Operatori di Marevivo al lavoro con i bimbi in spiaggia con un mini laboratorio di biologia marina per il Blue Day
“Educare affinché il nostro mare possa sempre essere sempre più vivo”: è uno dei principi che guidano le attività dell’Oasi Marevivo che oggi con i suoi operatori ha dato vita al Blue Day sulla spiaggia di Capo San Marco.
E’ lì che stamattina, è stata allestita la grande postazione gonfiabile, nella quale si è svolto un mini laboratorio di biologia marina e attività ludiche sul tema dell’ambiente marino e del rispetto dello stesso. Tanti i bambini che hanno partecipato all’iniziativa e che oggi giocando hanno avuto la possibilità di apprendere le regole del rispetto del mare e dell’ambiente in generale.
Dopo l’esperienza dello scorso anno, quindi, Marevivo Sicilia ha voluto fare ritorno in uno dei tratti della costa agrigentina più importanti per l’ecosistema marino essendo sito di nidificazione della tartaruga caretta caretta ed un importante sito di protezione della posidonia oceanica, polmone dei nostri mari.
(Video di Veronica Gallo)
Video dello sbarco fantasma a Ribera, Mareamico diffonde le immagini e denuncia: “Bisogna cambiare le regole”
Le immagini del video dell’ultimo sbarco verificatosi appena due giorni fa a Ribera, in pieno giorno, sono state diffuse tramite la pagina social di “Mareamico”, delegazione di Agrigento. Lo sbarco avvenuto lo scorso sette settembre a Ribera, è stato inserito nella lista di quelli che con sempre più maggiore repentinità si sono verificati lungo la costa agrigentina, normalmente non una rotta scelta dai barconi dei migranti. Questi ultimi sbarchi, sono stati ribattezzati fantasma, perché dopo pochissimi minuti dall’approdo del natante i clandestini si disperdono rapidamente non lasciando traccia di sé, d’altronde come lo stesso video dello sbarco riberese proposto da Mareamico appunto documenta.
L’associazione ambientalista, inoltre denuncia come la barca carica di migranti è arrivata a riva “scortata” dalla Capitaneria di porto e denuncia con un post: “Accade sempre così: le barche piene di migranti economici magrebini vengono individuate al largo dalle Forze dell’Ordine, viene intimato loro l’alt, suonano le sirene, ma alla fine non accade nulla e lo sbarco avviene lo stesso”.
“Evidentemente – auspica l’associazione – debbono cambiare le regole d’ingaggio, altrimenti questo flusso biblico inarrestabile di migranti non verrà mai fermato!”.
Intanto, i migranti che sono stati bloccati dalle forze dell’ordine, naturalmente non sono tutti, anzi la maggior parte è riuscita a scappare, raccontano di aver pagato poco meno di mille euro a testa per la traversata che non sarebbe stato neanche particolarmente lunga e complicata. Perché – sempre a loro dire, naturalmente, – è direttamente dalla Tunisia che arrivano. Nessuna nave “madre” farebbe da tramite. E le imbarcazioni utilizzate, tutte quasi nuove, potrebbero anche confermare questi racconti. Si tratta, infatti, di imbarcazioni grandi, dai 6 ai 10 metri, con motori diesel, 6 cilindri, entrobordo. Le condizioni del mare stanno peggiorando per i prossimi giorni e sembra scontato, pertanto, che, nei prossimi giorni, il fenomeno delle piccole imbarcazioni “fantasma” – chiamate così perché riescono ad arrivare fino all’arenile senza che nessuno le intercetti, le blocchi o le soccorra in mare aperto, né sottocosta, potrà subire, almeno per un momento, una battuta d’arresto
Seconda fase dello Sciacca Film Fest, entra nel vivo il concorso dal 13 al 17 settembre
Dopo la prima fase celebrativa del mese di agosto all’Atrio Superiore del Comune di Sciacca, lo Sciacca Film Fest “torna a casa” riproponendo dal 13 al 17 settembre la consolidata formula del festival all’interno del Complesso Monumentale della Badia Grande di Sciacca. A settembre, entrerà nuovamente nel vivo il classico concorso festivaliero con le tre sezioni in competizione: Cortometraggio, Lungometraggio e Documentario, in concorso ci saranno delle prime assolute come “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak e “La vita in comune” di Edoardo Winspeare, appena presentati alla Mostra del Cinema di Venezia. Ci sarà spazio anche quest’anno per le ormai consuete sezioni “Incontri con l’Autore” e “Spazio Arena”. Novità tra le sezioni di quest’anno, “Nuovo cinema africano”, che si propone di portare “altro” da chi vive direttamente l’Africa, una sezione curata da Enrico Chiesa, storico ed esperto di cinema e animatore del progetto “Africa Love”.
Madrine d’eccezione in occasione del decennale del festival, saranno due attrici: la grande Guia Jelo, espressione pura della teatralità siciliana e Stella Egitto, giovane attrice siciliana già considerata un vero talento tra la nuova generazione di attrici italiane. Evento tra gli eventi, alla decima edizione dello Sciacca Film Fest anche il mitico film concerto di David Gilmour “Live at Pompeii” in 4K e Dolby Amos dal regista Gavin Elder.Non mancherà poi tutte le sere l’intrattenimento targato Sciacca Film Fest, con concerti e spettacoli. In questa edizione, tra gli “Eventi Extra”: “La valigia delle meraviglie” di Loris e Lucilla, uno spettacolo magico interattivo con il coinvolgimento del pubblico.
(Nella foto, le due attrici siciliane Guia Jelo e Stella Egitto)
Mangiacavallo: “Per la Regione, le Terme di Sciacca come una “palla avvelenata”.
Sulla questione Terme interviene oggi con una nota il deputato regionale Matteo Mangiacavallo: “Ho sentito i funzionari della Regione – scrive il parlamentare – che dicono di avere tutto pronto anche se, a mio avviso, prima di chiudere la partita del ricongiungimento dei beni termali, ci sono diverse carte da mettere a posto, soprattutto se si vogliono fare le cose per bene. Ho l’impressione che l’Amministrazione regionale, che ha visto sempre le Terme di Sciacca come un problema e mai come una risorsa e che le ha chiuse a marzo 2015, ora se ne voglia liberare per intestarsi un tanto ridicolo quanto squallido risultato politico”.
Secondo il deputato il passaggio dell’affidamento delle Terme dalla Regione al Comune, altro non è che una “palla avvelenata” che l’assessore regionale Baccei lancerà dritta al Comune.
“Ma il Comune è pronto a gestire le sorti del patrimonio termale?” Si chiede lo stesso.
“Noi del M5S – conclude Mangiacavallo – abbiamo presentato una proposta che segna un percorso che può essere portato avanti e che speriamo possa essere votata in Consiglio comunale. Nel frattempo nessuno gridi vittoria finché le Terme non saranno riaperte”.
Riaperto il vicolo Cappellino, revocata l’ordinanza di sgombero di un immobile
E’ stato riaperto il vicolo Cappellino, a Sciacca, che, dal 31 agosto scorso, giorno del cedimento di parte del soffitto di un immobile, era chiuso ai pedoni. E’ stato il Comune a disporne la riapertura, realizzati i lavori di messa in sicurezza che erano necessari. Disposta anche la revoca dell’ordinanza di sgombero dell’immobile nel quale si è verificato il cedimento. Adesso la situazione è tornata alla normalità. Bisognerà stabilire soltanto le cause del cedimento di parte del soffitto al secondo piano della struttura e per questo sono in corso gli accertamenti e la Procura della Repubblica di Sciacca ha nominato un consulente tecnico il quale ha già eseguito un sopralluogo.
Lo sbarco di migranti a Seccagrande e il collegamento con Sciacca
C’è un collegamento tra lo sbarco di ieri mattina di una sessantina di migranti sulla spiaggia di Seccagrande, a Ribera, e due tunisini che vivono a Sciacca, marito e moglie, finiti ai domiciliari per tentato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La vicenda è ancora da chiarire in alcuni aspetti, ma un punto fermo c’è ed è quello che alcuni tra i migranti si sarebbero dovuti dirigere su una piazzola di sosta, sulla statale 115, per incontrarsi con qualcuno che arrivava a bordo di una Ford nera. A quell’appuntamento sono andati i carabinieri e la Ford nera c’era, con a bordo le due persone poi arrestate. Uno dei tunisini, a quanto pare, sarebbe loro parente e questo potrebbe limitare il contatto dei due a un solo migrante. Tutti aspetti che, comunque, andranno chiariti nelle prossime ore e che, certamente, saranno argomento dell’udienza di convalida dell’arresto. Tra i 14 migranti fermati dopo lo sbarco anche una donna, bionda, la cui presenza era stata subito segnalata dai bagnanti.
Nella foto, la barca sulla quale si trovavano i tunisini sbarcati a Seccagrande
Costituzione del fondo di rotazione: si accende la macchina del lavoro
Buone notizie per le pubbliche amministrazioni e per gli Ordini professionali: l’assessore regionale alle Infrastrutture ha definito il decreto, che adesso dovrà essere sottoposto al vaglio della Giunta regionale – dove, si auspica venga approvato – che mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni, distribuite sul territorio regionale, 10 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione Fondi (FAS 2014-2020), da destinare agli enti locali per la costituzione del fondo di rotazione per la progettazione di interventi ammissibili a finanziamento. In tal modo, le pubbliche amministrazioni potranno, finalmente, realizzare gli studi di fattibilità e le progettazioni preliminari di opere pubbliche, poiché, con la costituzione del fondo di rotazione, i progetti potranno essere supportati da quei meccanismi tecnico – amministrativi che per troppo tempo hanno impedito agli stessi enti pubblici di dotarsi dei progetti indispensabili per l’acquisizione delle risorse finanziarie e, nel contempo, hanno mortificato l’esercizio delle professioni.
Con la costituzione del fondo di rotazione, si assicurano alle province siciliane alcuni strumenti di sviluppo dei quali la nostra regione è stata fortemente deficitaria in questi anni, strumenti capaci di contribuire a recuperare i ritardi registrati e a utilizzare le risorse disponibili.
“L’istituzione di fondo di rotazione per l’affidamento degli incarichi ai liberi professionisti per la redazione di progetti per le pubbliche amministrazioni -commenta Alfonso Cimino, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento – costituisce un notevole aiuto a quelle stesse amministrazioni, prive di risorse economiche, consentendone l’accesso ai finanziamenti europei su progetti cantierabili. Costituisce, anche, un momento di forte impulso economico e sociale per le libere professioni che, ad oggi, vivono un grande momento di crisi sia nel settore privato che pubblico. Ci rendiamo conto che, anche con questo provvedimento, si iniziano ad intravedere occasioni di rilancio occupazionale. Siamo certi che i nostri amministratori avranno le capacità per dimostrare il loro valore utilizzando al meglio queste risorse e queste opportunità”.
Nella foto, il presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Agrigento, Alfonso Cimino
“Non barasti né bluffasti mai: ciao Maestro”. Il ricordo di Cosimo Barna da parte del suo amico Paolo Ferrara
Il nostro collaboratore e opinionista Paolo Ferrara ricorda, con un suo omaggio, l’amico artista Cosimo Barna, morto la scorsa notte. Riceviamo e pubblichiamo.
Della grandezza artistica di Cosimo Barna non c’è alcun bisogno di spendersi a parlare: è nota a chiunque conosce l’arte contemporanea internazionale, e lo è a tal punto da essere stata più volte oggetto di Tesi di laurea. Inutile, dunque, elencarne le mostre, le installazioni, le collettive. Basta dire “Cosimo Barna”, qui a Milano soprattutto. Cosimo lo conoscevo da sempre, ma gli undici anni di differenza tra noi ci ponevano in giri di amicizie diverse. Questa distanza si è compressa solo quando, dieci anni dopo di lui, arrivai anch’io a Milano. Se si ha dentro di sé la convinzione che non si debba mai scendere a compromessi a discapito delle proprie idee di libertà, per me, che arrivando nel 1982 in una città come Milano avevo appena diciannove anni (età, diciamolo, in cui si è ancora ragazzini), la più grande fortuna è stata potere essere al fianco di un uomo come Cosimo. Arrivavo da Sciacca, da un mondo comunque edulcorato. Milano è, però, tutt’altra cosa; ma è qui che devo mettere a frutto gli insegnamenti morali della mia famiglia. Fu così che quelle idee, già in nuce, trovarono chi le innaffiava con i giusti consigli, datimi affinché esse non si andassero a frantumare contro le insidie di una città quale Milano era in quegli anni, quelli della “Milano da bere”, piena di lustrini e di falsi e pericolosi specchietti per le allodole. Frequentandolo, man mano capisco che Cosimo è persona certa delle proprie passioni; un sentimento interiore che, spesso, è superficialmente ridotto a essere considerato “carattere spigoloso e presuntuoso”. Il suo studio di Via Grossich è a due passi dalla Facoltà di architettura. Inizio a frequentarlo. Mentre dipinge, Cosimo parla, ma non è un “parlare” autocelebrativo tendente a esaltare le sue opere. Piuttosto, tocca temi inerenti le istanze sociali, soffermandosi sul rapporto che l’arte impone all’artista di intessere con esse. Parla di ciò che il cosiddetto “impegno civile” debba realmente essere, di come metterlo in pratica. “Impegno civile” è espressione che ritroverò poi in Bruno Zevi, maestro di architettura. Cosimo parlava, io mi guardavo intorno. Quando si frequenta un artista si deve entrare in empatia anche con il suo “luogo”, quello in cui crea, e con gli oggetti che rendono “contesto” quel “luogo”. Ci si deve guardare attorno, afferrare nelle opere già finite quella passione che in esse è stata trasfusa; infine, introiettarla in se stessi. Non c’era mia domanda sul significato delle sue opere che non avesse risposta esauriente. E sia chiaro: intendo per “esauriente” quel qualcosa che ci fa “sentire” di avere accresciuto la nostra personale cultura, consci che chi ci sta parlando ne ha molta più di noi. Il sottofondo della radio e delle audio-cassette era fondamentale perché durante le pause riflessive – quando entrambi stavamo in silenzio, lui a dipingere, io a osservare- era il continuum del discorso intessuto. Ascoltandolo, e dibattendo con lui, ho capito che nulla avrebbe dovuto mai impedirmi di esprimere le mie opinioni. Tanto ciò è vero che proprio con lui, negli anni, ho avuto spesso duri confronti, ma che si sono sempre rivelati proficui. Mi ha insegnato a sapere distinguere, del mondo artistico/culturale, cosa e chi evitare, cosa e chi coltivare: evitare i presuntuosi e la presunzione; coltivare, oltre la personale preparazione, i rapporti con chi ha passione per ciò che fa. Personalmente, penso che la capacità assoluta di Cosimo sia stata il sapere trarre l’anima ai colori. L’anima, non la cromaticità: perché non è per nulla facile riuscire a imprimere tridimensionalità e quadridimensionalità dipingendo sempre in bidimensione. E ciò è maestria solo di chi lo si fa solo ed esclusivamente se si riesce a trarre l’anima al colore. Ecco: Cosimo sapeva “trarre l’anima”, non solo all’arte ma anche alle persone. La sua canzone preferita era “Uno su mille”, di Morandi. L’ascoltavamo spesso, fosse nel suo studio o fosse durante le interminabili “passeggiate” con la sua mitica Renault 4 rossa e, dopo, con l’Opel bianca. “Passeggiate” sempre fatte in luoghi pregni di cultura quali, per esempio, in Sicilia quelli del terremoto del Belìce. Ci siamo stati più volte, e tra i ruderi di Poggioreale, il Cretto di Burri e Gibellina Nuova (ove è installata una delle sue più belle opere) si rifletteva insieme su quanto la Sicilia fosse terra in grado di dare stupendi frutti di ogni genere, ma che i siciliani non sapevano -e, soprattutto alcuni (leggasi: certi politici e i mafiosi), non volevano- coltivare. Lui ha colto il mare quale uno dei frutti splendidi della nostra terra. Di esso ha fatto una narrazione assolutamente inedita, piena di significati che hanno il preciso obiettivo di farci riflettere sul valore che ha il sapere dare la giusta valenza alle risorse che la natura ci ha donato. L’arte è immortale allorquando il messaggio di cui è portatrice rappresenta le istanze del momento in cui l’opera è creata. Se queste istanze sono ciò che realmente l’artista “sente”, ecco che la sua opera diventa “arte”. Cosimo “sentiva” le istanze dei tempi, sempre, da quelle degli anni ’70 e sino a oggi, passando dal fondamentale crocevia della Brown Boveri, anno 1984, che lo fece conoscere tra i maggiori artisti dell’arte contemporanea. Ho capito man mano, sentendoglielo più volte ripetere, che “uno su mille ce la fa” non significa farcela nel “successo” e nel conto in banca: significa lottare per le proprie idee potendo dire, alla fine, come dice la canzone: “non ho barato né bluffato mai”. Tu non lo hai mai fatto. Grazie, “Maestro”.
Paolo Ferrara
TDM denuncia criticita’ al reparto di radiologia del “Giovanni Paolo II” di Sciacca
Con una lettere indirizzata alla Direzione Generale, al responsabile dell’ufficio tecnico e al direttore di presidio dell’Asp/Ag2, il Tribunale per i Diritti del Malato denuncia gravi criticità esistenti nel reparto di radiologia dell’ospedale di Sciacca. Da un’indagine effettuata dallo stesso Tdm, si è verificato che nella sala 1 dell’unità operativa vi è un apparecchio gilardone acquistato da anni e non ancora montato, mentre nella sala 3, si è in attesa da tempo del collaudo del telecomando video fluoro, mentre nella sala 4, vi è un solo apparecchio attivo.
“Inoltre – aggiunge nella nota la responsabile – persistono alcuni criticità strutturali come pavimenti sconnessi e sedie rotte e molto grave è la presenza di personale sanitario e parasanitario fortemente al di sotto della media regionale. Il persistere di tale situazione comporta grave disagio alla numerosa utenza del territorio e allo stesso nosocomio che troppo spesso non riesce a fronteggiare le richieste che vengono dalla medicina d’urgenza, ma anche dai reparti, dove spesso pazienti rimangono troppo tempo ricoverati in attesa di esami diagnostici strumentali, il che sicuramente aggrava i costi del ricovero per le casse dell’azienda, senza tenere conto della sofferenza dei pazienti costretti a restare ricoverati per lungo tempo”.
Il Tdm si augura che finalmente queste criticità possano essere superate e che in un reparto come quella della radiologia, che è sempre stato considerato “un fiore all’occhiello” del nosocomio saccense, siano assicurati gli strumenti indispensabili a svolgere il compito d’istituto e che allo stesso tempo siano rispettati i canoni di qualità degli ambienti.
Intanto, da poche settimane, all’Azienda sanitaria di Agrigento è al lavoro il nuovo manager Gerry Venuti che ancora, non ha ancora fatto visita ufficialmente all’ospedale di Sciacca per rendersi conto personalmente della situazione della struttura ospedaliera.
Giornata di educazione ambientale in spiaggia, Marevivo sensibilizza i piccini
Si svolgerà domani mattina alle 10, sulla spiaggia di Capo San Marco, nel tratto di spiaggia che precede lo stabilimento balneare “Cocoloco”, il “Blue Day”, l’evento promosso dall’Associazione Marevivo Sicilia che prevede una mattinata all’insegna dell’educazione ambientale.
Per l’occasione sarà allestita una grande postazione gonfiabile in cui verranno svolti laboratori di biologia marina, laboratori creativi e diverse attività ludiche sul tema dell’ambiente marino e sul suo rispetto.
Lo scopo degli educatori ambientali di Marevivo Sicilia, è quello di “far imparare un po’ di più sul nostro mare giocando”: obiettivo che porteranno attraverso diversi progetti di educazione ambientale anche nelle scuole.