Dopo Ciaculli anche Sciacca ricorda il sacrificio di Miraglia
La famiglia del sindacalista guidata dal figlio Nico, una larga rappresentanza della Cgil e il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, con il presidente del consiglio comunale, Pasquale Montalbano, questa mattina, prima al cimitero e poi al monumento di piazza Lazzarini, per ricordare Accursio Miraglia nel settantunesimo anniversario dell’omicidio. Il 4 gennaio scorso, a Ciaculli, su iniziativa dell’Unione Cronisti Italiani, e’ stato piantumato un albero per ricordare il sacrifico di Miraglia. I sindacalisti presenti hanno ricordato a Sciacca che nel nome di Miraglia le battaglie per il lavoro devono essere sempre in primo piano. Tra i presenti questa mattina anche il deputato regionale Carmelo Pullara.
Ricercato da due anni, arrestato mentre tenta di tornare in Germania agrigentino condannato per spaccio
Era ricercato da quasi due anni, ma è stato fermato durante la notte mentre tentava di scappare in Germania. È finita così, ad una fermata degli autobus, la fuga di Dario Micalizio, 35enne di Agrigento, già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti. Gli investigatori gli stavano col fiato sul collo già dal giugno 2016, quando si era sottratto ad un ordine di carcerazione per scontare la pena di quasi un anno di reclusione per droga.
I primi sospetti della presenza sul territorio del fuggitivo, i Carabinieri li avevano avuti già prima delle vacanze di Natale, quando alcuni movimenti sospetti dei suoi familiari avevano portato a ritenere che il Micalizio potesse voler trascorrere in famiglia le feste di Natale. I sospetti si sono rivelati realtà questa notte, quando, intorno alle tre, è scattato il blitz dei Carabinieri di Favara. Una decina di militari in borghese hanno si sono messi di nascosto sulle tracce di un’utilitaria di colore nero, con a bordo due uomini, uno dei quali fortemente rispondente alla descrizione in possesso dei militari. Dopo pochi minuti, la decisione di far intervenire una pattuglia che sorprendeva gli occupanti nei pressi di una fermata degli autobus di lunga percorrenza, uno dei quali diretto in Germania. Il Micalizio, vistosi braccato, non ha opposto resistenza ed ha ammesso la sua reale identità, confessando di essere in partenza per la Germania, dove, con tutta probabilità, aveva già trascorso, prima di Natale, tutto il periodo di irreperibilità. A lui è stato subito notificato un ordine di carcerazione, che era stato emesso nel giugno del 2016 dalla Procura Generale della Repubblica, a seguito di una condanna della Corte di Appello di Palermo, con l’accusa di spaccio continuato di sostanze stupefacenti.
Gli accertamenti approfonditi sul suo accompagnatore, hanno portato al convincimento che questi stesse favorendo l’elusione della pena del Micalizio. Pertanto, anche per Antonio Prinzivalli, 47enne di Agrigento, anch’egli noto per i suoi precedenti, è scattato l’arresto con l’accusa di favoreggiamento personale.
Micalizio è stato subito portato al carcere Petrusa di Agrigento, mentre il complice è stato trattenuto dai Carabinieri in attesa del rito direttissimo.
Premio di consolazione della Lotteria Italia a Sciacca, biglietto vincente da venti mila euro
Non una grossa vincita milionaria come quella che ha premiato Anagni, comune in provincia di Frosinone che quest’anno si e’ aggiudicato i cinque milioni di euro del biglietto superfortunato, ma comunque la “dea bendata” non si e’ completamente dimenticata di Sciacca dove e’ stato venduto il biglietto n. 196613 serie U, premio di terza categoria del valore di 20 mila euro. Gia’ lo scorso anno, la stessa lotteria aveva assegnato un premio della stessa categoria ad un biglietto venduto a Sciacca per un valore pero’ di 25 mila euro. Come ogni anno, la tradizionale Lotteria Italia si e’ conclusa nel giorno dell’Epifania con l’estrazione finale che quest’anno e’ stata abbinata ad una puntata speciale del programma di Rai Uno condotto da Amadeus “I soliti Ignoti”. Il secondo biglietto fortunato da due milioni e mezzo di euro e’ andato a Milano, mentre il terzo da un milione e mezzo a Rosta, provincia di Torino. A Sciacca, invece un piccolo premio ma pur sempre una vincita che ci auguriamo abbia reso migliore l’inizio di questo anno per la fortunata famiglia saccense.
Ecco nel dettaglio tutti i biglietti vincenti della terza categoria tra i quali anche quello venduto a Sciacca.
Ok del Comune di Sciacca al progetto di completamento della rete idrica del centro storico. Il progetto è di Girgenti Acque
Potranno essere completati i lavori del primo stralcio del rifacimento della rete idrica del centro storico di Sciacca. Sono i lavori partiti nel 2009 e sospesi nel 2012, a seguito della risoluzione del contratto con la ditta che si era aggiudicata le opere. Il dirigente responsabile del sesto settore, l’architetto Aldo Misuraca, ha approvato la determina che dà il via libera al nuovo bando di gara per l’affidamento della parte restante delle opere a suo tempo non realizzate. Il Responsabile Unico del Procedimento è l’ingegnere Onofrio Tulone, funzionario prossimo al pensionamento.
Stiamo parlando di un investimento da quattro milioni di euro. Somme scaturite dall’accordo di programma quadro con la società Rocco Forte, per opere destinate al territorio comunale, riconosciute al comune di Sciacca nel 2005. Ci vollero due anni prima che arrivassero i soldi e che si approvasse la prima gara d’appalto, altri due perché iniziassero i lavori, aggiudicati ad un’ATI, composta dalla Ediltecnica srl e Copi Costruzioni srl e successiva costituzione della società consortile Idrosciacca 2009. Affidamento possibile dopo l’immancabile trafila alla giustizia amministrativa di una delle ditte escluse dalla gara.
Lavori iniziati ma poi sospesi: impresa aggiudicataria inadempiente, nel 2012 il contratto fu risolto. Nel frattempo erano già stati spesi 2,4 milioni di euro. Mancano all’appello i restanti lavori di completamento, in ragione di poco più di un milione e mezzo. I fondi sono stati regolarmente erogati. I lavori a suo tempo eseguiti e poi sospesi riguardano solo una parte dell’anello di distribuzione della rete di distribuzione. Sussiste, di conseguenza, il rischio di inquinamento dell’acqua potabile per commistione con i liquami della rete fognaria, con pericolo per la salute pubblica. Rimane da realizzare, inoltre, la condotta per il serbatoio dei Cappuccini e la condotta dallo stesso serbatoio verso la zona bassa della città.
E ora la notizia giornalisticamente più interessante tra tutte: a firmare la progettazione esecutiva è stato l’ingegner Calogero Sala, responsabile tecnico di Girgenti Acque S.p.A. Così vuole la norma, che ci si affidi al gestore del servizio idrico. Il progetto è denominato “Lavori di ottimizzazione rete idrica ed intervento di miglioramento della qualità delle acque – primo stralcio”, nell’ambito dell’importo complessivo iniziale di 4 milioni di euro e, quindi, per i nuovi lavori da effettuare, dell’importo rimanente di 1,6 milioni di euro. È prevista la realizzazione delle condotte principali e secondarie di distribuzione della rete alta e di quella media, nonché il completamento della condotta di collegamento tra il serbatoio “Rocche rosse” ed il serbatoio “Mura di Vega”. Prevista anche la realizzazione di pozzetti di manovra e allacciamento. Un lavoro importante che, naturalmente, tende anche a sostituire quella rete idrica che rende nervosa un’intera cittadinanza.
Epifania senz’acqua in centro storico e nella zona di via De Gasperi a Sciacca
Senz’acqua anche all’Epifania in alcune zone di Sciacca. Il centro storico con la zona di Sant’Agostino e la via Licata sono quelle che continuano a soffrire la mancanza di acqua: turni saltati ed erogazione a singhiozzo.
Girgenti Acque oggi ha continuato la distribuzione dell’acqua con il servizio alternativo di autobotte.
Ma restano i disagi anche nella zona di via De Gasperi, via Lazio e via Campania. Domani Girgenti Acque riprendera’ i lavori nel centro storico per completare i nuovi allacci.
Intanto, continuano a verificarsi molte perdite idriche in diversi punti. Guasto alla conduttura stamattina in via Giotto dopo la copiosa perdita di ieri in via Modigliani.
(Nella foto, l’immagine della perdita di ieri)
Massimo Raso (CGIL): “Recuperare le politiche per la dignità del lavoro, nel nome di Accursio Miraglia”
“Domani, a Sciacca, alle 11 al Cimitero ed alle 12 in Piazzetta Lazzarini, come tutti gli anni, ricorderemo Accursio Miraglia, il senso della sua battaglia e di quelle lotte per l’occupazione delle terre, per chiedere l’applicazione della Legge”. Così oggi Massimo Raso, segretario provinciale della CGIL, presente già l’altro ieri a Ciaculli insieme alla leader nazionale Susanna Camusso per la cerimonia in onore di Miraglia organizzata dall’Unci. “Continuiamo a ritenere, oltre che doveroso, importante conservare questa memoria, pagine esaltanti della storia della Sicilia che non sono spesso conosciute”, osserva Raso. Aggiungendo che eppure in quegli anni, dal 1944 al 1960, “tanti sindacalisti comunisti e socialisti caddero sotto il piombo della mafia degli agrari ed i loro delitti sono rimasti ancora impuniti”. Raso ricorda le tante vittime nella provincia di Agrigento: a Cattolica Eraclea, a Favara, a Joppolo, a Lucca Sicula, a Burgio. A Canicattì, oltre alla strage dimenticata del 21.12.1947, il Segretario della CGIL scampò ad un omicidio. “Una storia che va conosciuta, nomi di uomini e donne che vanno conosciuti e ricordati”, ragiona Raso. Aggiungendo che la CGIL sta lavorando, insieme a “Libera” e ad altre Associazioni del Territorio, al recupero di questa memoria ma anche ad agganciare questa battaglia “per il pane e la dignità” di allora, alla necessaria lotta per il lavoro, il pane e la dignità nel lavoro di oggi. “elle prossime settimane – dichiara Massimo Raso – renderemo noti i dettagli di questa operazione che sarà itinerante e toccherà quasi tutti i paesi della provincia che sono state protagoniste di questi fatti. Abbiamo bisogno – aggiunge il sindacalista – di animare una nuova “occupazione delle terre”, di far ripartire un vasto movimento che si batta contro la mafia e per il lavoro, che non si rassegni, che non decida che, alla fine, la cosa migliore è abbandonare questa terra (cosa purtroppo scelta da un sempre maggior numero di giovani che fanno di Agrigento la “capitale dell’emigrazione”)”. La CGIL lo ha denunciato mesi fa, presentando il “focus” sulla situazione socioeconomica della Provincia, insieme a CERDFOS e ISTAT. “La nostra situazione non è come quella del 1947, ma certo non abbiamo fatto grandi passi in avanti se abbiamo ancora una partecipazione al “mercato del lavoro” (tasso di attività) che oscilla mediamente intorno al 51%, con circa 14 punti in meno rispetto al dato nazionale, e con una significativa differenza tra uomini e donne con circa 40 punti percentuali di differenza”. Il tasso di occupazione sempre nel periodo tra 2008-2016 decresce da 42,4% a 39,1% mentre il tasso di disoccupazione aumenta da 16,7% a 24,3%. “Il settore di attività in cui riscontriamo più occupati – precisa il segretario della CGIL – è il settore dei servizi con una percentuale che oscilla tra il 47-48% degli occupati totali tra gli anni 2008 e 2016 con poco più di 84 mila posti di lavoro. Osservando le variazioni assolute 2008-2016 la provincia agrigentina perde 2.355 unità lavorative nel settore agricolo e una perdita sostanziale nel settore industriale con -7.280 posti. L’unico comparto ad andare in controtendenza è il commercio, alberghi e ristorazione con un aumento di poco oltre 6 mila unità. Analizzando più nel dettaglio il dato dell’industria emerge una sostanziale tenuta del manifatturiero, che nel periodo 2008-2016, aumenta di 741 unità, mentre un crollo si evidenzia nel comparto delle costruzioni che perdono oltre 8000 posti di lavoro passando da 15.321 unità a 7.300 unità (+del 52% di perdita rispetto al 2008). E dietro i freddi numeri, vi sono le storie che ci raccontano del sottosalario, del “lavoro nero” e di quello “grigio”, insomma davvero abbiamo bisogno di una nuova stagione di lotta “per il lavoro e per i diritti nel lavoro”, di continuare, con maggiore incisività e forza, la battaglia di Accursio Miraglia”.
No al sequestro dei beni dell’ex deputato regionale Gentile richiesto dalla Corte dei Conti. Accolto il ricorso dell’avv. Rubino
La Procura Generale presso la Sezione Giurisdizionale d’Appello della Corte dei Conti per la Regione Siciliana aveva chiesto l’autorizzazione al sequestro conservativo, sino alla concorrenza della somma di euro 340.191, da eseguirsi sui beni mobili ed immobili di proprietà dell’ex onorevole Luigi Gentile, rappresentato e difeso dall’avvocato Girolamo Rubino.Già in prima istanza il Giudice delegato dal Presidente della Sezione d’Appello aveva rigettato l’istanza di autorizzazione al sequestro, non avendo riscontrato elementi concreti ed obiettivi tali da ipotizzare il timore del venir meno della garanzia patrimoniale del credito erariale. Ma la Procura Generale aveva proposto reclamo. L’avvocato Rubino ha sottolineato come nessun comportamento processuale o extraprocessuale denotava la volontà di porre in essere atti in grado di celare il patrimonio, sottraendolo ad eventuali procedure esecutive; per quanto concerne poi un’ipotesi di sproporzione tra i saldi presenti all’interno dei conti correnti ed i ricavi dichiarati nell’anno 2016, l’avvocato Rubino ha ancora evidenziato che l’onorevole Gentile, in relazione alla stessa vicenda, era stato coinvolto anche in un giudizio penale, conclusosi con una sentenza di assoluzione, che aveva determinato un consistente esborso di somme necessarie per il pagamento dei compensi professionali agli avvocati. Per quanto concerne infine la presunta insufficienza del patrimonio, Rubino ha dimostrato che l’onorevole Gentile è proprietario di numerose unità immobilari con rendite catastali elevate; evidenziando anche l’entità dei ricavi dichiarati come proventi dell’attività professionale autonoma. La Sezione Giurisdizionale d’Appello per la Regione Siciliana, condividendo integralmente le tesi difensive, ha respinto la richiesta di autorizzazione al sequestro conservativo fino alla concorrenza di euro 340.191, in favore della Regione Siciliana, da eseguirsi nei confronti dell’ex onorevole Luigi Gentile, ritenendo il reclamo avanzato dalla procura Generale non meritevole di accoglimento.
50 anni fa il terremoto nel Belice. La storia del chirurgo Ferrara, che raccontò: “Operavamo mentre il pavimento ci ballava sotto i piedi”
“Stavamo operando, il pavimento ci ballava sotto i piedi. Sentivo accanto a me la suora assistente che recitava le sue preghiere, mentre mi porgeva i ferri, attenta e precisa come sempre. ‘Madre di Dio, misericordia’, diceva, e le altre suore che erano con noi rispondevano ‘Amen’. Eravamo in sala chirurgica, dalle 8 del mattino. Non c’era un momento di sosta, fra un intervento e l’altro: finito di operare un ferito, ne arrivava subito un altro, qualche volta ce ne portavano due insieme e non c’era tempo da perdere, perché quasi tutti erano in fin di vita. Però li abbiamo salvati e ora stanno bene. Quel giorno era lunedì, operammo senza mai fermarci, fino a mezzanotte”.
È questo il racconto del dottor Giuseppe Ferrara, a tutti noto con l’appellativo di professore. Racconto contenuto in un articolo pubblicato il 20 gennaio 1968, cinque giorni esatti dopo il sisma che aveva già devastato la Valle del Belice, dal Corriere della Sera. Un reportage di quelli che si sapevano scrivere all’epoca, firmato dall’allora inviato speciale Mario Bernardin. Sono tante le storie che meritano di essere ricordate in occasione del cinquantesimo anniversario del sisma, ricorrenza che tra pochi giorni vedrà giungere a Partanna per le celebrazioni ufficiali lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra queste c’è l’azione condotta da Ferrara: una delle figure più importanti della storia recente di Sciacca. Non aveva ancora compiuto 40 anni, Giuseppe Ferrara, quando gestì alla perfezione l’emergenza dei soccorsi ai feriti, in quel presidio, il vecchio ospedale di via Figuli, che il cronista nel suo pezzo definì “il più efficiente centro sanitario della zona terremotata”. Ospedale che in quei giorni scoppiava, letteralmente, con oltre 150 persone ricoverate, tutte provenienti dalle aree colpite dal sisma. Ferrara era al lavoro, sul tavolo operatorio. Accanto a lui ad aiutarlo altri medici. Meritano anche loro di essere ricordati: Ragusa, Montalbano, Cattano, Alessi. Un lavoro immane, il loro, nel tentativo di strappare alla morte uomini, donne e bambini. “Uno solo di tutti quelli che abbiamo operato è morto”, raccontava Giuseppe Ferrara. “Aveva perso le gambe, e ambedue le arterie erano recise. Facemmo l’impossibile, ma era troppo tardi. Gli altri, senza una gamba, o senza un braccio, li abbiamo tutti salvati. L’intervento più difficile fu una trapanazione del cranio su una bambina di quattro anni che i vigili avevano trovato a Gibellina fra le braccia della madre morta. Ci guardammo sconsolati: ce l’avremmo fatta? Andò bene. Adesso migliora di giorno in giorno. L’abbiamo fatta trasferire, con un elicottero, al centro di rianimazione di Palermo”.
Il professore Giuseppe Ferrara è morto nel 2006. Non fu solo un ottimo medico, ma anche un uomo dotato di una straordinaria sensibilità umana, stimato e protagonista dediche poetiche. “Maistru sini tu di lu cuteddu, e duni aiutu e lustru a sta’ citati; quant’è putenti stu ciriveddu, e tantu amuri hai a li malati; Grazii pi chiddu chi ni fai, Pippu Ferrara, sì prizziusu, sì na’ cosa rara”. Così, nel 1974, Ignazio Russo gli dedicò una poesia. La stessa cosa fece nove anni dopo il poeta sambucese Scibona.
Allievo del dottor Raimondo Borsellino, Giuseppe Ferrara si era fatto le ossa a Sondrio. Nel 1971 a Sciacca intervenne, senza esitazione, su una bambina affetta da una rara patologia renale, salvandole la vita come, qualche mese dopo, in una lettera firmata dal luminare prof. Paride Stefanini a cui poi aveva “dirottato” quella ragazzina, gli riconobbe. Fu, questo, solo uno dei circa 23mila interventi chirurgici che effettuò.
Giuseppe Ferrara fu un uomo, prima che un chirurgo. E Sciacca gli deve tanto, a partire dalla memoria.
Ultima giornata di festività, appuntamenti per la giornata dell’Epifania in provincia
Sacro e profano si incontrano per i festeggiamenti dell’ultima giornata di festività che porterà a termine gli eventi natalizi organizzati nei comuni della provincia.
A Sambuca di Sicilia, ultima giornata per poter assistere alla rappresentazione del presepe vivente nell’antico quartiere Saraceno nella zona alta del “borgo dei borghi”. Appuntamento dalle 18,30 per la rappresentazione con oltre 150 tra attori e figuranti.
Ultima giornata per poter vedere a Ribera il presepe vivente allestito all’interno della villa comunale.
A Sant’Angelo Muxaro, invece la sessantesima “Sagra della ricotta”. Ricco il programma previsto per l’occorrenza, che sarà articolato in diversi momenti, a partire dalla mattina del 6 gennaio, alle 9, con la preparazione e degustazione della ricotta e “tuma” con lo stesso antico procedimento di una volta.
Ad Agrigento, ultima giornata del presepe dei contadini nel Giardino della Kolymbethra, realizzato secondo le consuetudini della Sicilia rurale, nel cuore della Valle dei Templi.
Mentre a Montaperto, rappresentazione classica nella giornata dell’Epifania con l’arrivo dei Magi nel presepe vivente. Appuntamento alle 18.
Polistirolo nuovamente in mare sul litorale saccense, imbrattata la spiaggia della Foggia
La foto che vi proponiamo e’ stata scattata questa mattina da un volontario del gruppo “Sciacca Pulita” sulla spiaggia della Foggia a Sciacca. Alcune cassette di polistirolo, utilizzate dai pescherecci della flotta saccense, spinte dalle onde una volta abbandonate in acqua, si sono riversate sulla battigia della spiaggia.
Lo scorso tredici settembre, lo stesso spiacevole episodio, ha interessato un tratto di costa piu’ ampio e un numero di cassette in polistirolo maggiore. Uno spettacolo indecoroso ben visibile anche dalla costa che ha provocato l’indignazione generale tra gli innumerevoli scatti postati sui social. In quel caso, il riversamento in massa di polistirolo in mare da parte degli operatori della marineria chiamati in causa nei giorni successivi, e’ stato addebbitato ad una forte mareggiata della sera prima.
Questa mattina, il tratto di spiaggia della Foggia imbrattato dalle cassette in polistirolo e’ stato gia’ ripulito dagli stessi volontari che hanno scattato la foto. Adesso, il gruppo “Sciacca Pulita” tornera’ a chiedere un’interlocuzione con gli operatori del settore e con l’amministrazione comunale per cercare una risoluzione al problema che evidentemente ha origine da comportamenti e usi non consoni da chi pratica il mare.



