costiera e sviluppo sostenibile

Durante l’incontro, sono state analizzate anche le strategie di difesa delle coste per contrastare l’erosione che minaccia le spiagge e l’attrattività della zona. Un controllo più attento sul demanio marittimo e azioni di tutela del suolo sono priorità condivise sia dal Comune che dalla Regione per mantenere e potenziare l’appello turistico di Menfi.

A breve sarà coinvolto il Sindaco per le attività di competenza comunale, per lavorare congiuntamente su queste problematiche e garantire che i progetti regionali e locali di “Menfi territorio e ambiente” siano davvero attuabili.

Verso un futuro sostenibile per Menfi

L’intervento parlamentare del Partito Democratico e la sinergia tra le amministrazioni locali e regionali sono fondamentali per costruire un modello di sviluppo sostenibile per Menfi, che valorizzi il patrimonio naturale della zona e migliori la qualità della vita per residenti e turisti.

Il matrimonio tra Modica e Mizzica ancora in piedi, il consigliere medita

Ancora nessuna dichiarazione ufficiale da parte di Gabriele Modica in merito al suo possibile passaggio da Mizzica al Pd. Anche ieri sera, in consiglio comunale, in tanti lo avvicinavano, ma lui non si è scomposto, non smentendo e dicendo di essere in una fase di riflessione. E allora il matrimonio tra l’avvocato Modica e Mizzica sta ancora in piedi.

A proposito di matrimoni è stato proprio Termine a celebrare quello di Gabriele Modica e i due sono molto amici. Insomma, l’infatuazione di Modica per il Pd c’è stata, l’avvocato e il partito si piacciono. Non è detto, però, che sbocci l’amore e un legame che sarebbe, inevitabilmente, altra cosa rispetto alla permanenza con Mizzica nonostante le due componenti siano parte dello stesso progetto.

Si vedrà nei prossimi giorni e, alla fine, potrebbe prevalere il cuore, il legame di amicizia con Termine, l’avere condiviso lo stesso progetto ed essere arrivato in consiglio con la lista Mizzica riportando 356 voti.

Agrigento, tenta di uccidere la figlia trentaquattrenne con 7 coltellate

Non è in pericolo di vita per fortuna, la trentaquattrenne giunta al Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio di Agrigento dopo che il padre ha tentato di ucciderla sferrandole sette coltellate.

La donna che vive con i genitori ha riportato solo ferite superficiali. Il padre settantenne e’ stato immediatamente fermato dopo che e’ scattato l’allarme nell’appartamento in una traversa di via Emporium. La posizione del padre e’ al vaglio degli inquirenti. Non so conoscono i motivi alla base del gesto.

Consiglio comunale, rinviati relazione del sindaco e dibattito politico alla seduta del 30

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L”opposizione in consiglio comunale ha scelto infine, ieri sera di non entrare nel vivo di un dibattito squisitamente politico, ma di rinviare l’attesa questione di analisi del momento politico alla prossima seduta di aggiornamento dei lavori fissata per il trenta ottobre.

E’ stato il consigliere di Fratelli d’Italia Calogero Bono ad annunciarlo a fine seduta di ieri durante la richiesta di aggiornamento dei lavori quando arriverà in aula anche la relazione annuale del primo cittadino. Sarà dunque, una seduta, la prossima, che si concentrerà sull’operato del sindaco e della sua amministrazione.

Intanto ieri sera, sono state affrontate tre comunicazioni, e’ stata votata la mozione pro Palestina ed e’ stato approvato il regolamento per il controllo analogo sulle partecipate.

Su richiesta di Raimondo Brucculeri e Maurizio Blo’ si è tornato a parlare del piano commerciale Tabasi, progetto per il quale il Comune di Sciacca e’ stato commissionato ed e’ stata perfezionata la convenzione tra Comune e la ditta che realizzerà l’opera. Proprio su queste comunicazioni, l’assessore Fabio Leonte ha richiamato il presidente del consiglio all’applicazione della norma del regolamento comunale che permette le comunicazioni solo se con carattere di novità e urgenza sottolineando che il piano commerciale Tabasi non presentava ne’ l’uno né l’altro.

Altre comunicazioni sono state presentate invece, dall’opposizione sulle notizie di stampa, sulla presentazione del nuovo piano Aro. E’ stato l’assessore Salvino Patti a spiegare dell”incontro di qualche giorno fa in Assessorato Energia e Rifiuti.

Spazio poi ad altra comunicazione sulla missione a New York del primo cittadino sempre su richiesta dell’opposizione. Qui il sindaco ha subito diverse critiche nonostante il suo tentativo di spiegare. Interventi sul punto del consigliere Filippo Bellanca, Calogero Bono e Ignazio Bivona. Criticata ampiamente la scelta del primo cittadino di non sfruttare il momento per un’attività promozionale anche di tipo commerciale.

Infine, l’aula ha adottato il regolamento per l’organismo di valutazione per il controllo analogo sulle partecipate. Da rilevare si richiesta di chiarimenti dai banchi di opposizione così come riferito dall’assessore Leonte che non si e’ concretizzata la richiesta di convenzione con Aica per la compensazione tra Comune e gestore idrico richiesta questa estate.

Nessuna minaccia al seggio elettorale, menfitano assolto

La vicenda è del 27 settembre 2022, in occasione delle elezioni regionali, quando il menfitano Paolo Piazza, di 53 anni, di Menfi, si è presentato al seggio elettorale. Era accusato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale e di interruzione di un servizio pubblico. E’ stato assolto dal Tribunale di Sciacca, in composizione monocratica.

Piazza dopo avere votato avrebbe chiesto ai componenti del seggio di annullare le precedenti schede e di consegnarne altre, iniziando ad urlare, scagliandosi contro le urne e pronunciando la frase “ti mangio il cuore”. Cosi determinando anche l’interruzione delle operazioni di voto per circa un’ora. Questa l’accusa.

La difesa, con l’avvocato Luigi La Placa, ha sostenuto che le frasi pronunciate da Piazza non integrano il reato di minaccia perché affermate in buona fede, nella convinzione di tutelare un diritto. E che nessun evento si è verificato, in quanto le schede non sono state consegnate. In ordine all’interruzione di un ufficio o servizio pubblico l’avvocato La Placa ha sostenuto che dalla lettura delle trascrizioni delle dichiarazioni rese dall’imputato e dal teste emergeva che Piazza non aveva interrotto le operazioni di voto.

Dall’accusa di violenza o minaccia a pubblico ufficiale Piazza è stato assolto perché il fatto non costituisce reato, dall’interruzione di un ufficio o servizio pubblico perché non punibile per particolare tenuità del fatto. La difesa chiedeva l’assoluzione perchè i fatti non sussistono o non costituiscono reato. Il presidente del seggio si era costituito parte civile, assistito dall’avvocato Giuseppe Buscemi.

Il padre legale di Denise Pipitone chiede la riapertura delle indagini

A chiedere nuove indagini, questa volta, è il padre legale, Tony Pipitone, l’uomo che Denise, la bimba di 4 anni sparita da Mazara del Vallo l’1 settembre del 2004 e mai ritrovata, l’ha cresciuta. Come la madre della piccola, Piera Maggio, Pipitone non si è mai rassegnato alla scomparsa. E, a distanza di tre anni dall’ultima archiviazione disposta dal gip di Marsala, è tornato a chiedere ai pm di indagare. Lo riporta l’agenzia Ansa.

Quali siano gli elementi nuovi che giustificherebbero una riapertura del caso, condizione a cui la legge subordina nuove investigazioni, non è noto.

“La Procura non ha ancora risposto, quindi c’è un segreto istruttorio”, risponde la legale di Pipitone, Luisa Calamia. Ma non essendoci una inchiesta, il segreto istruttorio ancora non esiste. Quello della scomparsa di Denise è uno dei casi di cronaca più oscuri degli ultimi anni. La piccola venne rapita mentre giocava sotto casa della nonna. Un sequestro velocissimo commesso da chi, probabilmente, sapeva dove trovarla e la conosceva.

Della scomparsa venne inizialmente accusata Jessica Pulizzi, figlia di Anna Corona e di Pietro Pulizzi, padre naturale di Denise. La ragazza, per gli inquirenti, avrebbe agito per ritorsione nei conforti della Pipitone, “colpevole” di aver avuto una bimba dal padre, allora sposato con un’altra donna. Ma, dopo anni di processo, Jessica è stata assolta con sentenza ormai definitiva. Tra falsi avvistamenti, anonimi e nuovi spunti poi rivelatisi inconsistenti l’indagine è stata riaperta più volte, l’ultima nel 2021 quando vennero iscritti nel registro degli indagati Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, entrambi accusati di concorso nel sequestro, e una coppia di romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini, che si erano inventati di sana pianta, testimoniando il falso, di essere a conoscenza di particolari sul caso di Denise. Dopo mesi di accertamenti la Procura chiese per la coppia, che ammise tutto, l’archiviazione.

Stessa istanza venne fatta al gip per Corona e Della Chiave. Il giudice delle indagini preliminari accolse la richiesta scrivendo che: “un colpevole a tutti i costi, a prescindere dalla verità non serve a nessuno. Al sistema giudiziario, ai familiari della piccola Denise, all’opinione pubblica, che da sempre segue con estremo interesse ed empatia la drammatica vicenda di cronaca”. Secondo il giudice, dalle “indagini lunghe e incredibilmente vaste” della procura non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un’accusa in giudizio aggiungendo “che non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona”. “Ogni ipotesi accusatoria a suo carico – spiegò – appare al momento assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità” . Il caso, nel 2021, era tornato all’attenzione dei media dopo la notizia data da una tv russa del ritrovamento della bambina, poi smentito dall”esame del dna. Da allora si sono susseguite false segnalazioni al legale della madre di Denise, testimoni spesso inattendibili e anche le dichiarazioni di una ex magistrata, che indagò sulla vicenda nel 2004, e che dichiarò di aver raccolto novità sulla vicenda. La donna venne poi condannata a un anno per false informazioni al pm. 

Assemblea dei dipendenti comunali part-time di Caltabellotta per l’adeguamento orario

Le organizzazioni sindacali Cgil Funzione Pubblica e Cisl hanno indetto un’assemblea dei lavoratori comunali in servizio presso il Comune di Caltabellotta. L’assemblea si è tenuta con l’obiettivo di discutere delle rivendicazioni relative all’adeguamento dell’orario di lavoro per il personale a tempo parziale.

I sindacati denunciano che, nonostante la volontà espressa dal sindaco e dall’amministrazione comunale di trovare una soluzione alla vertenza, non siano stati ancora predisposti gli atti necessari per procedere alla trasformazione o all’integrazione oraria dei contratti dei lavoratori interessati. La situazione, sottolineano i rappresentanti sindacali, è resa più grave dal fatto che, a seguito dei numerosi pensionamenti degli ultimi anni, le mansioni precedentemente svolte dai dipendenti ora in pensione sono ricadute sui lavoratori rimasti in servizio, già gravati da un carico di lavoro significativo.

Il nodo centrale della protesta è rappresentato dalla richiesta di un aumento delle ore settimanali per i dipendenti part-time, attualmente fermi a 24 ore, a fronte della domanda di un’integrazione ad almeno 30 ore settimanali. I lavoratori lamentano una retribuzione insufficiente, resa ancor più inadeguata rispetto alle responsabilità a cui devono far fronte quotidianamente.

Già in precedenza, le organizzazioni sindacali avevano proclamato lo stato di agitazione, notificando l’Utg e richiedendo l’attivazione di un tavolo di raffreddamento, ad oggi ancora non concretizzato, nonostante la comunicazione risalga al 19 settembre scorso.

Considerando l’imminente fine dell’anno e la scadenza del 31 dicembre, i sindacati ritengono necessario intensificare la mobilitazione per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni su questa problematica, e spingere per una soluzione definitiva. Viene inoltre ricordato che il costo del personale è in larga parte coperto dalla Regione, ma la limitata durata settimanale dell’orario di lavoro comporta retribuzioni molto basse.

I lavoratori valuteranno possibili ulteriori azioni di mobilitazione, inclusi eventuali inasprimenti. La partecipazione all’incontro sarà garantita nel rispetto del monte ore previsto dai contratti.

I sindacati si dicono determinati a proseguire con le azioni necessarie affinché la questione venga risolta con provvedimenti urgenti.

Riunione Pd e consiglio comunale, la coalizione Termine scopre le carte

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Si e’ svolta ieri sera una lunghissima riunione del Pd locale, il gruppo si è riunito per discutere dell’attuale situazione politica alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, rispetto la tenuta della coalizione che regge l’amministrazione Termine.

Quello consumato domenica tra Fabio Termine e l’ex sindaca Francesca Valenti, viene ritenuto uno sgarbo istituzionale che secondo i dem, lo stesso primo cittadino e’ chiamato ad affrontare e a rimediare in prima persona.

Ieri sera gli ex esponenti dell’amministrazione Valenti che militano nel gruppo, a partire dalla stessa Francesca Valenti, hanno espresso dure considerazioni rispetto “lo strappo” avvenuto. Ieri sera però era assente Michele Catanzaro, il parlamentare regionale era impegnato in una trasferta romana, ma il capogruppo dei Dem non ha mancato di sincerarsi della situazione con continui aggiornamenti telefonici sulla vicenda politica saccense.

La riunione del Pd non ha prodotto alcuna soluzione finale, ma è stato un momento di confronto tra le diverse anime che compongono il gruppo che ora dovrà capire come gestire le prossime mosse del primo cittadino. Ora sta a lui scegliere se ricucire o percorrere strade alternative sciogliendo il legame tra Mizzica e il Pd sancito per le amministrative.

Intanto, Fabio Termine che ieri era impegnato in assessorato all’Energia e ai Rifiuti a Palermo, ha trascorso la mattinata in Comune accompagnato dal fido assessore Francesco Dimino. Nessuno sa ancora se ha gia’ maturato una qualsiasi decisione e soprattutto come affrontera’ stasera la seduta del consiglio comunale che potrebbe aprirsi con le comunicazioni ed un eventuale dibattito politico.

Intanto, stasera subentrera’ Alberto Sabella dopo le dimissioni di Bentivegna. Non vi sarà l’imminente passaggio di Gabriele Modica da Mizzica al PD. Il passaggio e’ ormai scontato, ma rinviato alla prossima settimana.

Se l’opposizione deciderà di partire stasera durante i lavori dal dibattito politico, e’ ipotizzabile che Fabio Termine dara’ indicazioni gia’ stasera su come e dove vuole condurre la crisi in atto.

C’è chi continua a propendere e suggerire al primo cittadino la rottura totale, un azzeramento che possa portare ad una nuova rinnovata giunta in grado di affrontare il resto del mandato libero dalle regole e nomine di assessori finora imposte dal Pd. Ma la montagna alla fine potrebbe partorire un topolino

Tentato furto su una vettura parcheggiata al bivio Misilibesi, arrestato quarantaduenne

Lo hanno colto sul fatto mentre tentava di forzare un’autovettura parcheggiata sulla SS 624, all’altezza del bivio Misilibesi. Così e’ scattato l’arresto dei carabinieri per un quarantenne di Palermo ma residente a Sciacca, gia’ noto alle forze dell’ordine.
Dopo aver infranto il finestrino dell’auto, è stato prontamente bloccato dai militari, che lo hanno trovato in possesso di strumenti atti allo scasso.
Da tempo, cittadini segnalavano un aumento dei furti sulle autovetture; qualcuno infatti rompeva i finestrini delle auto per rubare oggetti di valore posti all’interno dell’abitacolo, agendo soprattutto nelle zone periferiche di Sciacca dove le persone lasciano l’auto prima di fare jogging o prendendo di mira le auto nei parcheggi delle località balneari.

Il fenomeno aveva perfino spinto alcuni cittadini a costituire un un comitato locale al fine di segnalare alle autorità la situazione.
L’uomo, dopo le formalità di rito, su disposizione della Procura della Repubblica di Sciacca, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, nel corso della quale il Giudice convalidava l’arresto e disponeva per l’uomo la misura dell’obbligo di dimora.

L’Ance lancia “allarme trasparenza sugli appalti” in Sicilia

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“Allarme trasparenza” in Sicilia. A lanciarlo e’ l’Ance, l’associazione dei costruttori che dati alla mano ha diffuso numeri destinati a fare riflettere. E’ prassi consolidata, infatti per le opere di importo compreso fra un milione e 5,538 milioni di euro, le stazioni appaltanti ricorrano frequentemente alla “procedura negoziata”, prevista dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Così viene invitato un numero esiguo di imprese scelte da un elenco, sfuggendo così alla libera partecipazione di mercato.

I dati parlano chiaro. Nel 2024, da gennaio a giugno, in riferimento ai soli progetti di importo da 1 milione a 5,538 milioni, sono state proposte appena 36 opere con “procedura aperta” pari al 23,23% dei casi; invece risultano 119 casi di “procedure negoziate” per 260 milioni, pari al 76,77%.

L’Ance per rappresentare la situazione ha così chiesto un incontro urgente all’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò.

All’assessore si chiede un intervento sulle stazioni appaltanti raccomandando, nel nome della “massima trasparenza”, il ricorso alla “procedura aperta” con pubblicazione del bando di indizione di gara pubblica.

L’assessore Aricò, dal canto suo, ha accolto la proposta e ha annunciato un incontro con Ance Sicilia nei prossimi giorni.