Oggi Giornata nazionale per la donazione degli organi, 6000 i soci Aido in provincia di Agrigento (Intervista)

Seimila soci e 7 comuni nei quali l’Associazione italiana per la donazione degli organi è presente. Sono questi i numeri Aido in provincia di Agrigento. Oggi, Giornata nazionale per la donazione degli organi, dei tessuti e delle cellule, Risoluto.it ha esaminato la situazione Agrigentina con il presidente provinciale, Antonio Lauricella, e con la responsabile della sezione di Sciacca, Francesca Licari.

Tanto è stato fatto, ma c’è ancora molto lavoro da fare in particolare sul piano della sensibilizzazione. In Sicilia l’emergenza Coronavirus non ha fermato i trapianti. Dall’inizio dell’anno sono stati eseguiti 12 trapianti al Civico di Palermo, 35 all’Ismett, sempre a Palermo, e 6 al policlinico di Catania. Il numero complessivo non si discosta da quello dei primi mesi del 2019.

Salta il Google Camp 2020, gli organizzatori fanno una donazione per l’Agrigentino e per il Trapanese e il sindaco di Agrigento avanza una proposta per il prossimo anno

“Abbiamo inviato loro una proposta innovativa per il 2021 in cui Google e la città di Agrigento si pongono rinnovati obiettivi nel dar ascolto alle nuove esigenze che la pandemia ha determinato sugli abitanti della terra e sul pianeta stesso”. Lo ha dichiarato il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto. Intanto, per il 2020, niente da fare. Il Google Camp non ci sarà. Com’era prevedibile il coronavirus non ha permesso la nuova edizione dell’evento organizzato dal colosso di Mountain View. Per esprimere vicinanza alle comunità dell’Agrigentino e del Trapanese, dove negli ultimi anni si è svolto l’evento Google, l’azienda americana donerà 100 mila euro al Banco alimentare della Sicilia e 70.000 mila euro al Parco archeologico di Selinunte per il restauro di alcune aree

Il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Bernardo Agrò, si è detto dispiaciuto della scelta di Google, e al Giornale di Sicilia ha dichiarato: «Una grande azione di mecenatismo, valore e sostegno nel segno del binomio Selinunte-Google, in una continuità d’azione che vede il Parco quale grande scenario per le attività di promozione così come per tutti i nostri partner che ci hanno collaborato per rilanciare l’immagine della grande Selinunte».

Era già a letto ma si alza nella notte per giocare, muore bimbo di tre anni a Monreale

Un bimbo di 3 anni è morto la notte scorsa a Monreale nella sua stanza, soffocato dal cordino di una tenda. La tragedia è avvenuta intorno all’una di notte. Vani i tentativi di soccorso. Il sindaco, Alberto Arcidiacono, ha annunciato di volere proclamare il lutto cittadino.

I genitori del piccolo Agostino, il bimbo di tre anni morto la notte scorsa a Monreale, stavano guardando la tv. Il bambino era già andato a letto ma, ad un certo punto, si è alzato mosso dalla voglia di giocare. Agostino sarebbe riuscito ad arrampicarsi sul tavolo e, purtroppo, è scivolato su una mensola rimanendo incastrato con il cordino della tenda. Il padre lo ha trovato svenuto per terra e ha chiamato il 118, ma per il piccolo non c’è stato nulla da fare. Commoventi le parole del papà di Agostino che, questa mattina, ha pubblicato un post sui social per condividere il proprio dolore con chi non potrà nemmeno dare l’ultimo saluto al bambino, in seguito alle restrizioni legate al Covid-19: “Mio piccolo angelo stanotte sei volato via, ci hai lasciato nel silenzio assordante. Sono sicuro che adesso starai tenendo la mano stretta stretta a mio padre e che anche da lassù sorriderai”.

Coronavirus, in Sicilia aumentano i guariti

+Coronavirus: l’aggiornamento in Sicilia, 2.202 positivi e 315 guariti ++

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 15 di oggi (domenica 19 aprile), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 49.772 (+2.057 rispetto a ieri).
Di questi sono risultati positivi 2.717 (+45), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 2.202 persone (+31), 315 sono guarite (+10) e 200 decedute (+4).

Degli attuali 2.202 positivi, 563 pazienti (-5) sono ricoverati – di cui 41 in terapia intensiva (-1) – mentre 1.639 (+36) sono in isolamento domiciliare.
Il prossimo aggiornamento regionale avverrà domani.
Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.

Anche oggi in provincia di Agrigento nessun nuovo contagio

+Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia++
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 15 di oggi (domenica 19 aprile), così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 113 (15, 15, 10); Catania, 633 (103, 80, 70); Enna, 318 (172, 29, 25); Messina, 396 (128, 52, 41); Palermo, 346 (71, 45, 26); Ragusa, 58 (4, 6, 5); Siracusa, 97 (63, 68, 17); Trapani, 112 (7, 18, 5).
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.

Coronavirus: il Comitato scientifico della Sicilia, ecco come “ripartire”

“Alla luce degli incoraggianti dati del contenimento della pandemia nel territorio regionale, visti i tassi di occupazione dei posti ospedalieri e della capacità ricettiva dell’intera Rete ospedaliera siciliana delle terapie intensive, alla verifica dell’adeguata capacità di monitoraggio, inclusa la capacità di effettuare test diagnostici su vasta scala per individuare e monitorare la diffusione del virus, combinata al tracciamento dei contatti e a valutazione dell’efficienza e della efficacia del sistema di monitoraggio e gestione territoriale (Usca/Mmg/Pls/118) è plausibile prevedere che la graduale riapertura possa ragionevolmente partire dalla data del 4 maggio con le attività a più basso rischio”.
Lo scrive il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Coronavirus in Sicilia nel parere che ha trasmesso al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al termine di un inteso confronto durato oltre 48 ore.
Del Comitato, coordinato da Antonio Candela, fanno parte: Luigi Aprea (igiene e sanità pubblica), Bruno Cacopardo (malattie infettive e tropicali), Salvatore Corrao (medicina interna), Francesco Dieli (immunologia), Agostino Massimo Geraci (medicina e chirurgia d’urgenza), Antonello Giarratano (rianimazione e terapia intensiva), Gioè Santi Mauro (ranimazione e terapia intensiva), Cristoforo Pomara (medicina legale), Nicola Scichilone (pneumologia), Stefania Stefani (microbiologia), Francesco Vitale (virologia) e Toti Amato, (presidente Ordine dei medici).

Il documento redatto dagli esperti siciliani è stato da subito condiviso dal governatore siciliano con il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e nel corso della videoconferenza con la ‘Cabina di regia nazionale’ presieduta dal premier Giuseppe Conte, è stato inviato a Palazzo Chigi.
I componenti del Cts della Sicilia, per potere decidere le tempistiche di riapertura delle attività economiche e produttive, sono partiti dall’analisi dei criteri indicati nella Tabella di marcia comune europea verso la revoca delle misure di contenimento della Covid-19 in relazione alla risposta che il sistema regionale è stato capace di dare sino a ora alla diffusione dell’infezione per comprendere se ci siano presupposti scientifici per giustificare un momento di allentamento delle misure restrittive.
Il primo, di carattere epidemiologico, fa riferimento alla riduzione/stabilizzazione nel tempo del numero di nuovi positivi, dei ricoveri in ospedale e dei pazienti in terapia intensiva. Il secondo è rappresentato dalla sufficiente capacità dei sistemi sanitari siciliani in termini di capacità ricettiva e gestionale del carico di pazienti, mentre il terzo si riferisce a un’adeguata capacità di monitoraggio su vasta scala.
In merito alla fase di lockdown e alla necessità della ripresa produttiva anche nel nostro territorio, gli esperti, nello specifico, segnalano l’opportunità di un rafforzamento delle misure di distanziamento sociale e riconoscono “che non tutte le attività lavorative espongono lavoratori e utenti allo stesso rischio di contagio, ma che esso dipenda dal tipo di attività svolta, dal relativo ambiente di lavoro e dalla necessità/possibilità di contatto con soggetti potenzialmente Covid-positivi”.
Nella relazione stilata dagli esperti emerge in modo evidente come i dispositivi di protezione individuale diventeranno indumenti comuni nella vita di ciascuno. Semmai cambierà la tipologia a seconda delle professioni e delle condotte quotidiane.
E’ ovvio che l’approvvigionamento dovrà essere costante anche per le settimane a venire, così viene incoraggiata l’azione condotta da diverse aziende siciliane impegnate in una nuova avventura produttiva. A tal proposito il Cts scrive: “É  facile comprendere che per rispondere a tale richiesta è necessario il consolidamento da parte di Università e centri di ricerca regionali, in tempi brevissimi, di un processo di certificazione dell’idoneità dei materiali possibilmente idonei alla creazione di mascherine da mettere a disposizione di tutte le imprese che ne facciano richiesta al fine di riconvertire i loro processi produttivi, nell’ottica di una distribuzione capillare sul territorio di tali dispositivi di prevenzione del contagio”.
Il Comitato tecnico-scientifico regionale ha fatto proprie le indicazioni fornite dall’Osha e riprese dall’Aidii (Associazione italiana degli igienisti industriali) e ha così individuato precise categorie di rischio corrispondenti a fasce di lavoratori, valutandole in quattro livelli: basso, medio, alto e molto alto.
A quest’ultima appartengono prevalentemente medici e altro personale sanitario “con un elevato potenziale per esposizione a fonti note o sospette di Covid-19 durante specifiche procedure mediche, post-mortem o di laboratorio”, a esempio chi si occupa dell’intubazione o di procedure che possono comportare l’induzione di tosse, broncoscopie, alcune procedure ed esami odontoiatrici, raccolta di campioni invasivi su pazienti Covid-19 noti o sospetti”.
Fra i lavori ad alto rischio di esposizione, oltre a medici, infermieri ed altri operatori sanitari, ci sono anche coloro i quali  sono impiegati nelle operazioni di pulizia/sanificazione in presenza di pazienti Covid-19 noti o sospetti negli ambienti ospedalieri, ma anche operai funebri coinvolti nella preparazione (ad es. per sepoltura o cremazione) dei corpi delle persone positive o sospette di Covid-19 al momento della loro morte.
Sono a rischio di esposizione media, i lavoratori che possono avere un contatto frequente o stretto (cioè con distanza inferiore a un metro) con persone potenzialmente contagiate, ma che non sono pazienti Covid-19 noti o sospetti. I lavoratori di questa categoria possono essere soggetti a contatti frequenti con il pubblico (ad es. addetti alle consegne di beni e merci, personale addetto alla sicurezza o all’ordine pubblico, lavoratori in punti vendita al dettaglio o all’ingrosso, etc.) e con altri colleghi. Per il Cts della Sicilia “nei luoghi di lavoro in cui i lavoratori sono esposti a un rischio medio di esposizione, i datori di lavoro dovrebbero implementare dei controlli tecnici come  installare barriere fisiche “anti-respiro”, dove possibile. Ma anche controlli amministrativi: considerare strategie per ridurre al minimo il contatto faccia a faccia (ad esempio comunicazione telefonica, telelavoro), così come “ogni datore di lavoro dovrebbe scegliere la combinazione di Dpi che protegge i lavoratori in base al loro posto di lavoro. I Dpi per i lavoratori della categoria a medio rischio di esposizione variano in base alle mansioni lavorative, ai risultati della valutazione dei pericoli del datore di lavoro e ai tipi di esposizione che i lavoratori hanno sul lavoro”.
Sono a basso rischio di esposizione, infine, quanti sono impiegati in lavori che non richiedono il contatto con persone sospettate o note per essere infetti da Covid 19, né hanno frequenti contatti ravvicinati (distanza di almeno un metro) con il pubblico e con altri colleghi. Per questa categoria il Cts suggerisce “l’implementazione di una corretta igiene e pratiche di controllo dell’infezione tra cui un corretto lavaggio delle mani (sia da parte dei lavoratori, che degli utenti) tramite un luogo in cui lavarsi le mani (se sapone ed acqua corrente non sono prontamente disponibili, devono essere fornite soluzioni idroalcoliche, con alcol superiore del 60 per cento), incoraggiare un’adeguata etiquette respiratoria per tosse e starnuti, scoraggiare i lavoratori dall’utilizzo di postazioni e materiale di lavoro utilizzato dai colleghi. Sviluppare politiche e procedure per una pronta identificazione ed isolamento delle persone malate tramite automonitoraggio dei sintomi”.
Sulla base di queste evidenze scientifiche, il governo regionale potrà dunque fare leva sui punti di forza che hanno permesso di gestire la fase uno per puntare al successo della fase due.
Per gli esperti resta fondamentale, infine, assicurare la capacità di effettuare test diagnostici su vasta scala per individuare e monitorare la diffusione del virus e potenziamento dell’assistenza territoriale.

Padre Marciante riapre la Basilica della Madonna del Soccorso di Sciacca (Video)

L’arciprete di Sciacca, don Giuseppe Marciante, ha riaperto questa mattina la Basilica della Madonna del Soccorso di Sciacca. I primi fedeli sono arrivati per una preghiera e da domani sarà possibile recarsi in chiesa dalle 9,30 alle 12. E’ consentito recarsi in chiesa solo per preghiere individuali. Padre Marciante, in un’intervista a Risoluto.it, interviene anche sulla questione sollevata da molti in questi giorni sulle chiese riaperte e tante attività ancora chiuse.

Pace mantiene a Ribera fino al 24 aprile l’ordinanza sulle uscite in ordine alfabetico (Video)

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Altri due riberesi guariti dal Coronavirus. Lo ha comunicato, questa mattina, con soddisfazione, il sindaco, Carmelo Pace. Il sindaco ha ricordato che l’ordinanza di Musumeci consente alcune aperture, ma che la fase emergenziale non è ancora finita. E poi avverte: “Niente schiticchi il 25 aprile o il primo maggio, ci saranno controlli serrati”.

Tragedia ad Aragona, anziano si ferisce mentre ara un terreno e muore per emorragia

Baldassare Tirone, di 82 anni, di Aragona, e’ rimasto sotto la propria motozappa mentre stava arando il suo terreno, rimanendo gravemente ferito. A chiamare i soccorritori e i carabinieri sono stati i familiari dell’anziano. Gli operatori del 118 non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso per emorragia. I carabinieri hanno chiarito che non vi sono responsabilità da parte di terze persone.

Sepolta a Predore l’infermiera saccense morta per il Coronavirus a Bergamo, domani a Sciacca messa in ricordo di Lidia Liotta

Ora Lidia riposa nel cimitero di Predore, il comune dove insieme al marito Calogero Guardino si erano trasferiti piu’ di vent’anni fa lasciando Sciacca, il paese di origine di entrambi.

Lidia Liotta era la caposala della Rsa dove il virus si e’ diffuso e dove oltre a Lidia hanno trovato la morte anche alcuni anziani ospiti della struttura. L’infermiera e’ tornata a lavoro anche quando stava male per non abbandonare gli anziani dei quali si prendeva cura. Era considerata una dipendente modello e apprezzata per le doti professionali e umane.

Lidia si e’ spenta nella clinica di Ome dove e’ stata ricoverata per venti giorni dove ha lottato contro il virus che ad un certo punto sembrava averle dato tregua. Un’ischemia celebrale ha poi provocato il decesso.

E’ stata sepolta nel cimitero di Predore. Un posto era disponibile nello stesso settore dove erano gia’ stati sepolti gli anziani ospiti della struttura che erano venuti a mancare in questi giorni. Il caso ha voluto che Lidia trovasse posto proprio accanto ad una anziana ospite della struttura a cui lei era molto affezionata e che faceva parte dei racconti con cui spesso parlava delle sue “nonnine” ai familiari.

I parenti di Lidia hanno ringraziato tutti per il grande affetto dimostrato da ogni parte d’Italia per Lidia, la trentesima infermiera italiana vittima del virus. E una parte della famiglia Liotta che vive ancora a Sciacca, le ha voluto rendere omaggio con una messa in suffragio che verra’ celebrata domani, lunedì venti aprile, nella chiesa del Cappuccini alle ore 18 e che sarà possibile seguire in diretta streaming sulla pagina Facebook dei “Frati Minori Cappuccini BMV di Fatima di Sciacca”.