Il menfitano Friscia evade dai domiciliari e finisce in carcere

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Calogero Friscia, di 23 anni, di Menfi, è finito in carcere per evasione dai domiciliari. L’aggravamento della misura nei suoi confronti è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, su richiesta della Procura della Repubblica. Friscia, che è difeso dall’avvocato Calogero Lanzarone, aveva patteggiato, pochi giorni fa, una pena a 2 anni e 4 mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta antidroga “Fast Food”, ma era rimasto ai domiciliari. Avrebbe lasciato la propria casa per entrare nell’appartamento di romeni, vicino al suo, con i quali avrebbe avuto un litigio. Da qui la segnalazione dei carabinieri alla Procura della Repubblica di Sciacca e adesso l’aggravamento della misura.

A Siculiana i carabinieri arrestano un tunisino con un permesso di soggiorno falsificato

I carabinieri hanno arrestato a Siculiana un migrante sorpreso con un permesso di soggiorno falsificato. Era stato intercettato da una pattuglia dei  della stazione di Siculiana, assieme ad altri quattro migranti, lungo il litorale, probabilmente a seguito di uno sbarco autonomo. I cinque uomini infatti avevano ancora i vestiti umidi. E’ scattato così un primo controllo di identificazione ma qualcosa sin da subito non quadrava. In particolare, uno dei fermati ha mostrato un permesso di soggiorno sul territorio nazionale apparentemente valido ma la sua evidente difficoltà nel parlare la lingua italiana ha insospettito i militari dell’Arma. A quel punto i 5 soggetti sono stati condotti presso il Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri, per ulteriori accertamenti. E così, al termine delle verifiche, si è scoperto che il permesso di soggiorno esibito risultava falsificato ed è stato possibile risalire all’identità del tunisino che lo aveva con sé, B.A., 25 enne, per il quale sono subito scattate le manette per “Possesso di documenti falsificati”. Il documento in questione è stato posto sotto sequestro e l’autorità giudiziaria ha già convalidato l’arresto, condannando il tunisino alla pena di un anno di reclusione.

Acqua dal Gammauta alla diga Castello, intervento tampone per salvare la produzione agricola

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E’ stato autorizzato il prelievo di acqua dalla riserva Gammauta alla Diga Castello. L’Enel dopo vari incontri interlocutori tra i rappresentanti di categoria, quelli del Consorzio di Bonifica, sollecitati dal sindaco Carmelo Pace, ha dato il via al travaso di acqua per eliminare lo spettro della siccità che gia’ attanaglia i terreni del circondario riberese. Domattina iniziera’ il passaggio di acqua dal lago palermitano fino alla riserva Castello. Si tratta di un provvedimento tampone rispetto ad una situazione particolarmente critica che mette in difficoltà le produzioni agricole della zona.

L’Asp di Agrigento conferma il caso di meningite ad Aragona: “Il giovane risponde bene e ci sono segnali di miglioramento”

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L’Azienda sanitaria di Agrigento con una nota conferma il caso di meningite diagnosticato ad un ventiquattrene di Aragona. Stamattina alcuni familiari avevano smentito la notizia della diagnosi avvalorando l’ipotesi di allarmismo generato dalla stampa. Con la nota stampa odierna a firma dei vertici aziendali l’Asp agrigentina conferma la diagnosi effettuata al Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio dove il ragazzo è giunto con febbre alta e stato soporoso. “Dopo immediata diagnosi – si legge –  per l’ottimale trattamento, è stato poi trasferito presso un’altra struttura ospedaliera siciliana specialistica dedicata. Da contatti avuti in mattinata abbiamo appreso che il ragazzo risponde bene alla terapia e presenta segnali di miglioramento”. Gaetano Geraci, direttore del Servizio di sanità pubblica, epidemiologia e medicina preventiva dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento sottolinea anche che non è il caso di fare allarmismi: ““Il caso di meningite batterica diagnosticato nelle scorse ore presso il presidio ospedaliero ‘san Giovanni di Dio’ di Agrigento risulta un episodio isolato ed è già stato preso in carico per la profilassi sanitaria adeguata”. “La prassi vaccinale, la profilassi e la terapia tempestiva e mirata – ha aggiunto poi il direttore sanitario Asp,  Silvio Lo Bosco – sono lo strumento principe nell’azione di controllo e di prevenzione della patologia. La meningite batterica, per quanto non comune, è una malattia seria che può essere evitata attraverso la buona prassi e la terapia tempestiva e appropriata”. (Nella foto, il direttore sanitario dell’Asp, Silvio Lo Bosco) 

Da Cucchiara a Mangiacavallo: una battaglia lunga 14 anni per potere cambiare il nome della città da Sciacca a Sciacca Terme

Il 2003 era agli sgoccioli, ma fu un epilogo da dimenticare per Sciacca. Il 28 dicembre di quell’anno i saccensi erano chiamati alle urne. Ignazio Cucchiara, allora sindaco, promosse un progetto che doveva culminare con una nuova denominazione della città: da Sciacca a Sciacca Terme. La legge imponeva però che per poter effettuare questa modifica occorresse un referendum. Sì, proprio quel celebre termine latino a cui, ahimè, ne corrisponde un altro: quorum. A votare andò meno del 30% degli aventi diritto. Sarebbe stato necessario, tuttavia, che ci andasse almeno il 50% più uno. A ben poco servì che il consenso di chi andò a votare all’aggiunta “Terme” accanto al toponimo “Sciacca” fosse stato bulgaro, visto che il quesito fu invalidato, nell’ambito di una campagna più o meno “carbonara” tesa, sottotraccia (ma poi mica tanto), a boicottare quella consultazione. Per ragioni di lotta politica, s’intende. Perché il successo di quel referendum avrebbe potuto dare il “la” ad una rielezione certa del sindaco al tempo in carica, Ignazio Cucchiara. E questo doveva essere impedito. Secondo Cucchiara quell’opportunità avrebbe suggellato in maniera definitiva la reale portata storico-culturale ed economica della risorsa termale di quella che era stata definita “Città Degna”. L’esito finale di quel quesito scoraggiò Cucchiara, che anche per questa avrebbe deciso di non ricandidarsi più alla guida di Sciacca. Fu, in particolare, l’atteggiamento di quel 70% dei saccensi, simbolo di indolenza e strafottenza. “Muoia Sansone con tutti i filistei”, si ama dire da queste parti. Sì, quattordici anni fa le Terme non erano certamente nella fase più esaltante della loro vita. Figuriamoci oggi, che sono addirittura chiuse. Ma era sufficiente questo problema a calpestare la storia ultramillenaria di questa città? A giudizio di Matteo Mangiacavallo, parlamentare regionale saccense, la risposta a questa domanda è no. Ed è per questo che, dopo un paio di tentativi andati a vuoto durante la scorsa legislatura, è riuscito a far approvare da Sala d’Ercole il suo disegno di legge che stabilisce che il nome della città lo si può cambiare anche solo con una delibera del Consiglio comunale. Senza referendum. Legge passata. Ora tocca al Comune di Sciacca. Certo, se nel frattempo le Terme tornassero a produrre PIL per la città sarebbe meglio. Ma la possibilità di cambiare il nome della città non è secondaria. E finalmente, con questa legge, si può rimarginare una ferita imperdonabile.

Misure di sicurezza a Carnevale, vertice in Prefettura

Si e’ svolto questa mattina il vertice previsto alla Prefettura di Agrigento sulle misure di sicurezza predisposte in occasione del Carnevale di Sciacca. Al vertice con il nuovo Prefetto Guido Caputo, ha partecipato l’assessore comunale Filippo Bellanca e alcuni funzionari comunali. Le disposizioni e il nuovo piano applica le misure ristrettive previste dalla circolare Gabrielli in occasione di manifestazioni di piazza, assemblamenti ed eventi di massa. Norme volte ad assicurare sicurezza e vie di fuga.  Un vertice preliminare quello di oggi rispetto al prossimo incontro previsto per lunedi’. Per poter garantire la safety, il Comune di Sciacca integrera’ lo staff operativo con i vigili del fuoco in congedo e operatori della Croce Rossa. Quest’anno all”interno del circuito mascherato non sara’ permesso l’accesso degli automezzi di ambulanti lungo il percorso. Solo negli stand, adibiti dalla ditta che si e’ aggiudicata i servizi connessi alla festa e dislocati solo in un’area, saranno effettuale la vendita e la somministrazione di cibo cosi’ come la vendita di altre tipologie di prodotti. Per quanto riguarda gli ambulanti, la loro presenza sara’ ristretta da alcune limitazioni per la loro permanenza lungo il circuito, ma anche nella tipologia dei prodotti in vendita.

Diretta di Risoluto.it della processione della Madonna del Soccorso

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Risoluto.it seguirà oggi pomeriggio la processione della Madonna del Soccorso di Sciacca con una diretta Facebook e sul proprio sito online. Si tratta della seconda volta che Risoluto.it propone la diretta dal percorso della secolare processione della Patrona di Sciacca dopo l’esordio dello scorso quindici agosto che ha registrato numerosi contatti e visualizzazioni da svariate parti del mondo. La redazione giornalistica di Risoluto seguirà l’evento religioso saccense accompagnata dalla presenza di Pippo Verde, studioso del rito della Madonna del Soccorso legato tra fede e tradizione alla storia della città di Sciacca. L’inizio è previsto pochi minuti prima delle 17 da Piazza Duomo a Sciacca.

Ci sarà anche il gruppo mascherato “Macumba” al Carnevale di Sciacca, 2300 euro per ballerini, modelli e cantanti

L’associazione culturale “La Nuova Gioconda” è stata ammessa a partecipare al Carnevale di Sciacca 2018 con il gruppo mascherato “Makumba”. L’impegno di spesa di 2.300 euro è stata pubblicata stamane con determina del 1° settore Affari Generali. Il gruppo mascherato che fa riferimento al musicista saccense Nanà, parteciperà alla sfilata con questo gruppo composto da ballerini, modelli, musicanti e Dj. Il gruppo è stato ammesso a partecipare per rendere ancora più coinvolgente la sfilata del Carnevale. Nanà insieme al Dj, Amedeo Ardagna, intanto, ha già pubblicato un singolo omonimo al gruppo mascherato e ispirato alle sonorità della musica africana che sarà la colonna sonora durante la sfilata. Il gruppo “Makumba” è stato ammesso a partecipare fuori concorso.

Aragona. Nessuna meningite ma solo un caso di febbre alta. Il fratello del paziente attacca i giornalisti

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Non è meningite quella diagnosticata al ragazzo di Aragona trasferito d’urgenza dal San Giovanni di Dio a Barcellona Pozzo di Gotto. A dirlo è oggi il fratello sulla sua pagina Facebook, che attacca i giornalisti che ieri hanno fatto uscire la notizia. “Ciò che è successo a mio fratello è stato determinato a causa della febbre alta (riscontrata lunedi, dove è stato a casa tutto il giorno) e delle sue difese immunitarie basse che, purtroppo, in quel momento sono venute a crearsi. Noi familiari abbiamo preso le determinate precauzioni come consigliato dai medici specializzati, informandoci anche del fatto di chi oltre a noi avrebbe dovuto prendere la profilassi. Quindi – conclude – prima di creare un certo allarmismo vi ripeto, in futuro per qualsiasi cosa informatevi bene”. Le notizie riguardanti il giovane comunque sono tranquillizzanti: “Mio fratello sta molto meglio”, scrive.

Sciacca rinnova oggi il suo atto di fede alla Madonna del Soccorso

Fin dalle prime luci del mattino, molti fedeli, come di consueto ogni primo di febbraio, hanno rinnovato il “voto” alla Madonna del Soccorso di Sciacca. Un percorso di preghiera dalla chiesa di Sant’Agostino fino alla chieda Madre durante la quale i devoti in preghiera si appellano alla Patrona di Sciacca per chiedere protezione. Il rito, detto “vutu”, si ripete come da tradizione secolare, per tutta la giornata odierna. Domani, invece la processione della Madonna, prevista alle ore 17. La vara della Madonna percorrerà secondo un rito secolare che risale al 1626, le strade di Sciacca portata a spalle da circa 100 pescatori per fare ritorno in chiesa Madre attorno alle 19.