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Varato il decreto Rilancio, Conte:”Conosciamo la fotografia dolorosa del paese per questo ci siamo impegnati al massimo”

Ci siamo impegnati al massimo facendoci carico della difficoltà del Paese”, ha detto il premier dopo il cdm, un provvedimento da 55 miliardi in 260 articoli misure per i lavoratori, le imprese, la sanità, la scuola, lo sport, la cultura.

“Ci sono persone rimaste senza lavoro e senza reddito, commercianti che rischiano di chiudere, imprenditori in assoluta incertezza sul futuro: un grido d’allarme che non ci è mai sfuggito. Una fotografia dolorosa del Paese che conosciamo e per questo ci siamo impegnati al massimo facendoci carico di questa difficoltà. Ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo impiegato un po’ di tempo ma posso assicurarvi che non abbiamo impiegato un minuto di più di quello strettamente necessario per un testo cosi complesso, pari a due leggi di Bilancio“. Ha detto così stasera il premier Giuseppe Conte presentando in conferenza stampa il decreto Rilancio – ex “decreto Aprile” – appena approvato dal consiglio dei ministri.

“Per i lavoratori ci sono 25,6 miliardi di euro, ci sono le risorse per rafforzare cassa integrazione e bonus autonomi”, ha detto Conte, definendoli “ammortizzatori sociali ed economici che proteggono i lavoratori e consentono alle imprese di preservare l’integrità produttiva”. Inoltre “ci sono 15-16 miliardi per le imprese, che verranno erogati in varie forme dalle più piccole fino alla possibilità di capitalizzare le più grandi”. “Tagliamo”, ha ricordato, “4 miliardi di tasse per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato” con lo stop alla rata Irap di giugno. Inoltre viene eliminata la prima rata Imu per gli alberghi e gli stabilimenti balneari e per l’occupazione di suolo pubblico “bar e ristoranti non pagheranno la Tosap, grazie alla collaborazione con l’Anci”.

C’è il promesso “reddito di emergenza per due mesi da 400 fino a 800 euro destinato a famiglie con Isee a 15mila euro. “Ora dobbiamo attivare gli aiuti economici soprattutto a chi non ha ricevuto nulla e fare in modo che arrivino in maniera rapida, semplice e veloce”, ha commentato Conte. Per tutte le famiglie con Isee inferiore a 40mila euro viene messo in campo un bonus vacanze e “per le ristrutturazioni green non si spenderà un soldo”. In aiuto ai genitori “rinnoviamo i congedi parentali per 30 giorni nel settore privato”.

 Il bonus autonomi è confermato a 600 euro per il mese di aprile, mentre salirà a mille da maggio ma con paletti di reddito. Sospesi tutti i pignoramenti su stipendi e pensioni.

Le imprese – Per tutte le imprese fino a 250 milioni di ricavi arriva lo stop al saldo e acconto dell’Irap dovuto a giugno: vale 4 miliardi per quasi 2 milioni di beneficiari. Per micro-aziende, commercianti, artigiani e autonomi sotto i 5 milioni di ricavi che abbiano subito un calo dell’attività a causa del coronavirus ci sono contributi a fondo perduto di un minimo di 1000 euro, sulla base delle perdite di fatturato rispetto all’aprile 2019. I più piccoli, fino a 400mila euro di ricavi, riceveranno il 20%, imprese e attività tra 400mila euro e 1 milione il 15%, chi sta tra tra 1 e 5 milioni il 10%. Per le imprese più piccole ci saranno anche sconti sulle bollette (appostati 600 milioni).

Per aiutare il turismo ci sarà anche l’abolizione della prima rata dell’Imu per alberghi, ostelli, b&b, stabilimenti balneari, terme e campeggi. Per gli alberghi e tutte le imprese che abbiano subito una diminuzione del fatturato di almeno il 50%, inoltre, è previsto un credito d’imposta fino al 60% dell’affitto. Vengono sospese e rinviate al 2021 plastic e sugar tax.

Riaperture del 18 maggio, Federmoda Confcommercio Agrigento: “Non occorre sanificazione dei prodotti”

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Si avvicina il fatidico giorno della riapertura, un momento che segna la ripartenza al 100% del commercio italiano ma i dubbi restano ancora tanti. Tra questi i commercianti si chiedono se occorre sanificare anche la merce, oltre ai locali.

I chiarimenti arrivano da Federmoda Confcommercio Agrigento con il presidente Alfonso Valenza:

“Ad oggi – dice – non è previsto alcun obbligo di sanificazione dei prodotti in capo al commerciante: le normative attualmente in vigore riguardano la sola sanificazione del negozio. Operazione che si deve svolgere utilizzando disinfettanti come l’ipoclorito di sodio (0,1%) oppure l’etanolo al 75%. Una volta riaperta l’attività commerciale, invece, le operazioni di pulizia e igiene del punto vendita devono essere svolte almeno due volte giorno, in funzione dell’orario di apertura. Inoltre, le normative prevedono che nei locali devono essere garantiti un’adeguata aereazione naturale e il ricambio d’aria. In merito, è necessario effettuare la pulizia dei filtri dell’aria condizionata o, se necessaria, la revisione dell’impianto”.

Federmoda Confcommercio Agrigento ricorda, inoltre, che è obbligatorio avere in negozio i dispenser per la disinfezione delle mani che devono essere collocati all’ingresso, vicino ai camerini, accanto a casse e sistemi di pagamento, tastiere, schermi touch; non va dimenticato l’utilizzo obbligatorio delle mascherine e le precauzioni fondamentali come lavarsi spesso le mani; rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro; evitare il contatto ravvicinato; evitare abbracci e strette di mano.

Infine, per quanto riguarda eventuali corsi per i dipendenti Valenza precisa che non esiste nessun obbligo di formazione per i dipendenti per Rischio biologico Covid-19, ma solo obbligo di informazione.

Nessun nuovo contagio in provincia di Agrigento nelle ultime 24 ore

Nessun nuovo contagio in provincia oggi. Gli ultimi casi positivi restano quelli di ieri tra Raffadali, Santa Elisabetta e Ravanusa. I ricoverati agrigentini sono sei. E il numero dei guariti e’ salito a novantuno.

Coronavirus, Google dona al Banco alimentare in Sicilia 100 mila euro e tra i beneficiari anche Sciacca

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Un bel gesto di solidarietà, da parte di Google, nei confronti della realtà siciliana e, in particolare, del Banco alimentare, per sostenere i bisogni delle famiglie che hanno dovuto affrontare la crisi economica a causa del coronavirus. La donazione, pari a 100 mila euro, è stata ugualmente divisa tra le due realtà della Sicilia.

Google, colosso internazionale ed indiscusso protagonista del “Google Camp”, evento mondano che si tiene a Sciacca e nella suggestiva Valle dei Templi di Agrigento, ha donato 100 mila euro alla Rete Banco alimentare in Sicilia. Un gesto di solidarietà fortemente voluto e sentito, a causa della grave epidemia di coronavirus che ha duramente colpito tutti, specie le famiglie bisognose con un aumento del fabbisogno del 40 per cento. Proprio a loro Google ha dedicato la donazione. E a beneficiarne saranno anche numerose famiglie saccensi. Quest’anno il coronavirus ha bloccato la grandiosa manifestazione del “Google Camp”, ma non la voglia di fare del bene al prossimo. “Ringraziamo di cuore Google e i suoi dirigenti – afferma Pietro Maugeri, presidente di Banco alimentare della Sicilia onlus – per questo gesto di riguardo nei nostri confronti. Siamo felici e orgogliosi che Google abbia scelto la nostra realtà per aiutare il territorio. Parte dei fondi – evidenzia Maugeri – saranno destinati per l’acquisto dei Dispositivi di protezione individuali e per potenziare i collegamenti tra la Sicilia occidentale e quella orientale”.

Il tavolino di piazza Lombardo vandalizzato ripulito da una brava persona, Monte: “Orgoglioso di lui”

Voglio pubblicamente ringraziare il mio amico Daniele Ciaravella, componente dell’associazione “Sciacca al Centro”. Daniele non è rimasto con le mani in mano. Armato di buona volontà, si è recato nella villetta “Girolamo Lombardo” ed ha ripulito il tavolino marmoreo che era stato vandalizzato con scarabocchi vari.

L’ex assessore Salvatore Monte ha voluto esprimere la sua profonda gratitudine nei confronti di Daniele Ciaravella, membro dell’associazione “Sciacca al Centro”, che oggi, armato di buona volontà, ha ripulito il tavolo di marmo, collocato in piazzetta Lombardo, oggetto di un deplorevole atto vandalico. “Daniele non è di Sciacca – ha evidenziato Monte – è agrigentino ma qui ha trovato la sua dolce metà ed ha imparato ad amare questa città, contribuendo con la sua professionalità ad accrescere il settore turistico. Daniele – continua Monte – ci insegna che occorre sbracciarsi per cambiare in meglio. Cambiare in meglio vuol dire amare ciò che è della comunità, vuol dire innamorarsi di un luogo ed imparare a rispettarlo. Io sono orgoglioso di lui. Grazie Daniele, hai dato l’esempio. “Sciacca puoi solo amarla” vuol dire questo!”

Undici nuovi casi in Sicilia, ma crescono i guariti

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 15 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 107.991 (+2.974 rispetto a ieri), su 96.860 persone: di queste sono risultate positive 3.354 (+11), mentre attualmente sono ancora contagiate 1.889 (-22), 1.203 sono guarite (+32) e 262 decedute (+1).
Degli attuali 1.889 positivi, 225 pazienti (-24) sono ricoverati – di cui 13 in terapia intensiva (-2) – mentre 1.664 (+2) sono in isolamento domiciliare. Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.

Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia, 63 i positivi nell’agrigentino

Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 15 di oggi, così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.


Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 63 (0 ricoverati, 77 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 78 (9, 75, 11); Catania, 679 (56, 273, 95); Enna, 225 (23, 167, 29); Messina, 353 (62, 151, 54); Palermo, 378 (51, 138, 33); Ragusa, 37 (4, 50, 7); Siracusa, 54 (19, 160, 27); Trapani, 22 (1, 112, 5). Il prossimo aggiornamento avverrà domani.
Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.

A Menfi torna lo storico mercato del sabato

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Tornerà sabato prossimo 16 Maggio lo storico mercato del sabato a Menfi ma solo per il settore alimentare. Le strutture di vendita saranno posizionate alla distanza di 8 metri ciascuna e dovranno essere smontate entro le ore 14 della stessa giornata.
Il dovere di assicurare igiene e distanziamento interpersonale sarà obbligo degli ambulanti.

La ripresa delle celebrazioni liturgiche dal 18 maggio, l’arcivescovo Montenegro:”Niente processioni e scambi di pace e i nubendi potranno cresimarsi anche dopo le nozze”

L’arcivescovo metropolita di Agrigento, Francesco Montenegro, ha reso note le principali misure di sicurezza da rispettare, per contenere l’epidemia di coronavirus, secondo il “protocollo” sottoscritto dal presidente del Consiglio dei Ministri, dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e dal Ministro dell’Interno, per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo che entreranno in vigore a partire dal 18 maggio prossimo.

“Dopo mesi di digiuno forzato, è una grazia poter riprendere a celebrare comunitariamente l’Eucaristia, pur nelle limitazioni che ancora questo periodo richiede e con le precauzioni da osservare con cura per rispettare le necessarie misure di sicurezza anti Covid-19”. E’ quanto afferma l’arcivescovo metropolita di Agrigento, Francesco Montenegro, che ha reso note alcune fra le misure di sicurezza più importanti per contenere l’epidemia di coronavirus, secondo il “protocollo” sottoscritto lo scorso 7 maggio. Secondo il protocollo, “da rispettare alla lettera”, così come evidenziato da Montenegro, saranno consentite le messe sia all’interno della Chiesa, sia all’aperto, rispettando sempre il distanziamento di un metro e usando i dispositivi di sicurezza quali guanti e mascherine, unitamente ai gel igienizzanti forniti all’interno della Chiesa. “Ogni parroco, amministratore parrocchiale, rettore o superiore religioso – sottolinea l’arcivescovo Montenegro – provvederà a stabilire la capienza massima e la disposizione dei posti nella propria Chiesa, contrassegnandoli con un segno identificativo e, una volta raggiunta la capienza massima, i volontari dovranno chiudere le porte della Chiesa. La distribuzione della comunione – continua Montenegro – avverrà dopo che il celebrante avrà igienizzato le mani e indossato guanti monouso e mascherina. Al termine della celebrazione liturgica la Chiesa sarà sempre igienizzata”. Per quanto concerne il rito del Battesimo – stando a quanto ha reso noto dall’arcivescovo Montenegro – questo sarà celebrato al di fuori della messa. Non ci sarà il rito per immersione, ma si preferirà l’infusione. Le Cresime, le Prime Comunioni e le Prime Confessioni sono rinviate a data da destinarsi, in base all’evolversi dell’emergenza epidemiologica. Il numero massimo dei fedeli che potranno partecipare al rito del Matrimonio, invece, dipenderà dalla capienza della Chiesa, al fine di garantire la giusta distanza interpersonale e, al termine della celebrazione, saranno vietati gli assembramenti per il tradizionale lancio del riso. I nubendi che avessero programmato la cresima in prossimità del matrimonio, la riceveranno non appena possibile, dopo la celebrazione delle nozze. Per le Esequie, invece, non ci sarà più il limite delle 15 persone, imposto dalle disposizioni precedenti e, riguardo ai fiori, sarà consentito soltanto il copricassa. Il rito si concluderà con la benedizione all’altare, evitando l’accompagnamento alla porta. Saranno, inoltre, sospese tutte le processioni e le manifestazioni esterne. “Vi saluto di cuore – conclude l’arcivescovo Montenegro – assicurandovi la mia preghiera e la mia benedizione”.

Nessun focolaio Covid 19 al San Giovanni di Dio, l’Asp smentisce le affermazioni del sindaco di Raffadali

Con una nota stampa l’Asp di Agrigento smentisce le affermazioni del sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro che ieri annunciando un nuovo caso nel suo comune, ha detto che l’ospedale agrigentino e’ divenuto il punto di diffusione del contagio

“L’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento – si legge in una nota stampa – ha appreso, con vivo stupore, del contenuto della conferenza stampa straordinaria indetta dal sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, secondo il quale l’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento rappresenta un focolaio di infezione da Covid-19.
A tal riguardo la Direzione Sanitaria di Presidio, di concerto con la Direzione Aziendale, intende rassicurare la collettività circa la piena sicurezza dei percorsi assistenziali all’interno del nosocomio. Alla data attuale, l’ASP di Agrigento ha monitorato costantemente lo stato di salute del personale in servizio nel predetto Presidio; orbene, su 929 tamponi rino-faringei eseguiti, solo quattro risultano essere positivi, per i quali, peraltro, è in corso la validazione diagnostica.
E’ ancora opportuno sottolineare che i quattro soggetti risultati positivi, pur prestando servizio all’interno dell’ospedale, non svolgono attività in unità operative con degenza e quindi non hanno contatti con i pazienti ricoverati.
E’ appena il caso di tornare a ribadire che l’ospedale di Agrigento dispone, al suo interno, di percorsi Covid e non-Covid differenziati, finalizzati ad evitare qualsivoglia promiscuità o contatto tra pazienti NO COVID e pazienti potenzialmente positivi; inoltre tutto il personale sanitario opera sistematicamente munito di dispositivi di protezione individuale tesi a garantire la sicurezza propria e quella altrui.
In conclusione l’Azienda, nel rammaricarsi per l’asserzione del sindaco, istituzione dotata di intrinseca attendibilità, conferma l’assoluta sicurezza dell’ospedale “San Giovanni di Dio”, anche grazie alla professionalità di tutti coloro che vi operano per assicurare una efficace ed efficiente assistenza sanitaria”.

“No calcio senza tifosi”, appello degli Ultras di tutta Italia

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E’ stato pubblicato sulla pagina Facebook degli Ultras di Sciacca, un documento dal titolo “Stopfootball Nofootballwithoutfans” firmato dai gruppi di tifosi di diverse parti d’Italia in cui sottolineano il loro disaccordo alla ripartenza del campionato a porte chiuse in quanto sostengono che il cuore pulsante di questo sport popolare siano i tifosi.

Gli ultras chiedono agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche fino a quando gli stadi potranno essere ripopolati senza rischi per la salute pubblica. Di seguito la comunicazione dei tifosi:

L’Europa è nella morsa del Coronavirus.  I governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti. Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno stop assoluto del calcio europeo. Chi gestisce quest’ultimo, invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obiettivo: RIPARTIRE. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo “sport popolare” : I TIFOSI.  Ci è piu che lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare così il valore della vita umana. Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mal gestione degli ultimi decenni. Mal gestione che abbiamo sempre messo in evidenza con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo. Oggi il calcio è considerato più come “un’industria” che come uno sport; dove le PAY-TV  tengono sotto scacco le società, alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di poter pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio. Un sistema basato solo ed esclusivamente su business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: LA MORTE DEL CALCIO STESSO. Teniamo a sottolineare che se gli Ultras avessero una minima intenzione di lucrare su quella che è la propria passione, come abbiamo potuto leggere dai media in questi giorni, spingeremmo per una ripartenza dei campionati anziché lottare affinché questo non avvenga, andando contro  tutto il sistema calcio ed a chi lavora per esso, scrivendo assurdità di ogni tipo. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per far in modo che questo torni ad essere UNO SPORT POPOLARE”.

Rifiuti abbandonati nella zona portuale di Sciacca, il Wwf: “Basterebbe buon senso” (Intervista)

Salvatore Mugnai, rappresentante del Wwf a Sciacca, in un’intervista rilasciata oggi a Risoluto.it, commenta il degrado nella zona portuale, con tanta gente che ancora abbandona rifiuti sulla banchina.

“Ci vorrebbe un pò di buon senso – dice – e capire che bisognerebbe trattare questi spazi come casa propria dove certamente nessuno abbandonerebbe rifiuti”.