Valle dei Templi, Casa natale di Pirandello e Antiquarium di Eraclea Minoa: al via la vendita online dei biglietti d’ingresso

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La Valle dei Templi di Agrigento sarà il primo sito siciliano – dopo le disposizioni della legge regionale sul teleticketing – che permetterà di acquistare il biglietto d’ingresso online, programmando per tempo la propria visita con estrema facilità. E con Valle dei Templi, sbarcano on line anche il museo archeologico regionale “Pietro Griffo”, che ha appena festeggiato i suoi primi 50 anni e che il 29 dicembre inaugura la grande mostra “Luigi Pirandello e la cultura artistica fra Ottocento e Novecento”; poi la Casa Natale di Luigi Pirandello e il Parco archeologico e l’antiquarium di Eraclea Minoa. Ciò permetterà non solo di acquisire nuovo pubblico – si pensi innanzitutto ai grandi tour di visitatori stranieri – ma di proporsi sul mercato turistico al passo con i tempi, superando l’immagine di un’Isola che non sa sfruttare le sue risorse. “La possibilità di acquistare i biglietti online oltre ad agevolare i visitatori farà indubbiamente risparmiare tempo e costi di gestione, soprattutto nel controllo del flusso degli incassi – interviene l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Vittorio Sgarbi -. Faremo in modo che questa importante opportunità sia estesa in tempi brevi anche agli altri siti. Oggi si parla molto di tecnologia applicata alla gestione dei beni culturali, ma su questo fronte il lavoro da fare in Sicilia è ancora tanto”. “Agrigento entra finalmente nel grande mercato mondiale della vendita via web dei biglietti e degli eventi – commenta Letizia Casuccio, direttore generale di CoopCulture – Noi ci siamo messi a disposizione dell’amministrazione regionale affinché le scelte di innovazione diventassero rapidamente operative. La Valle dei Templi e l’intero territorio di Agrigento potrà avvalersi di una piattaforma di vendita on line già sperimentata in altri 100 grandi siti culturali, dal Colosseo alle Scuderie del Quirinale, che già oggi vende oltre 11 milioni di biglietti ogni anno”.

Palermo. Ricerca di neolaureata rivela che per il 17% degli studenti delle scuole medie la mafia è “bella e giusta”

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La stragrande maggioranza degli studenti palermitani (l’82,9%) percepisce la mafia come un fenomeno negativo. Ma in tanti, troppi, soprattutto nei quartieri periferici della città, ancora sostengono che sia “bella e giusta” o non sanno chi sia il latitante Matteo Messina Denaro. A raccontare come Cosa nostra venga vissuta dagli alunni delle scuole medie e superiori della città è il lavoro di una giovane palermitana laureata in Giurisprudenza, Enrica Amoroso, che ha vinto una delle borse di studio della Fondazione Giovanni Falcone finanziate dalla Regione siciliana. A illustrare i progetti sono stati gli stessi autori nel corso di una cerimonia che si è svolta oggi, alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, alla presenza dell’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla, esponenti delle forze dell’ordine, la presidente della Fondazione Maria Falcone il segretario generale Leonardo Guarnotta e il vicepresidente Giuseppe Ayala.

Catania. I soldi per la ricerca contro il cancro usati per ripianare i debiti delle proprie aziende private

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Beni per oltre 4,2 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Catania alla fondazione Istituto oncologico del mediterraneo (IOm) di Viagrande per avere “distratto fondi europei, cofinanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca, destinati alla ricerca nel settore oncologico” in “operazioni di speculazione finanziaria”, trasferendoli “su conti correnti di altre società riconducibili ai medesimi indagati, per ripianare situazioni di deficit aziendale”. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Catania su richiesta della locale Procura distrettuale che ha indagato tre persone: due componenti del management della Fondazione, per malversazione a danno dello Stato, e un rappresentante di una ulteriore società a loro collegata, per impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Commistione tra mafia e massoneria, la relazione della Commissione antimafia in Sicilia: “Sono diventate un’unica entita’”

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La relazione della Commissione parlamentare Antimafia, evidenzia gli stretti incroci tra mafia e massoneria in Sicilia. “Cosa nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese – si legge nella relazione –  da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria. Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia. Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza che si rivelano i più preoccupanti”.  Il tema del rapporto tra mafia e massoneria “affiora in modo ricorrente nelle inchieste giudiziarie degli ultimi decenni, con una intensificazione nei tempi più recenti in connessione sia con vicende criminali tipicamente mafiose, soprattutto in Sicilia e in Calabria, sia con vicende legate a fenomeni di condizionamento dell’azione dei pubblici poteri a sfondo di corruzione”. L’antimafia precisa che l’argomento è emerso con particolare rilevanza in occasione della missione effettuata a Palermo e a Trapani dalla stessa Commissione nel luglio 2016. “In quell’occasione è stato ripetutamente affrontato il tema del rapporto tra Cosa nostra e la massoneria in Sicilia anche in relazione alla vicenda dell’appartenenza a logge massoniche di alcuni assessori del comune di Castelvetrano (Tp) luogo di origine del noto latitante Matteo Messina Denaro”. Nel documento si ricorda che attualmente nel trapanese sono presenti 200 “fine pena” già detenuti per reati di mafia e di traffico di stupefacenti che, scontata la pena, ora sono in stato di libertà. Nel comune di Castelvetrano insistono 6 logge massoniche su 19 che operano nell’intera provincia di Trapani e nell’amministrazione comunale della cittadina, nel 2016, 4 su 5 assessori erano iscritti alla massoneria e 7 su 30 tra i consiglieri. Nella relazione si evidenzia anche che i fatti di Castelvetrano fanno il paio con le indagini delle autorità siciliana e calabrese, queste ultime sfociate nei procedimenti “morgana mammasantissima e Saggezza. In tutti i casi si evidenziano recenti episodi di infiltrazione mafiosa nella massoneria e si attualizzano gravi fatti del passato “che lasciavano supporre l’esistenza delle infiltrazioni di Cosa nostra e della ‘ndrangheta nella massoneria”.  Sono 193, inoltre, i soggetti indicati dalla DnAA (Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo) come iscritti in procedimenti penali ed è consistente il numero di soggetti che, pur non indagati, imputati o condannati per delitti di natura mafiosa, hanno collegamenti diretti con esponenti della mafia e possono costituire un anello di collegamento tra mafia e massoneria. Nella relazione conclusiva su “mafia e massoneria” presentata oggi a Roma dalla presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, infine emerge che: ” C’è un persistente interesse delle associazioni mafiose verso la massoneria fino a lasciare ritenere a taluno che le due entità siano divenute una cosa sola”. 

Ribera: è scontro aperto tra Carmelo Pace e l’opposizione. Forza Italia: “Il sindaco si dimetta”

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È scontro aperto a Ribera tra Carmelo Pace e la minoranza. Ieri sera i consiglieri comunali dell’opposizione, in apertura di seduta, avrebbero voluto replicare a quelle che erano state considerate pesanti dichiarazioni, rilasciate in un’intervista, dal sindaco di Ribera, che aveva definito l’atteggiamento dei suoi avversari “infantile e cattivo”. Richiesta che, tuttavia, non è stata accolta dalla presidenza del Consiglio. A quel punto la minoranza ha deciso di abbandonare l’aula. “Pace dovrebbe dimettersi, è inutile che dica che la verifica politica è terminata, non è vero niente”. A parlare così oggi Giuseppe Tramuta, esponente di Forza Italia. Nel prosieguo dei lavori ieri sera sono stati approvati, tra gli altri, alcuni debiti fuori bilancio e il progetto per la ristrutturazione di una vecchia area adibita a smaltimento dei rifiuti.

Ringiovanimento: tecniche terapeutiche differenti grazie all’analisi facciale

Il sistema di analisi facciale permette lo studio della cute del viso attraverso l’esecuzione di tre foto: una normale, una a luce polarizzata e una a luce ultravioletta. La luce polarizzata permette di evidenziare le lesioni “rosse”, mentre la foto ultravioletta evidenzia le macchie sia chiare che scure. In tal modo possono essere intraprese tecniche terapeutiche differenti, dalla semplice applicazione di creme formulate ad hoc, al peeling, alla biorivitalizzazione con acido ialuronico fino all’utilizzo del laser CO2 frazionale, che per il ringiovanimento facciale rappresenta la tecnica più efficace. Naturalmente queste metodiche possono essere eseguite soltanto da personale medico qualificato come nello studio medico dei dottori Mario e Laura Maniscalco.

Sfruttamento della prostituzione in danno di una tredicenne, i carabinieri di Sciacca arrestano un allevatore

Sono gravissime le accuse a carico di un allevatore sessantunenne di Gibellina, scovato dai carabinieri di Sciacca in piena notte alla guida della sua auto, con a bordo una ragazzina di appena tredici anni. L’uomo, P.C., avrebbe tentato di ingannare i militari paventando un inesistente rapporto di parentela tra lui e la minore. Tuttavia, la storia raccontata non ha convinto i carabinieri che, anche in relazione alla sfilza di precedenti penali a suo carico, hanno deciso di approfondire il controllo, portando alla luce una vicenda agghiacciante. In realtà, l’allevatore, avrebbe poco prima accompagnato la minorenne nel suo ovile per farla prostituire con altri soggetti di nazionalità romena. Sono in corso delicate e riservate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Sciacca. Numerosi interrogatori sono andati avanti per tutto il fine settimana, allo scopo di delineare tutte le responsabilità del sessantunenne e di verificare l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella vicenda. Al termine degli interrogatori l’allevatore è stato tratto in arresto dai carabinieri di Sciacca; la Procura di Sciacca ha chiesto la convalida e l’applicazione della custodia in carcere che è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca. La ragazzina è stata affidata ad una struttura di accoglienza ed è seguita da un team di specialisti.

Pd. Retroscena dall’Ars sui due partiti in uno. Catanzaro: “Continuo a non capire perché i franchi tiratori saremmo stati noi”

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Due partiti in uno: sembra essere questo, almeno al momento, il PD siciliano, che dopo la querelle a colpi di accuse reciproche sui quattro voti andati a Gianfranco Miccichè, ha litigato anche sull’indicazione di Giuseppe Lupo alla carica di capogruppo. Certo, non è stata d’aiuto a stemperare gli animi l’offerta fatta dal presidente dell’Ars di sostenere un nome dem per una poltrona all’interno del Consiglio di presidenza. A qualcuno è sembrato quasi il completamento di una sorta di do ut des, dopo avere incassato i voti necessari. Fatto sta che l’accordo c’è stato, e Nello Di Pasquale (il candidato di bandiera dei renziani per la poltrona più importante di Sala d’Ercole) è stato eletto tra i segretari. Renziani che, tuttavia, dal canto loro, ricordano che Di Pasquale aveva avuto 7 voti, tanti quanti sono i componenti di questo raggruppamento. “Io continuo a non capire perché i franchi tiratori saremmo stati noi”, continua a ripetere il parlamentare saccense Michele Catanzaro. Ai renziani non sta andando giù l’atteggiamento definito da maestrino di Antonello Cracolici. Il quale, anche sull’elezione del capogruppo, si sarebbe incaponito proponendo Anthony Barbagallo solo allo scopo, sostengono i renziani, di provocare ulteriori rotture, visto che lo stesso ex assessore al turismo sa di essere stato tirato in ballo in modo strumentale, ben sapendo che l’orientamento prevalente era quello di eleggere a presidente del gruppo parlamentare l’ex segretario regionale del partito, cosa che poi è avvenuta. Anche se solo con il voto di 6 parlamentari su un totale di 11. Sarà difficile per Lupo, con questi chiari di luna, ricomporre il raggruppamento.

Lo sberleffo su Facebook del nipote di Messina Denaro alle forze dell’ordine: “Fiero di far parte della famiglia”

“Sono ancora freschi i segni di gomma lasciati sull’asfalto dalla maxi -operazione antimafia che ha visto spiegati più di duecento uomini delle forze dell’ordine – scrive Allegra su Facebook – ai quali si aggiungono 50 unità del corpo forestale, 6 articolisti, due volontari avis, 5 della caritas, sommozzatori, alpini, polizia locale, municipale, un metronotte ed un componente del Ceo di Ginevra ( dove fu scoperta la particella di Dio). E’ stata setacciata l’intera zona, dalle campagne alle officine, alla ricerca di possibili impronte “dell’innominato”. Le righe di questo post sono comparse qualche giorno fa sul profilo Facebook del nipote del super latitante Matteo Messina Denaro. Si tratta di Francesco Allegra, conosciuto a Castelvetrano con il soprannome di “Spaccalegna”, figlio di Rosalia Messina Denaro.

Lapalissiano il riferimento del giovane alla maxi-operazione di polizia compiuta qualche giorno fa da una task-force delle forze dell’ordine che ha setacciato le campagne, il territorio di Castelvetrano e compiuto perquisizioni nei confronti di soggetti ritenuti vicini al superlatitante.

Ma il nipote del boss sul social non si lascia andare soltanto allo sberleffo verso l’azione delle forze di polizia, ma anche verso i giornalisti lamentando troppa attenzione nei confronti dello zio. Inoltre, ci tiene a dissipare i dubbi circa alcune indiscrezioni sulle difficoltà economiche della famiglia Messina Denaro: “La famiglia dell’innominato – scrive-  non è in crisi economica  ma vive in silenzio la mancanza dei propri cari, gettati in buchi freddi ed angusti. Questa famiglia lotta da anni per la dignità, il rispetto e i valori che fanno fieri ogni singolo componente di aver avuto il miracolo divino di far parte della famiglia dell’innominato”.

Insomma, una chiara rivendicazione in chiave mafiosa del senso di appartenenza che ha immediatamente provocato la reazione di Elena Ferraro, l’imprenditrice antiracket che oggi vive sotto scorta per aver denunciato un tentativo di estorsione nel suo centro di diagnostica da parte di un fiancheggiatore del boss.

“Ritengo che – ha commentato Elena Ferraro – che non sia possibile accettare determinati sfoghi pubblici, seppur sui social, e ancor di più è grave il silenzio di coloro che essendone a conoscenza, per quieto vivere, preferiscono non prendere posizione e restare a guardare dietro la finestra. Sappiamo tutti, e la questura di Trapani lo ha dichiarato pubblicamente, che c’è una forte copertura della societàcivile nei confronti del criminale latitante Messina Denaro che tutto è tranne che l’Innominato. Chi conosce la storia dell’Innominato dei Promessi Sposi, a cui evidentemente si fa riferimento per traslitterazione, ricorderà il fatto che tale personaggio si è pentito invocando la Misericordia Divina ed è stato riabilitato, quindi è ricordato in un’ottica positiva. Matteo Messina Denaro invece è tutto il suo opposto, per cui nel nominarlo possiamo ricordargli che anch’egli può scegliere di essere l’Innominato”.

Smaltimento di rifiuti pericolosi: sequestrata impresa di Camastra

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I carabinieri del Noe, assieme alla Guardia di Finanza, hanno eseguito il sequestro preventivo dei beni dell’impresa A&G srl con sede a Camastra (Ag) che gestisce la discarica locale, e il sequestro per equivalente di 2 milioni di euro – inclusi contanti, beni immobili, quote societarie e di altro tipo – degli indagati Donato D’Angelo, Salvatore e Calogero Alaimo, Alfonso Bruno e Pasquale Di Silvestro, accusati di traffico illecito di rifiuti. Le indagini, partite nel 2014 e coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dal pm Gery Ferrara, hanno dimostrato come gli indagati avrebbero declassificato la spazzatura per ricevere e smaltire abusivamente rifiuti speciali pericolosi provenienti dall’intero territorio nazionale classificandoli come non pericolosi. L’operazione è stata possibile avvalendosi di un laboratorio chimico di Catania in grado di manipolare i risultati delle analisi dei campioni di rifiuto.