Ma quanto è diventata brava a recitare Giusy Buscemi?

Sembra sia passato un secolo da quando, una sera di settembre del 2012, la bellissima Giusy Buscemi fu incoronata Miss Italia. Sì, perché da allora la giovane menfitana ha deciso di fare sul serio. Con determinazione, certo, ma anche con molta intelligenza. Ed è stato così che nel breve volgere di pochi anni, alle sue indiscutibili doti estetiche Giusy è riuscita ad associare anche quelle di una brava e concreta attrice, a cui sempre più spesso i registi delle fiction fanno ricorso per produzioni che si dimostrano gradite da milioni di telespettatori. La prova di bravura offerta da Giusy Buscemi in “C’era una volta Studio Uno”, per la regia di Riccardo Donna, la cui prima puntata è andata in onda ieri sera su Raiuno, è di quelle piuttosto significative. Un ruolo difficile, il suo, dove l’attrice è chiamata ad interpretare il senso di un cambiamento radicale: da ragazza di provincia alla ricerca di un riscatto familiare, a giovane professionista che, col tempo, capisce che non è sufficiente essere belle, ma che senza dedizione e professionalità non riuscirà mai a diventare prima ballerina dello storico varietà con Mina e le gemelle Kessler. E Menfi continua ad essere orgogliosa di questa sua figlia, che sembra ancora solo all’inizio di un’avventura straordinaria, in un mondo dello spettacolo che non è solo lustrini e paillettes, ma che richiede tanta fatica, senso di responsabilità e professionalità. Tutte doti che Giusy Buscemi sta mettendo sul terreno, mostrandosi ancora umile. Ed è questa, l’umiltà, al momento, la sua più grande dote. Stasera su Raiuno torneremo ad ammirarla per la seconda e ultima puntata di “C’era una volta Studio Uno”. Ma il successo di Giusy è destinato a crescere ulteriormente. Ed è quello che tutti quelli che capiscono cosa significhi raccogliere il frutto dei sacrifici, non possono che sperare per lei il meglio.

Affidamento beni comunali: il regolamento approvato un anno fa, resta al palo

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Era il 24 febbraio 2015, appena un anno fa, il consiglio comunale di Sciacca approvava il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la valorizzazione dei beni comuni urbani della città di Sciacca” “È una svolta, su diversi fronti e a tanti livelli – così commentava la Consulta della Cultura all’indomani dell’approvazione –  Da un lato si prende atto che Sciacca ha finalmente aperto le sue porte all’amministrazione condivisa, dall’altro si è reso disponibile uno strumento capace di liberare energie che attendono solo di trovare il modo di esprimersi compiutamente”. Da quell’insieme di regole, frutto della concertazione tra le varie associazioni che lo hanno proposto, fino ad oggi si è davvero attinto pochissimo. E  nell’ultimo affidamento “sebbene temporaneo” di un bene comunale, la Casa Museo Scaglione alla cooperativa “Agorà”, nella predisposizione dello schema di convenzione, lo strumento regolamentare non viene neanche citato. A distanza di un anno, la sfilza di beni comuni che non vengono gestiti e pertanto, aperti al pubblico per come meritano, rimane un elenco lunghissimo. Beni talvolta di grande pregio architettonico come la chiesa della Raccomandata alla Perriera, anche se in questo caso le associazioni che si sono fatte avanti per la sua gestione, sono state più di una. Ma il Comune ha finora preferito lasciarla chiusa. E ancora il cosiddetto M.I.A, l’ex mercato ittico di Sciacca, affidato giusto il tempo delle scorse festività natalizie per qualche manifestazione culturale e poi rinchiuso in tutta fretta. E poi ci sono i beni ancora più corposi come il museo del Carnevale, il ribattezzato MUCAS,  inaugurato e chiuso già all’indomani in attesa di un bando per il suo affidamento. “Ci dispiace – commenta il portavoce della Consulta della Cultura, Matteo Accardi – che le nostre rimostranze verso la decisione del Comune di procedere all’affidamento all’Agorà rischia di far passare il messaggio che siano le lamentele di un gruppo di associazioni contro un altro, ma in realtà questa arbitraria scelte del Comune nonj tiene conto del percorso virtuoso che si era iniziato con il regolamento”.  (Nella foto, la Chiesa della Raccomandata, uno dei beni comunali chiusi e non fruibili al pubblico)      

Il collaboratore di Menfi Bucceri in video conferenza al processo “Scacco Matto”

Mercoledì 15 febbraio, in video conferenza, collegato con l’aula della Corte di Appello di Palermo, deporrà, per la prima volta, in un processo Vito Bucceri, il menfitano che ha saltato il fosso e che, da agosto dello scorso anno, collabora con la Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Il bracciante agricolo,  che nell’operazione antimafia “Opuntia” dell’estate dello scorso anno è stato indicato come il reggente della famiglia mafiosa di Menfi, sarà sentito nel processo nel quale egli stesso è imputato assieme al margheritese Rosario Cascio ed ai fratelli Giovanni e Filippo Campo, di Menfi.  E’ stato il sostituto procuratore generale Rita Fulantelli, ex componente della Dda, che ha rappresentato l’accusa nel processo di primo grado,  a chiedere che venga sentito Bucceri. Analoga richiesta anche è arrivata dalla difesa del collaboratore di giustizia. I verbali di Bucceri, anche nel processo Scacco Matto, sono stati depositati e sempre con tanti omissis. Cascio, difeso dall’avvocato Giovanni Vaccaro, è stato assolto in primo grado dal Tribunale di Sciacca e condannato in appello solo per associazione mafiosa in continuazione con un’altra sentenza prima dell’annullamento in Cassazione con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello. La Cassazione ha annullato anche per i Campo, difesi dagli avvocati Rizzuti e De Lisi, con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello per pronunciarsi in merito all’eventuale concorso esterno. E c’è stato l’annullamento della sentenza d’appello con rinvio anche per Bucceri. La decisione della Cassazione è dell’aprile 2014 ed ha riguardato soltanto queste quattro posizioni. Adesso sono arrivate le dichiarazioni di Bucceri, contenute nei verbali depositati al processo “Icaro”, che si è diviso con imputati che hanno scelto il rito abbreviato e altri l’ordinario,  e anche nel giudizio di appello di “Scacco Matto”. Intanto, sono trascorsi sei mesi dall’inizio della collaborazione di Bucceri e cioè il periodo di tempo massimo per i collaboratori di giustizia per riferire tutte le informazioni di cui sono a conoscenza. Bucceri ha iniziato a collaborare ad agosto dello scorso anno dopo la scarcerazione nell’operazione “Opuntia”.

Carnevale 2017, conto alla rovescia: per sabato e domenica le previsioni annunciano poco nuvoloso

Lavori in corso in piazza Angelo Scandaliato in vista dello spettacolo di sabato sera, 18 febbraio: primo giorno del Carnevale 2017, manifestazione quest’anno particolarmente attesa. Il conto alla rovescia è iniziato, lo “scheletro” del palcoscenico, come potete vedere dalla fotografia, ha già la sua fisionomia. I prossimi giorni saranno utili a definire scenografia e quinte. E mentre le maestranze sono all’opera per gli ultimi accorgimenti, già da giovedì i carrelloni saranno situati in via Cappuccini per l’inizio delle operazioni di montaggio. Operazioni alle quali partecipano tantissimi saccensi in qualità di spettatori. Ma in queste ore, inutile negarlo, tutti, a partire dagli organizzatori, pensano alle previsioni meteo del prossimo fine settimana. Si sa, infatti, che il Carnevale di Sciacca è da sempre accompagnato da una cattiva stella: la pioggia. Eppure, per quello che possono valere oggi, le previsioni dei siti meteo più accreditati per sabato 18 e domenica 19 febbraio fanno ben sperare. Si annunciano, infatti, due giornate di sereno o poco nuvoloso. Si spera, naturalmente, che tali previsioni possano essere confermate sin dai prossimi giorni e, comunque, per il resto della settimana. Con gli occhi, poi, immediatamente rivolti al clou della festa, dal 25 al 28 febbraio. Ma intanto si lavora e, come si sa, i carristi di Sciacca non sono mai preoccupati se non di rendere al meglio le proprie opere di cartapesta.