La Regione sblocca 75 milioni di euro per il recupero dei centri storici di piccoli e medi comuni della Sicilia, ci sono anche Montevago e Bivona

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Per settanta piccoli e medi Comuni della Sicilia arrivano dalla Regione Siciliana 75 milioni di euro da spendere nel recupero dei centri storici. L’assessorato regionale alle Infrastrutture ha dato il via libera definitivo alle amministrazioni locali per le gare d’appalto connesse al bando “Centri storici”, messo a punto dal governo Musumeci.

«Gli investimenti sulla riqualificazione del tessuto urbano siciliano – ha commentato il presidente della Regione Nello Musumeci – rappresentano uno dei pilastri del mio programma di governo. Siamo convinti che tutelando il patrimonio storico specie dei piccoli centri creiamo le condizioni per uno slancio alla riscoperta del nostro territorio e occasioni di lavoro e sviluppo».

«Dopo aver elaborato due linee di finanziamento e stilato le graduatorie dei settanta progetti – spiega l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – adesso acceleriamo decisamente sulle procedure. I Comuni possono già compiere le gare d’appalto, nelle more dei singoli decreti. In tal modo – sottolinea Falcone – puntiamo a far partire i primi interventi di questo vasto Piano di risanamento dei centri storici, messa in sicurezza e tutela di ambiente e beni culturali entro l’estate. Lavoriamo così al post-emergenza: gli investimenti infrastrutturali, abbattendo i tempi della burocrazia – conclude Falcone – devono essere la prima leva per risollevare la Sicilia dalla crisi economica scatenata dal coronavirus».

Graduatoria Comuni Linea A.
Aragona, Bivona, Cammarata, Montevago e Santa Elisabetta, nell’Agrigentino.
Mussomeli, Riesi e Sommatino, in provincia di Caltanissetta.
Castel di Judica, Grammichele, Maletto, Milo, Mineo, Pedara, Trecastagni e Vizzini, nel Catanese.
Assoro, Centuripe, Regalbuto e Valguarnera Caropepe, in provincia di Enna.
Capri Leone, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Ficarra, Francavilla di Sicilia, Frazzanò, Gioiosa Marea, Gualtieri Sicaminò, Limina, Malfa, Mazzarrà Sant’Andrea, Mirto, Mistretta, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Naso, Novara di Sicilia, Patti, Roccafiorita, Roccavaldina, Rodi Milici, Sant’Angelo di Brolo, Santa Lucia del Mela e Taormina, nel Messinese.
Collesano, Giuliana, Marineo, Prizzi e San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo.
Vita, nel Trapanese

Graduatoria Comuni Linea B:
Ravanusa e San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento.
Raddusa e Valverde, nel Catanese.
Agira, Aidone e Troina, nell’Ennese.
Alcara Li Fusi, Cesarò, Longi, Mojo Alcantara, Motta Camastra, Scaletta Zanclea e Sinagra, in provincia di Messina.
Caltavuturo, Castellana Sicula, Geraci Siculo, Lercara Friddi e Vicari, in provincia di Palermo.
Salemi, nel Trapanese.

Michele Botta: “Firenze ha fatto il massimo a Sciacca, ma i pazienti di Medicina potrebbero andare a Ribera” (Intervista)

Michele Botta, medico e componente del direttivo dell’Ordine dei Medici della provincia di Agrigento, in un’intervista a Risoluto.it, parla della questione ospedali nella fascia occidentale della provincia di Agrigento.

Secondo Botta il commissario per l’emergenza Covid negli ospedali di Sciacca e Ribera, Alberto Firenze, ha fatto il massimo, sul piano organizzativo, nell’ambito dell’incarico che gli è stato affidato. Botta lamenta che a livello superiore si sarebbero potute assumere decisioni diverse e critica il mancato impiego dell’ospedale di Ribera come nosocomio che potrebbe ospitare i pazienti di Medicina.

Preoccupazioni per la situazione dell’ospedale di Ribera, interventi anche del sindaco Pace e del gia’ candidato Matteo Ruvolo

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​Intervengono sulla questione dell’ospedale di Ribera oggi con due diverse note stampa anche il sindaco di Ribera, Carmelo Pace e Matteo Ruvolo.

Il sindaco Pace scrive all’assessore Razza:” A seguito della programmazione esposta nel corso di video conferenza, -scrivemil sindaco – era stata comunicata l’individuazione nel nostro territorio dell’Ospedale di Sciacca come Ospedale Covid, ritenendo non utilizzabile l’Ospedale di Ribera per cure ed interventi rivolti a pazienti affetti da Covid -19.
I provvedimenti attuativi di questi indirizzi, messi in atto dal Commissario ad acta, inducono a ritenere gli stessi non in linea con la programmazione annunciata e fonte di preoccupazione sia sul piano dell’offerta sanitaria per la popolazione del territorio, sia sul piano strettamente gestionale.
Accade infatti che dopo aver messo in atto ogni necessaria attività volta a preservare fisicamente l’area Covid dell’Ospedale di Sciacca, al fine di evitare il diffondersi del contagio, con la disposizione n. 32CA del 07/04/2020 il Commissario ad acta stabilisce che “ a far data da domani 08/04/2020, ogni forma di assistenza nelle strutture ospedaliere di Sciacca e Ribera, per eventuali urgenze chirurgiche COVID ……dovrà essere resa presso la struttura ospedaliera di Ribera”.
Non risulta nel contempo attivata dal Commissario ogni opportuna separazione dagli altri reparti, del blocco operatorio di Ribera da adibire a interventi su pazienti Covid, né individuati percorsi esclusivi di accesso che preservino dal contagio quanti accedono per assistenza No Covid presso l’ospedale di Ribera.
E’ appena il caso di precisare che per l’accesso al blocco operatorio e agli altri reparti esiste un unico sistema elevatore, che verrebbe ad essere utilizzato sia per pazienti Covid che non Covid.
Questa commistione preoccupa il sottoscritto e quanti, che per motivi diversi non legati all’emergenza sanitaria pandemica, si recano giornalmente presso l’Ospedale di Ribera.
Emergono anche per l’Ospedale di Ribera le medesime preoccupazioni esternate dal Sindaco di Sciacca, ed alle quali, se non in casuali interviste, né il Commissario ad Acta né la Direzione Provinciale Asp ha fornito le dovute risposte.
Tutto ciò sta pregiudicando la risposta Sanitaria nei confronti della popolazione di tutto il territorio, considerato che tanti cittadini, preoccupati di poter contrarre il virus, stanno ritardando o rinviando cure che avranno sicure ripercussione sulla loro salute.
Ma c’è di più con disposizione prot. 57962 del 09/04/2020 il Commissario ad Acta, dott, Firenze, di concerto con il Direttore Sanitario degli Ospedali Riuniti, dott. Migliazzo, ha stabilito che “ in considerazione dell’attuale emergenza da Covid – 19, che ha comportato la realizzazione presso il P.O. di Sciacca di un’area Covid all’interno della quale è stata inglobata l’U.O. di Medicina Interna tenuto conto che …..è preclusa nel summenzionato reparto la possibilità di ricoverare pazienti no Covid, dovendo, tuttavia pianificare un percorso di natura internistica per pazienti no Covid che necessitano di ricovero urgente in ambiente ospedaliero” si dispone di utilizzare i posti letto della Casa di Cura Sant’Anna di Agrigento.
Casa di cura privata sita nel territorio di Agrigento notevolmente distante dal territorio di riferimento degli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera.
Perché utilizzare una clinica privata e non invece un reparto della medesima struttura pubblica, esistente e funzionante presso l’Ospedale di Ribera, tra l’altro recentemente ampliato nel numero dei posti letto ?
Non ritiene On.le Assessore che la disposizione prot. 57962 del 09/04/2020, avrebbe dovuto quantomeno evidenziare le ragioni che precludono il ricovero dei pazienti no covid presso il reparto di Medicina dell’Ospedale di Ribera, soprattutto se viene attivata una spesa a cui si fa fronte con soldi pubblici ?”
Infine, Pace rivolgendosi ancora a Razza scrive:” Gli amministratori pubblici, sottoposti al controllo della Corte dei Conti, sappiamo bene che nessuna spesa può essere attivata se alla stessa si può fare fronte con personale e mezzi in dotazione all’Ente.
E’ normale che le motivazioni di un provvedimento di spesa, ove esistenti, possano rimanere esclusivo patrimonio intellettuale di un commissario e di un direttore Sanitario?
Vogliamo capire il perché ed il senso di questo provvedimento, sia per le ragioni precedentemente espresse, ma soprattutto per i notevoli disagi che vengono procurati ai pazienti e ai loro familiari provenienti anche da Comuni molto distanti da Agrigento, come Sambuca di Sicilia, Santa margherita di Belice, Montevago.
Tutti gli attori di questo territorio, On.le Assessore, vogliono collaborare con il Commissario ad Acta e con la Direzione dell’Asp, in considerazione delle preoccupazioni che la virulenza del Covid – 19 sta procurando ai nostri cittadini.
Siamo disponibili a capire e condividere, attraverso un civile confronto, i provvedimenti emergenziali, ove sostenuti da ragionevoli necessità sanitarie ed amministrative.
Non intendiamo, però, assistere inermi ad una azione di depauperamento dell’offerta sanitaria di questo territorio, che potrà avere ripercussioni irrimediabili sull’esistenza delle strutture a servizio della nostra popolazione.
Chiediamo di conoscere, Assessore, il perché del sotto utilizzo ovvero del non utilizzo di risorse, strutture, personale e mezzi pubblici, e conseguentemente delle motivazioni dell’utilizzo di strutture private, ove i provvedimenti non indichino le ragioni tecniche ed economiche per le quali sono sorrette dal Pubblico Interesse”.

L’altro intervento sullo stesso tema riguarda Matteo Ruvolo, che insieme ai consiglieri comunali di opposizione che sostengono la sua candidatura a sindaco, oggi interviene con una nota per condividere le perplessità manifestate dall’onorevole.Nene’ Mangiacavallo con la propria lettera aperta, nella quale si stigmatizzava la paventata decisione di dirottare verso la Casa di Cura privata Sant’Anna di Agrigento i pazienti che non potessero essere ricoverati presso il nosocomio saccense.

“Procedere – scrive Ruvolo – in tal modo sarebbe certamente meno opportuno, rispetto all’eventualità di trasferire semmai i pazienti della zona presso l’Ospedale di Ribera (pienamente in grado, per quanto è dato sapere, di operare e ricevere altri cittadini che avessero bisogno di cure, oltre a quelli già in atto ricoverati).

È ovvio che una simile scelta (ove non vi fossero motivi particolari, di cui la cittadinanza avrebbe in tal caso il diritto di essere portata a conoscenza), oltre che arrecare ulteriori disagi alla popolazione, cozzerebbe con i principi di buon senso ed economicità.

Si chiede pertanto alle Autorità preposte di voler chiarire ogni aspetto della vicenda, nonché di provvedere, con gli atti più opportuni, affinché vengano utilizzate nella maniera più corretta ed adeguata le strutture sanitarie pubbliche del nostro intero territorio, a partire dall’Ospedale di Ribera che dello stesso è sempre stato – e dovrà ancor più essere per il futuro – parte integrante.

Scelte di diverso tipo sarebbero infatti incomprensibili e fuori luogo, a maggior ragione in un momento storico come quello attuale, che ha drammaticamente provato quanto sia necessario il mantenimento, ed anzi il potenziamento della sanità pubblica.

Piuttosto, quello che oggi chiedono i nostri concittadini è che si concentri ogni energia per dotare il nostro territorio di tutto quanto necessario a fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Infine, si rilancia l’appello rivolto a tutte le Istituzioni locali – a partire dal Sindaco – a far sentire la propria voce a difesa del nostro Ospedale”.

Coronavirus, svolta in Sicilia con la Regione che avvia lo screening epidemiologico con test sierologici per contrastare il contagio

Uno screening epidemiologico attraverso i test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. E’ quanto verrà messo in campo in Sicilia attraverso un’azione mirata sulla base del parere reso, nei giorni scorsi, dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 nell’Isola. L’obiettivo del governo Musumeci è quello di monitorare l’andamento del contagio come avvenuto per altre epidemie.
«Pur ribadendo l’importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia – sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza – attraverso i test sierologici puntiamo ad un’azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia».
I test sierologici, ritenuti complementari al tampone, così come indicato dal Comitato tecnico scientifico siciliano, verranno condotti su precise categorie: sul personale sanitario si effettueranno i test sierologici quantitativi, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo, ad esempio, si procederà con i test sierologici qualitativi cioè con le card.
Nello screening epidemiologico, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute, sono previsti, infatti, test per le Forze dell’ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.
«L’avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone – assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie».

Dodicesimo positivo a Menfi, dopo le polemiche sui social interviene in prima persona: “non ho visto nemmeno la mia famiglia”

Raffica di commenti sui social network del Comune di Menfi dopo il video messaggio del Sindaco Marilena Mauceri che ieri informava la cittadinanza di un nuovo caso positivo al Coronavirus.
Oggi l’amministrazione comunale di Menfi esprime solidarietà e vicinanza a tutti i soggetti positivi al Covid-19 e sui social pubblica anche un commento da parte di Alessandro, il dodicesimo positivo, che nelle scorse ore è intervenuto in prima persona: “leggo commenti beceri e di un’ignoranza disarmante.
Sono rientrato il giorno 26 dagli Usa, dove ero per lavoro a servizio dello stato, e mi sono recato nella mia residenza estiva.
Non ho avuto il piacere di vedere la mia famiglia nemmeno a distanza per tutelare in primis loro e in secondo luogo tutti i compaesani
“.

Dalla redazione di Risoluto.it la nostra vicinanza e gli auguri di pronta guarigione a lui e a tutti quelli che stanno combattendo il virus in queste settimane

Notte di lavoro nel riberese per i vigili del fuoco di Sciacca, incendio di una caldaia e crolli da un cavalcavia

E’ stata una notte di lavoro per i vigili del fuoco di Sciacca impegnati in tre diversi interventi nel riberese.

Da una caldaia di una civile abitazione in via Canova a Ribera, e’ andata in fiamme. Immediato l’intervento che ha evitato che le fiamme potessero interessare le altre parti dell”‘appartamento. Nessuna persona ferita, ma molto spavento tra le persone che si trovavano in casa e i vicini dello stabile.

Altro intervento, per distacco calcestruzzo sulla Statale 115 al km 141.800. Uscita Seccagrande Ribera dal sovrapasso. Sul posto anche la polizia Stradale e l’Anas. L’intervento e’ avvenuto per circa due ore per eliminare i calcinacci pericolanti e ripristinare il transito.

Infine, nelle prime ore del mattino i vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme di un principio di incendio nell’area boschiva di Lucca Sicula.

Il centrodestra: “Basta ai colpi di sciabola tra il sindaco e il commissario Firenze, la città vuole notizie chiare sull’ospedale”

In una nota stampa a firma dei consiglieri Bono, Milioti, Caracappa, Monte, Santangelo, Cognata, Maglienti e Deliberto sollecitano questa mattina questa mattina “verità, spazzando via l’allarmismo dilagante” sull’ospedale di Sciacca.

“Da parecchi giorni, ormai, le notizie relative al Covid -19 – scrivono i consiglieri – appaiono poco chiare ed alquanto indecifrabili; soprattutto nella nostra città. Il nostro intervento, scevro da qualsivoglia polemica, vuol esser un vero e proprio invito alla chiarezza. Nella nostra città non è mai mancata la voglia di comunicare bene, con tutti i canali possibili e con tutte le modalità che l’informazione ci offre. E’ palese che in merito alle “Vicende ospedaliere” abbiamo assistito ad una partita, a suon di sciabola tra l’amministrazione Comunale di Sciacca e il Commissario Alberto Firenze”. Per i consiglieri di opposizione “la comunità locale che alle beghe è poco interessata, vorrebbe aver bene chiara la situazione, mettendo da parte le medaglie politiche e lasciando spazio alla chiarezza ed alla praticità. Non possiamo non chiedere al primo cittadino e all’Azienda Sanitaria di rendere conto alla città su tutto ciò che riguardano i lavori compiuti all’interno del Nosocomio saccense e se, risulta essere vera, la notizia di un possibile depotenziamento di alcuni reparti che indurrebbero i pazienti, ed i medici che li assistono, a recarsi in strutture private della nostra provincia, armate e dotate di tutto ciò che è necessario per far fronte all’emergenza. Nessuna polemica, nessuna voglia di togliere o donare luci della ribalta a qualcuno ma se si è carenti nella divulgazione delle notizie il risultato è chiaro: confusione. Il passaparola genera allarmismo, probabilmente coadiuvato da notizie incerte e comprese male.
Siamo sicuri – concludono – che gli enti preposti sapranno, anche con una chiarissima conferenza stampa e con la redazione di una dettagliatissima relazione, porre fine alla confusione comunicativa lasciando a ciascuno di noi di compiere le doverose conclusioni ristabilendo la verità e spazzando via l’allarmismo dilagante“.

Ribera, il sindaco Pace: “Con il contributo dello Stato abbiamo aiutato 900 famiglie”

In riferimento ai buoni spesa per nuclei familiari bisognosi del comune di Ribera, i definitivi evidenziano che con il finanziamento ottenuto dallo Stato, è 176000 euro, sono state aiutate quasi 600 famiglie.
Sono pervenute 1014 istanze , di queste 883 istanze sono state ritenute, dallo staff creato presso i servizi sociali, idonee all’accoglimento.
Le istanze non accolte riguardano:
75 istanze fatte da non residenti;
30 (doppie) fatte da più componenti dello stesso nucleo familiare;
26 istanze per situazioni reddituali;

I buoni spesa sono stati consegnati a domicilio alle 883 famiglie dai volontari della protezione civile comunale e dai nessi notificatori.
In una prima fase erano stati assegnati provvisoriamente 50 euro a componente nucleo familiare.
Il contributo definitivo (a fronte del totale richieste accolte), aumentato di altre 20 euro a componente nucleo familiare e sarà anche questo consegnato a domicilio agli aventi diritto.

Il sindaco e l’amministrazione comunale ringraziano lo staff per lo straordinario lavoro svolto in così poco tempo assicurando alle famiglie interessate un tempestivo intervento.

Non appena si definiranno le procedure tra Regione/Comuni Siciliani, il comune di Ribera riceverà un ulteriore finanziamento per famiglie bisognose pari a 374000 euro.
Sarà cura del comune di Ribera emanare un successivo avviso.

Lo stress per la permanenza forzata a casa, lo psichiatra: “Giocare a carte, lavoretti domestici e poca tv” (Intervista)

“Ci saranno conseguenze da questa permanenza forzata a casa che vedremo successivamente, io mio consiglio è’ di non stare troppo davanti alla tv, di giocare a carte e di fare qualche lavoretto domestico”. Lo dice, in un’intervista a Risoluto.it, lo psichiatra Paolo Li Bassi.

Marinello contro il dirottamento dei ricoveri in Medicina da Sciacca ad Agrigento

Il senatore Rino Marinello, medico e per tanti anni impegnato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Sciacca, si schiera contro il trasferimento dei ricoveri in Medicina dal Giovanni Paolo II di Sciacca alla casa di cura Sant’Anna di Agrigento “che dista circa 80 chilometri dal comune saccense”. Marinello aggiunge: “Intendo ribadire la proposta già avanzata nei giorni scorsi di realizzare uno specifico Ospedale Covid all’interno del padiglione, al momento sede di uffici e del poliambulatorio dell’Asl, che ricade nell’area perimetrale dell’ospedale Giovanni Paolo II, ma fisicamente staccato dal corpo principale“. Su questa proposta aggiunge: “Sono intenzionato a trasmettere una proposta al Ministero della Salute e a coinvolgere la Regione perché, passata l’emergenza, la struttura venga definitivamente utilizzata per creare un reparto di malattie infettive, dotando una volta per tutte il Giovanni Paolo II di un reparto all’avanguardia che possa servire l’intero territorio provinciale e anche regionale. Va precisato che l’ospedale Giovanni Paolo II vanta delle eccellenze di tutte le unità operative, ma sicuramente la dinamica dell’approccio in ospedale nel prossimo futuro dovrà subire delle modifiche organizzative, implementando il servizio territoriale e affidando all’Ospedale pazienti acuti e non gestibili a domicilio. Inoltre, è doveroso ricordare che l’emergenza Coronavirus, non ha annullato le altre patologie che afferivano al Giovanni Paolo II”.