Un positivo a Ravanusa, il sindaco D’Angelo lo annuncia ai suoi concittadini

Anche i piccoli comuni dell’agrigentino registrano casi di positivi. Oggi pomeriggio e’ stata la volta del primo cittadino di Ravanusa annunciare il primo contagiato del suo paese.

Sindaco che ha detto che la persona positiva sta sostanzialmente bene e che si trova al suo domicilio mentre insieme alle autorità sanitarie competenti sta procedendo a porre in quarantena anche i familiari della persona.

L’abbraccio bianco di Favara alla bella Lorena, una citta’ sconvolta e in lacrime per la giovane vita spezzata

I colleghi di Siciliaonpress hanno raccontato con una diretta il passaggio del carro funebre che nelle prime ore di questo pomeriggio ha riportato nella sua Favara Lorena Quaranta, la studentessa brutalmente uccisa a Furci Siculo dal convivente.

Tutti i cittadini hanno accolto l’invito a stendere lenzuoli bianchi dai balconi come gesto simbolico per salutare la giovane alla quale eccezionalmente e’ stato autorizzato un rito funebre a porte chiuse alla presenza del sindaco Anna Alba e dei familiari di Lorena. Le disposizioni anti contagio vietano le esequie in questo momento.

Una giornata straziante per tutta la comunità di Favara che si e’ simbolicamente unita al dolore atroce di questa famiglia.

Vi riproponiamo qui la diretta di Siciliaonpress diretta da Franco Pullara.

Guanti e mascherine abbandonati per le strade, l’Altrasciacca denuncia l’altra faccia dell’emergenza

“Non possiamo nascondere – scrivono i componenti dell’associazione di promozione sociale l’AltraSciacca – il nostro sconforto, come associazione che ha sempre ritenuto primario il tema della difesa dell’ambiente, nel constatare la presenza nelle nostre strade di mascherine e guanti monouso, da tutti utilizzati per difendersi contro il contagio dal Coronavirus, abbandonati per terra”.

L’associazione ha documentato il degrado con alcune foto, noi vi forniamo altre immagini che ci sono state segnalate da altri utenti nei giorni scorsi e che lamentavano lo stesso tipo di degrado in altre strade con dispositivi abbandonati.

“Osservare le misure imposte dal DPCM sul COVID- 19 significa evidenziano – , in fin dei conti, avere rispetto per i più deboli, verso l’umanità tutta che, trascorsa l’emergenza, dovrà continuare a vivere su questo Pianeta.

Il danno generato dai guanti e dalle mascherine gettati per terra è rilevante, anche chi li fotografa per denunciare il fatto, non può rischiare di raccoglierli e smaltirli correttamente, questo gesto potrebbe rivelarsi pericoloso se quel guanto o quella mascherina provengono da persone contagiate.

Gli stessi operatori ecologici che comunque li raccolgono, nel farlo rischiano, perché lasciare loro questa incombenza? Bisogna avere rispetto anche della loro incolumita’”. Infine, l’AltraSciacca rivolge un appello:”Ci appelliamo a tutta la popolazione saccense: non è il tempo di aspettare che siano gli altri a porre rimedio alle nostre “distrazioni”, viviamo un momento tragico, facciamo in modo che non si protragga ancora per tanto tempo: smaltite correttamente guanti e mascherine!”

L’imprenditore Termine di Sciacca: “Ho già fatto il bonifico di 12 mila euro per sostenere il nostro ospedale” (Intervista)

Pippo Termine, imprenditore di Sciacca che opera in diversi settori, con bar, panifici e pizzerie, ha già fatto un bonifico da 12 mila euro per sostenere l’ospedale di Sciacca. Il suo intervento è stato effettuato attraverso l’associazione “Orazio Capurro Amore per la Vita” e andrà a rafforzare il laboratorio di analisi che è un elemento importante in questo momento nel quale si fronteggia il Coronavirus.

In un’intervista a Risoluto.it spiega com’è nata la sua iniziativa e parla anche della ripresa che dovrà esserci superata l’attuale fase particolarmente critica anche sul piano economico.

Ospedale di Sciacca, il commissario Firenze si dice pronto a mostrare le certificazioni ottenute al Giovanni Paolo II

Il commissario ad acta Alberto Firenze si mostra positivo su quanto si sta facendo all’interno dell’ospedale di Sciacca per adeguarlo in alcune sue parti ad accogliere i pazienti Covid-19.

Il piano regionale, oggi fortemente contestato dalla sindaca Francesca Valenti, prevede nel nosocomio saccense 75 posti letto Covid-19 e dieci di terapia intensiva sempre dedicati al Coronavirus. In poche parole, il presidio ospedaliero di riferimento per la cura del virus dell’intera provincia. Piu’ posti anche del San Giovanni di Dio di Agrigento.

Alberto Firenze che oggi annuncia una conferenza stampa lunedi’ insieme ai vertici aziendali dell’Asp agrigentina, si dice pronto a mostrare tutte le certificazioni delle quali sta dotando il nosocomio saccense. Percorsi dedicati, reparto di medicina e area di emergenza dedicata esclusivamente a pazienti di questo genere secondo le direttive nazionali. Il commissario tra le altre cose, evidenzia di aver dotato di un sistema di areazione a parte proprio i reparti che saranno interessati dall’adeguamento.

Firenze riferisce poi che quei dispostivi di protezione che sono risultati assolutamente insufficienti nei primi giorni dell’emergenza, si stanno reperendo e si stanno fornendo al personale ospedaliero.

Anche le farmacie ospedaliere, secondo il commissario, si stanno rifornendo con tutti i farmaci che occorrono per affrontare il Covid-19 e proprio l’ospedale saccense e’ stato inserito nel registro nazionale anche per la dotazione di farmaci come il Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide sperimentato con successo su alcuni pazienti all’Istituto Pascal di Napoli.

Insomma, pare evidente l’indirizzo diametralmente opposto tra la prima cittadina e il commissario ad acta, nominato in piena emergenza dopo il registrarsi di ripetuti casi positivi tra il personale e pazienti dell’ospedale.

Intanto, il Fratelli Parlapiano di Ribera, struttura gestita dallo stesso commissario, resta escluso dai posti letto Covid mentre alcuni primi cittadini e non solo la Valenti, avevano chiesto che proprio quella fosse individuata come Hospital Covid provinciale. Ma la Regione pare aver deciso in altro modo anche se la Valenti continua a ripetere che quel piano di puo’ ancora modificare paventando in caso contrario, di rivolgersi alla magistratura se il diritto alla sicurezza dei cittadini del territorio non verra’ garantito.

Coronavirus: Comitato scientifico Sicilia, sì ai test rapidi

In una regione come la Sicilia con epidemia contenuta – fatta eccezione per alcuni focolai – è possibile effettuare studi di sieroprevalenza e sieroconversione. Lo rileva il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, in un parere trasmesso all’assessorato regionale della Salute sull’utilizzo dei test rapidi e dei test sierologici.
Secondo gli esperti «ci sono sufficienti evidenze scientifiche che sorreggono la validità e l’utilità di questi test rapidi in ausilio alla sierologia classica e ai tamponi rinofaringei».
I componenti del Comitato, facendo esplicito riferimento agli asintomatici, rilevano in particolare che «in questi soggetti – si legge nel parere – andrà eseguito il test rapido con card come prima scelta. Se sia le IgM (immunoglobuline M) che le IgG (immunoglobuline G) risulteranno negative e il soggetto è a basso rischio allora può essere considerato non infetto, con sufficienti probabilità logiche e scientifiche».

I cinque ventilatori ed i 700 tamponi della Protezione Civile restano tutti a Sciacca

Restano tutti a Sciacca i cinque ventilatori polmonari arrivati questa mattina con trasferimento effettuato dall’aeroporto di Boccadifalco dall‘organizzazione dei Volontari di Protezione Civile di Sambuca. E restano al Giovanni Paolo II anche i 700 tamponi.

La notizia è arrivata pochi minuti fa. Ad Agrigento si provvederà con l’invio di altra attrezzatura. Aumenta, pertanto, la dotazione di ventilatori polmonari del Giovanni Paolo II che, a regime, nei prossimi giorni, per ognuno dei 19 posti Covid dovrà garantire un ventilatore polmonare. Nei giorni scorsi uno è stato consegnato dall’Ordine degli Ingegneri e sono attesi gli altri che arriveranno grazie alle iniziative dell’associazione Capurro, di parlamentari e di imprenditori di Sciacca.

Coronavirus, il Sunia e il Sicet si mobilitano per tutelare gli affittuari fuori sede

Il Sunia Cgil ed il Sicet Cisl hanno ricevuto numerose sollecitazioni da parte di studenti o lavoratori fuori sede, affittuari di contratti di locazione, che, costretti a rientrare nelle località di residenza a causa delle misure imposte dai DPCM per l’emergenza coronavirus, non possono in questo momento godere degli immobili locati.

L’emergenza Coronavirus ha creato scenari nuovi ed imprevedibili che impongono alle istituzioni e alle parti sociali, l’adozione di misure eccezionali per far fronte ad un evento che ha importanti ripercussioni sociali ed economiche nel nostro Paese. In attesa delle decisioni che assumerà il governo centrale, i segretari di Sunia, Floriana Bruccoleri, e del Sicet, Roberta Russo, sono già in azione per proporre alcune soluzioni per tutelare gli affittuari che si trovano fuori sede. In particolare la Bruccoleri e la Russo propongono:

  • la mediazione fra locatori e conduttori, tramite un accordo sottoscritto fra le parti, alla presenza delle organizzazioni sindacali di categoria, che preveda la rimodulazione o la sospensione del pagamento del canone sino al momento in cui i conduttori non potranno fare rientro negli appartamenti locati con la conseguente detassazione dei canoni non percepiti;
  • l’estensione della Cedolare Secca a tutti i Comuni del territorio nazionale, misura già adottata in caso di calamità naturali. Inoltre, sia il Sunia che il Sicet si sono già attivati affinché il comune di Agrigento emetta il bando per il Fondo sostegno all’affitto e morosità incolpevole e, considerata la situazione di emergenza, semplifichi le procedure di presentazione delle domande al fine di aiutare tutte le famiglie in difficoltà a pagare i canoni di affitto.

Due ventilatori polmonari del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile consegnati questa mattina all’ospedale di Sciacca (Intervista)

L’organizzazione dei Volontari di Protezione Civile di Sambuca ha ritirato all’aeroporto di Boccadifalco 5 ventilatori polmonari, oltre 700 tamponi e altro materiale medico destinati a ospedali della provincia di Agrigento.

Si tratta di tre ventilatori di terapia intensiva e 2 di terapia sub intensiva. Due sono stati consegnati all’ospedale di Sciacca unitamente ad altro materiale medico e presi in consegna dal personale medico.

Risoluto.it era presente e ha documentato con immagini e interviste l’arrivo delle attrezzature.

La sindaca Valenti contro il piano regionale che individua 10 terapie intensive Covid al Giovanni Paolo II: “Chi garantisce i malati non Covid?”

La sindaca Francesca Valenti ha avanzato una nota all’assessore alla sanita’ Ruggero Razza e al Ministro della Salute con la quale contesta il piano regionale approvato dalla Regione per la fase epidemiologica in atto. In particolare, la prima cittadina contesta l’adozione di dieci posti letto di terapia intensiva al Giovanni Paolo II per malati Covid-19. Secondo la prima cittadina, questo non garantirebbe la sicurezza per gli altri malati che dovrebbero accedere ai reparti non Covid del nosocomio saccense. La sindaca si riserva anche di intraprendere azioni giudiziarie nel caso in cui le sue ragioni non saranno tenute in considerazione da parte del governatore Musumeci.

Ecco la nota integrale della prima cittadina:

“Lasottoscritta Sindaco del Comune di Sciacca, in merito al Piano di intervento ospedaliero nell’ambito della emergenza Covid-19 predisposto dal Dipartimento della Pianificazione Strategica dell’Assessorato della Salute e dalle Aziende sanitarie, rappresenta quanto segue.
Giova premettere che il Ministero della Salute, con circolare n. 7865 del 25 marzo 2020 avente ad oggetto “Aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza COVID-19”, ha fornito precise indicazioni operative per la redazione dei piani di intervento ospedaliero. Segnatamente, tale circolare, sulla base “dell’esperienza delle regioni precocemente e maggiormente colpite dalla pandemia”, ha disposto anche per le Regioni a Statuto speciale che “è necessario identificare prioritariamente strutture/stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da COVID-19, tenuto conto che le attività precipue sono legate alle malattie infettive, assistenza respiratoria e terapia intensiva. Parimenti è necessario individuare altre strutture ospedaliere da dedicare alla gestione dell’emergenza ospedaliera non COVID….. Solo IN CASI ECCEZIONALI, laddove non risulti possibile la separazione degli ospedali dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da COVID-19 da quelli non COVID-19, i percorsi clinico-assistenziali e il flusso dei malati devono, comunque, essere nettamente separati”. La previsione di strutture dedicate al trattamento dei pazienti COVID-19 è espressamente prevista “al fine di evitare PERICOLOSE INFEZIONI NOSOCOMIALI” per il personale della struttura ed i pazienti non COVID-19, infezioni possibili ove i pazienti COVID-19 non siano “allocati in strutture e stabilimenti alternativi”.
Dunque, l’indicazione di principio è che i pazienti COVID-19 debbano essere ricoverati in strutture sanitarie dedicate esclusivamente alla gestione dell’epidemia.
Ebbene, in sede di riunione in videoconferenza in data 30.3.2020 tra l’Assessore della Salute, il Presidente della Commissione Sanità dell’ARS, i Direttori Generale f.f. e Sanitario dell’ASP di Agrigento, i Sindaci di Agrigento, Canicattì, Licata, Ribera e Sciacca, era stato “comunicato” (in quanto già deciso) dal Direttore f.f. dell’ASP di Agrigento che presso il Presidio Ospedaliero di Sciacca era prevista l’attivazione di n. 20/25 posti per i pazienti in attesa di conferma di tampone COVID (già trattati come positivi al COVID) e che tali pazienti, acclarata la loro positività al COVID-19, sarebbero stati prontamente trasferiti in altro Ospedale dotato di un reparto di malattie infettive (come è noto, in provincia di Agrigento non vi è alcun reparto di malattie infettive).
Tuttavia, il Piano in oggetto, per far fronte all’emergenza epidemiologica nella provincia di Agrigento, prevede l’attivazione di n. 6 posti di terapia intensiva presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento e n. 10 posti di terapia intensiva presso il Presidio Ospedaliero Ospedali Civili Riuniti di Sciacca. Al riguardo, è conducente chiedere come si intenda garantire una sicura assistenza sanitaria ai pazienti non COVID che abbiano necessità di terapia intensiva presso il medesimo reparto dell’Ospedale di Sciacca nel quale sono ricoverati anche pazienti COVID (i dieci posti di terapia intensiva previsti dal Piano per i pazienti COVID si aggiungono ad altri posti dedicati a pazienti non COVID? E, se è così, come si intende garantire l’assoluto isolamento degli uni rispetto agli altri e l’utilizzo di personale sanitario e non sanitario distinto per gli uni e per gli altri?).
Inoltre, il Piano prevede n. 55 posti di degenza ordinaria attivi di cui: n. 35 posti presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento e n. 20 posti presso il Presidio Ospedaliero Ospedali Civili Riuniti di Sciacca. Tali posti, in degenza ordinaria in attivazione, verrebbero aumentati di altri n. 53 posti presso il Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento, n. 55 posti presso il Presidio Ospedaliero Ospedali Civili Riuniti di Sciacca, n. 5 posti presso il Presidio Ospedaliero Barone Lombardo di Canicattì e n. 6 posti presso il Presidio Ospedaliero San Giacomo D’Altopasso di Licata.
Praticamente, il Presidio Ospedaliero di Sciacca con l’attivazione di n. 75 posti di degenza ordinaria di pazienti COVID-19 è destinato a diventare un COVID Hospital.
Tale decisione, adottata peraltro senza alcun coinvolgimento dei Sindaci quali Autorità Sanitarie locali e Capi della Protezione Civile locale, viola manifestamente le precise indicazioni ministeriali ed è altamente rischiosa per la salute dei pazienti non COVID, nonché compromette la regolare funzionalità di tutti i reparti non COVID e genera allarme sociale.
Invero, l’esperienza nelle regioni del nord Italia ha dimostrato che nessuna possibile contiguità deve esserci tra aree destinate alla degenza ordinaria dei pazienti COVID ed aree destinate alla degenza dei pazienti non COVID.
L’Ospedale di Sciacca è stato già gravemente interessato dal contagio di un operatore sanitario, cui sono seguiti contagi di altri operatori in servizio presso altri reparti, di pazienti e di loro familiari.
Ciò dimostra quanto sia difficile contenere il contagio ed assicurare un effettivo e necessario isolamento.
Pertanto, è evidente che la decisione di istituire un reparto COVID-19 presso un Presidio Ospedaliero in cui operano altri ed importanti reparti genera una promiscuità strutturale idonea, in ipotesi, alla propagazione del contagio, atteso che è pressocché impossibile assicurare e garantire che i reparti COVID-19 siano “sigillati” (come pure prescritto).
Né è ipotizzabile ed accettabile che, in forza di tale illegittimo e pericoloso Piano, alcuni reparti del Presidio Ospedaliero di Sciacca possano essere trasferiti presso altri Presidi Ospedalieri della Provincia.
Non si comprende per quale ragione si sia deciso di creare occasioni di contagio anziché, più responsabilmente, dedicare una struttura interamente ed esclusivamente a COVID Hospital.
Non si comprende per quale ragione si sia prevista l’attivazione di n. 75 posti di degenza ordinaria di pazienti attivi nel Presidio Ospedaliero di Sciacca; si tratta di un numero di posti che, palesemente e di fatto, fa diventare l’Ospedale di Sciacca il COVID Hospital dell’intera provincia e della Regione siciliana.
Il Piano, all’evidenza, non garantisce adeguatamente il diritto alla salute dei cittadini e la sicurezza sul luogo di lavoro degli operatori sanitari e non sanitari.
Il Piano pare rispondere a logiche diverse che non possono condividersi e che la scrivente contesta con forza.
La sottoscritta, pertanto, chiede che tale Piano venga immediatamente modificato, mantenendo la funzionalità in sicurezza di tutti i reparti del Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Sciacca ed individuando altra struttura da destinare in via esclusiva alla degenza ordinaria dei pazienti COVID-19.
Si confida in un sollecito e positivo riscontro.
In mancanza, nella consapevolezza che l’adozione di un Piano che espone a rischio la salute dei cittadini è fonte di gravi responsabilità sotto più profili, la scrivente si riserva ogni iniziativa a tutela del diritto alla salute – costituzionalmente garantito – dei propri cittadini, ivi compreso l’esperimento di ogni azione giudiziaria”.