Con ordinanza del 7 novembre scorso il Tribunale di Palermo ha assegnato al Comune di Sciacca la somma di 1.623.339,21 euro a soddisfacimento di un credito residuo vantato nei confronti dell’Eas: il mancato incasso di tale somma avrebbe prodotto, secondo una attenta analisi effettuata dalla sirigenza del settore Finanziario del Comune di Sciacca: “conseguenze irreparabili dal punto di vista finanziario” a carico della comunità saccense.
Il provvedimento
viene emesso a conclusione di una complessa procedura esecutiva
azionata dal Comune di Sciacca in forza della sentenza della Corte
d’Appello di Palermo del 2 dicembre 2019 che, confermando la
condanna inflitta all’Eas dal Tribunale di Sciacca con la sentenza
dell’11 maggio 2015, riconosceva in favore del Comune un credito
risarcitorio di 3.232.088,57 euro.
A causa del mancato
pagamento spontaneo da parte dell’Eas, il credito levitava, negli
anni successivi, ad oltre 3.600.000 euro per il maturarsi di
interessi e spese legali posti a carico del ente debitore.
Solo nel 2017, a
seguito di due procedure esecutive intraprese dal Comune presso il
Tribunale di Palermo nei confronti dell’Eas e dell’assessorato
regionale dell’Economia, veniva recuperata la somma di 2.000.000
di euro a parziale soddisfo del maggior credito ventato
dall’amministrazione comunale.
L’assegnazione
della somma residua in favore del Comune arriva dopo una lunga e
complessa procedura esecutiva nell’ambito della quale interveniva
incidentalmente la Consulta sulla questione di illegittimità
costituzionale, sollevata dai difensori del Comune di Sciacca,
dell’art. 4 della legge regionale 8/2017, norma in forza della
quale l’Eas veniva posto in liquidazione coatta amministrativa con
provvedimento del Presidente della Regione Siciliana del 2 gennaio
2020. Ai sensi della legge fallimentare, invero, la liquidazione
coatta amministrativa, come sopra dichiarata, comportava il divieto
di iniziare o proseguire procedure esecutive nei confronti dell’Eas,
con la conseguente impossibilità per il Comune di Sciacca di
recuperare coattivamente la somma dovuta.
A seguito di un
attento studio ed una successiva relazione analitica posti in essere
dai difensori del Comune, l’allora sindaco, Francesca Valenti,
autorizzava i legali ad intraprendere ugualmente l’azione
esecutiva.
L’intervento della
Corte Costituzionale, tenacemente stimolato dai difensori
dell’amministrazione comunale, si concludeva positivamente con
sentenza numero 193 del 25 luglio 2022 con la quale, in accoglimento
della questione sollevata, veniva dichiarata l’illegittimità
costituzionale dell’art. 4, della legge regionale con il
conseguente venir mento degli effetti del provvedimento di messa in
liquidazione coatta amministrativa dell’Eas.
La decisione della Consulta, pertanto, si è rilevata determinante per la conclusione favorevole della procedura esecutiva incardinata dal Comune in quanto, come statuito dal Tribunale di Palermo, “la sentenza n. 193/2022 della Corte Costituzionale fa venire meno il presupposto giuridico del provvedimento di messa in liquidazione coatta amministrativa dell’Ente esecutato”: ciò ha reso possibile l’assegnazione della somma residua dovuta all’amministrazione comunale. Per l’intero iter giudiziario, iniziato nel 2009 e che ha consentito l’introito nelle casse comunali della somma complessiva di 3.600.000 euro, il Comune di Sciacca è stato difeso dallo studio legale Sclafani degli avvocati Paolo e Ledo Sclafani.
Nella foto, gli avvocati Paolo e Ledo Sclafani